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Autore: Arts    08/07/2011    16 recensioni
Cosa succederebbe se, per un fatale caso del destino - altrimenti denominato Chris - Duncan e Courtney finissero a convivere nella stessa casa, per un mese? E se Duncan e Courtney non si sopportassero?
Opzione A: Courtney rischierebbe letteralmente un esaurimento nervoso.
Opzione B: Duncan diventerebbe davvero più sadico del solito.
Opizione C: Censurata.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Courtney, Duncan | Coppie: Duncan/Courtney
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Ed ecco che i nostri concorrenti si accingono ad aprire la busta, cari spettatori! ”
La voce del presentatore gracchiò nella stanza. Courtney alzò un sopracciglio, e arricciò il naso.
Non si accingeva a fare un bel niente. Era stanca, sporca, aveva nuotato nel fango, lottato contro animali di cui neanche conosceva l’esistenza e cercato in tutti i modi di disarcionare quello stupido testa-verde dalla barca.
Ora basta.  Non potevano, in nessun caso, aver pareggiato. La sua squadra non pareggiava. Lei non pareggiava. E soprattutto non ci sarebbe stato nessuno spareggio e lei non aveva alcuna intenzione di aprire quella stupida busta.
“Abbiamo visto le squadre molto poco sportive” continuava il conduttore  “così abbiamo deciso di dar loro l’opportunità di riappacificarsi. Ogni concorrente troverà nella busta il nome di un avversario e con questo dovrà … beh, lo vedrete. La squadra vincente non sarà a rischio di eliminazione!”
Oh, bene. Courtney sbuffò. “E se noi non volessimo … riappacificarci?”
“In questo caso, sarete eliminati a prescindere!” rispose allegro Chris.
Beh, guarda il lato positivo, Court, almeno non ci sarà alcuno spareggio.
Courtney osservò la busta per qualche secondo. Era bianca, candita, pulita. Aveva un’aria così innocente.
Si sarebbe potuto pensare che quella piccola busta non nascondesse nulla di doloroso, o     quantomeno umiliante. Ma Courtney lo sapeva: i reality sono una giungla. E comunque era meglio di altre alternative. Almeno non avrebbe dovuto lottare contro qualche sottospecie di castoro assassino, o meglio, c’erano meno possibilità che dovesse farlo. In qualsiasi caso, non aveva importanza, l’importante era stare lontani da …
DUNCAN?
 
“Chris!” ringhiò Courtney.
Brigitte, accanto a lei, osservava quelle piccole lettere in stampato che portavano il nome di Geoff. Le ragazze osservavano i nomi nelle lettere, i ragazzi avevano invece in mano la lista di cose da fare.
Courtney si lanciò sul produttore con la furia di un ghepardo che individua la preda. In un salto felino, la ragazza gli sventolò davanti il foglio con il nome. “Cosa vuol dire questo? Eh, Chris, è un errore? ”
Chris scrollò le spalle. “E’ un nome”
“C’è scritto Duncan! Dun-can! D.U.N.C.A.N.!” sibilò Courtney. “Non lo sopporto! Come faccio a lavorare con testa verde?! Voi lo sapete! Perché proprio lui?”
Il sorriso di Chris si allargò, mettendo in mostra i denti bianchi. “Questo è un reality, piccola, l’odio fa audience!”
“Ma è Duncan … ”
“Certo, piccola, niente ma. Tu e Duncan siete ufficialmente una coppia, ora. E amen” E prima che Courtney potesse strillare, o fare qualcosa di estremamente aggressivo, Chris si affrettò a uscire dalla tenda.
“Io odio i reality” sibilò Court alle sue spalle.
 
Okay, Courtney, calma. Calma. E’ solo qualche piccola attività. Puoi sopportarlo.
“Principessa” disse qualcuno alle sue spalle. Uno spavaldo Duncan le stava accanto. “Ci si rivede, finalmente”
La superava di un bel po’ in altezza. E come al solito sogghignava.
No. Non posso sopportarlo.
Erano rimasti soli nella tenda. Una serie infinita di coppie era uscita qualche secondo fa, alla ricerca di qualcosa di indefinito. “Cosa c’è scritto sulla tua lettera?” chiese Courtney, freddamente.
“Oh, niente di particolare” replicò Duncan con un sorrisetto. “Dovrai solo farmi da schiava per un mesetto. Con cena, colazione e pranzo, massaggi, doccia e il resto. E voglio anche gli extra
Courtney inarcò un sopracciglio. “Gli extra? E in che consisterebbero, esattamente?”
Duncan sorrise. “Capirai”
“Si, come no” sbuffò Courtney. “Dammi quel foglio, Duncan, prima ti faccia diventare gialli quei capelli orrendi che ti ritrovi”
“Ooh, sto morendo dalla paura!”
Courtney si lanciò per strappare dalle mani di Duncan la lettera, ma lui fu più veloce. Schivò e gli bastò alzare il braccio perché la lettera fosse fuori dalla portata della ragazza. “Dammela subito, altrimenti … altrimenti …”. Courtney stava assumendo un malsano colore rossastro.
“Altrimenti?” chiese tranquillamente Duncan.
“Altrimenti te la farò pagare, ecco!”
“Te l’ho detto Court, muoio dalla paura … lo sai che stai diventando viola?”
“E tu sei verde” rispose Court. “E comunque non è vero. Ora, cosa c’è scritto?”
“Te l’ho detto, dovrai farmi da schiava”
“Andiamo, Duncan”
Duncan scrollò le spalle e le porse il foglio.
Una piccola scritta portava un indirizzo.
 
Villa Salmastra, 15 Via Rousine.
Taxi numero sette.
 
“A che serve l’indirizzo?”
“Suppongo che lì ci sia una specie di casa al mare” commentò Duncan, con la sua solita loquacità.
“Ma và, sei un genio, Duncan, complimenti” replicò secca Courtney. “Dico, non dovremo mica andare ad abitarci o roba simile?”
“E’ quello che ha detto Chris. Dobbiamo convivere un mese, loro ci diranno cosa fare”
“Un mese. In casa. Io. Con te.” Il suo tono diventò più acuto, minacciosamente acuto.
“Già”
“Nella stessa casa?”
“Si suppone”
“Vicini? Sempre?”
“Ebbene sì”
“Tu, dormirai in giardino”
“Ovviamente no”
“Sul divano”
“No”
“Si, invece”
“C’è un letto matrimoniale che ci attende, principessa, hai presente gli extra …”
“DUNCAN! DORMIRAI NEL DIVANO! E se fai un solo movimento verso la mia camera, se osi solo respirare, camminare, parlare, mangiare, leggere, ascoltare musica o quant’altro nei pressi della mia camera … giuro che ti seppellisco vivo in giardino e poi dico a Chris che è stato un tragico incidente!”
“Non posso”
Courtney arricciò il naso. Quella situazione la innervosiva. Effettivamente, era un tantino tesa. Ma poco. Pochissimo. Il fatto era che Duncan gliene aveva fatte troppe, troppe per essere vagamente sopportato.
E lei era un tipo, per così dire, suscettibile.
“Cosa non puoi, testa verde?”
“Non posso dormire sul divano”disse Duncan e le tappò con la mano. “Lo dice il contratto. Leggi qui”
Courtney mugugnò qualcosa.
Duncan le sventolò davanti una pagina zeppa di scritte, su cui torreggiava l’orribile scritta “Contratto anti-Court”. Una piccola clausola recitava:
 

E’ necessario che i concorrenti dormano insieme.
E facciano insieme qualsiasi altra attività domestica.
 

Court mugugnò. Morse la mano di Duncan e quello si scostò con un urlo. “Che diavolo fai?”
“Chi ti ha dato quel coso?” disse Courtney, sbollita e sempre più allibita.
“Chris. Essendo in coppia con te, mi ci voleva qualcosa per difendermi dagli attacchi psicologici, morali, fisici … ”
“Cosa? Ma non finisce mai! Vado a parlare con Chris!”
“Clausola numero uno”
 

E’ assolutamente vietato per Courtney parlare con Chris,
inviargli e-mail, telefonargli e qualsiasi altra forma di
contatto conosciuta.
Soprattutto, è sconsigliato il tentato omicidio che (come Chris
Vuole ricordarti, cara Courtney)  è penalmente perseguibile.
 

“Ma …”
 

Niente discussioni.

“Però …”

 
Fai la brava e, soprattutto, obbedisci a Duncan.

 
“Ma che diavolo di contratto è?”
Duncan scrollò le spalle. “Mi piace la parte ‘obbedisci a Duncan’. Carina, no? Su, non fare quella faccia …  vedrai, Courtney, ci divertiremo un sacco questo mese”

 
  
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