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Autore: __MariMalfoy    12/07/2011    5 recensioni
Ah, Parigi è una città bellissima, non trovate? Certo che sì.
Rebecca è un'italiana trapiantata a Parigi, che vive in un minuscolo appartamento sugli Champs-Elysees con un compagno di vita un po' bizzarro e scansafatiche.
Indovinate un po' chi è?
A Rebecca, perché sì e perché ti voglio bene :)
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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belle of the boulevards

Belle of Boulevards

Ah, che bella Parigi! Parigi è la città della moda, dell’amore, delle coppiette…

“Maledetta pioggia!”

E della pioggia, appunto.

Rebecca si sistemò il costoso trench, schifata dall’acqua che le increspava i capelli, mentre con un piede e con un grazioso salto evitava una grossa pozzanghera.

“Accidenti a questa pioggia e a quando sono venuta ad abitare qui!” grugnì un’ennesima volta, correndo sotto l’ombrello verso l’appartamento in cui abitava.

Nonostante odiasse l’acqua che stava ora precipitando, amava infinitamente Parigi, amava il suo appartamento minuscolo dove abitava con il suo compagno di avventure e amava il francese, ma non le lumache.

Gli Champs-Elysees non erano mai stati così deserti: che diamine, lì c’erano migliaia di boutique di lusso, bar e cinema; insomma, durante un giorno di pioggia i parigini potevano trascorrere la giornata al calduccio.

Ma non lei, lei che doveva provare di nuovo quella coreografia da presentare all’Opera e che ora stava sguazzando in quelle enormi pozzanghere.

Sperava vivamente che Joseph fosse a casa perché non aveva le chiavi e, cosa più importante, sperava che avesse preparato la cena e non avesse strimpellato una chitarra per tutto il tempo, ma quell’uomo era uno scansafatiche.

Nei suoi ventuno quasi ventidue anni non pensava altro che a chitarre, ragazze e affitto da pagare, ma visto che era uno squattrinato Rebecca era quella che gli faceva il piacere di sborsare i soldi al posto suo.

Il portico di casa non era molto lontano, e i suoi occhi castani si illuminarono alla visione che le avrebbe salvato la vita.

Corse più velocemente per raggiungere la salvezza, ma un’auto le sfrecciò accanto e l’acqua la sommerse da capo a piedi. Imprecò un’ennesima volta e guardò sconsolata i suoi vestiti.

Quando giunse di fronte alla porta di casa sul quale campanello spiccava il suo cognome italiano, premette quel dannato tasto più volte e pregò vivamente che Joseph le aprisse. Ma lui non dava segni di vita.

“Apri Joseph, cazzo!”

Finalmente la porta si spalancò e Rebecca salì di corsa le scale, bagnando tutto il tappeto che le ricopriva.

“Buongiorno, mio raggio di sole!” gridò Joseph appena lei entrò in casa.

La raggiunse per abbracciarla, ma dopo aver visto il suo stato si ritrasse schifato.

Joseph era tutto tranne che coerente con il mondo: erano le otto di sera e pioveva a catinelle, e quell’essere immondo aveva il coraggio di dire le parole “buongiorno” e “raggio di sole”.

Beh, l’umore di Rebecca non era uno dei migliori e la sua reazione nemmeno, dopo aver visto il tavolo non apparecchiato e dopo aver sentito il suo stomaco che brontolava. Diventò rossa come se stesse per esplodere, così tanto che Joe si rintanò spaventato dietro il divano.

“Joseph!”

Il ragazzo emerse per un attimo da dietro al sofà, pallido come un cencio: conosceva bene le reazioni della sua migliore amica e conosceva anche le conseguenze, ma la musica gli aveva portato via un bel po’ di tempo quel giorno.

“La cena! È l’unica cosa che ti chiedo di fare e tu non la fai?!  Cazzo, pago l’affitto, lavoro, cucino, pulisco…”

Joseph sospirò e osservò Rebecca in un’altra delle sue innumerevoli crisi isteriche.

“… e tu non fai niente?!”

Nonostante non avesse sentito un cavolo di quello che la sua migliore amica aveva detto, Joseph tremò quando lei gli passò gocciolante accanto, carica di vibrazioni negative.

Per questo tentò di cucinare, almeno avrebbe calmato la sua furia. Quando Rebecca tornò da camera sua asciugata e in tuta, si sorprese di vederlo affaccendato attorno ai fornelli.

“Sta’ attento a non bruciare casa, che dopo finiremo sotto un ponte”

Joseph in risposta iniziò a canticchiare una melodia appena inventata, negli stessi attimi in cui la sua amica apparecchiava la tavola e straparlava di lavoro, lavoro e lavoro.

“Ehi Joe, mi ascolti?”

Il ragazzo continuò a canticchiare la canzone, scuotendo la testa e buttando la pasta nell’acqua così delicatamente che schizzò ovunque. Rebecca roteò gli occhi castani al cielo, prima di rubargli il posto ai fornelli, cosicché lui potesse tornare alle sue chitarre.

“Dai Becky, non essere così acida! – grugnì Joseph, prima di lanciarsi sul divano, - so che il lavoro ti stressa…”
“Il lavoro non mi stressa! – sbraitò lei più incavolata di prima, - sei tu che mi stressi!”

Joe si alzò dopo due attimi che si era seduto, marciò verso di lei e le mise le mani sui fianchi, facendola irrigidire immediatamente.

“Rebecca, tranquillizzati. Non ho cucinato, non ho pulito e non ho neanche apparecchiato… e allora?” le sussurro in un orecchio, divertito.

Rebecca si fermò a mezz’aria.

“Joseph, ho un coltello. Va’ via altrimenti ti ritroverai i tuoi fantastici addominali attraversati da una lama – ribatté lei, sarcastica, - e non sto scherzando”

Joe si allontanò immediatamente da lei, leggermente spaventato dal suo nervoso, e si accasciò sulla sedia.

“Oh dai, Becky, non litigavamo così da quando tu hai osato dire che Draco Malfoy era migliore di Hermione Granger! – disse Joseph, ticchettando le dita sul tavolo, - non sai quanto ti sbagli”

“Ti conviene non farmi replicare: se ti sentisse una mia amica, ti avrebbe già ucciso da un pezzo… mai criticare Tom Felton! Verrebbe a ucciderti con la sua racchetta da tennis…” sospirò Becky divertita.

Joe sbuffò indispettito: mai dire che Emma Watson era peggiore di Tom Felton! Insomma, quella donna gli era sempre piaciuta!

“Perché, è una tennista? – chiese poi, - a Nick piacciono le tenniste!”

Rebecca quasi scoppiò a ridere all’affermazione dell’amico, ma continuò a tagliare una carota per mantenere un’aria seria.

“A tuo fratello piacciono pure le vecchie decrepite – commentò, in riferimento a Delta Goodrem, - e a te? Ti piacciono le tenniste?”

Joe scosse la testa: “No, ma le ginnaste sì.”

“E quelle che non fanno niente dalla mattina alla sera bevendo caffè e fumando, ti piacciono?” chiese lei, mentre un vago rossore le trapelava tra le guance.

La domanda le sorgeva spontanea: le ballerine, ti piacciono?

Joe annuì con energia, alzandosi dalla sedia con uno scatto.

“Ma quelle che mi piacciono di più – dichiarò, raggiungendo Rebecca e togliendole il coltello di mano, - sono le ballerine!”

Lei arrossì e per un attimo ringraziò il cielo di non avere più quel coltello tra le mani, altrimenti l’avrebbe fatto cadere e una reazione a catena si sarebbe scatenata.

Perché il coltello sarebbe caduto sui piedi di Joe, che venivano tagliati dalla lama nonostante le scarpe; avrebbe dovuto portarlo all’ospedale, dove veniva ricoverato; avrebbe passato la notte lì al suo fianco; lui avrebbe avuto un’emorragia per colpa di quel cavolo di coltello che aveva in mano e sarebbe morto. E lei non poteva stare senza quel cretino di Joseph Jonas.

“Becky?”

Rebecca alzò la testa, arrossì nuovamente a causa di quella distanza molto vicina e boccheggiò, senza parole. Provò a biascicare qualcosa, ma si trovò le labbra di Joe sulle sue in un attimo.

In seguito la cena si bruciò (e se ne fregarono altamente), Joe non finì fortunatamente all’ospedale per colpa del coltello, Becky ringraziò la pioggia e le prese un collasso da farle temere che presto sarebbe finita in una clinica per colpa del suo “compagno di appartamento svitato”.

Beh, io l’avevo detto che Parigi era la città dell’amore.

 L'angolo di Mari

Questa shot è dedicata a Rebecca, cioè ladyme, perché non solo è un'amica fantastica, ma anche perché mi emoziona con le sue fic e perché sostanzialmente glielo devo e le devo molto. Questa shot è stata scritta sulle note della bellissima Belle of the Boulevards dei Dashboard Confessional, ma il testo c'entra poco con la storia, però mi ha ispirato per Parigi.

Infatti la shot è nata dall'insieme di diverse cose: una conversazione con Becky riguardo alle tenniste e alle ballerine (che dovrebbero piacere a Nick e a Joe) in quanto lei è una ballerina e io una tennista, la ginnasta è invece Silvia, silviking, (sii forte, non ti buttare giù); "la ragazza che non fa niente dalla mattina alla sera e beve caffé e fuma" è Andreea (__PleaseStay), che non fa altro che bere caffé e birra. Insomma non tutti i riferimenti sono casuali ;D 

Spero solo di avervi strappato un sorriso, e spero che ti piaccia Becky e ricordati che ti voglio bene <3 anche alle mie compagne di Esercito, unite contro le BM! Ne vado fiera di questa cosa, vi adoro.

Sulle note di Skyscraper vi saluto (quella canzone è *O*) , e ci vediamo con l'aggiornamento di Hopeless! ;D (cliccate sull'immagine per andare alla storia, se volete passarci)

hopeless

Mari

  
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