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Autore: Bethan Flynn    12/07/2011    4 recensioni
Non era mai stato così felice: i doni di Yu, forse perché così rari, andavano sempre a centrare i suoi desideri.
Il mare a quell’ora sembrava un dipinto, mostrava tutta la bellezza che nelle ore diurne era offuscata dalla folla che lo calpestava. Svelava un aspetto nascosto cui Lavi non aveva mai pensato, calmo ed infinito.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Rabi/Kanda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kanda odiava l’estate. Lavi la adorava. Kanda detestava le spiagge assolate, piene di persone urlanti, in cui non si poteva mai avere un attimo di calma. Lavi andava in visibilio appena sentiva il rumore del mare ed il calore del sole sulla pelle.
Qual era il problema?
Nell’ultima missione Lavi gli aveva salvato la vita, e come ringraziamento voleva assolutamente andare al mare con lui, con Kanda.
“Tsk. Che seccatura” pensò senza aprire bocca quando il ragazzo gli comunicò giulivo l’assenso di Komui per la loro settimana di permesso.
-Non ti va, vero?- il tono di Lavi era diventato improvvisamente mogio, mentre l’occhio verde, prima scintillante come quello di un bambino, si era spento e lo scrutava da sotto il sopracciglio aggrottato.
Kanda spostò lo sguardo sulla sua guancia, dove spiccavano rossi i punti di una ferita ottenuta in combattimento. Il suo cuore si strinse, ma non disse niente.
Lavi sospirò –non fa niente. Vorrà dire che ci riposeremo. L’ultima missione è stata difficile- anche senza guardarlo in viso ci si sarebbe potuti rendere conto di quanto ci fosse rimasto male, ma il giapponese si alzò dal letto ed uscì dall’infermeria, dirigendosi verso la propria stanza.

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Stava fissando il soffitto, cercando di far tacere il dolore delle ferite e quello del suo cuore, quando la porta si aprì lievemente per richiudersi subito dopo.
Si alzò di scatto mentre una figura familiare gli lanciava dei vestiti sul letto.
-Yu? Ma che ci fai qui..?- sussurrò, ma l’altro si appoggiò un dito sulle labbra ed indicò i vestiti, poi uscì dalla stanza. Lavi si cambiò alla velocità della luce e lo seguì: era appoggiato al muro, che lo aspettava.
Kanda iniziò a camminare senza una parola, con lui che gli caracollava dietro, ancora troppo stupito per chiedere qualsiasi spiegazione.
Non appena furono usciti dall’Ordine, un buio ancor più fitto di quello della notte calò sulle sue palpebre.
-Ehi, ma che..!-
-Zitto, vuoi che ci sentano tutti?- il sussurro di Kanda così vicino al suo orecchio lo fece ammutolire all’istante, ma non certo per la sua voglia di obbedienza.
Non oppose resistenza quando il ragazzo lo aiutò a salire a cavallo, montando dietro di lui. Quando partirono si aggrappò forte alla criniera, cercando a tentoni le briglie.
-Non cadi. Ti tengo- di nuovo, sentì le labbra dell’altro a pochi centimetri dalla sua pelle. Il fatto di non vedere niente acuiva le sue percezioni, e la schiena gli mandò un brivido che per poco non lo fece sussultare.

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Sciolse il nodo della benda e fece un passo indietro, osservando la reazione di Lavi.
Dapprima sul viso del ragazzo comparve un’espressione un po’ inebetita, evidentemente cercava di realizzare dove fosse. Poi all’improvviso fece un sorriso da un orecchio all’altro, voltandosi a guardarlo.
-Il mare! Yu, mi hai portato al mare!- esclamò. Era l’immagine della felicità, mentre si toglieva le scarpe e correva sulla sabbia in direzione dell’acqua.
Kanda osservò prima lui, poi il paesaggio calmo della notte.
Si udiva solo lo sciabordio delle onde, illuminate dalla luce di una splendida luna piena e scure quanto il cielo sopra di loro. La sabbia sembrava fatta d’argento, tiepida ma non rovente, mentre anche lui camminava piano verso Lavi in piedi sulla riva.
-E’ meraviglioso- sussurrò il ragazzo quando furono di fianco.

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Non era mai stato così felice: i doni di Yu, forse perché così rari, andavano sempre a centrare i suoi desideri.
Il mare a quell’ora sembrava un dipinto, mostrava tutta la bellezza che nelle ore diurne era offuscata dalla folla che lo calpestava. Svelava un aspetto nascosto cui Lavi non aveva mai pensato, calmo ed infinito.
-Quanto vorrei fare un bagno…- sussurrò cercando di puntare lo sguardo il più in là possibile in quelle onde che sembravano finire direttamente nel nero del cielo.
-Puoi. Siamo in estate, l’acqua è calda anche adesso- sentire Yu parlare, dopo tutto quel silenzio, fu una sorpresa nella sorpresa.
Il giapponese si sfilò la casacca da sopra la testa e si avviò in acqua, voltandosi solo quando fu immerso fino alla vita.
-Allora? Non volevi nuotare?- chiese, la voce secca come al solito, ma meno acida. Poi si tuffò.
Lavi non se lo fece ripetere due volte: si svestì velocemente come si era vestito e gli corse dietro. Quando fu nell’acqua, si meravigliò di come fosse calda.
Yu riemerse accanto a lui, i capelli neri che sembravano trarre il loro colore direttamente dal buio in cui erano immersi.
-Non ti butti?- sulle labbra del ragazzo comparve un lieve sorriso ironico.

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-Ecco… ho paura. E’ tutto buio- Lavi parlò così piano che dovette andargli vicinissimo per sentire. Sbuffò: era proprio un bambino.
-Non succede niente. Avanti- sott’acqua gli sfiorò una mano, stringendola nella sua e tirandolo piano verso il basso.
Ma Lavi continuava a restare rigido, sebbene la sua mano non accennasse a mollare quella di Kanda.
Un sorriso gli increspò le labbra. Forse era proprio perché erano così diversi, che nei suoi confronti si sentiva a quel modo.
Lavi era un adulto rimasto bambino. Lui un’infanzia non l’aveva avuta.
Si tirò su leggermente e lo baciò sulla bocca, senza dargli il tempo di fare niente.
Il ragazzo rispose al bacio come suo solito, aggrappandosi forte alle sue spalle. Kanda infilò le dita nei suoi capelli, afferrandoli. Dopo un po’ si scostò bruscamente –trattieni il fiato- gli sussurrò a fior di labbra. Lavi fece come gli veniva detto. Il giapponese lo baciò nuovamente e lo trascinò con sé sott’acqua.

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Nell’istante in cui le labbra di Yu si impadronirono delle sue, Lavi staccò il cervello.
“Farò quasiasi cosa. Sopporterò di tutto, ma ti prego, Dio, fa’ che non smetta” pensò stringendosi a lui con tutta la forza che aveva.
Malgrado la sicurezza che in quanto futuro Bookman ostentava, lui era fragile. E aveva bisogno di qualcuno cui appoggiarsi.
Yu era sempre scontroso, duro e silenzioso come una roccia, ma proprio come essa gli dava sicurezza. Lui non sarebbe crollato.
Quando gli disse di trattenere il fiato lo fece senza esitare, e si lasciò trascinare dal ragazzo verso le tenebre dell’acqua, senza che il giapponese gli consentisse di lasciare le sue labbra.
Fu un bacio lento, immerso in un silenzio irreale, in cui la percezione che entrambi avevano del corpo dell’altro così vicino veniva acuita a dismisura.
Lavi sentiva la pelle di Yu scivolargli sotto le dita, le sue mani afferrargli i capelli, stringendolo decise. Era sempre stato così: Yu era sfuggente, sgusciava via come l’acqua, ma con la sua stessa forza era in grado di domare il fuoco di Lavi, di imprigionarlo e di avvinghiarlo a sé.

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Riemersero senza fiato, gocciolanti, guardandosi negli occhi.
La mano di Kanda non accennava a mollare la presa sui capelli di Lavi. Il giapponese si avvicinò di nuovo a lui.
-Non era così terribile, no?- sussurrò. Si stupì lui stesso di come la propria voce suonasse roca e senza fiato, ma si disse che ormai avrebbe dovuto farci il callo. Da quando le cose con Lavi avevano iniziato a prendere quella piega era sempre stato così. Si era sentito sempre più coinvolto, suo malgrado.
Quando Lavi si era buttato davanti a lui per proteggerlo dall’akuma, per la prima volta dopo molto tempo aveva avuto paura.
Paura di perderlo. Paura che quel lampo che all’improvviso aveva squarciato la sua solitudine potesse sparire.
Voleva proteggerlo. Non avrebbe più permesso che accadesse di nuovo una cosa simile.
-Perché c’eri tu. Altrimenti non ce l’avrei fatta- Lavi mosse un passo ed appoggiò la testa sul suo petto. La mano di Yu non si sfilò dai suoi capelli, ma per il resto il ragazzo rimase immobile come una statua, mentre le braccia dell’altro gli cingevano la schiena.
-Grazie, Yu- sussurrò. Il respiro di Lavi sulla sua pelle bagnata risultava quasi freddo, nonostante il tepore dell'aria, e Kanda ebbe un brivido che non riuscì a reprimere.
-Stupido coniglio- sibilò, scostandolo bruscamente per poi riavvicinare i loro visi e incrociare le loro labbra con molta più decisione della volta precedente.

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Era sempre così. L’amore fra di loro non aveva niente di dolce.
Yu prima lo offendeva, poi lo voleva. Era come se anche lui non riuscisse a decidersi.
Caddero ben presto sulla sabbia ancora tiepida, i morsi che il ragazzo gli lasciava sul collo e sulle spalle si fecero più forti.
-Ahi- mugolò Lavi a un certo punto, quando i denti finirono dolorosamente vicini ad una ferita.
Kanda si bloccò di colpo e si staccò leggermente da lui, sbattendo un paio di volte le palpebre. Poi lo guardò negli occhi.
-Scusa- sussurrò. Le sue labbra, sorprendentemente delicate e dolci, andarono a baciare la linea arrossata lasciata dai morsi di prima.
Lavi, dal canto suo, era ancora troppo sorpreso dalle scuse del ragazzo.
E quel contatto così tenero, così diverso dal solito, non era da lui.
Si puntellò sui gomiti, prendendo il viso di Yu fra le mani.
-Yu. Che cos’hai?- sussurrò guardandolo.
La bocca del giapponese si aprì come se volesse parlare, poi si richiuse. Per la prima volta da quando si conoscevano, Yu sviò lo sguardo da quello di Lavi.

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Cosa succedeva? E come faceva a dirglielo?
Come faceva a spiegargli che ognuna delle ferite che lui, Lavi, aveva sul corpo, per lui era come uno squarcio in fondo all’anima?
Se le era fatte per lui, perché lo aveva salvato, nonostante sapesse che lui non poteva morire.
-Non farlo, Lavi. Mai più- mormorò fissando la sabbia attorno a loro.
Lo sguardo di Lavi si illuminò di comprensione. Riusciva sempre a capire cosa lui volesse dire, non importava quanto fossero poche le parole che usava.
Sentì una mano sollevargli il mento e costringerlo a piantare di nuovo gli occhi in quello verde del ragazzo.
-Sai che non importa quante volte tu me lo chiederai. Sarò pronto a rifarlo quando sarà necessario- sussurrò sorridendo, ma Kanda scansò la sua mano con rabbia, tirandosi in ginocchio.
-E invece non devi farlo! Non ce n’è bisogno, è un rischio stupido, è un rischio inutile!- sbottò. Non era da lui perdere il controllo così, ma non riusciva a trovare un modo migliore della rabbia per esprimere quello che provava.
Lavi si riavvicinò a lui, paziente come al solito, ma fermo –non è inutile. Non dirlo più- sussurrò abbracciandolo.
Kanda circondò la sua schiena con le braccia, stringendolo a sé.

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Lavi capì che anche Yu non poteva essere sempre forte. Che come il mare d'estate, anche lui aveva un lato che non mostrva mai, Che come tutti, anche lui a volte aveva paura.
E in quella missione l’aveva avuta. Avrebbe dovuto sentirsene rattristato, invece ne era felice, perché voleva dire che si preoccupava per lui.
Ma per quanto si preoccupasse o si arrabbiasse, doveva capire che non l’avrebbe mai lasciato in pericolo, che avrebbe sempre fatto di tutto per salvarlo, qualora fosse stato necessario.
Capì che quella sera toccava a lui proteggere e confortare. Non poteva comportarsi sempre come un bambino.
Era vero, Yu si dimostrava sempre freddo e scostante, ma Lavi poteva sentire che aveva bisogno di lui anche nei pochi gesti e nelle poche parole che gli rivolgeva.
-Yu, io non ti lascerò mai solo. Non devi avere paura di questo- sussurrò vicino al suo collo.
Prima che il ragazzo potesse replicare qualsiasi cosa, Lavi aveva invertito le posizioni: adesso era sopra di lui, le loro mani intrecciate che affondavano nella sabbia, gli occhi di Yu che riflettevano la luna e le stelle sopra di loro.

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Avvertì il peso di lavi sul suo corpo, le mani che immobilizzavano le sue, la bocca del ragazzo che scendeva morbida dal collo alle spalle, al petto, per poi risalire e riscendere in una tortura che non aveva fine.
Sentì il proprio respiro accelerare e non fece nulla per fermarlo, pensando che quel contatto lo avrebbe fatto impazzire.
-Lavi- sussurrò, spalancando gli occhi quando le labbra dell’altro arrivarono ai suoi fianchi.
Lo sentì sorridere senza dire niente. Poteva indovinare ogni espressione che passava sul suo viso in ogni momento, quando erano insieme.
Il piacere lo avvolse a ondate, si abbandonò a Lavi totalmente, in un modo che non aveva mai fatto. Non sapeva se fosse la magia del luogo, oppure la paura che aveva avuto di perderlo.
Ripetè il suo nome molte volte, inframezzandolo con gemiti e sospiri.
-Yu- la lingua del ragazzo corse sul suo orecchio –io ti appartengo. Senza di te non vado da nessuna parte- Kanda lo strinse ancora di più, graffiandogli la schiena.
Sentiva di volerlo, sentiva che non gli importava più nulla di tutto ciò che era al di fuori di quella spiaggia e di quel momento.
Con un colpo di reni inchiodò Lavi sotto di sé, fissandolo ansimando.
Spettinato, pieno di sabbia, con l’occhio che luccicava smeraldino da sotto la frangia.
Scese su di lui, baciandolo più dolcemente che potè. Non voleva fargli male, non più. Non voleva che quella sera fosse come tutte le altre.

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Yu si fece strada in lui piano, delicatamente, senza forzarlo.
Lavi godette di ogni centimetro di quel contatto, pregando che non finisse mai.
-Yu- lo chiamò gemendo. L’altro non si mosse, rimase fermo dentro di lui.
-Yu- ripetè il suo nome, e la mano del giapponese salì verso l’interno delle sue cosce.
-Ah!- Lavi sobbalzò, ma anche dopo Kanda si bloccò.
Non resisteva più. Voleva sentire di appartenergli, voleva che capisse che non avrebbe mosso un passo senza di lui.
-Ti prego, Yu…- sussurrò. La sabbia gli graffiava i gomiti e le ginocchia, aggiungendo tortura alla tortura.
Piano, ad un ritmo estenuantemente lento, Yu iniziò a muoversi dentro e fuori di lui.
-Più… più forte- ansimò Lavi, inarcando il corpo per incontrare quello di Kanda.
-Non voglio farti male- sussurrò l’altro, avvicinando le labbra alle sue scapole.
-Non… non mi fai male. Non… me ne hai mai fatto- la mano di Yu iniziò ad aumentare il ritmo.
Ad ogni spinta il piacere sembrava volerlo sopraffare, sentiva le dita di Kanda toccarlo, sentiva il ragazzo dentro di sé, mentre tutto il mondo esterno sfumava e perdeva ogni importanza.

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Non resistette a lungo. Il corpo di Lavi sotto di sé, la sua voce che lo chiamava, intrisa di piacere a quel modo, tutto lo incitava ad abbandonarsi.
Si accasciò sul compagno, stringendogli le spalle.
-La… vi- ansimò prima che il piacere esplodesse in entrambi.
Caddero a terra, sdraiati, uno addosso all’altro. I petti di entrambi si alzavano ed abbassavano velocemente, cercando ossigeno.
La testa di Lavi andò subito al suo posto, sul petto di Yu, che gli circondò le spalle con un braccio, trovandosi a fissare la volta stellata del cielo.
-Yu?- lo chiamò Lavi ad un certo punto, quando i loro respiri si furono calmati.
Lui non rispose, ma rimase in ascolto.
-Odi ancora l’estate?- a quella domanda così esplicita gli scappò un sorriso che decise di regalargli, voltandosi verso di lui.
Gli accarezzò il viso con una mano, appoggiando la fronte alla sua –se l’estate è questo, non la odio- mormorò baciandolo.

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Lavi si svegliò non appena il sole sorse all’orizzonte. Mosse un po’ le braccia, ma le sue già flebili speranze si spensero del tutto.
Era solo.
Sospirando si tirò su a sedere e scrutò la spiaggia: di Yu nemmeno l’ombra.
C’era stata davvero, la notte prima, o se l’era soltanto sognata?
Alzandosi in piedi, lo sguardo gli cadde sulla sabbia di fianco a lui ed un enorme sorriso gli si dipinse sul volto.
“Questa notte, questo posto e queste parole sono soltanto nostre. Tu sei mio e di nessun altro” già questo sarebbe stato abbastanza, per lui.
Ma in fondo, incise lievemente staccate dal resto, due parole valsero come una scritta grande quanto tutta la spiaggia.
“Ti amo”.
Un’onda particolarmente grossa spazzò via tutto, ma Lavi non ebbe tempo di rattristarsi. Due braccia gli circondarono il petto.
-Ti amo- gli sussurrò una voce ben nota all’orecchio –quelle vanno al mare, queste all’aria. Ma non sono le parole che contano- il contatto si interruppe, e quando Lavi si girò sapeva già che non avrebbe trovato nessuno, ma la sua gioia stavolta non si spense.
Perché le parole non sono che inchiostro su dei fogli, mentre le emozioni sono marchiature in fondo all’anima.






Note dell'Autrice:


One-shot estiva sulla mia coppia preferita... è la prima volta che scrivo una cosa di questo genere, fatemi sapere che ne pensate! Ho il sospetto (che è più una certezza x.x) di fare un po' pena con le yaoi!
Ah, per quanto riguarda il rating, aiutatemi: ho messo arancione, ma non so se va bene! Fatemelo notare nel caso fosse sbagliato, grazie ^^

Bethan
   
 
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