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Autore: Angye    10/07/2011    2 recensioni
E' estate alla Tana, la guerra è finita e i nostri protagonisti cercano un po' di serenità.
Tuttavia le coppie sembrano non voler decollaare: Ron fa finta di niente sul bacio scambiatosi con Hermione qualche mese prima, Harry non vuole che la sua celebrità opprima Ginny.
Come si risolveranno le cose?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Partecipante al Concorso One- Shot dell' Estate.

Il sole filtrava dalla finestra dai vetri sottili, scaldando il terzo piano della Tana.
Hermione aprì gli occhi con lentezza, godendosi a pieno quella sensazione di benessere: erano in pieno luglio, Voldemort era stato sconfitto da più di due mesi ormai, la scuola era terminata (almeno per quell’anno).
Poi, come quella nuvola dispettosa che tentava in vano di oscurare l’immensità della stella luminosa, la consapevolezza delle perdite subite, delle atrocità affrontate, le provocarono una fitta al cuore: non poteva permettersi di sentirsi bene, non quando c’erano persone che avevano perso tanto, troppo.
Si alzò silenziosa - Ginevra dormiva nel letto accanto al suo – infilò la vestaglia sottile e si diresse alla finestra: la nuvola dispettosa stava svanendo.
Schiuse appena le imposte, respirando a fondo quell’aria estiva che profumava di afa e di fiori sbocciati, sorrise.
Di sotto, i rumori tipici di Molly che si affrettava a preparare la colazione per quella famiglia che sembrava crescere anno dopo anno, nonostante la perdita di Fred avesse creato uno squarcio netto e profondo, che mai sarebbe stato colmato.
Un mugolio attrasse la sua attenzione, si voltò verso l’amica.
- Sei sveglia?-
Il viso abbronzato di Ginny spuntò da sotto il cuscino, i capelli rossi in disordine, le labbra piegate in un broncio di protesta.
- Adesso si. – sbadigliò.
Hermione sorrise, avviandosi verso la porta. – Ho capito, ho capito: vado a vestirmi, tu dormi.-
L’altra adagiò di nuovo il capo sul cuscino, sospirando felice.
Erano appena le dieci, la Tana era ancora immersa nei sogni più profondi.
Silenziosa come una gatta – Grattastinchi faceva eccezione. – la ragazza si chiuse in bagno, esultando: riuscire ad appropriarsi di quella stanza era un vera vittoria.
La vecchia doccia ci mise un po’ a regolare il calore del getto e Hermione ne approfittò per darsi un’occhiata: sembrava riposata, nonostante la sera prima avessero fatto le ore piccole a parlare, lei, Harry e Ron.
I grandi occhi castani scintillavano di una tranquillità nuova, i lineamenti del viso erano distesi e rilassati – finalmente dopo sette lunghi anni. – le labbra non si assottigliavano più di continuo, somigliando a quelle della McGranitt.
In poche parole, Hermione si era trasformata in una ragazza come tutte le altre, nonostante tutti sapessero che in lei non c’era mai stato niente di ordinario.
In più, l’abbronzatura dorata che si era guadagnata passando i pomeriggi a leggere nel giardino della Tana le avevano dato un aria più adulta, più dolce, più bella.
Niente a che vedere, certo, con l’appariscente sensualità della più piccola dei Weasley, che con i suoi occhi grandi e scuri e le labbra piene sembrava irradiare femminilità da tutti i pori.
Hermione era diventata una bellezza più timida, classica, ma incantevole a modo suo.
A nulla erano serviti i tentativi di Ginny di convincerla a cambiare un po’ il suo guardaroba.
- “ Sembri un tronco, Hermione, non ti si vede nemmeno l’ombra di una curva, con quel completo!”- le diceva, riferendosi alla comodissima tuta che si era portata da casa.
Adesso, chiusa in quel bagno e nascosta da occhi indiscreti, la ragazza poteva osservarsi, cercando di dare un opinione obiettiva e razionale sul suo aspetto fisico.
Si spogliò, restando in biancheria, lo specchio di fronte a lei le rimandò una figura sottile e minuta.
Le spalle erano piccole, -riusciva ancora a sentire le braccia di Ron che le cingevano senza problemi- le gambe lunghe e snelle, – quanto aveva dovuto correre, durante gli anni passati?- il seno era una curva timida e morbida.
Non era niente di eccezionale, nel complesso, ma era passabile.
Inoltre, quel rotolino minuscolo di pancia che era stato il prezzo da pagare per i deliziosi manicaretti di Molly – a questo proposito invidiava apertamente Harry e Ron, che si abbuffavano in maniera spropositata senza mettere su un etto – era finalmente sparito.
Non era certa che centrassero le ore passate a fare esercizio con Ginny, chiuse in camera loro, né le sudate per raccogliere la frutta dagli alberi più alti sul retro della Tana.
Il motivo di quella dieta drastica, dormiva beato nella camera accanto: Ronald Weasley.
Con la sua solita delicatezza e con il tatto di un elefante che l’avevano sempre contraddistinto, gli aveva – senza che nessuno glielo avesse chiesto – illustrato la sua opinione qualche settimana prima.
Dopo la guerra, dopo quel bacio che si erano scambiati un po’ per timore di non avere più tempo, un po’ per sentirsi al sicuro entrambi, il bel rosso aveva deciso di far finta di niente.
Questa decisione era stata per Hermione motivo di grande rabbia e sofferenza, fino a quando il suo solito orgoglio era tornato a farsi sentire e lei aveva deciso: voleva far finta di niente?
Bene, anche lei avrebbe fatto finta di niente.
Questo la rimandava alla sera prima, perché se Ron aveva preso la decisione di ignorare quel piccolo dettaglio che era stato quel bacio, pretendeva però di dettare legge sulla vita della ragazza.
In particolare, la mattina del giorno precedente, tutti e quattro i ragazzi, erano stati spediti da Molly a Diagon Alley, a fare scorte.
 
Arrivati li si erano divisi i compiti: Hermione e Ginny avrebbero pensato al necessario per la pulizia, i ragazzi alle provviste.
Inutile dire che un’ora dopo le due ragazze avevano già acquistato tutto ma di Harry e Ron nemmeno l’ombra.
- Prendiamo qualcosa da bere?- le aveva chiesto Ginevra, le guance arrossate per il caldo.
- Non sarebbe meglio andare a cercare quei due?-
- Si saranno fermati al negozio di scope, come al solito, ti prego, Hermione, muoio di sete!-
Si era lasciata convincere ed erano entrate nella piccola taverna.
Avevano ordinato un succo di zucca e avevano chiacchierato tranquille.
Nemmeno Harry e Ginny sembravano fare progressi, come coppia: la piccola Weasley si era convinta che, finita la guerra, tutti i timori e le paure che avevano impedito al ragazzo di vivere la loro storia, sarebbero spariti.
Ma la realtà era stata ben diversa: Harry era diventato “Il Salvatore del Mondo Magico” e la celebrità che gliene era derivata gli aveva impedito di riposare come avrebbe voluto.
Non c’era giorno, infatti, che un giornalista assetato di notizie non giungesse alla Tana, scattando foto e facendo domande.
- Non voglio esporti a tutto questo.- le aveva detto, sordo alle proteste della rossa: anche suo fratello ed Hermione finivano di continuo sui giornali (anche loro avevano avuto la loro dose di celebrità), non per questo si tenevano alla larga da lei!
- Io non voglio che la nostra storia venga spiattellata su tutte le prime pagine dei giornali, ne andrebbe della nostra serenità di coppia.- insisteva lui.
- Quale storia, quale coppia?!- ribatteva lei, andandosene furiosa.
Così si riassumeva quel primo mese alla Tana, con Harry che chiedeva a Ginevra di aspettare qualche altro mese e con Ron che faceva finta di niente su di lui e Hermione.
Il cameriere aveva posato i due bicchieri di fronte alle ragazze, sorridendo, ma quando Hermione aveva tirato fuori il portafoglio per pagare, aveva scosso la testa.
- Con gli omaggi dei signori laggiù.- aveva detto.
Si erano voltate in sincronia, solo per rimanere con la bocca spalancata: Draco Malfoy e Blaise Zabini se ne stavano seduti elegantemente al tavolino a qualche metro da loro.
-Mi scusi, ci deve essere un errore.- aveva detto la riccia.
- Nessun errore, signorina.- aveva replicato il cameriere, allontanandosi.
- Credi siano avvelenati?- aveva chiesto a Ginny.
- Sembri Harry quando fai così. – l’aveva rimproverata la rosa. – Hermione, devo ricordarti che Malfoy durante la guerra ha impedito ai suoi scagnozzi di uccidere il nostro eroe?-
- Solo perché l’onore spettava a Voldemort!- ribatté lei.
- Non ha fatto del male nemmeno a noi, e avrebbe potuto.-
- Che vuoi dire?-
- Voglio dire che le persone cambiano, prendi Lucius che alla fine ha sacrificato tutto per salvare suo figlio.-
- Non dici sul serio.-
- La guerra è finita, Hermione: basta colpevolizzare, basta portare rancore.-
- Ma i Mangiamorte hanno distrutto centinaia di vite. –
- Chi può saperlo meglio di me? Ho perso un fratello in questa guerra, eppure sono ancora capace di perdonare e concedere un’opportunità.-
Hermione aveva taciuto, sconfitta.
Non aveva potuto permettersi di ribattere, Ginevra aveva ragione: chi meglio di lei poteva sapere quanto era costato tutto quell’odio?
Pensierosa, non aveva visto la rossa voltarsi e sollevare il bicchiere in cenno di ringraziamento.
Con la coda dell’occhio, aveva visto Zabini imitarla e poi sorseggiare.
- Vieni con me. – le aveva detto, afferrandole la mano.
- Dove?- aveva chiesto Hermione, alandosi dallo sgabello.
- A ricominciare.-
Se avesse saputo allora, dove aveva intenzione di portarla, probabilmente non si sarebbe mai mossa a quel bancone.
Ginny l’aveva trascinata fino al tavolo dei due ragazzi, poi aveva sorriso.
- Possiamo?- aveva chiesto, a nessuno dei due in particolare.
Blaise Zabini, che non era mai stato una presenza ingombrante negli anni di Hogwarts, né uno di quei Serpeverde che si divertivano a rendere la vita impossibile ai Grifondoro, aveva annuito, facendo un cenno con la mano.
Hermione era rimasta raggelata, in piedi: Draco Malfoy aveva evitato di guardarla, così come lei aveva accuratamente evitato i suoi occhi di ghiaccio.
- Hermione?- la voce della sua amica le era arrivata all’orecchio, ma lei ancora aveva esitato, torturandosi le labbra con i denti.
In che razza di situazione si era andata a cacciare?
- Siediti, Granger, non ho intenzione di scagliarti una fattura.- erano state quelle poche parole pronunciate dal biondo, a convincerla, o meglio a costringerla a sedersi.
- Grazie per..hem..- aveva provato, indicando i bicchieri vuoti che avevano lasciato sul bancone.
- Non c’è problema.- aveva risposto Zabini. – Era un modo per.. – parve si fosse fermato per trovare le parole giuste. – ..per cercare una tregua.- aveva detto infine.
- Una tregua?- aveva chiesto Hermione.
- La guerra è finita, volevamo essere certi che fosse davvero finita.-
Ginny le aveva scoccato un’occhiata significativa.
Hermione si era concessa un’occhiata veloce ai due ragazzi: Zabini, la pelle scura, alto e posato, sembrava incarnare la sicurezza.
Malfoy, nonostante fosse Luglio inoltrato, aveva sempre lo stesso colorito pallido, fatta eccezione per il colorito roseo delle guance.
Gli occhi chiari le erano sembrati inquieti, come se stessero cercando qualcosa o qualcuno.
Ed Hermione sapeva perfettamente chi avevano cercato gli occhi di Malfoy: Harry e Ron.
Probabilmente il ragazzo aveva temuto che gli altri due non sarebbero stati altrettanto disponibili come la piccola Weasley a considerare “acqua passata” gli anni trascorsi.
E la riccia non se l’era sentita di dargli torto.
Come richiamati dal nulla, i due Grifondoro erano apparsi sulla strada appena fuori dalla taverna, i visi incollati al vetro, le espressioni allibite.
- Ginny, si è fatto molto tardi, è ora di andare.- aveva detto all’amica, alzandosi e costringendola a fare altrettanto.
- Cosa? Hermione, piantala di tirare, mi stai facendo male.- aveva esclamato l’altra.
Hermione aveva visto Malfoy che si voltava a osservare il punto in cui lei continuava a lanciare occhiate preoccupate.
I due Serpeverde si erano guardati, poi Zabini si era alzato.
- Hermione ha ragione, Ginevra, è meglio che andiate, non credo che i vostri amici abbiano voglia di unirsi a noi.- le aveva detto.
La rossa aveva annuito, mentre la riccia cercava di riprendersi dallo shock derivato dal fatto che un Serpeverde, un Sangue Puro,che Blaise Zabini l’avesse chiamata per nome.
Aveva sentito Ginny darla una leggera spinta, non si era accorta della mano testa del ragazzo.
Hermione aveva guardato quella mano scura con gli occhi sgranati, poi aveva allungato timida la sua, lasciando che lui la stringesse.
-E’ stato un piacere, Hermione, spero che un giorno, anche tutti gli altri riusciranno a guardare oltre.- e la ragazza aveva compreso che non si stava  riferendo solo ad Harry e Ron.
Zabini aveva dato una piccola spinta a Malfoy, costringendolo ad alzarsi.
Senza guardare in nessun punto preciso, il ragazzo aveva teso la mano alla rossa, poi il suo sguardo indecifrabile si era posato su di lei.
- Granger.- aveva sospirato infine lui, allungando la mano.
Le ci erano voluti una decina di secondi buoni, per convincere  propri arti a collaborare.
- Grazie..per il succo.- gli aveva detto, sfiorando appena la sua mano.
Non le era parso che lui provasse disgusto o ribrezzo a quel contatto, semplicemente sembrava tesissimo.
- Andiamo.- aveva sussurrato la riccia, afferrando la mano di Ginny e trascinandosela dietro.
Quel giorno, ci erano volute tutte le capacità manipolatrici della riccia, per convincere Harry e Ron che i due Serpeverde non avevano avuto intenzioni demoniache.
Tuttavia, quella sera dopo cena, mentre lei se ne era stata tranquilla in giardino, poggiata con la schiena all’enorme tronco dell’albero proprio lì accanto, aveva sentito Ginny e Harry litigare.
- Non puoi dire sul serio.- aveva detto lui.
- Puoi scommetterci.-
- Ginny, smettila, non otterrai niente, facendo così. -
-  Sei un dannatissimo egocentrico, Harry Potter! Credi che io mi sia fermata a chiacchierare con Blaise e Draco solo perché tu ne saresti stato geloso?!- le urla di Ginevra aveva fatto impallidire il ragazzo.
- Che intenzioni avevi, allora?-
- Io HO intenzione di andare avanti, Harry, non ho più voglia di aspettarti.-
- Che significa?- le aveva chiesto lui, lapidario.
- Che la “nostra storia” non è mai esistita e io sono stanca di aspettare che tu divenga abbastanza uomo per impegnarti.- aveva risposto lei, sbattendo la porta d’ingresso e fiondandosi su per le scale.
Pochi minuti dopo, Harry si era andato a sedere accanto a lei.
- Sono pronto, spara.- le aveva detto.
- Non voglio farti la ramanzina, Harry.-
- A no? Sei dalla mia parte, allora?-
- No, mi spiace, quando si tratta di questioni di questo genere, non sono dalla parte di nessuno, proprio come tu ti tiri fuori quando si tratta di me e Ron.
Non posso dirti di forzarti e di impegnarti con Ginny, ma non puoi pretendere che lei se ne resti per sempre ad aspettarti, Harry.-
Lui aveva buttato la testa all’indietro, poggiandola al tronco.
- Non è per sempre, Hermione, solo fino a quando tutto questo non sarà finito.-
- Harry, tu rimarrai per sempre il Salvatore del Mondo Magico, potrebbero passare anche secoli.
Ginny invece non ci sarà per sempre, troverà qualcuno che la ami e che non si vergogni di lei.- Hermione aveva sorriso, certa di aver fatto centro.
Di fatti lui aveva sgranato gli occhi. – Io vergognarmi di lei? E’ questo che crede?-
La ragazza aveva annuito.
- Non ne combino una giusta.- aveva sussurrato lui, chiudendo gli occhi.
Intenerita, lei lo aveva abbracciato. – Sei ancora in tempo.- gli aveva detto.
- In tempo per cosa?- la voce di Ron li aveva fatti sussultare.
- Per non perdere tua sorella.- aveva risposto lui, alzandosi.
- Dove vai?-
- Ad organizzare una cosa, ti spiego dopo. – le aveva risposto Harry, mentre Ron le si accomodava accanto.
Lo sguardo indagatore del ragazzo non l’aveva lasciata un secondo.
- Parla, Ronald.- era sbotta lei.
-Non hai intenzione di uscire con Malfoy, vero?- aveva chiesto lui, il naso all’aria.
Le era servito tutto il suo autocontrollo per non scoppiare a ridere.
-Perché questa domanda?-
Lui l’aveva guardata, allibito. – Hermione!- aveva esclamato.
- Cosa?-
- Tu non puoi uscire con Malfoy!-
- Il problema è Malfoy, Ron, o è il fatto che io esca con qualcuno?-
Lui era tornato a guardare il cielo, imbarazzato.
- Mi preoccupo per te, tutto qui.-  le aveva detto.
Sfinita, Hermione aveva annuito. – Sei un vero idiota, Ronald Weasley, sai che ti dico?
Ginny ha ragione, mi sono stancata di aspettare.- detto questo, si era alzata e si era diretta a passo di marcia in camera.
- Che idiota!- aveva esclamato, tirando un pugno sul materasso.
- Non dirlo a me. – era stata la replica della rossa, distesa sul suo letto.
 
La doccia le distese i muscoli e la rilassò.
Quel giorno sarebbero andati al mare, tutti q quattro.
Si prospettava una giornata interessante, visto che lei non parlava con Ron e che Ginevra si rifiutava di nominare Harry.
S’infilò il bikini nero, regalatole da sua madre poco prima che si trasferisse alla Tana e poi il vestitino bianco che si era comprata il mese prima.
Quando Ron l’aveva vista con quelle vestito, le aveva detto che la ingrassava.
Solo se ci pensava le veniva una rabbia!
Ma adesso avrebbe visto, l’idiota!
Il fiocco si abbottonava dietro al collo e la stoffa la fasciava aderente fino alla vita, poi la gonna si apriva, svolazzando fino alle ginocchia..
Si passò le mani tra i riccioli leggermente più lunghi e disciplinati del solito e si spruzzò una goccia del profumo di Ginny.
Sistemò il bagno e scese di sotto: l’orologio le comunicò – nel vero senso della parola – che erano le undici meno venti.
- Signora Weasley, posso aiutarla?- domandò alla donna che trafficava ai fornelli.
- Hermione, cara, come mai sei già alzata?-
- Credevo le servisse una mano. -
- O tesoro, se quel buono a nulla di Ron si lascia scappare una ragazza come te, lo caccio di casa!- esclamò Mamma Weasley, sorridendo.
Hermione arrossì fino alla punta dei capelli.
- Puoi svegliare gli altri, se ne hai voglia, altrimenti si fa troppo tardi per il mare. -
La ragazza annuì e si diresse di sopra: Ginny fu facile da svegliare e corse immediatamente in bagno, timorosa che qualcuno glielo rubasse.
Harry non ne voleva sapere di aprire gli occhi e lei con Ron non ci parlava.
- Potter, in piedi, adesso!- sbottò, inzuppandolo con un getto d’acqua comparso dalla bacchetta.
- Che succede?!- esclamò allarmato il ragazzo.
- Sono quasi le undici, hai dimenticato il mare?-
- Le undici?! – urlò lui, saltando giù. – Hermione, perché non mi hai svegliato prima?!-
Con un’occhiata assassina la ragazza si sbatté la porta della loro camera alle spalle.
Ron si svegliò di soprassalto e cadde dal letto.
- Miseriaccia, cos’era?-
- Muoviti, Ron, sono quasi le undici!-
- Che cosa?!- esclamò l’altro, nel tentativo di liberarsi dal lenzuolo.
- Hai capito, dobbiamo sbrigarci se vogliamo che il nostro piano funzioni!-
 
Hermione bussò leggera alla porta del bagno. – Ginny, ti serve qualcosa?- domandò.
- Entra!-
Il bagno sembrava un campo di battaglia: c’erano almeno dieci costumi sparsi sul pavimento.
- Ma che succede qui dentro?- chiese sbigottita la ragazza.
- Non so decidermi.- le spiegò la rossa, mordendosi le labbra.
- Questo ti sta molto bene.- le disse Hermione, alludendo al costume celeste che copriva le curve dell’amica.
- Dici?-
- Ginny! Hermione! Muovetevi! Ci serve il bagno!- la voce di Harry arrivò attutita dalla porta.
- Non rompere, Potter!-
- Ginny! – questo era Ron.
- Va bene, allora.- la piccola Weasley sorrise, raccogliendo i costumi e ficcandoli in una busta.
- Non avrai intenzione di uscire..- Hermione non terminò nemmeno la frase che la ragazza già era fuori.
Harry rimase interdetto a fissare il suo fondoschiena, mentre Ron diventava paonazzo.
- Ti sembra questo il modo di girare per casa!?-
Hermione si precipitò dietro all’amica e i due ragazzi inclinarono il capo in contemporanea per guardarle le gambe.
Poi si guardarono tra di loro.
- Non stavi guardando le gambe di Hermione, vero?- chiese Harry.
- E tu non guardavi il fondoschiena di mia sorella, giusto?-
- Hai esagerato, tuo fratello poteva restarci secco!- rise Hermione, mentre Ginny si infilava un toppino rosso.
- Meglio, così la smette di rompere.- rispose la rossa. – La porti tu la borsa?- le domandò, porgendola l’asciugamano.
Hermione infilò tutto in una borsa di medie dimensioni.
- Incantesimo estensivo irriconoscibile?-
-Precisamente.-
 
- Siete in ritardo.- li rimproverò Mamma Weasley, mentre mettevano piede in cucina.
- Non cominciare, mamma!-
- Vi conviene sbrigarvi, vostro padre ha prenotato la passaporta  per lei undici e mezza.- comunicò ai ragazzi.
La spiaggia di cui parlava Molly era una piccola isoletta, dove si recavano in vacanza i maghi.
Divorarono la colazione con la voracità di un elefante, sotto lo sguardo allibito e rassegnato delle donne di casa.
George scese in quel momento, con l’aria assonnata.
- Buongiorno a tutti.- salutò.
- Buongiorno George, ti va di venire al mare con noi?-
- Ti ringrazio Hermione, ma ho alcuni articoli da terminare. – spiegò, riferendosi al negozio.
Era stato un bene il fatto che il gemello avesse avuto la forza di continuare a inventare giochi e scherzi: era un modo per tenere vivo suo fratello, per rispetto nei suoi riguardi.
- Siamo in ritardo, sbrigatevi!- esclamò Hermione, alzandosi.
Ginny le corse dietro e Ron afferrò un cornetto al volo.
Arthur li aspettava nel bosco, proprio dove anni prima avevano preso la passaporta per andare alla finale di Quidditch
- Alla buon’ora!- li salutò. – Scommetto che alcuni di voi hanno faticato a scendere dal letto!-
- Buongiorno signor Weasley.-
- Conoscete le regole, ragazzi, non mollate la presa fino a che non ve lo dirò io. -
 Tutti si posizionarono attorno al vecchio scarpone e un secondo dopo vorticavano nell’aria.
- Lasciate!-
Finirono tutti col sedere a terra tranne Arthur.
- Bene, ragazzi, io devo tornare al Ministero, ci vediamo.-
- Papà, come facciamo a tornare?- l’uomo scomparve prima che la domanda di Ginny si perdesse nell’aria.
- Muoviamoci.- disse Harry, incamminandosi verso la spiaggia.
Un ragazzo di una ventina d’anni si avvicinò. – Avete prenotato?- chiese.
- Potter.- rispose il moro.
Il ragazzo sgranò gli occhi, poi sorrise, dando una rapida occhiata ai fogli.
- Da questa parte, quattro lettini e due ombrelloni, giusto?-
- Esattamente.-
Li condusse in un angolino appartato, poi sistemò quanto richiesto.
- Signorina, per qualsiasi cosa, non esiti a chiamare.- fece l’occhiolino ad Hermione.
Lei divenne di mille colori, mentre Ginny se la rideva.
- G-grazie.-  balbettò.
- Va bene amico, puoi andare.- sbottò Ron, avvicinandosi.
Il ragazzo annuì, facendo un cenno di saluto e si avviò.
- Piantala di starle addosso, Ron: non è la tua ragazza.- lo punzecchiò Ginny.
- Pensa ai fatti tuoi!- le orecchie di del rosso erano in fiamme.
Hermione sistemò gli asciugamani, poi aiutò l’amica con i vestiti: Ginevra aveva, alla fine, scelto un bikini rosso fuoco, che risaltava con la pelle chiara.
Senza volerlo, la riccia rimase incantata a fissare Ron: era alto, muscoloso e il costume scuro gli stava da Dio.
Le spalle larghe, gli occhi chiari.
-Stai sbavando.- ridacchiò Ginny nel suo orecchio.
Con le guance in fiamme, Hermione si affrettò a spogliarsi: cominciava davvero a fare caldo.
Harry sembrava stare architettando qualche piano malefico e lanciava occhiate omicida alla sorella del suo amico, per farle capire quanto poco apprezzava il fatto che fosse mezza nuda.
- Ti sta benissimo!- esclamò la ragazza, ignorando il Salvatore del Mondo Magico e concentrandosi sul costume dell’amica.
Hermione sorrise. – L’ha scelto quella pazza di mia madre.- le spiegò, mentre si sistemava la catenina d’argento sul fianco.
Anche Ron non sembrava apprezzare le occhiate dei ragazzi dietro di loro, ma non riusciva a fare a meno di far scivolare lo sguardo sulle gambe e sul seno della ragazza.
- Hermione, vi sembra il caso?- provò Harry.
- Siamo al mare!- sbottò Ginny, trascinandola verso l’acqua.
 
- Harry, dobbiamo fare qualcosa!- esclamò il rosso, dandosi una pacca sulla fronte.
- E in fretta.- aggiunse il moro, fulminando con lo sguardo il ragazzo dei lettini.
- Ma quanto ci mettono ad arrivare?-
- Non lo so amico, ma ci conviene raggiungerle.- ripose Harry, indicando il gruppetto di maghi che chiacchierava amabilmente con le due ragazze.
Attraversarono gli altri lettini e entrarono in acqua.
- Direi che si può fare.- stava dicendo Ginny, sorridendo: il fatto che i costumi di entrambe fossero bagnati non lasciava molto all’immaginazione.
- E tu che ne pensi, Hermione?- chiese un altro alla riccia.
- Magari solo un succo.- rispose lei, imbarazzata.
Ron avanzò fino a loro. – Che succede qui?- sbraitò.
-Facciamo amicizia.- sorrise angelica la sua sorellina.
- Be, avete finito di socializzare.- aggiunse il rosso.
Imperterrito, uno dei ragazzi continuava a chiacchierare con Hermione.
- Trasfigurazione? Ma è anche la mia materia preferita!- stava dicendo.
- Interessante, adesso trasfigurati in una mosca e ronza via.- intervenne, parandosi di fronte alla ragazza.
- Ginny, potresti almeno cercare di non attirare l’attenzione?- le sussurrò il moro, coprendola.
- Paura dei giornalisti, Potter?-
- No, di mezza spiaggia con gli occhi di fuori!- esclamò lui
Lei sorrise. – Sei paranoico.- gli disse.
Lui la prese per un braccio, facendola voltare. – Guarda!- sbottò, indicandole gli ombrelloni.
- Ronald, sei un vero idiota!- stava dicendo Hermione.
- A, sarei io adesso l’idiota!-
- Stavamo solo facendo due chiacchiere!- ripose lei, alludendo al gruppetto di ragazzi che aveva levato le tende.
- Vestita così? Quello aveva qualcosa di più delle chiacchiere in mente!-
- Fatti gli affari tuoi!-  Hermione si voltò, per tornarsene in spiaggia.
La mano di Ron le afferrò il polso e il suo cuore prese a battere più veloce.
- Tu sei affar mio, Hermione. O meglio..- sembrava imbarazzatissimo. – vorrei che fossi affar mio.- aggiunse.
Lei lo guardò, in attesa che continuasse: il rossore delle guance che li accomunava.
- Io..miseriaccia Hermione, credevo che mi avessi baciato..perchè pensavi che non ce l’avremmo fatta.- le confessò.
Lei sgranò gli occhi. – Che?- domandò.
Lui annuì, grattandosi la testa. – Aveva paura che se ti avessi chiesto di..ecco..di..hem..diventare..si..insomma..-
- Prendi un bel respiro.- suggerì lei, le gambe molli.
Lui eseguì. – Se ti avessi chiesto di essere la mia ragazza.- disse di getto.
Lei sorrise, più imbarazzata che mai. – E adesso?- chiese.
- Adesso mi sa che devo rischiare.-  rispose lui, guardandola intensamente.
Fece qualche passo verso di lei, incerto.
- Non è ancora il momento, Ron!- la voce di Harry lo interruppe e il rosso, si morsicò il labbro inferiore. – Maledizione!- esclamò. – Scusami Hermione, torno subito!- e si avviò verso l’amico.
Ginny la raggiunse e entrambe, sconvolte, li guardarono tornarsene in spiaggia.
- Non potevi aspettare un secondo?- gesticolava Ron.
- Stavi per rovinare tutto..- l’altro.
- Credo che non siano normali.- mormorò la rossa.
Pochi istanti dopo, riapparvero nuovamente, le espressioni calcolatrici, vittoriose.
- Dove siete andati?.- chiese Hermione, sospettosa.
- Non pensarci.- rispose il rosso. – Dove eravamo?- aggiunse, spostandosi leggermente verso destra.
Harry, intanto, si muoveva verso di loro, spostandosi a sinistra.
Le due ragazza si guardavano preoccupate, chiedendosi se fosse il caso di chiamare un bravo Medimago.
- Hermione, io..ecco..stavo per chiederti..- cominciò il ragazzo, inciampando nelle sue stesse parole.
- Si, Ron?- lo incitò Hermione, mentre guardava con la coda dell’occhio Harry, che sembrava in attesa di qualcosa.
- Vuoi..cioè..vorresti..essere..hem..-
- Ron, datti una mossa!- sbottò il Salvatore del Mondo Magico.
Ginny li fissava, allucinata. – Io me ne vado.- annunciò, scocciata.
- NO! Ginny, aspetta un minuto, ti prego.- implorò il moro. – Ron!- esclamò, poi.
- Miseriaccia, dammi un secondo! Sto per chiedere alla donna della mia vita di essere la mia ragazza, aspetta!- non si rese nemmeno conto di quello che aveva detto, fino a quando non vide la diretta interessata diventare più rossa dei suoi capelli.
Harry alzò i pollici, in segno di vittoria e si avvicinò a Ginny.
- Se sono ancora in tempo, se non ti ho persa per sempre, ti prego, Ginevra Weasley, diventa la mia fidanzata.- le disse, guardandola dritto negli occhi.
- In segreto? No grazie.-
Lui sorrise e le afferrò il mento. – Sicura?- le chiese, sfiorandole le labbra.
In automatico, le braccia della rossa gli cinsero il collo.
Ron ed Hermione sembravano non rendersi nemmeno conto di quello che accadeva accanto a loro.
Il ragazzo si stava sporgendo lentamente verso di lei e i suoi occhi azzurri sembravano scintillare.
Fu lui a baciarla, stavolta, prima dolcemente, poi le afferrò la vita e la sollevò letteralmente dall’acqua.
Improvvisamente mille flash li illuminarono, scrosci di applausi, un suono ripetuto di click.
Le due ragazze si staccarono in contemporanea e si voltarono, allarmate.
- O Godric! I giornalisti!- esclamò Ginny, tentando la fuga.
Hermione stava per seguirla, quando entrambe vennero bloccate dalle mani dei rispettivi neo-fidanzati.
- Ron..ma cosa?-
- Siamo stati noi a chiamarli.- spiegò il rosso.
- Perché?- questa era Ginny.
- Perché volevamo mostrare a tutto il Mondo Magico le nostre meravigliose fidanzate.- intervenne Harry, stampando un bacio alla piccola Weasley.
- E’ mia sorella, vacci piano!- sbottò Ron, prima di concentrarsi sulle labbra di Hermione.
- E quella è la mia di sorella!- esclamò Harry, alludendo ad Hermione.
Ancora stralunate, le due ragazze sorrisero.
I flash continuavano a illuminarli, quando si avviarono mano nella mano, verso la riva.
- Signor Potter, la signorina Weasley è la sorella del Signor Weasley, altro Eroe del  Mondo Magico, giusto?- chiese un giornalista, ficcando un microfono direttamente sotto il naso del moro.
- Si, ed è la MIA fidanzata.-
L’uomo trascrisse velocemente.  – E Signorina Granger, lei è stata un’altra grande eroina della Guerra, lei è il signor Weasley..- domandò.
Fu Ron a rispondere, allontanando Hermione dalla calca. – Si, non so per quale assurdo motivo, lei mi vuole, quindi lo scriva pure su quel uso coso..è MIA, capito Malfoy? Mia!-
La ragazza si coprì la faccia con le mani. – Shhh! Ron, taci!- sussurrò. – Che figura!-
Scoppiarono tutti e quattro a ridere.
 
Quattro anni dopo.
 
- Buongiorno.- salutò Zabini, entrando nella Sala da Pranzo di Villa Malfoy.
- Aggiungi un posto per il Signore.- ordinò Draco all’elfo. – Per favore.- aggiunse, distratto.
Blaise rise. – L’influenza di Hermione si fa sentire!- gli disse, sedendosi.
- Prego?-
- Hai chiesto “Per favore”. –
- Se è per questo, quella dannata strega mi ha costretto a liberarli tutti: sono giustamente retribuiti, come dice lei.-
La colazione venne servita e i due giovani mangiarono con calma.
- A che ora è la cerimonia?- chiese Zabini.
- Alle tre.- rispose il biondo, alzandosi. – Passo a prendere Astoria e vi raggiungiamo.-
- Bene, Pansy è già alla Tana: lei, Daphne e la Lovegood si sono fatte accompagnare ieri sera, pare dovessero “spettegolare sui futuri sposi”. – spiegò l’altro.
- Non ne bastava una, che si sposa, addirittura due matrimoni insieme!- sbuffò Draco.
- Vedila così: un giorno in meno da dove passare alla Tana. –
- Certo, certo, come se poi non ci andassimo tutte le estati!-
- Io vado, Draco, devo vestirmi.-
- Ci vediamo lì.  –
Il Padrone di casa si avviò su per le scale ed entrò in camera sua: un gufo se ne stava alla finestra, in attesa di recapitare un messaggio.
Prese la lettera dal becco e gli allungò un po’ di mangime.
 
Dannatissimo Malfoy! Io e Ron abbiamo ancora un mal di testa lancinante per colpa della sbronza di ieri!Ti sembra il caso che i due sposi si presentino alle nozze con due facce da paura?!
 Datti una mossa, tua madre è già qui con Andromeda e con Teddy.
P.S. Hermione ti manda a dire che i gemelli sono nel primo cassettino nel mobile della biblioteca, li ha spostati quando è venuta a portare un libro che aveva promesso a Narcissa.
Ginny dice di dire a Blaise di non dimenticare gli orecchini di Pansy.
Muoviti!!
 
Il ragazzo sbuffò: chi gliela aveva fatto fare di diventare amico di quelli là?!
Potter e Weasley gli avevano praticamente svuotato il mobiletto del bar, la rossa gli rubava di continuo la ragazza per “andare a fare shopping” dato che la sua migliore amica, la Granger, non ne voleva sapere.
Blaise si era rincretinito dietro a George Weasley e alle sue strane invenzioni.
E poi c’era lei: la Granger.
Il suo problema più grosso.
Quella dannata ragazza si era conquistata l’affetto di sua madre, con la quale condivideva una passione smodata per i libri.
Inoltre aveva convinto Narcissa a “dare un tocco di luce” alla Villa, mettendo a soqquadro le stanze.
Non trovava più niente, da quando lei aveva messo piede in quella casa!
Dannatissma Strega!
Un altro gufo picchietto sulla sua mano.
 
Non maledirmi, Malfoy! E muoviti a vestirti, Astoria è pronta da mezz’ora.
Visto: le cose possono davvero cambiare. Siamo andati tutti avanti.
 Datti una mossa, Hermione.
 
 
 
  
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