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Autore: Sole_    08/07/2011    3 recensioni
Ci sono due ragazzi e una delusione d'amore. Forse.
Sono tre capitoli. Sì, è una storia corta lo penso anch'io. Ma sono sintetica. :S
"Ballicchiava, mentre si alzava dal divano e sbuffava, per l’ennesima chiamata di sua madre, pensò. E invece no, perché l’unico numero che finiva per 412 era il suo, se non ricordava male. Inspirò ed espirò come per cercare di calmarsi, ma non ci riusciva, non riusciva a pensare ad altro che a Lui, il suo Greg."
Ah, era nata come OS quindi il titolo è rimasto quello.
Spero che vi abbia incuriosite.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cinque lettere uguale Amore.

I love… rock ‘n’ roll.

 

Ok, allora… ciao.

 

Non so cosa mi è preso. Ma, mentre una mia amica mi raccontava cosa le era successo ed io gongolavo perché era felice, mi è venuta l’idea un po’ folle di metterla per iscritto. Non so il risultato. A lei è piaciuta, a me non dispiace per nulla, quindi ho pensato di propinarvela.

Questa è la prima parte. Sarà divisa in tre parti, abbastanza corte –presumo, le altre due devo ancora scriverle, quindi non so quando le posterò: solo se reputerete che sia di vostro gradimento… Oddio sembra che vi stia parlando di atti da avvocati e roba del genere. Ok, io non sono così, è solo che sono piuttosto esagitata, più del solito.

Basta adesso vi lascio leggere.

Fatemi sapere se non vi dispiace  [la storia, non se non vi dispiace farmelo sapere. Volevo precisare. Cioè forse, perché pensavo fosse ambiguo. Mi sa che volevo fosse ambiguo, ma non me lo ricordo :S. Sì sono strana scrivo le note un po’ alla volta, ma spero non vi interessi! ;) (che sono un po’ strana, non che scrivo le note un po’ alla volta; e anche che metto le parentesi quadre perché ho bisogno di mettere più parentesi, ok… penso –e parlo, ringrazio chi ha inventato gli incisi XD- troppo, me lo dicono in tanti!)]

Mary.

 

Cinque lettere uguale Amore.

 

“Singing I love rock ‘n’ roll, so put another dime…”

Cantava, per evitare di spegnere la televisione accesa su Mtv, ovviamente. Cantava, per non annoiarsi più di quanto lo fosse già.

Ballicchiava, mentre si alzava dal divano e sbuffava, per l’ennesima chiamata di sua madre, pensò. E invece no, perché l’unico numero che finiva per 412 era il suo, se non ricordava male. Inspirò ed espirò come per cercare di calmarsi, ma non ci riusciva, non riusciva a pensare ad altro che a Lui, il suo Greg. Quindi rispose, senza nessuna certezza che fosse realmente lui, ma agitata come.. come.. non lo sapeva neanche lei, come.

“Pronto?” Sembrava anche la sua voce, ma si sa, la mente e il telefono possono giocare brutti scherzi.

“Pronto. Chi è?” Ribatté incerta… su tutto.

“Gregorio.” Eccolo, era lui. Il suo cuore batté più forte, così tanto forte che le mise la preoccupazione di non farsi sentire da lui.

“Come stai?” Come pensava che stesse? L’aveva chiamata. Aveva chiamato lei. Ci aveva sperato per dieci lunghi, lunghissimi mesi. Perché lo amava, era profondamente convinta di amarlo. Ma lui? Lui l’amava? L’aveva chiamata per quello?

“Bene, tu?”

“Bene, bene.”

Così dopo vari minuti di cincischiamento: scuola, amici, cosa avevano fatto in quel periodo, Greg fece un respiro profondo e cambiò totalmente argomento:

“Veniamo al dunque!”. Quindi un dunque c’era, pensò lei. E allora iniziò di nuovo ad agitarsi. Cosa voleva chiederle?, perché era sicura che lui le volesse chiedere qualcosa!

“Cosa fai sabato?” ecco perfetto, Greg mi invita fuori ed io dove sono? Al mare, ovvio. E mentre continuava a rimuginare sulla sua sfortuna, gli rispose: “Mi dispiace Greg, ma sabato non posso: sono al mare.” Cercò di calcare il più possibile quel sabato, per fargli capire che anche lei voleva rivederlo.

“E.. e giovedì 2?” Certo veramente che sfiga! Lei aveva già fissato con degli amici per quel giorno ma voleva vederlo ad ogni costo, così gli rispose:

“Sì, avevo pensato di andare fuori con i miei amici, ma va bene, magari ti aggreghi” Sperava che gli andasse bene con tutto il cuore.

“Ah, perfetto!” Ma era stato sempre così monotono?

Prima di attaccare si ricordò di richiedergli il numero, perso in Spagna insieme alla schedina, per aggiornarlo sull’uscita, si disse, ma sapeva bene che era solo un modo per rendere tutto più reale.

Scrisse il numero su di un foglietto e non pronta per salutarlo, ma comunque di quell’idea, aprì la bocca, ma non riuscì a dire nulla che lui subito riprese la parola:

“Ah, mi raccomando, sotto il numero scrivici Amore” e lei come in trance lo fece, in quel momento sul foglietto poteva vedere scritte -nella sua panciuta grafia- cinque lettere, che però le pesavano come 5000 macigni.

Non sapeva cosa dire, imbarazzata com’era. Rimase appoggiata al muro a pensare finché non lo sentì dire:

“Beh, allora a giovedì”

Non fece in tempo a rispondere il suo balbettato: “C... ciao” che lui aveva già riattaccato.

Così con ancora il cuore in gola, il pennarello –che aveva usato per scrivere- in bocca, e il foglietto –tutto spiegazzato- in mano, si lasciò scivolare lungo il muro con le lacrime agl’occhi per la felicità. E pianse e urlò e cantò:

“I love you, please say you love me too…”

 

****

Fine prima parte.

Allora ultima cosa, veramente sono due! XD

Il titolo è ripreso dalla canzone di Joan Jett: I love rock ‘n’ roll.

Ed invece l’altra è una canzone di Celine Dion: I love you che è più pucciosa, e quindi per nulla mia. Io mi vedo meglio con Joan Jett. *-* Però le parole sono azzeccate, almeno per la protagonista. :D

Ok. Al prossimo che sinceramente non so quando sarà. Spero presto. Mi ci impegno. :)

Mary.

 

  
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