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Autore: Simply96    08/07/2011    2 recensioni
{Iscritta al concorso estivo: one shot dell'estate}
Ero brava a non mostrare i miei sentimenti alle persone.
Ero brava a sorridere quando dentro stavo male.
E quel giorno, dentro avrei anche potuto morire.[..]
Ma non mi sarei fatta ingannare questa volta.
No, non più.
- Che c’è? - sbottai voltandomi verso di lui.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’amore cambia molte cose.
Ma di certo, non cambierà Noi.

- James ti ha invitata in piscina! -
- Hey, James ha chiesto di te! -
- James vuole accompagnarti a casa, può? -
James. James. James.
Avevo finito per odiare quel nome.
O meglio, avevo finito per odiare la persona in questione.
James di qua, James di là.
Possibile che non aveva meglio da fare che starmi dietro?
Quel giorno in piscina si era accostato all’ombrellone accanto al mio.
Tipico.
Rideva e scherzava con i suoi migliori amici, lanciandomi qualche occhiatina ogni tanto.
Io facevo finta di niente.
Ero brava, in questo.
Ero brava a non mostrare i miei sentimenti alle persone.
Ero brava a sorridere quando dentro stavo male.
E quel giorno, dentro avrei anche potuto morire.
Tutti mi vedevano felice, euforica … come sempre, d'altronde.
Ma nessuno sapeva cosa celava il mio cuore.
Solo io.
E …
- Courtney ti vuoi sbrigare? Noi stiamo andando a pranzo! -
Una mia amica era sbucata da chissà dove.
Guardai l’orologio, che segnava le due.
James aveva sentito la proposta che mi aveva appena fatto Lindsay e subito si avviò con gli amici per il pranzo.
Le dissi che potevano avviarsi, tanto quel giorno non avrei pranzato.
Nulla di personale. E nemmeno di dietetico.
Ma ero convinta che qualunque cosa avrei fatto passare per il mio stomaco, l’avrei rigurgitata subito.
Socchiusi gli occhi.
Dio, quel giorno era dannatamente caldo!
Forse dovevo ripararmi all’ombra.
O meglio, dovevo andare a farmi un bagno.
La piscina era semi vuota: tutti a giocare a carte sotto gli ombrelloni, a riposarsi o a pranzo.
Raccolsi le mie forze e mi avviai verso l’acqua.
La toccai con la mano … fredda.
Forse … era meglio non fare il bagno.
Infondo era troppo fredda per una ragazza calorosa come me!
Non feci a tempo di ripensarci o meno, che sentii due mani troppo pesanti per essere quelle di Lindsay prendermi per la vita e spingermi sott’acqua.
L’impatto fu crudele e meschino con il mio corpo caldo e vivo.
Annaspai un po’ prima di riemergere, furiosa in viso.
Chi era quello scemo che si divertiva tanto a fare questi stupidi giochetti ad una persona di 23 anni come me?
Mentre mi aggrappavo al bordo per guardare in viso “colui - che - la -pagherà -cara”, sentii un tuffo a pochi centimetri da me.
Evidentemente dopo aver bagnato me voleva farsi un bagno anche lui.
Cretino.
- Piaciuto il bagnetto? -
Mi bloccai.
Quella voce.
La voce di Lui.
Lui che mi aveva fatto soffrire per i suoi stupidi comportamenti.
Lui che era stato quasi il mio migliore amico.
Lui che dopo avermi baciata si era nascosto fra le braccia di Samantha, la sua nuova ragazza.
Se era tornato, evidentemente si era lasciato.
Ma non mi sarei fatta ingannare questa volta.
No, non più.
- Che c’è? - sbottai voltandomi verso di lui.
Nonostante la mia reazione secca, lui continuò a sorridermi.
- Come “che c’è”? Non ti sono mancato, Principessa? -
“Principessa”. Ancora quello stupido nomignolo che mi aveva affibbiato.
Io lo guardai, imponendomi di essere dura.
Imponendomi che non dovevo cadere al suo tranello.
Imponendomi di non innamorarmi nuovamente di uno stronzo del genere.
- Samantha ti ha lasciato e ora ti trovi qui per essere consolato? -
Avevo anche fatto la rima.
Lui si portò indietro i capelli con la mano.
Tipico gesto maschile.
- Io e Samantha ci siamo lasciati più di 3 mesi fa. -
Ok, lo dico apertamente: rimasi di stucco.
- Non mi dici più nulla, Principessa? -
Chiusi gli occhi in due fessure per poi scaraventarmi verso di lui:
- NON MI HAI CHIAMATA, NON TI SEI MAI FATTO SENTIRE, NON MI HAI VOLUTA E OR-
- Ti ho sempre voluta.-
Mi bloccò i polsi con le mani, avvicinandosi pericolosamente a me.
Sbattei con la schiena sul bordo della piscina, ma non me ne curai.
- Potevi chiamarmi - sussurrai.
- Per dirti cosa? -
- Almeno per sapere come stavo … -
Lui mi guardò con nostalgia, come se sentisse il mancato bisogno di qualcosa.
Il mancato bisogno di me?
- Lindsay mi ha raccontato tutto, ormai. - la sua voce scese fino a diventare un mormorio.
Mi avvicinai a lui per sentire meglio, con le mani ancora prese dai suoi polsi.
- James ti ha resa felice? Lo ha fatto più … più di me? - Il suo sguardo penetrava il mio.
La sua bocca si avvicinava a ogni parola sempre più vicina alla mia, ma alla fine si scansò.
Lasciandomi i polsi, si avviò lungo il bordo fino a raggiungere la scaletta.
- Do … dove vai? - chiesi seguendolo.
- Non dovresti pranzare con James? - chiese lui di rimando.
Solo quando salii anche io la scaletta e mi ritrovai faccia a faccia con lui, riuscii a dirlo.
Riuscii a dire ad alta voce quelle parole mai dette.
Quelle parole nascoste dentro di me e chissà come riuscirono ad uscire, timide.
- Ti amo, Al.-
  
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