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Autore: angel130294    12/07/2011    5 recensioni
Questa FF è dedicata a Neville e al suo primo giorno di scuola come insegnante.Spero che vi piaccia :)
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Neville aspettò per un’ ora fuori dall’infermeria prima che Madama Chips uscisse per dirgli della situazione dei suoi studenti.
“Come stanno?” -chiese preoccupato.
“Oh non ti preoccupare, Neville! Stanno bene! Quelle mandragole erano troppo piccole e il loro pianto era ancora debole. Tuttavia, ritengo che sia meglio che i ragazzi passino la notte qui.” -esclamò in tono tranquillo.
“Meno male!” -traendo un respiro di sollievo.
“Però ragazzo mio” -e qui il tono dell’infermiera si fece serio- “dovresti stare più attento! Certo, non è la prima volta che un professore sbaglia e manda qualche ragazzo in infermeria…ma tu hai spedito addirittura un’intera classe! Non c’è più un solo lettino libero!”
“Sì, mi scusi!” -disse il professore con tono dispiaciuto.
“Non devi chiedere scusa a me, ma ai ragazzi appena si sveglieranno!”
“Si, ha ragione!” -detto questo si allontanò a testa bassa e senza voltarsi indietro.
La notizia doveva già essere stata diffusa, perché ovunque andasse Neville egli sentiva sempre una risatina o addirittura commenti come “Si può essere più sciocchi?”, “Che idiota!”, “Perché hanno preso lui?!”.
Da ciò, Neville capì che stavano parlando di lui. Il professore, affranto, corse in camera sua e, una volta pronunciata la parola d’ordine, entrò e si sedette sul letto. Si mise una mano tra i capelli e cominciò a piangere, pensando di aver combinato un altro dei suoi guai; prese la lettera che gli mandò sua nonna e la rilesse, sperando che gli desse la forza di continuare; ma era inutile, stavolta l’aveva combinata grossa.
Si alzò dal letto,prese una pergamena che aveva nella borsa e si sedette di fronte alla scrivania, dopodiché prese una piuma e cominciò a scrivere la sua lettera di dimissioni.
Dopo circa mezz’ora finì di scrivere e si alzò; voleva lasciare il castello il prima possibile. Uscì dalla sua stanza con quel foglio in mano, “I bagagli li faccio dopo”- pensò. 
Attraversò il corridoio, sentendo ancora quelle risatine e quei commenti che -sicuramente- erano su di lui. Arrivò davanti al Gargoyle di pietra e ,dopo aver pronunciato la parola d’ordine, salì la scala a chiocciola facendo due gradini alla volta fino ad arrivare all’ufficio del preside.
I presidi nei quadri dormivano beatamente e della McGranitt non c’era neanche l’ombra.
“Chissà dove sarà?” -disse Neville tra sé e sé- “Vabbè,non importa….le lascio la lettera sul tavolo e…quando la leggerà dovrà cercare un altro insegnante! Mi dispiace di averla delusa…”
“Neville?”
Il ragazzo alzò gli occhi e vide che il ritratto dietro alla cattedra del preside,quello di Albus Silente,  gli stava parlando.
“Che cosa stai facendo, ragazzo mio?” -chiese con tono dolce
“Oh Signore…io…mi sto dimettendo!” 
“Spero che non sia per la voce che si è diffusa nell’ultima ora!”
“Se questa voce è quella che dice che ho mandato tutto il secondo anno in infermeria…allora sì, è questa la ragione!” -rispose con tono serio
“Ah Neville! Sei giovane…”
“Si Signore…ma non è possibile che ogni volta che devo fare qualcosa di importante creo sempre qualche guaio!”
“Questo ti sembra un guaio? Ragazzo mio, ne hai di strada da fare ancora!”
“Che intende dire?” -chiese curioso a Silente
“La vita è un lungo percorso,Neville! Io stesso ne sono la prova!” -disse sorridendo- “Ed è un percorso costernato di difficoltà,dolore,guai… ma su questo ci sono anche dei punti di ristoro dove troviamo felicità,amore,amicizia….”
Neville continuò a guardarlo con ammirazione mentre questo riprendeva il discorso.
“ Sicuramente questo incidente che tu consideri un guaio non è il primo della tua vita…e non sarà neanche l’ultimo, fidati!” -disse con un sorriso- “D’accordo, lo ammetto! Sei abbastanza impacciato, ma che importa? Sei un’ ottima persona! Sei riuscito a trovare degli amici che ti vogliono bene, no? Harry, il Sig. Weasley, la Signorina Granger e tanti altri, vero?”
Neville annuì.
“ E poi il numero delle tue gesta eroiche supera ampiamente quello dei tuoi “guai”! Se non ricordo male, è grazie a te se i Grifondoro hanno vinto la Coppa delle Case durante il tuo primo anno!”
“Solamente perché lei mi ha dato 10 punti quella volta!”
“Perché te li meritavi! Un’altra tua caratteristica che ammiro molto è l’altruismo! Non volevi che Harry e gli altri si fossero messi nei pasticci provocando guai a tutti i Grifondoro! Hai agito giustamente, anche se non sapevi perché quella volta loro stessero uscendo di notte!”
Neville accennò a un sorriso.
“Poi ricordo che eri presente alla Battaglia del Ministero durante il tuo quinto anno, ricordo che hai estratto dal Cappello Parlante la spada di Godric Grifondoro-la quale può essere estratta solo da un vero Grifondoro- e che hai ucciso il serpente di Voldemort. Poi Minerva mi ha detto che eri andato in India per approfondire i tuoi studi sull’erbologia e avrei tanti altri aneddoti da raccontare, ma non voglio tediarti!”- disse sorridendo.
Neville fu estremamente contento quando Silente si mise a raccontare i momenti più importanti della sua vita; per lui, questo significava tanto dato che quelli erano stati le occasioni in cui dimostrò di avere coraggio e che non era un sempliciotto come tutti pensavano.
“Neville!” -il tono di Silente si fece leggermente più serio- “Nella mia vita ho fatto tanti errori, di cui mi sono pentito per tantissimo tempo! Però non ho mai voluto farla finita. Mi spingeva il desiderio di aiutare coloro che fossero stati in difficoltà e di aiutarli a non commettere i miei stessi errori!” -fece un sospiro- “Ragazzo mio, non ti arrendere per così poco! I tuoi genitori non lo avrebbero mai voluto!”
Il pensiero dei suoi genitori tormentò Neville per un attimo. Erano finiti al San Mungo perché non avevano rivelato delle informazioni ai Mangiamorte. Lo avevano fatto per proteggere le persone che amavano tra cui lui e i loro compagni.
“Signore…credo che abbia ragione!”
“Bravo, figliolo! Ricordati quello che ti sto per dire! Anche se passerai dei momenti bui e penserai di essere solo, negato da tutto e da tutti, sappi che non è così! Troverai sempre qualcuno disponibile ad aiutarti perché le persone non nascono per rimanere sole; ci sarà sempre qualcuno al tuo fianco a sostenerti nei momenti di difficoltà!”- disse il preside con voce calma, come se stesse insegnando ad un bambino a parlare.
A quelle parole il volto di Neville si illuminò. Era la prima volta che sentiva quelle parole con una tale sincerità; stava per parlare al preside quando qualcuno lo chiamò.
“Neville!”-era la preside- “Ti ho cercata dappertutto!”
Il professore era indeciso sul da farsi. Aveva in mano la lettera di dimissioni ma dopo il discorso avuto con Silente non voleva più andarsene.
“Cos’hai in mano?” -chiese la McGranitt con aria severa
“Bè…ecco…”
“Se per caso quella fosse la tua lettera di dimissioni, sappi che non la accetterei!”
“Da-Davvero?”-balbettò Neville
“Buon Dio ragazzo, certo che no! Se ci fosse stato un reclamo da parte di un solo studente, forse l’avrei preso in considerazione! Ma dato che non è così….”
“Come? Ho sentito che gli studenti si lamentavano di ciò che ho fatto!”
“Lamentarsi? Stai scherzando? Ti considerano una forza della natura per aver mandato un’intera classe in infermeria!”-disse la McGranitt ridacchiando.
“Ma ho sentito che parlavano di un idiota, di uno sciocco, del perché hanno preso lui…”-replicò Neville confuso.
“Non parlavano di te, ma di Steven Grasshate. A quanto pare la squadra di Quidditch dei Serpeverde ha preso lui come portiere dato che è stato l’unico a presentarsi! E dicono che non sia un granché perché non riesce a parare una Pluffa neanche da un metro!” -rispose la McGranitt con un pizzico di soddisfazione.
“Oh ma allora…”
“Si, puoi continuare subito a fare lezione! E sbrigati! Il povero Gazza non riesce più a tenere a bada i ragazzi del Quarto anno!” -disse la McGranitt con un tono scherzoso.
“Si, vado subito Minerva!” 
Il ragazzo sorrise e si voltò verso il quadro di Silente. L’uomo lo guardava con aria felice dai suoi occhiali a mezzaluna con un espressione da ‘Te l’avevo detto no?’. Neville gli sussurrò un ‘Grazie’ e l’ex preside gli rispose con un occhiolino.
Il professore, ora carico di autostima, uscì dall’ufficio con aria soddisfatta. Dette un’occhiata all’orologio e disse tra sé e sé.
“Cavolo, sono davvero in ritardo!” -dopodichè accorse per raggiungere la serra n°6 dove lo aspettavano i ragazzi, ansiosi di cominciare la lezione con quella ‘forza della natura’.



*Ecco a voi la terza parte, scusate se ci ho messo tanto! Per scrivere il pezzo dove Silente fa a Neville il discorso sull' avere sempre qualcuno accanto a sé, mi sono ispirato a quando Sauro dice a Nico Robin che prima o poi avrebbe trovato degli amici (I fan di One Piece capiranno :D)
Anche questo capitolo lo dedico all'ES :D
PS: Thiana, ora ho messo lo spazio dopo i punti e le virgole :P*
  
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