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Autore: damnslyth    13/07/2011    3 recensioni
Severus Piton incontra la sua amata Lily Evans dopo molti anni. Ora, può finalmente essere felice, godendosi della conquistata e meritata fama sulla vita terrena.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Lily Evans, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Contesto generale/vago
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Salve! Ho scritto questa one-shot in attesa di vedere l'ultimo film di Harry Potter.
Premetto che le frasi in corsivo -e una sulla descrizione iniziale sugli indumenti del protagonista- le ho prese da Harry Potter e i Doni della Morte.
Spero sia di vostro gradimento... buona lettura! Until the very end <3


Era disteso a terra, inerme. Era con la faccia rivolta verso destra, a cercare di capire dove 
si trovasse. Si alzò lentamente e si rese conto di avere addosso i vestiti di quando era bambino, di una volta in particolare. Jeans troppo corti, un cappotto logoro e troppo grande che avrebbe potuto appartenere a un adulto, una strana camicia simile a un grembiule.
Studiandosi attorno, comprese di non trovarsi in un luogo concreto. Riflettendo un attimo, comprese di essere morto. Si trovava in paradiso? Questo non lo sapeva. L'unica cosa certa era che godeva di una pace e solitudine assurda e non aveva timore di nulla.
Fece qualche passo in avanti, non comprendendo dove posasse i piedi nudi. C'era una nebbiolina luminosa tutt'attorno a lui, ridicolmente piacevole.
Avanzò sempre dritto, sempre allerto. Pensò al ragazzo, se in quel momento era ancora vivo e se aveva vissuto tutti i suoi ricordi.
Ma non desiderò saperlo, non in quel momento.

Pensò a Silente, se anche lui si trovasse lì, se la morte era stata così spietata come con lui.
Questo, però, desiderò saperlo.
Comparve una cupola, una cupola dal tetto trasparente, costituita da un'enorme porta di vetro dai bordi dorati. Avvicinò lo sguardo per vedere cosa ci fosse dentro e vide una schiera di sedie che davano tutte la faccia verso un piccolo palco che ospitava un arco bianco.
L'arco aveva due campane d'argento al centro e alcuni rami fragili di betulla che 
si intrecciavano attorno ad esso. Osservando bene, vide alla sinistra un vecchio con una veste di un azzurro limpido, seduto su una panchina. Stava canticchiando, pensò, perché muoveva arzillo una gamba, dondolando la testa.
Entrò furtivo, senza far rumore, e una sensazione di quiete lo avvolse. Si avvicinò al vecchio e con sorpresa vide che era Albus Silente.

<< Oh, Severus, eccoti! Ti aspettavo. Ci hai messo molto >> disse sorridente e invitandolo a sedersi. L'uomo dai capelli unti e neri lo fissava, un po' scettico. L'ultima volta che l'aveva visto era stata alla sua morte, perché era stato proprio lui a provocarla. Non seppe cosa dire, si sentiva a disagio.
Si accomodò vicino a lui, in silenzio.

<< E' bello qui, vero? Un po' di meritato riposo... >> continuò garbatamente. << Peccato che non ci siano molti sorbetti al limone >>.
Lo guardò per un attimo, per niente sorpreso da ciò che aveva sentito. Continuò, però, a stare in silenzio.
<< Nagini ti ha mangiato la lingua? >> chiese un ragazzo, con la voce divertita. Si voltò e con sorpresa vide Fred Weasley.
Si rivolse a Silente, parlando per la prima volta: << Lui? 
>>. Silente sospirò, annuendo: << Esatto. E' morto in un'esplosione, poco prima di te >>.
<< A me non l'ha mangiata la lingua, non c'è bisogno di parlare a nome mio, professore! >> disse sorridente il giovane dai capelli rossi.
Albus ridacchiò: << Hai sempre 
avuto un gran senso dell'umorismo, ragazzo. E l'ho sempre ammirato >>.
<< Grazie! >> rispose allegro. Rimase a stare in silenzio, un po' dispiaciuto per la precoce morte del gemello.
<< Ci vediamo! >> salutò Fred con un grande sorriso stampato in faccia, e se ne andò.
<< Come fa a essere così felice? Ha lasciato la sua famiglia... >> disse guardandolo allontanarsi.
Silente sorrise: << Ha vissuto poco, ma ha fatto grandi cose. Qui siamo in un 
posto in cui si può vivere in pace e lui è contento di poter sorvegliare sui suoi cari. Ma dimmi, Severus, tu per caso non vorresti essere qui? >>.
<< Come? >> chiese, volgendo lo sguardo verso Albus. << No. Mi piace qui. E poi, non ho molta gente che mia ama Laggiù >>.
Silente rise e lui si domandò cosa ci fosse di divertente. Non si scompose e assimilò la sua solita espressione impassibile.
<< Tu credi, Severus? Ti sbagli >>.
<< Come fai a saperlo? >>.
<< Guarda >> disse indicando l'arco. Non capì cosa intendesse, ma a poco a poco comparvero delle ombre che assunsero l'aspetto di un'immagine nitida, di una scena. Harry Potter e Lord Voldemort accerchiati da centinaia di studenti, professori e qualche Mangiamorte deceduto. Vide il corpo di Bellatrix Lestrange e provò un po' di sollievo.
<< Ma allora... è vivo >> affermò un po' incredulo. Ad Albus si inumidirono gli occhi e lui ne rimase colpito. << E' un grande ragazzo, il migliore. E' andato da Lord Voldemort per sacrificarsi, è stato qua... >>.
Prima che potesse proseguire, lo interruppe: << E' stato qua? >>.
<< Sì. Ma è riuscito a congiungere i Doni, a distruggere gli Horcrux... è tornato in vita, com'è giusto che sia >>.
Stette in silenzio e tutti i pezzi mancanti si riunirono. Ecco cos'era 
che Harry doveva fare, ecco cos'era che Silente gli spiegava in vari giorni quando passava
tempo con lui. Ecco cos'era che non volle dirgli in risposta quelle diverse volte che gli chiese di cosa discutessero.
<< Ce la farà? >> gli domandò. Si stupì di aver chiesto una cosa del genere, di essersi interessato per un momento al ragazzo, di sperare che la risposta fosse positiva. Albus parve afferrare tutto e sorrise: << Sì, secondo me sì. E' un grande ragazzo, ce la farà >>.
Tutto questo, però, non riusciva a collegarlo al fatto che ci sia qualcuno, nel mondo terreno, che gli volesse bene. Albus parve afferrare anche questo e gli
disse: << Adesso vedrai >>. Una voce decisa rimbombò nella cupola.


<< Il patronus di Piton era una cerva, come quella di mia madre, perché lui l'ha sempre amata, da quando erano bambini >>.
Fissò l'immagine e il cuore perse un battito. Era 
possibile che accadesse, anche se era morto? A quanto pare sì.
<< Ti aveva chiesto di risparmiarla, no? >>.
<< La desiderava, tutto qui. Ma quando lei morì, convenne che esistevano altre donne, di sangue più puro, più degne di lui... >>.
<< Naturale che ti abbia detto questo, ma è stato la spia di Silente dal momento in cui la minacciasti e da allora ha lavorato contro di te! Silente stava già morendo quando Piton l'ha finito! >>.

Sentì la determinazione e chiarezza della voce del ragazzo. Sentì come lui 
stesse cercando di renderlo un eroe, l'uomo più coraggioso di tutti i tempi.
Sentì di provare 
affetto per lui.
<< Già, Severus... d'ora in poi sarai una leggenda, sarai conosciuto come l'uomo che ha imbrogliato il più grande Mago Oscuro di tutti i tempi, sarai conosciuto come la dimostrazione dell'eterno amore... >> annuì Albus, commosso. << Permettimi di dirti che sono fiero di te >>.
Lo guardò, un po' euforico dal tutto: << Ne sono onorato >>. Albus si alzò e lo stesso fece lui.
Sorrise: << No, accomodati >> disse con garbo. << Per te le visite non sono 
ancora terminate >>.
Andò verso la porta, ma prima si voltò: << Ci vediamo più tardi. 
Potremmo fare una partita a Poker, un gioco Babbano. Mi farò procurare due sorbetti al
limone, per festeggiare la caduta di Tom Riddle junior >> e uscì.
Voltò lo sguardo verso l'arco e vide Harry, il Ragazzo Che E' Sopravvissuto, il Padrone Della Morte, finire per sempre Tom Orvoloson Riddle, il famoso Lord Voldemort. L'immagine svanì sotto i suoi occhi e lui continuò a rammentare le scene. Pensò che era il degno figlio di sua madre, Lily Evans. Del padre... se era necessario pensarlo, allora anche del padre.
Andò pure lui alla porta, scordandosi le parole di Albus sulle visite, quando sentì una dolce voce: << Sev... >>.
Si girò, e l'immagine più bella del mondo gli apparve davanti a sé.
Eccola, proprio lei, con 
i suoi occhi verdi ed espressivi che aveva tanto amato, i suoi morbidi capelli rosso scuro, il suo sorriso che l'aveva fatto sognare. Eccola, proprio lei, la donna che aveva sempre amato e che sempre amerà, la donna, per lui, più bella e dolce dell'universo. Gli occhi verdi erano colmi di lacrime che scendevano lungo le sue candide guance, ma non cessava di sorridere. Corse verso di lui e gli gettò le braccia al collo, stringendolo forte.
Lui ricambiò, incredulo e felice, e la strinse anche lui, lasciandosi scappare numerose lacrime. Rimasero così, in silenzio, per un po' di tempo; lei lo ringraziò, gli mostrò tutto il suo affetto e lui si crogiolò di tutte le sue attenzioni.
Poco dopo sciolsero l'abbraccio e la porta di vetro si spalancò: fuori c'era James, che da lontano gli regalò un sorriso sincero, riconoscente e di uno pentito.
Dall'altro lato, Albus era seduto davanti a un tavolo bianco e gli sorrise, alzando il bicchierino contenente il sorbetto al limone in segno di gloria.
<< Mio nipote, il secondogenito... si chiama Albus Severus Potter >> disse dolcemente Lily, sorridendogli. Lui ricambiò, sorridendo per la prima volta dopo anni e anni.
Ora si sentiva finalmente amato, sia in Cielo che in Terra.

 

 



  
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