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Autore: OnlyHope    09/07/2011    15 recensioni
Yayoi Aoba amava l’estate, perché era la stagione in cui una ragazza poteva trovare tutto quello che desiderava.
Ma Jun Misugi purtroppo detestava quella stagione, al pari di quanto lei l’adorava.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jun Misugi/Julian Ross, Yayoi Aoba/Amy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ora piace anche a te l’estate?







Yayoi si affacciò alla finestra aperta.
Un alito di vento caldo le accarezzò il viso e i capelli, strappandole un sorriso soddisfatto.
Lei adorava l’estate…
Riteneva infatti che fosse la stagione ideale, in cui una ragazza potesse trovare tutto quello che desiderava.
Lunghe giornate quasi interminabili, gonne leggere da indossare, lo stridio cantilenante delle cicale, che le facilitava paradossalmente il sonno e tanto tempo libero per visitare posti romantici con il proprio fidanzato.
Al pensiero di Jun, istintivamente si voltò a guardarlo.
Il ragazzo, gomiti poggiati alla scrivania, stava sfogliano un libro voluminoso dal quale prendeva numerosi appunti, trascrivendoli su un quaderno.
Il colorito pallido sul suo volto le strappò un sospiro silenzioso e il sorriso si spense, sconsolato.
Jun Misugi infatti detestava l’estate, al pari di quanto lei l’adorava.
E per un sacco di buoni motivi, che la ragazza non poteva di certo ignorare.
Motivi che l’avevano portata a rinunciare tacitamente a passare qualche giornata in spiaggia o in piscina, per prendere un po’ di sole e fare il bagno.
Yayoi fissava il viso concentrato del ragazzo che amava mentre i bei lineamenti si contraevano, rilassandosi poi di nuovo, quando la penna tornava a scivolare sicura sul foglio.
Quella era la loro ultima estate da liceali ma Jun sembrava intenzionato a passarne buona parte sui libri.
In realtà non sapeva se tanto zelo fosse fine a se stesso o se quella dello studio era solo un’eccellente scusa per sottrarsi come ogni anno, dal recarsi in luoghi in cui era un’esigenza scoprirsi.
Non le era mai pesato fare delle rinunce per amor suo però, perché capiva perfettamente come Jun potesse sentirsi, solo all’idea di doversi spogliare in pubblico, esponendo così la sua debolezza allo sguardo indiscreto di chiunque.
La cicatrice sul suo petto non sarebbe mai potuta passere inosservata, proprio perché posta a marchiare il corpo di un ragazzo tanto giovane.
Yayoi sapeva benissimo poi che Jun detestava l’estate, perché non si sentiva libero di viverla come gli altri, non essendo padrone di sbottonare nemmeno una camicia, un paio di asole sotto al collo, senza provare disagio.
Sapeva anche che il suo ragazzo avrebbe voluto portarla al mare, in piscina e ovunque fosse voluta andare ma non essendone in grado, non ancora almeno, non faceva che sentirsi in colpa oltre che un debole.
Quando Jun alzò il viso e incrociò il suo sguardo, Yayoi gli sorrise dolcemente.
“Ti va un hakuto jelly*?” chiese, mentre il ragazzo ricambiava il sorriso.
“Oh grazie! Con questo caldo è proprio quello che ci vuole!”
Yayoi non se lo fece ripetere due volte e senza aggiungere altro, corse al piano di sotto.
Dopo aver aperto il frigorifero rovistò alla ricerca di contenitori a forma di pesca e quando li trovò, li aprì velocemente, leccandosi le labbra.
Appena la pellicola di plastica liberò l’odore fruttato della gelatina, Yayoi inspirò soddisfatta quel profumo prelibato, ricordando di aggiungere anche il dolcetto nel suo elenco di preferenze accordate all’estate.
Una volta sistemati gli hakuto jelly su un vassoio di vimini, tornò poi al piano di sopra, osservando il tremolio gelatinoso nei piattini mentre saliva le scale.
Quando fece rientro nella sua camera però, Jun non era più alla scrivania ma se ne stava in piedi al centro della stanza, davanti allo specchio che lei usava per vedersi a figura intera.  
Ignaro della sua presenza, Jun stava sbottonando completamente la camicia, mettendo così in bella vista il segno verticale sul suo petto.
Yayoi si morse le labbra in un’espressione sofferente quando lo vide sfiorare la cicatrice con la punta della dita mentre con sguardo gelido, contemplava il solco posto sopra al suo cuore.
Jun era il ragazzo più forte che lei avesse mai conosciuto, ma questa sua forza celava una grande fragilità, anche se lui cercava costantemente di mascherarla.
Era un mondo delicato fatto di attenzioni e scrupoli, quello che lei condivideva con Jun, nonostante le rassicurazioni dei medici.
In mondo in cui Yayoi avrebbe sempre cercato di proteggerlo, fin dove era in grado.
Condividere la sua malattia l’aveva fatta indubbiamente crescere alla svelta, ma non tanto da impedirle di temere per lui fino a farsi di condizionare, per paura di essere proprio lei causa di qualche complicazione o di un malore.
Quando avevano fatto l’amore per la prima volta, Yayoi aveva comunque provato un senso di colpa, almeno in una parte recondita delle sua mente, come se avesse messo la vita di Jun in pericolo, in modo irresponsabile e sciocco.
Il suo sguardo si posò istintivamente sulla cicatrice sul petto del ragazzo, riflessa nello specchio, finché non incrociò quello di Jun, che la osservava sorpreso ma senza accennare minimamente a coprirsi.
Misugi infatti poteva evitare come la peste gli sguardi altrui, ma non si era mai preoccupato di nascondersi con lei.
Yayoi lo vide voltarsi e avvicinarsi per prenderle il vassoio dalle mani e poggiarlo sulla scrivania, dopo averle regalato un sorriso di nuovo sereno.
“Ma dove li hai trovati?” le chiese Jun, affondando di nuovo il cucchiaino nella gelatina.
“In centro!”
“Oh se sono così quelli di città, immagina gli hakuto di Okoyama!” esclamò soddisfatto il ragazzo, alzando gli occhi al cielo e sorridendo.
Yayoi rimase a fissarlo immobile, trattenendo il cucchiaino tra le labbra.
Nella sua mente affiorarono immagini d’incantevoli spiagge a sud del Giappone, con dei romantici tramonti da osservare in riva al mare…
Tutte cose che lei non avrebbe mai visto.
“Già...” mormorò, abbassando lo sguardo per nascondere la delusione.
Decise però di lasciar perdere come sempre, quando Jun sfiorò la sua mano.
Forse il suo cambio d’umore non gli era sfuggito e Yayoi non voleva essere fonte di preoccupazione per lui.
Tornò così a guardarlo negli occhi, cercando d’ignorare quel velo calato nei suoi.
Jun la conosceva infatti troppo bene, per non capire cosa le passasse per la mente.
Così gli sorrise allegra, pensando che l’importante era trascorrere anche quell’estate insieme, anche se rinchiusi tra quelle quattro mura.






Yayoi camminava spedita verso la villa dei Misugi.
Sandali ai piedi, gonna corta e cappello a tesa larga sulla testa, per ripararsi dal sole.
Jun l’aveva chiamata quella mattina per invitarla a raggiungerlo, senza spiegarle altro ma l’aveva fatto con un tono così allegro, che alla ragazza era completamente passato di mente di chiedergli il perché di quell’appuntamento.
Non che sentisse l’esigenza un pretesto per incontrare il suo ragazzo ma Yayoi amava tenere le situazioni sotto controllo.
Giunta all’imponente cancellata della villa, suonò al citofono palesando così la sua presenza.
Il personale di servizio la fece subito accomodare, invitandola poi a recarsi nel cortile posteriore, posto vicino al boschetto di aceri, come da richiesta del più giovane padrone di casa.
Yayoi attraversò così un paio di corridoi prima di giungere alla veranda che dava su quella parte di giardino più intima e privata, che era a uso esclusivo di Jun.
Una volta sul prato, il sole la costrinse a chiudere gli occhi, improvvisamente accecati dal riverbero ma quando riuscì a riaprirli, la ragazza notò subito una macchia blu in lontananza.
Dopo aver messo a fuoco, stringendo le palpebre e calcando la tesa del cappello sulla fronte, si rese finalmente conto di cosa si trattasse e allora scoppiò a ridere allegra.
Senza pensarci due volte, si mise subito a correre verso la piscina gonfiabile, lasciando che una folata di vento le portasse via il cappello quando era a metà strada.
Uno spruzzo d’acqua la colpì in pieno volto non appena raggiunse la struttura blu, strappandole un strilletto divertito.
Jun emerse allora dall’acqua, inclinando la testa all’indietro e dopo aver incrociato le braccia sul bordo, ci appoggiò il mento, sorridendole felice.  
Yayoi arrossì come se avesse ancora una cotta mentre osservava il viso del ragazzo, incorniciato dai capelli bagnati.
La leggera abbronzatura che stava allontanando il candore dalla sua pelle rendeva i suoi lineamenti più marcati e maturi.
Jun era come sempre semplicemente bellissimo.
“Sorpresa! Oggi non si studia, ok?” esclamò il ragazzo, distraendola dai suoi pensieri.
Yayoi annuì senza smettere di sorridere.
“Dai, vatti a cambiare e raggiungimi! Si sta così bene qui!”
“E come faccio? Non mi hai detto di portare il costume!” obbiettò la giovane, poggiando le mani sui fianchi e inclinando la testa con aria scoraggiata.
“Non potevo rovinare l’effetto sorpresa! Ti ho comprato un costume nuovo, è nel sacchetto dietro di te, sulla sedia a sdraio.”
Yayoi si voltò verso il pacchetto a strisce rosa e nere, dall’inconfondibile logo nel mezzo.  
Elettrizzata, lo aprì e ne estrasse un due pezzi colorato, che sembrava proprio della sua misura.
“Vado a cambiarmi!” annunciò, regalando al ragazzo un sorriso malizioso prima di correre di corsa verso la veranda e infilarsi in casa.
Una volta chiusa in bagno si cambiò così velocemente che in pochi minuti fu di nuovo in giardino.
Con passo lento questa volta, si avvicinò alla piscina sentendosi addosso lo sguardo di Jun, che sembrava non essersi spostato di un millimetro nel frattempo.
Yayoi si fermò solo davanti alla scaletta, per legare i lunghi capelli color mogano in una coda scomposta, lasciando però che alcune ciocche ribelli le ricadessero sulle sue spalle e andassero a incorniciarle in viso.
Salì così i gradini e quando fu il momento d'immergersi, Jun le andò incontro, porgendole la mano per aiutarla.
Yayoi rabbrividì a contatto con l’acqua ma si lasciò andare, scivolando tra le braccia del ragazzo.
“Ti sta bene il costume...”
“Oh sì! È proprio della mia taglia! Non preoccuparti!”
Jun allora le sorrise, avvicinando la fronte alla sua.  
“Non era una domanda la mia ma un’affermazione...”
Yayoi arrossì leggermente per il complimento ricevuto ma anche all’idea che Jun potesse conoscere così bene il suo corpo, da non sbagliare nemmeno di un centimetro le sue misure.
Abbassò così lo sguardo, che andò a posarsi sulla cicatrice del ragazzo, ancora più visibile grazie al quel minimo di abbronzatura, che ne evidenziava maggiormente il contrasto sulla pelle.
La sfiorò con le dita, come ogni volta che ne aveva occasione.
In quel segno sul corpo era impressa la condanna ma anche la salvezza del ragazzo di cui era innamorata.
Di riflesso, lei detestava quella cicatrice ma allo stesso tempo l’amava, perché le ricordava che Jun era vivo proprio grazie a quel profilo sul suo petto, che sotto le sue dita sentiva liscio, levigato marmo.
“Scusami, Yayoi. Per ora questo è il massimo che riesco a fare…”
La ragazza riportò lo sguardo su Jun, che la stava guardando con un’espressione seria.
“Mi piace questa estate...” cercò di tranquillizzarlo.
“Ma...”
“Mi piace ho detto! Come tutte le altre che ho passato con te!” lo interruppe, scuotendo leggermente la testa, per allontanare da lui qualsiasi inutile senso di colpa.
“Grazie...” lo sentì mormorare, leggendo effettivamente nel suo sguardo quella gratitudine espressa a parole.
Yayoi allora gli sorrise dolcemente, inclinando la testa e cingendo il suo collo con le braccia.
“Sei il mio amore...” bisbigliò sulle labbra del ragazzo, prima di baciarlo e stringersi a lui.
Yayoi Aoba adorava l’estate.
Le cicale stridevano ritmiche, l’acqua lambiva il suo corpo e quello era il luogo più romantico del mondo.
“Ora piace anche a te l’estate?” chiese, approfittando dell’unico attimo in cui le sue labbra furono libere da quelle del ragazzo.
Jun Misugi sorrise prima di tornare a baciarla con trasporto.
Lei non poteva sapere che grazie a quel momento, anche lui aveva appena iniziato ad amare l’estate.






* Hakuto jelly: dessert tipicamente estivo, è una specie di gelatina composta da succo di pesca.
Durante la mia vacanza a Manhattan un paio di settimane fa, ho scovato un delizioso negozio di dolci giapponesi, il Minamoto Kitchoan, proprio sulla 5th Ave. Oltre a un sacco di altre cose, ho effettivamente assaggiato gli hakuto e posso tranquillamente affermare che sono davvero deliziosi!! *___*

Questa storia è nata in uno dei miei tanti deliri notturni, questa volta ispirato dal contest indetto da EFP sull’estate.
Volevo scrivere da tempo su Jun&Yayoi, così immaginando le loro estati nell’adolescenza ho trovato plausibile che Misugi potesse avere avuto qualche difficoltà all’idea di mostrare la propria cicatrice in pubblico.
Ringrazio infine gli eventuali lettori di questa shot per avermi regalato un po’ del loro tempo...^^
OnlyHope

   
 
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