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Autore: unleashedliebe    09/07/2011    29 recensioni
-Sei carina quando sorridi, dovresti farlo più spesso- mi strinse in un abbraccio protettivo.
Non essendo molto alta, sentivo il cuore di Bill battere attraverso la pelle. Batteva forte, come il mio.
-Batte forte- sussurrai sopraffatta dalla situazione.
-E' colpa tua, cretina- rispose scompigliandomi i capelli.
-Mi viene il diabete così- esclamai.
-Ehi! Penso che morire a causa del diabete, non sia così brutto- mi riaccoccolai fra le sue braccia esili.
Dio, eravamo così dolcinati. Ma, mi piaceva. Parecchio.
Abbiamo lasciato Anna (Carotin) con un cellulare in mano, dopo aver ricevuto quel messaggio inaspettato. E ora che farà? Ci saranno tante svolte, e anche Bill si troverà a fare i conti con l'amore, ma non sarà tutto rose e fiori, anzi.
"Immer wenn es wehtut, ist sie ganz allein.
Doch nach dem letzten Mal, hat sie nicht mehr geweint."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie '~ Louder love '
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epilogo


Leggete fino alla fine, per favore.


(c) epilogo


Epilogo

5 maggio 2027, Oberhausen.


La città era in fibrillazione, il tempo sembrava scorrere lentamente mentre l'arena della città si riempiva di persone; c’era gente che probabilmente dormiva, chi ancora era a lavoro, chi invece stava per vivere una serata a dir poco epica. Avevano parlato di migliaia di partecipanti, sui venticinquemila, ma a giudicare dalla folla ve n'erano almeno il doppio. In Germania faceva caldo, il clima reso ancora più scottante da tutte le anime che correvano e spingevano per ottenere un posto nelle prime file.

Era il concerto dell'anno, a sentire le più grandi riviste musicali, anche i telegiornali ne avevano parlato. Fan da tutto il mondo si erano riunite per quella tappa, che, a detta della band, sarebbe stata l'ultima prima di una lunga pausa. C'erano ragazze e ragazzi, donne adulte accompagnate dalle figlie, tutti uniti da quella passione forte come tanto prima, se non di più. Quel gruppo musicale sparato nelle scene ancora nell'età dell'adolescenza, sopravvissuto a critiche, periodi duri, cali delle vendite, crescita delle ascoltatrici.

Quattro ragazzi di Magdeburgo inizialmente immaturi, erano cresciuti e col loro la qualità di ciò che producevano. Avevano prodotto più di dieci album i quali mostravano come fossero diventati grandi, nonostante le difficoltà, loro erano sopravvissuti.

Quel concerto era la ciliegina sulla torta, la degna conclusione di una carriera altrettanto grande.

In fondo tutti sapevano che non sarebbe stata la fine, erano diventati grandi con la musica, non avrebbero smesso da un giorno all'altro.

Come dicevano loro "wir sterben niemals aus", né loro né la musica.

Cinquantamila persone erano accorse lì per loro, per quello che sarebbe stato uno show indimenticabile. Da tutto il mondo grazie ai social network si erano organizzati per parteciparvi, sarebbe stato semplicemente epico.

I Tokio Hotel avevano promesso tre ore di show, tre ore di canzone, tre ore di adrenalina ed emozioni. Dall'album Schrei, Schweig. Da Grido a Silenzio, l'ultimo album, nonché disco di platino in tutta Europa, Asia e città americane.

I Tokio Hotel ormai avevano fatto storia. Lo studio del tedesco nelle scuole grazie a loro era cresciuto, avevano accompagnato generazioni di ragazze, madri fan che contagiarono le figlie, ora andavano anche al concerto insieme.

Prima dello show dal backstage si potevano sentire tutte le grida delle fan, che intonavano le canzoni.

Bill, Tom, Gustav e Georg non erano più bambini, erano uomini. Erano titani dei palchi, su questo non si discuteva, ma erano spaventati di fronte a tanta affluenza. Nervosi, emozionati, eccitati.

-Mi mancherà tutto questo- esclamò un trentottenne Bill Kaulitz, preparandosi a fare il suo ingresso in quel palco così grande. A guardarlo era difficile riconoscere il bambino che correva sul palco a cantare “Leb die Sekunde”, con il ciuffo nero e vestiti stravaganti; ora portava un paio di pantaloni comunque attillati, una camicia bianca e i capelli neri erano lasciati lisci sulle spalle, un accenno di trucco nero sugli occhi, ma non come agli esordi. Eppure bastava fissare quegli occhi nocciola per ritrovare l’adolescente del 2005, il sorriso anche era uguale, la fama e i soldi non l’aveva spento, neanche cambiato. Rimaneva sempre colui che si emozionava di fronte a un pubblico che cantava con lui, per lui.

-Anche a me- risposero gli altri tre in coro, lanciandosi occhiate complici.

-Regaliamo al nostro pubblico la serata più bella e indimenticabile della loro vita- disse l'altro gemello, Tom Kaulitz. Come il fratello aveva rinunciato a trecce o rasta, era passato a un taglio più semplice, i capelli erano tornati biondi come quand’era piccolo; portava comunque vestiti più larghi del normale, non li avrebbe mai riposti via per indossare qualcosa “su misura”, anche se in quegli anni aveva sviluppato andando in palestra un fisico che era un peccato nascondere.

Si guardarono carichi, mentre il tecnico indicava che l'ora era arrivata, lo show stava per partire.

Fremevano, i cuori battevano impazziti. Il sangue scorreva nelle vene caldo, le mani si muovevano nervose. Panico, energia, amore.

Le luci si spensero, tutto buio. Lentamente il cantante salì la passerella, posandosi al centro dell'impalcatura buia. Si udivano urla di sottofondo, acclamavano i ragazzi, ignari che fossero già di fronte a loro. Inforcò il microfono con fare dolce e pronunciò una sola parola, con voce profonda e dolcissima:


-'Schweig'-


Il pubblico interruppe tutto il vociare, sorpreso di udire quella voce. Una luce andò a illuminare ogni componente, sempre nel silenzio più totale.

Soppesò il tono, cercando di farlo risultare caldo e melodioso, come solo lui sapeva fare, e pronunciò una frase, prima di cantare.

-Non è il nostro ultimo concerto. Non è la nostra ultima apparizione. Non è la fine. E' solamente una serata che non avrà pari per molto tempo-

la folla pendeva dalla sue labbra, gli occhi brillavano, nessuno parlava, catturato da ciò che usciva dall'uomo. Qualche lacrima fuggiva al controllo della massa davanti a lui. -Abbiamo pensato parecchio a come iniziare, cercando una canzone degna di aprire la serata. Siamo caduti sulla più banale, ma se non fosse per lei, i Tokio Hotel non sarebbero qui ora. Avete capito no, di cosa sto parlando?-

Un boato di risposta.

Le luci si spensero nuovamente, lasciando il pubblico in trepidante attesa.

"Das Fenster öffnet sich nicht mehr
hier drin ist es voll von dir und mehr
und vor mir geht die letzte Kerze aus.
Ich warte schon ne Ewigkeit, endlich ist es jetzt soweit
da draußen ziehen die schwarzen Wolken auf."

Era da tantissimo tempo che non si esibivano su quella canzone live, per tutti era un'emozione. Ognuno aveva dei ricordi legati ad essa, le ragazze si ritrovarono catapultate indietro nel tempo quando, durante un noioso pomeriggio, furono incuriosite dal ragazzo col ciuffo nero che teneva una candela in mano, quella candela che, nonostante i pareri contrastanti, non si sarebbe spenta per molto tempo, poiché aveva continuato a illuminare la vita degli “aliens” anche una decina d’anni dopo. E la speranza continuasse a farlo ancora era viva.

Partì solo, senza accompagnamento. Non volava una mosca. A cappella. Brividi, ecco ciò che provavano tutti.

Partì il ritornello, il palco si illuminò, gli strumenti presero a suonare, la folla cantò con lui.

"Ich muss durch den Monsun
Hinter die Welt
Ans Ende der Zeit bis kein Regen mehr fällt
Gegen den Sturm am Abgrund entlang
und wenn ich nicht mehr kann denk ich daran
Irgendwann laufen wir zusamm
durch den Monsun"

Bill Kaulitz da lassù poteva quasi sentire il cuore di chi aveva di fronte battere, vedeva visi affannati e lacrime, vedeva cartelloni, candele. Non era solo, l'arena cantava e saltava, seguendo il ritmo della melodia. Lanciò un'occhiata agli altri amici, vedendoli concentrati a suonare, ma con un sorriso in faccia che significava più di mille parole. Era un uomo felice, aveva raggiunto tutto quello che voleva nella sua vita, dalla fama all'amore. Non poteva chiedere altro.

Quella serata era il culmine, era semplicemente perfetta. Si sentiva un tutt'uno con la musica.

Terminata quella canzone, il pubblico applaudì sinceramente, e i Tokio Hotel risposero inchinandosi a loro. A quella che, in fondo, era una famiglia.

Passarono le canzoni, passarono le ore. L'aria si faceva più frizzante e fredda, nessuno sentiva però quel gelo, tanto era il calore emanato da quel palco.

Gli uomini, ormai ragazzi non l'erano più, si muovevano con sicurezza, amando gli strumenti, amando la gente.

Tre ore dopo l'aria era densa di euforia, tristezza, malinconia, amore, musica. Era arrivato il momento del congedo.

-Prima di concludere, vorremmo dire qualche parola- prese la parola Georg, passando il microfono all'amico Gustav.

-Senza fare tanti giri di parole, grazie- disse diretto, sorridendo allegro e stanco. Fu il turno di Tom.

-Ventuno anni, voi ci supportate da ventun'anni! Da quando eravamo i quattro strani adolescenti di Loitsche, ora adolescenti non lo siamo più. Anzi! Insomma, non ho più diciotto anni, si lo so che comunque l’età che dimostro è quella- ammiccò verso il pubblico, con il solito cipiglio malizioso che lo caratterizzava, .Ma voi siete qui comunque, e posso affermare di essere nervoso e agitato come le prime volte che suonavo- guardò il gemello.

-Esatto. Siete cresciute con noi, e vedervi qui numerosi e numerose è la cosa più bella che un gruppo possa desiderare. Voi avete permesso la realizzazione del nostro sogno, e speriamo che, con questa serata, di esser riusciti a ripagarvi almeno in parte. Allora come va?-

Il pubblico rispose urlando e battendo le mani.

-Non vi sento, come procede la serata? LOUDER!- dal rumore quasi tremava il terreno.

-Sapete ragazzi, per prepararci a questo show ci siamo riguardati tutti i dvd, e vi posso giurare che mi si attanagliava lo stomaco sempre di più con il susseguire dei minuti. C’eravamo noi, quattro ragazzi con un sogno comunque, e cavolo, se non fosse stato per voi non saremo riusciti a realizzarlo, a diventare ciò che siamo ora. Perciò grazie di tutto. Grazie perché sappiamo essere fan di una band come la nostra non è stato facile, soprattutto a causa della mia immagine- si fermò un secondo e rise, -Nonostante ciò non ci avete abbandonato, siete rimasti al nostro fianco. Noi siamo cresciuti con voi e voi con noi, ci avete dato tanto e probabilmente non riusciremo mai a ripagare tanto affetto, stasera ci abbiamo provato. Grazie ancora!-

Il pubblico davanti a lui era fermo, intento a imprimere ogni parola del discorso nella memoria, quanto vere erano quelle parole!

-Questa è l'ultima canzone- riprese a parlare il cantante, facendo una pausa dopo -... per stasera- ancora urla.

-Siamo nuovamente caduti nel monotono, ma abbiamo scelto una canzone che amiamo tutti e quattro, e che ci rappresenta-

I quattro si misero al centro del palco, seduti su sgabelli, uno vicino all'altro, anche il batterista.

Si lanciarono un'occhiata complice, e partirono.

"Viel zu viel Liebe, an der Musik.
Viel zu viele Grenzen, unbesiegt.
So viele gedänken, und Wörter nicht beendet.
Ich glaube nicht das das, bald endet."

Il cantante si alzò e si avvicinò alle prime file, invitando a cantare con lui, si levò un coro uniforme, cuori e voci che andavano all'unisono.

"Wir bleiben immer, schreiben uns in die Ewigkeit.
Ich weiss das immer, irgendwo was bleibt.
Wir fühlen, wir sind fürs Ende nicht bereit.
Wir sterben niemals aus, Ihr tragt uns bis in alle Zeit"


Quando posarono gli strumenti, ci fu un altro momento di silenzio. Era finito, chissà per quanto non avrebbero assistito a un live del genere..

Successivamente solo un lungo applauso, quasi interminabile. -Grazie mille!- Urlarono i Tokio Hotel in coro, inchinandosi. Gustav si parò davanti alla folla, alzando le braccia e abbassandole. La ola, la ola significava che fra poco se ne sarebbero andati. Seguirono i suoi movimenti, mani che si alzavano in ordine, applausi, cori. Poi non rimase altro che guardare i propri idoli andarsene sotto una pioggia di coriandoli.

Ci volle tempo prima che l'arena si svuotasse, andarsene da lì era come chiudere un capitolo, prendere coscienza di una crescita.

Le guardie furono costrette a chiedere ai fan di lasciare lo spazio, un'ora dopo era tornato tutto vuoto, anche se nell'aria si manteneva una certa elettricità.

Tuttavia due figure spiccavano ancora nella prima fila, due ragazze che ancora non se n'erano andate.

Nelle loro teste ancora l'immagine del gruppo. Loro erano giovani, non avevano vissuto il periodo della chioma leoncina di Bill, i rasta di Tom, cresta e treccine. Conoscevano solo il Bill Kaulitz dai capelli lisci e neri, trucco più leggero, e il chitarrista dai capelli biondi, lisci anch'essi. Le due G invece non erano cambiate, sempre i sobri del gruppo.

Stavano in silenzio, cercando di riprendere il controllo di loro stesse dopo tanta adrenalina.

-E' stato bellissimo. Dio, sapevo che i Loro concerti erano belli, ma questo.. wow- disse la prima, fissando l'altra.

-Hai ragione, dovevo fidarmi di mia madre- rispose quella dai capelli rossi e leggermente mossi.

-Tu, sai che alla mia non piacciono. Che palle!- ribattè l'altra, dalla chioma bionda e occhi nocciola.

Si assomigliavano, alcune le scambiavano per sorelle, stessi lineamenti, solamente dettagli diversi.

-Rossella, Serena! Che ci fate qui? I vostri genitori vi stanno aspettando nel backstage!- li rimbeccò il manager della band accompagnato dalla truccatrice Valerie, diventata la sua compagna da un paio d’anni, dopo la rottura con l’altra.

-Si David, scusa!- le due adolescenti si recarono subito dietro al palco, vedendo i loro genitori ridere allegri, nonostante la stanchezza.

-Papà! Sei stato fantastico! Mamma mia, hai cantato benissimo! Mi hai fatto commuovere!- esclamò la quattordicenne Serena, andando ad abbracciare Bill Kaulitz, suo padre. Poi lanciò un'occhiata alla madre, una bella donna dai lineamenti dolci e capelli chiarissimi. Attendeva dicesse qualcosa, magari uno dei suoi commenti acidi sul gruppo, invece la stupì.

-Devo ammettere che stasera avete fatto meno schifo! Anzi, eravate quasi passabili!- fu la sua risposta neutra.

-Maia, non esagerare coi complimenti eh!- ridacchiò la cognata, sapeva che ormai le piacevano, soprattutto gli ultimi album, ma non l'avrebbe mai ammesso, giusto per non dare la soddisfazione al marito.

-Cosa vuoi che ti dica Anna? Se esagero Bill non la smette di vantarsi! Sai com’è fatto- alzò le spalle.

-E comunque-, intervenne Rossella -Questa serata non se la dimenticherà nessuno! Siete stati meravigliosi, soprattutto tu papà!- disse facendo l'occhiolino al padre, che aveva preso la moglie rossa per un fianco, sorridendo allegro.

-E' strano, non so quanto resisterò senza musica. Cosa faccio tutto il giorno?- brontolò Bill. Sua moglie non si fece mancare l'occasione.

-Potresti giocare un po' con Lukas, o cambiargli il pannolino, non sia mai che il grande Kaulitz si annoi!- fece una linguaccia indicando il bambino addormentato sulla poltrona. Sembravano due bambini, nonostante fossero sposati da sette anni. Alla fine tutti i Tokio Hotel si erano sistemati, i due gemelli avevano scelto di sposarsi lo stesso giorni, uno il testimone dell'altro. Cerimonia intima, niente di sfarzoso. Chi l'avrebbe immaginato che avrebbero trovato le anime gemelle? Anche in quell’occasione si potè ammirare la diversità dei Kaulitz: Tom alla fine aveva ceduto alle richieste della ragazza, aveva perciò indossato uno smoking nero, mentre lei un vestito lungo bianco. Bellissimi, ovviamente.

L’altra coppia non aveva rinunciato all’eccentricità: Bill portava sempre un paio di pantaloni attillati e una camicia di seta nera, capelli lasciati lisci e trucco accennato, Maia invece portava un vestito scuro alle ginocchia, con pizzi ai bordi e ai piedi un paio di scarpe di vernice con tacco alto. Indubbiamente inusuali, bellissimi anch’essi. Sembrava ieri che la giovane Rossa si presentava ai provini per partecipare al tour, sembrava ieri un nuovo tecnico del computer stravolgesse la vita del cantante. Ne era passato di tempo invece..

-E Bill, se proprio ti annoi, puoi portare Chris all'asilo!- intervenne la Schneider, cogliendo la palla al balzo.

-Ehm, penso troverò qualche modo per passare il mio tempo invece!- Scossero la testa, non cambiava mai, il solito pigro.

Chi l’avrebbe mai pensato sarebbero diventati mariti e padri? Serena nasceva solamente un anno dopo Rossella, alla fine Maia aveva scelto di chiamarla con il nome che il ragazzo aveva detto di amare, non aveva però pensato gli piacesse perchè era possibile abbreviarlo in „Nena“. Gli ultimi arrivati in casa Kaulitz erano Lukas e Chris, due carinissimi bambini, vivaci come i genitori.

Ne era passata di acqua sotto ai ponti dal "Lass uns hier raus - wir wollen da rein, in unserem Traum die ersten sein, halt' uns nicht auf, das ist unser Traum

Silenziosamente, dopo quello scambio di battute, andarono a cambiarsi nel camerino e, una volta usciti, guardarono l'arena con sguardo assente e malinconico. Le moglie salirono nelle auto, lasciando un momento ai mariti, lasciando si godessero il palco.

I Tokio Hotel si guardarono intorno, nell’arena ancora aleggiava l’adrenalina, sembrava di sentire i fan urlare.

-Ci credete? Chi l’avrebbe mai pensato saremmo durati così a lungo- esordì Gustav.

-Non so come farò senza suonare tutto il giorno- ridacchiò Georg, -Mia moglie non mi permette di strimpellare il basso quando voglio, che strazio. Dovrò comprare un appartamento solo per questo-

-Quello che va meglio qui è Bill- proferì il gemello maggiore, sotto gli sguadi interrogativi degli altri.

-Oh insomma, a noi tocca arrangiarsi per suonare, ci tocca sottostare alle ire funesti delle nostre mogliettine isteriche, mentre lui può cantare sempre. Mi ricordo gli show che faceva sotto la doccia quando giravamo per gli hotel, ti sentivo anche dalla stanza affianco, raccapricciante!- affermò scoppiando a ridere.

-Qualcosa contro le mie esibizioni canore? Dovresti esser stato felice di poter godere della bellezza della mia voce no? Insomma, sei uno stronzo ingrato- annuì convinto.

-Sembrate due ragazzini- intervenne Gustav divertito.

-Qua il vecchio sei tu, noi siamo giovani, nonno- lo ripreso i Kaulitz, facendo finta di non sentire il commento sottovoce del batterista che gli apostrofava come idioti senza speranze.

-Penso.. sia ora di andare.- fece Georg.

I quattro rimasero immobili ancora un momento, chiedendosi come avrebbero fatto senza tutto quello, senza i litigi del tourbus, David che gli sgridava, le fan che li seguivano con amore, i brividi dello show dal vivo..

Era arrivato però il momento di prendersi una pausa, il momento di dedicarsi alla famiglia, il momento di staccare.

Avevano realizzato il loro sogno, erano diventati superstar. Erano cresciuti, sposati, diventati mariti e padri. Idoli, modelli. Sopravvissuti alle critiche, ad album migliori di altri, a fallimenti e vincite. Premi guadagnati erano tantissimi, come i riconoscimenti. Su quanti libri erano finiti? La prima band tedesca a uscire su un giornale in Palestina, la prima a vincere un premio in Giappone, la prima a far saltare centomila persone in Francia.

Di una cosa erano certi, avevano cambiato la vita di migliaia di ragazzi, le loro canzoni erano in grado di dar forza, speranza. Inoltre avevano stravolto quella di due in particolare, Anna e Maia. I Tokio Hotel avevano scosso il mondo..

...e la loro musica non si sarebbe estinta mai.

...Fine.




* * * *


Qua ci sono un bel po’ di note, e vi chiedo di leggerle tutte per favore, vi rubo due minuti! (Dai! :D)

Prima nota: Il 9 luglio di sedici anni fa nascevo io, oggi è il mio compleanno.. ho postato l’epilogo, quindi come regalo chiedo solo un commento, non costa troppa fatica, credo (; xD
Seconda nota: Doveva essere la prima ma l’egocentrismo di voler ricevere gli auguri ha prevalso lol
A parte questo, non posso credere sia davvero finita. Questa serie – Louder love – è iniziata con la pubblicazione del primo capitolo di “Unter deiner Haut” il 20 ottobre, e si conclude con l’epilogo di “Stich ins Gluck” il 9 luglio. Ne è passato di tempo eh? Le mie piccoline! ç.ç
Terza nota: Spero non vi abbia deluso come ho scelto di concludere, il fatto è che cercavo qualcosa di originale, ormai i fatti “clu” si erano svolti così ho deciso di lasciarvi questo finale un po’.. non so come definirlo, direi ideale. Questo spiega come mai non è possibile fare un sequel, ormai le avventure dei quattro sono finite.
Quarta nota: Tocca ai ringraziamenti.
Sinceramente non mi aspettavo tutto questo successo per questa serie, chi mi conosce sa di quanta poca autostima godo e di quanto sono insoddisfatta di tutto ciò che faccio xD perciò ricevere tutti questi commenti è stata una sorpresa moooooolto gradita! Anche perché mi hanno accompagnata in questa avventura infinita! Non capisco come avete fatto a sopportarmi così a lungo :3
Più in particolare, grazie a chi:

-L’ha messa nelle preferite: (cioè 39 persone *___*), ossia: 1 - Abscheidbrief , ally92, Bambi483, Charls__ , chia94th, Dan, Deny_death, Diiva , Erchel , Freiheit_S , Funny_lady_ , gabry hurricane, gabry483, iolly21, Jessi Thatdaynevercame , kaggi11 , Kaledoscopio , kikka__nunu, LaIlla, LaPazza7, LittleTearOfBlood_483, LoonyGirl , Lucilla88, Marty_483_, MaryBemycha, MaryKey , naik , On the edge, Roxy Williams Tikey, SonnyScene, Stellina_Batuffolo , VannyGirl , VickyDupont , ylex98, Yoita, _Dark Echelon Angel_ 483, _Francesca_ ,_MINA_ e _mOny483.

-L’ha messa nelle ricordate: Bambi483, Elyo , gabry hurricane, gabry483, Lady Rebecca, LaIlla, Lynn_Malfoy, sel4ever e uranie.

-L’ha messa nelle seguite: alessia96, Bambi483, bktafi , BlumeInDerNacht , dani290691, Dita magiche, EhMaco, EnriLouder, gabry hurricane, gabry483, Glael_87, Kaledoscopio, LaIlla, LittleTearOfBlood_483, Louder_, marthine, Marty 483, _berridge89, Nikikinki , nuria elena , OfeliaMillet , phantomrider tk (i cui commenti mi fanno sciogliere ç.ç),piske, Raffuz , Roxy Williams Tikey, SchreiSoLautDuKannst483, shadow_shine , Silencecandestroy ,Tommasa , trilly1991, Veronica91, XxSoniaxX , Yoita, Zimmer 483, Zimmer483, _Shikas_Shadow_ ,_Tombreath .

Ora che è finita spero di ricevere un commento da tutte (;
Ovviamente un ringraziamento speciale a chi mi ha seguito capitolo per capitolo, non metto i nomi perché non vorrei fare gaffe e dimenticare qualcuna XD
Quinta nota: ripeto, è finita! Non ci credo D:

Sesta nota: Il mio profilo di facebook  - Anna LK Louder
Aggiungetemi pure, :D mi fa piacere conoscere le mie lettrici e sapere cosa pensano su ciò che scrivo *-* poi ogni volta che aggiorno lo scrivo lì, quindi se volete essere informate “sulle novità” sapete dove trovarmi ;D

Settima nota
: Ho dimenticato di ringraziare le persone grazie a cui questa storia è nata.
Chi se non Loro? I Tokio Hotel.
Un grazie è riduttivo, vi devo molto di più.

Ottava nota
: Se siete arrivati fin qui avete la mia stima profonda! Ora ne manca solamente una, e spero vi possa piacere! Con questa vi chiedo magari di passare nelle mie altre storie :D
Ossia (vi linko le OS)

Nona e ultima nota: Non sia mai che vi lasci senza nulla da leggere! Ebbene sì, morto un papa se ne fa un altro no? Ecco, finita questa serie si parte con la mia nuova long,

Atme die Liebe

Prossimamente in efp...

( oddio mi sento ridicola! LOL
Non appena vedete che rispondo alle recensioni diell'epilogo, vuol dire che l'ho postata :D )


* * * *


Ho finito le comunicazioni. Che triste. Okay, ora me ne vado. Vi aspetto nell’altra storia.
Un bacione grande e grazie ancora di tutto.
...che stranezza cliccare su "completa"...

Anna


   
 
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