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Autore: BigMistake    08/07/2011    1 recensioni
Scritta per il concorso: "One Shot per l'Estate" - Breve pagina di diario che racconta una mattina estiva. Il mare del Circeo, una coppia che sta insieme da tempo, alcune riflessioni sul loro amore che si rispecchia nei piccoli gesti. Una dichiarazione aperta, una giornata che ho vissuto più volte, fatti e persone realmente accaduti.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aspettando il futuro.


Sull'asfalto il solo fastidioso ciabattio che provoco sempre quando cammino.

Per me questa non è mattina presto, per te invece il caffè sul comodino è significato l’inesorabile parola “alba”.

Mi redarguisci con i tuoi occhi leggermente arrossati, di quel grigio di cui si colorano quando hai qualcosa che non va.

Non importa.

La spiaggia è vicina.

So che il riflesso dell'acqua limpida si specchierà presto in te e questo rasserena il senso di colpa di quando ti obbligo alle mie alzatacce.

Non importa perché se io te lo chiedessi saresti in grado di portarmi in braccio, di fare il bagno anche quando l’acqua è troppo fredda per i tuoi gusti.

Mi piace il mare, tu lo sai bene.

Le onde che lambiscono la riva portano con sé i ricordi lontani della mia infanzia, quella bella, allegra quando non pensavo ad altro che i miei giochi, a rincorrere e scappare dalla spuma biancastra.

Finisco di rumoreggiare. La sabbia fresca e soffice della mattina attutisce il mio scalpiccio, quel passo troppo veloce per essere sveglia da pochi minuti. Io sono così, purtroppo per te.

Mi guardi, resti in attesa, rallenti aspettando che io ti indichi la strada sulle mie preferenze, anche se a quest'ora ovunque andrebbe bene. 

La spiaggia è deserta.

Stringo la tua mano e provo a guidarti, incerta sperando di andare incontro anche ai tuoi gusti.

Un gabbiano ci osserva curioso, prima di librarsi nell’aria disturbato dalla nostra presenza.

Chissà se te ne sei accorto.

Sei adorabile con il tuo viso serio e concentrato nel sistemare i nostri teli.

Tento di aiutarti.
Si riconosce dove sono state le tue mani e dove le mie. In effetti i lembi che io ho aggiustato sembrano essere passati su una schiacciasassi in confronto ai tuoi maniacalmente allineati quasi in maniera perfetta.

La mia mente odia gli schemi mentali fino a questo punto.
Schiacciasassi, poi, è un eufemismo.

La sabbia non aspettava altro che me, il mio moto perpetuo e il tuo asciugamano per posarsi assieme ai piccoli ciottoli che decorano la spiaggia, retaggio della sua vecchia natura.

Noi siamo così, come la sabbia e i sassi.

Completamente diversi, eppure in grado di armonizzarci. Completarci.

Tu sei quel vuoto che sento quando siamo lontani.

C'è una piacevole brezza che proviene dal monte che si riversa in quel blu così intenso da fare male. Nel cielo nemmeno una nuvola, solo l'aria che soffia sui nostri abiti leggeri e sulle nostre pelli ristorate dopo le giornate afose di un Agosto sempre più torrido.

Mare e cielo in un'unica sfumatura, intensa e vivida, impossibile da riproporre artificialmente.

Sembra un immenso infinito.

Solo le sagome delle isole permettono di distinguere dove la linea dell'orizzonte separa l'acqua dall'aria, il solido dall'impalpabile.

Ti osservo.

Per fortuna non hai ancora abbassato le lenti scure, forse per assaggiare quei colori senza alcun filtro. Io non posso far altro che goderne.

Avevo ragione.

Ora i tuoi occhi sono di un azzurro accecante, vivo come l'argento che lo fa risplendere.
Siamo noi qui, da soli.
Un pescatore che si è attardato per godersi la luce del giorno.
Una mamma che tiene in equilibrio a riva sulle gambine incerte il suo bambino di forse sei mesi.
Sorridi mentre ci sediamo.
So il perché.
Non per la scena in sé che nasconde una tenerezza innata.
Sorridi perché pensi ad un futuro, perché sai che un giorno potrei essere io quella mamma su questa stessa spiaggia a far giocare mio figlio sullo specchio fresco della risacca.
Nostro figlio.
Abbiamo smesso di desiderare la cena fuori o il fine settimana insieme.
Adesso vogliamo questo.
Il futuro.
Siamo cresciuti dai tempi della scuola, lo vediamo in coloro che ci circondano.
I nostri amici convivono, si sposano, hanno bambini e noi invece ci sentiamo ancora in bilico tra quando eravamo solo ragazzi e al mondo sempre più vicino degli adulti.
Forse non è poi così lontano ciò a cui aneliamo.
Oggi però non è tempo di pensare, non è tempo di preoccuparsi di questo, semplicemente perché siamo qui, io e te, sulla nostra spiaggia al confine con la montagna.

Il rinomato Uomo che Dorme.
Quante volte ho tentato di fartelo vedere fra le forme frastagliate della roccia e le cime dei pini che lo ricoprono. Quante volte mi hai risposto che non capivi.
Lui è lì.
Sempre.
Ci accoglie con la sua imponente massa e mi sento a casa, perché questo posto da nove anni è il nostro rifugio anche durante l'inverno. Un porto sicuro dove approdare lontani dalle solite preoccupazioni, dai problemi, dalla routine.

Qui decidiamo noi quello che vogliamo essere.

Decidiamo noi chi vogliamo essere.
Siamo qui io e te, con la sola certezza che domani ci saremo ugualmente e così il giorno dopo.
Così l'anno dopo e quello successivo ancora, avremo ancora le Parole Crociate e le cuffiette a farci compagnia senza che ci serva altro.
Perché ci amiamo davvero e il nostro futuro sta giocando con la spuma del mare sotto il tiepido sole di prima mattina. Proprio come io giocavo da bambina. Proprio come ricordo.

 

 Dedicato a te.

 

   
 
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