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Autore: bianfre    12/07/2011    10 recensioni
Serie di brevi flashfic della coppia più gettonata ItaliaxGermania
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Signori e signore (specifico entrambi i sessi perché con stì nick-name non si capisce mai un cappero)
vi ringrazio dal più profondo del cuore per aver continuato a leggere e seguire questa benedetta fanfiction
che è finalmente giunta al termine!!! (YEEEEEHHH!!!!)
Allora, siccome non è mia intenzione annoiare nessuno, andrò dritta al sodo:
 
Per l’Amor del signor Gesu Cristo che è sceso in terra e poi risorto, siete almeno una TRECENTINA,
o voi uomini e donne disgraziate (bonariamente) che mi seguite, ma mai un commentino mi avete lasciato!
Neanche una singola parola come ‘no’ ‘si’ ‘eh?’ o anche essere fin troppo cortesi nel dire cose del tipo
‘veramente bello’, ‘wow’ o altre esaltazioni onomatopeiche che trovo esilaranti!
Poi ci sono state invece delle sante donne (a cui dire grazie non basterebbe) che mi hanno dedicato
interi papiri di belle parole e consigli tanto che il mio Ego ne ha risentito troppo *si abbraccia da sola.
 
Insomma, questa storiella è giunta alla fine (senza un finale concreto, intendiamoci; dopo tutta una serie
di scenette e spettacolini di varietà, non potevo certo finire con un ‘e vissero tutti felici e contenti’, no?)
così mi sono posta un quesito che riguarda voi… o meglio, che voi vi siete posti.
Anche se sono sempre più convinta che questa sia una mia mera fantasia, forse qualcuno si chiesto
il PERCHE’ del titolo.
 “Non imparerò mai”.
Non ha molto senso, lo ammetto. Almeno, nel contesto!
Però il tutto è nato dall’idea originale, ossia dalla somma (ora che la rileggo mica tanto) fanfict con cui
sarebbe dovuta iniziare questa interminabile collezione di barzellette e poetiche stentate.
 
Ma il tema era un po’ troppo triste e giù di tono, insomma, se qualcuno l’avesse letto di certo non avrebbe
continuato a leggerne il seguito (non che il primo capitolo scelto in seguito sia stato più allegro o spensierato)
ma cominciare con un tono così, come dire, macabro e triste non pareva il caso.
Così, dopo mille peripezie, ho deciso di terminare tutto in questo modo!!!
 
Ancora un enorme GRAZIE a tutti/e!!! E se almeno per l’ultimo capitolo potreste dirmi come vi è parsa
la storia, se vi è piaciuta o vi ha fatto letteralmente andare al bagno a vomitare, mi fareste davvero
felice =)  (in entrambi i casi!!!)
 
(Mi sono pure permessa di andar fuori tema pubblicando qualche mio disegno, me ne rammarico un
pochino a dire il vero) ad ogni modo quel che è fatto è fatto!!!! Buona lettura!!!!!!!
 
 
 
 
 
 

 
Non imparerò mai.
Forse è anche per questo che ancora stringo la tua mano.
 
E’ così calda.
 
 
E dire che me l’hai anche detto… oh, ordinato, scusa.
Mi hai guardato negli occhi, scandendo le parole, fissandomi serio. Sibilando, quasi cattivo.
 
“Non seguirmi”
 
Mi conosci, Germania.
Sapevi che ti sarei stato appresso, anche se avessi dovuto trasportare un’intera montagna.
Anche se ciò avesse comportato l’abbandonare tutto.
Perché non mi sarebbe importato.
Perché non avrei perso nulla.
Tutto quello che volevo era qui.
Tu, eri qui.
 
Risparmiandoti le mie solite cantilene, decisi di seguirti silente.
La tua grande schiena si stagliava poderosa nell’immensa luce del mattino.
Calda, bella, nuova.
Avrei voluto vederla.
Sarei dovuto crescere, però.
Avrei voluto davvero essere più alto, per poter scorgere oltre le tue possenti spalle, per  
poter vedere attraverso quel mero bagliore che t’incorniciava il capo.
Ma forse non me lo avresti mai permesso, come a stento ti ostinavi ad ignorare la mia presenza.
Ma io sono qui.
Sono qui, lo capisci?
Non avresti dovuto comportarti come se io non ci fossi, come se stessi indietro, come se avessi capito.
Come se avessi potuto realmente capire.
Ti sei convinto di questo, e hai lasciato correre.
Come hai potuto essere così crudele?
Come hai anche solo pensato di puntarti la pistola alla tempia, premendo il grilletto?
 
Io ero dietro di te.
 
D’un tratto, quello piccolo spazio che ci divideva è stato nullo, e la strada è stata sgombra.
Da tutto.
Tu non c’eri più.
L’infinità di un mondo sconosciuto, che con una luce abbagliante mi ha accecato.
Non era così come l’avevo sempre sognata.
Ne ero spaventato.
(Tu non c’eri più.)
Lo scudo che mi proteggeva dal mondo, che come un velo nascondeva ciò che di più orribile
esistesse sotto le mie mere convinzioni di giovane sprovveduto qual ero.
Ora lo era egli stesso.
Steso a terra, fermo.
Un rosso carminio colava dalla sommità del berretto, scivolando lungo la mandibola, solcando
le fosche pupille rivolte al cielo.
Ti stava chiamando, ma tu non rispondevi.
Non rispondevi alle mie richieste di aiuto.
(Nonostante ora non ci fosse più una fredda cornetta tra di noi)
Mi chinai verso di te, chiamandoti.
Poggiai una mano sul tuo petto, movendolo appena.
Stesi il mio intero corpo sopra il tuo, facendo leva con le braccia.
Il tuo viso era immobile, sembravi preoccupato.
Te ne eri accorto alla fine, troppo tardi però.
Perché l’hai fatto?
“Ecco, hai visto? Ora ti proteggo io, Germania”
Ma la voce roca e le lacrime tradivano il mio falso coraggio.
Lo fissavo, e pareva che sorridesse.
Sorrisi anch’io, poggiando le mie labbra sulle sue, ritirandomi poi.
 
Stava ancora dormendo.
Sssshhh…
 
 


   
 
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