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Autore: Eliis_    08/07/2011    4 recensioni
Introduzione: {Iscritta al concorso estivo: One shot dell'estate}
Semplicemente perché ogni persona che passa nella nostra vita è unica.
Che sia per un'estate, per un anno, per un'eternità.
Semplicemente perché quando entra in ballo il cuore, non c'è più modo di uscirne.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Quest'estate ti amo comunque. 


E’ il primo luglio. Il sole brucia, lo senti sulla pelle, lo intravedi alzando gli occhi al cielo dietro un paio di lenti scure. La sua luce filtra tra le foglie verdeggianti del bosco, quello appena fuori città. L’erba è soffice, sa di rugiada, ne senti il sapore nei polmoni ogni volta che respiri. Gli uccelli cinguettano, sono arrivate le rondini. Passi felpati tra i cespugli, conigli in fuga forse, grilli canterini o farfalle arcobaleno. Sotto l’albero più grande c’è lei, capelli corvini a coprire gli occhi verde smeraldo, sciupati nella lettura di un libro fin troppo complicato. “Sogno di una notte di mezza estate”, e lei la sua estate la spreca così, a studiare per un esame che si avvicina ogni minuto di più. Lo sanno tutti che farà un figurone, lei è la più brava. Ma studia comunque, ha paura di non ricordare una data, una frase, un paragrafo saltato in un attimo di distrazione. Probabilmente di Shakespeare non saprà nulla a quell’esame. Ma saprà parlare di lui, di quel ragazzo sul quale è  seduta, quel ragazzo che le sfiora il collo con la punta del naso. Quel ragazzo bello come il sole, di più. I suoi capelli d’oro scompigliati dal venticello estivo, i suoi occhi che nascondono il mare, il cielo, le stelle. La osservano, osservano questa studentessa che è indecisa tra lo studiare letteratura o sentimenti. Ha fatto la sua scelta. Chiude il libro, lo poggia sull’erba umida, chi se ne importa se si rovinerà un po’. Gli cinge il collo con le braccia, -Andrew- sospira sulle labbra di lui prima di intrappolarle, di farle sue. E’ un bacio da favola, da film, forse da splendida realtà. E’ un bacio che sa d’amore, sa di estate tanto agognata e che finalmente arriverà. Basta imparare Shakespeare, poi sarete liberi. –Liz...- La prega lui, ma Liz vuole studiare. Riprende il suo libro e legge ad alta voce, con quella sua voce che diventa ancora più bella quando si trasforma in una risata. Cristallina, leggera. Andrew fa l’offeso, di lasciarla studiare non se ne parla proprio. E lei lo mette via di nuovo quel libro che vorrebbe replicare se solo potesse. Lo bacia ancora, e ancora e ogni volta è una pugnalata al cuore.
Sì, perché la protagonista di questa storia non è Liz. Lei dietro l’angolo ne ha altri quattro di fidanzati. A me ne basterebbe uno, sotto l’albero più grande del bosco. Quanti sogni ho lasciato sotto quell’albero, quante volte ho immaginato di esserci io con lui. Quel sogno adesso è attaccato a quella ragazza, sta in mezzo ai suoi capelli corvini e alla sua risata cristallina. S’è infilato tra le pagine di quel libro, sotto la felpa leggera di quel ragazzo dagli occhi color del cielo. Quante volte ho sperato di poter baciare quegli occhi socchiusi, quelle ciglia lunghe e bionde. Andrew l’ho visto per la prima volta un giorno di scuola. Non il primo, non l’ultimo, un giorno qualsiasi in cui non ci si aspetta niente. E invece lui aspettava me. Aspettava qualcuno a cui chiedere –Hai visto il mio papà?- e io non lo avevo visto. Non sapevo neppure chi fosse. Ora lo so, lo so che il suo papà è volato via. E Andrew aveva cinque anni,  e Dio, era bello anche allora. Era il mio fidanzatino dagli anelli di carta, il mio alleato a Guardia e Ladri, il mio migliore amico nelle pause pranzo. Poi non lo so cos’è successo, non l’ho mai saputo. E’ arrivata lei, probabilmente. -Quando lei se ne andrà sarai solo, non mi troverai più!- gli ho urlato una volta.
Ma non è vero Andrew, lo sai, non è vero. Sarò sempre qui per te, non me ne andrò, promesso. Uniamo i mignoli come quando eravamo bambini, facciamo giurin giurella, io non ti abbandono e tu mi guardi un’altra volta con quel tuo sguardo che è solo tuo, mi illumini con quel sorriso che sai fare solo tu.  
 
Ps. Credo di amarti.
 
 
 
E’ il cinque luglio. C’è un biglietto piegato a metà sul tavolo nel giardino. E’ un biglietto che sa di Calvin Klein.
Perdonami. Avevo solo paura di farmi male ancora, paura che tu non mi amassi.
Un paio d’occhi cielo sul vialetto di casa.
Non se ne andranno stavolta, non andranno via mai più. 
   
 
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