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Autore: ShunLi    11/07/2011    3 recensioni
Ezio prese ad ammirare quell’innocente sorriso che non gli vedeva fare da parecchio tempo. Il lavoro e le preoccupazioni di consegnare in tempo le commissioni sembrava lo spegnessero ogni volta. Ma bastava uno di quei sorrisi per ingentilire ancor di più il suo viso dalla fatica che i disegni e le invenzioni gli procuravano.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ezio Auditore, Leonardo da Vinci
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Leonardo, a cosa stai lavorando?”

La giornata era proprio tranquilla, serena. Il cinguettare degli uccellini e la brezza calda della temperatura estiva investiva Leonardo ed Ezio in quella che era la fiorente città di Firenze.

Ezio stava appollaiato su uno sgabello, che di solito era occupato dall’artista. Lo studio Da Vinci era noto per essere una bella bottega in cui i sogni e i desideri potevano splendere e perchè no, anche avverarsi per alcune persone. E nel retrobottega, dove al momento i due ne occupavano uno spazio minimo, c’era una confusione tale che, i sogni e i desideri avrebbero atteso volentieri, accucciati come due cuccioli in attesa di un segno del loro padrone.

Leonardo si grattò la testa, pensieroso. Si tolse il basco per poggiarlo su un tavolo lì vicino, continuando a fissare lo schizzo che aveva abbozzato. Inizialmente non rispose alla domanda di Ezio, continuò a passeggiare avanti e indietro, cercando di darsi delle risposte alle sue stesse silenziose domande. Quando era immerso nel lavoro, Leonardo si dimenticava di qualsiasi cosa. Persino di nutrirsi. Ezio accarezzò con lo sguardo la sua esile figura, intravedendo i muscoli tonici, ma quasi secchi, per via della mancata e dovuta nutrizione. Leonardo continuava a passeggiare nervosamente, aggiunse qualche altra scritta alla sua già complicata bozza, prese il compasso, tracciò quello che per Ezio era un piccolo sentiero a forma di mezzaluna, poi segnò qualche altro numero e infine, Leonardo si rivolse ad Ezio con aria soddisfatta: “Finalmente!”

Ezio prese ad ammirare quell’innocente sorriso che non gli vedeva fare da parecchio tempo. Il lavoro e le preoccupazioni di consegnare in tempo le commissioni sembrava lo spegnessero ogni volta. Ma bastava uno di quei sorrisi per ingentilire ancor di più il suo viso dalla fatica che i disegni e le invenzioni gli procuravano.

“Vieni a vedere.” Lo incitò l’artista. Lo prese letteralmente per mano, conducendolo al piano di lavoro. Lo schizzo, che dapprima aveva una forma indefinita, ora era un bellssimo e definito disegno di un Aquila. Sullo sfondo vi erano altre bozze e numeri, ma il disegno principale era un vero spettacolo.

“Ti piace?, chiese Leonardo, L’ho sognata l’altra notte, quando sei tornato tardi da quella missione.”
“E’… Magnifica!” Disse Ezio, entusiasta.
“Lo dici solo per farmi piacere.” Lo canzonò l’artista. Ezio fece un sorriso divertito.
“Lo sai che non capisco niente di arte, ma questo, tra i tuoi tanti lavori che ti ho visto iniziare e completare, mi ci rispecchio quasi.”
“Parole che mai mi sarei aspettato di sentire da te, amico mio. Cosa ti colpisce di quest’aquila?”

Leonardo osservò per la prima volta, un Ezio che mai si sarebbe aspettato di vedere. Un lato che Ezio non mostrava mai, rilassato, forse colto, impressionato. Ezio riflettè ancora un pò, pizzicandosi il mento con le dita. “Mi da l’impressione… che stia soffrendo. Le ali sono spiegate in modo da potersi… Non godere il volo… Ma buttare. Dimenticare cosa devono sopportare le sue piume. Inoltre le stesse sono bellissime, i dettagli sono minuziosi… A Petruccio sarebbero piaciute molto. Questo disegno racchiude desideri e ricordi. Non so a cosa tu ti sia ispirato, ma è un capolavoro, Leo… Leonardo?”

In quella spiegazione dettagliata, in quello scorcio di verità che Ezio aveva saputo vedere, Leonardo si era emozionato. I suoi occhi azzurri erano lucidi. Si teneva la bocca con la mano, per trattenere dei singhiozzi da fin troppo tempo celati. Non voleva farsi vedere così, specie dall’uomo che aveva iniziato ad amare, ma sentiva che adesso il suo lavoro, tutti i suoi sacrifici, avevano un senso adesso.

“Leonardo, stai bene?” Si preoccupò Ezio, avvicinandosi al suo amico. L’artista annuì con la testa, e preso dallo sfogo del momento, si abbracciò ad Ezio. Quest’ultimo rimase basito. Non si aspettava una reazione simile, era stata lui a  procurargliela? Gli accarezzò la schiena con la mano, tirandolo di più a sè. Leonardo rispose a quella stretta stringendo le sue dita alla blusa del ragazzo. Poteva sentire il suo profumo così intenso da vicino, era la prima volta. Non avrebbe mai dimenticato quel profumo, il profumo della libertà, il profumo della sua preziosa Aquila.
“Sono stato io a farti piangere?” Domandò Ezio. Leonardo non accennò a nessuna risposta, e il ragazzo immaginò che non volesse dire qualcosa che l’avrebbe messo in cattiva luce.
Allora Ezio riformulò la domanda in chiave ironica, “Ti sei messo a piangere perchè finalmente ho detto qualcosa di intelligente sull’arte?” L’ironia funzionò e Leonardo si mise a ridere, asciugandosi le lacrime e singhiozzando quel poco per poter parlare. “Bhè… La tua osservazione è stata oltremodo giusta, niente da contestare, per essere una tua prima analisi è stata davvero superba.”
“E allora cosa ha scatenato le tue lacrime?”
“Ecco… Io non saprei…” Leonardo cercò di evitare il discorso, ma con Ezio non l’avrebbe spuntata.
“Sei fin troppo complicato, ma certe volte sei come un libro aperto per me. Su, amico mio, non tenerti tutto dentro, potresti… Non so, forse te ne potresti pentire.”

E in quel preciso istante, Leonardo si prese di coraggio. Sfiorò con un bacio quelle labbra invitanti e confessare, con quel gesto, tutto l’affetto che andava oltre l’amicizia. “Sei tu la mia ispirazione. Quando lavoro per te ha tutto un senso. La perfezione non conta quando ho già qualcuno di perfetto accanto a me.” Disse tutto d’un fiato. Cercò di guardare Ezio e vedendo la sua espressione un pò sorpresa, Leonardo sospirò. Sapeva bene che non avrebbe mai potuto essere come desiderava. Fece per allontanarsi, ma Ezio non glielo permise.

Quanto poteva essere perfetto quel momento? La stretta di Ezio era calda, decisa. Lo guardò non dicendo nulla, ricambiando forse quello che Leonardo stava intensamente provando e che gli aveva trasmesso con quel bacio. Lo ricambiò senza esitazione, un bacio che sembrò durare un eternità. I sogni e i desideri di Leonardo stavano incominciando a prendere forma, sotto quella calura estiva, nella fiorente città di Firenze.


NDA
Il mio primo tentativo EzioxLeo... Ne sono in parte soddisfatta e spero anche di essere stata IC, nonostante i toni fluff che ho dato a questo esperimento.
Mh, i fluff non sono di certo la mia passione, ma avevo bisogno di scriverla ;u;
Grazie per aver letto, by Shun!
  
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