1.
A
little death around the eyes
Anno
2027
Dopo
l’ennesima giornata di lavoro ti aspetteresti come minimo
di trovare una casa in condizioni umane, una cena pronta e magari ma
così proprio
ipoteticamente qualcuno a farti un minimo cenno di saluto, insomma era
quello
che normalmente accadeva in una famiglia.
“mamma, ti prego fa qualcosa” mi volto verso il
ragazzo alto con i capelli
castani e tanto di chitarra alla mano che spunta dalle scale.
“si e che cosa dovrei fare di preciso? Ti sei accorto che non
sono riuscita a
togliermi nemmeno il cappotto”dico io riuscendo finalmente a
liberarmi del
cappotto.
“Dandelion non smette di piangere e io vorrei riuscire a
provare qualcosa”dice
ancora quel ragazzo che risponde al nome di Burdock, si poca ironia sui
nomi
ok? C’è un perché se i miei figli per
altro gemelli si chiamano come una
bevanda frizzante, ma questo ve lo racconterò un'altra
volta.
“ho capito andiamo a vedere cosa è successo, sei
riuscito a scucirle
qualcosa?”chiedo io raggiungendolo.
“ti pare, mi ci ha mandato e basta sarà in quel
periodo del mese”dice Burdock
sospirando.
“Burdock”dico io ammonendolo, si è
complicato educare un figlio maschio su
queste cose, è decisamente complicato specialmente se il
padre di questo figlio
non fa che dargli dritte che possono tutt’al più
renderlo un perfetto
coglione.
“è isterica, gli ho solo chiesto come stava Kyle,
è un po’ che non lo vedo in
giro”dice Burdock
“è un po’ che non lo vedi in giro?
“chiedo io preparandomi già al peggio mentre
busso alla porta della camera di mia figlia.
“lasciami in pace”dice Dandelion urlando.
“tesoro è la mamma, tuo fratello è
preoccupato ti va di parlarne?”chiedo io e
poi dei passi pesanti raggiungono la porta rivelando la figura di mia
figlia
con gli occhi arrossati per il pianto e i capelli rossi
spettinati.
“non c’è niente da dire
ok?”dice Dandelion
“tesoro davvero parlarne ti sarà utile, lo sai che
puoi dirmi tutto”dico
io
“Kyle mi ha lasciata per Kelsey Hauffman”dice
Dandelion e di nuovo i suoi occhi
sono pieni di lacrime.
“perfetto le cascate del Niagara la vendetta”dice
Burdock sbuffando.
“tesoro, capita di essere lasciati è una cosa
normale, forse lui non andava
bene per te”dico io fulminando la mancanza di tatto di mio
figlio, e pensare
che tutti dicono che ha preso da me, eppure non credevo di essere
così
stronza.
“che cosa vuoi saperne tu, intanto hai trovato
papà quando? Praticamente
subito”dice Dandelion.
“stai scherzando? Trovare vostro padre è stato
alquanto complicato, a proposito
ma non ve ne ho mai parlato vero?”chiedo io
“oh ti prego no”dice Burdock
“dai sedetevi, anche se vi avverto è una storia
complicata, alquanto
complicata”dico io sedendomi sul dondolo in legno.
“che cosa c’è di complicato, vi siete
messi insieme e praticamente subito siamo
nati noi a cui avete appioppato dei nomi assurdi”dice Burdock
sedendosi sul
letto accanto a sua sorella.
“per raccontarvi di come ho conosciuto vostro padre dobbiamo
andare quasi 20
anni indietro, tutto è iniziato il giorno che vostro zio
Pete ha chiesto a
vostra zia Elly di sposarlo, dovete sapere che noi tre vivevamo insieme
in un
appartamento alquanto malandato in Camden town, e quando lo zio Pete mi
disse
che avrebbe chiesto di sposarlo a vostra zia rimasi alquanto scioccata,
ero
felice per loro, insomma li avevo visti diventare una coppia, ma il
fatto che
si sposassero nonostante fossi molto giovane mi creò una
valanga di dubbi sulla
mia vita e sul mio futuro e sul fatto che non avessi fatto ancora nulla
per
trovare la persona che faceva per me e proprio la sera della proposta..
no ma è
meglio raccontare come è andata nel dettaglio..
Anno
2008
[Elly's
Pov]
Feci
vagare lo sguardo sul pubblico in delirio sotto al palco e
sorrisi. Il Filthy McNasty's era assurdamente pieno. I Babyshambles
avevano
fatto sold-out praticamente ogni sera in quell'ultima settimana, e
Peter era
più in forma che mai.
-Oh I want to lay by your side...- si
voltò per una frazione di secondo
verso di me, qualche passo dietro di lui, e nonostante la
quantità di gin che
c'eravamo scolati tutti insieme allegramente nel party pre-concerto,
piegò le
labbra nel suo solito infimo sorrisetto.
-Oh, I will lay down and die if I can't lay by your side-
Gli sorrisi di rimando ma si era già voltato verso il suo
pubblico adorante.
Charlee, alla mia sinistra, si avvicinò ed iniziò
a muovere il piede a ritmo
della musica.
-Che serata, eh?-
Sorrideva in modo strano ed io fui immediatamente colta dai sospetti.
Aveva la
stessa espressione di contorta di quando avevamo dato una festa a
sorpresa per
la nostra amica Fran, che difatti aveva capito che c'era una festa ad
attenderla il momento stesso in cui l'aveva guardata in faccia.
-Già.- la guardai circospetta e notai, oltre al sorriso, una
luce diversa nello
sguardo.
-C'è qualcosa che dovrei sapere?-
-Hmm?- incrociò le braccia al petto e mosse anche la testa
al ritmo di Deft
Left Hand.
-Charlee per favore...-
-I concerti da Filthy McNasty's sono sempre i migliori, non
credi?-
Figuriamoci, se credeva di darmela a bere per così poco non
aveva capito
proprio un accidente.
La presi per un braccio e la trascinai lontano dal caos.
-Hey!- si lamentò lei -Un po' di buone maniere, che diamine!-
-Oh mi scusi, madamigella. Vuole anche un inchino?-
Si tastò il polso dove l'avevo afferrata -Non sarebbe male,
sì-
-Piantala. Hai la solita faccia, Charlee. Sputa il rospo.-
-Che rospo?- sbattè le ciglia fintamente incredula e commise
l'errore di
guardare furtivamente Pete sul palco.
-Oddio.- si stava infilando il microfono in bocca e nel complesso non
era
proprio una bellissima immagine.
-Cosa ti ha detto?-
Charlee indietreggio spaventata fino a che non si ritrovò
con la schiena contro
la parete.
-Io non so niente, ti prego lasciami stare.- iniziò a dire,
scuotendo la testa
da una parte all'altra.
-Vuole lasciarmi non è vero?- e il panico si diffuse
dappertutto.
Sì, sì, sicuramente era così.
Era già successo in passato, d'altronde. L'ultima volta
aveva semplicemente
detto che usciva a comprare le sigarette e non era più
tornato.
Solo che poi era tornato, invece.
Con 5 pacchi di birre e una quantità di marijuana che
avrebbe soddisfatto
l'intero Regno Unito comodamente.
-Torna a vivere di nuovo con Carl! Oddio sapevo che prima o poi sarebbe
successo- mi presi la testa fra le mani e vagai come una pazza per il
backstage, urtando gente e rischiando di finire per terra ad ogni passo.
-Elly, calmati!-
Charlee mi raggiunse e mi afferrò per un braccio -Carl non
c'entra niente.-
-Stavolta.- aggiunse dopo un istante.
Ah già, perchè c'era stata anche quella volta in
cui mi aveva lasciata per
provare a ritrovare l'antico spirito karmico che aveva con il suo
vecchio
compagno di band.
Spirito karmico che era misteriosamente scomparso dopo due giorni di
convivenza
nella povertà più assoluta, un concerto
interrotto a metà per litigi sulla
scaletta da eseguire e altre cose rock 'n roll del caso.
-Non è niente del genere, fidati.- mi strinse una mano e
sorrise felice.
-Muoio dalla voglia di dirtelo oddio!-
-E allora fallo! Quest'attesa mi sta uccidendo!-
Charlee scosse la testa -Non tentarmi ti prego, ha minacciato di
uccidermi nel
caso avessi fatto trasparire qualcosa.-
-Poi farò finta di niente, ti prego! Sai che so fare
benissimo la faccia
sorpresa!-
-Non se ne parla.- iniziò a camminare dirigendosi verso il
bagno.
La seguii con tutte le intenzioni di darle il tormento perfino
là dentro, ma
quando entrammo trovammo una ragazza intenta a rimettersi il rossetto
davanti
allo specchio.
-Sì esatto. Mick Jagger mi ha autografato proprio qui sopra
la tetta sinistra e
il tatuatore ha semplicemente ripassato la scritta con l'ago.-
Allora mi accorsi che era senza maglia e che in effetti la scritta Mick
le
spiccava sopra al petto.
-Sapete, io sono qua per la musica- chiuse di scatto il rossetto
infilandoselo
nella borsetta l'istante successivo.
Si voltò verso di noi e mi resi conto che non doveva avere
più di 18 anni.
-E adesso, se volete scusarmi, Peter ha bisogno di me.- e senza
aggiungere
altro si diresse verso la porta.
Io e Charlee ci guardammo incredule per un secondo, prima di decidere
che le
stramberie delle groupies non ci interessavano e continuammo a
battibeccare.
-Dimmelo o non ti preparo più i pancakes.-
-Ma se sono sempre io quella che li prepara.-
-Sabato non ti accompagno a vedere Harry Potter.-
-Tanto non mi avresti accompagnato comunque.-
Continuammo a battibeccare per un tempo indefinito, fino a che non
decisi che
forse era il caso di tornare di là, soprattutto se non
volevo che le groupies
circuissero Pete.
Charlee si era chiusa in silenzio stampa e mi resi conto che non sarei
riuscita
a scucirle niente, così iniziai a fare mente locale di tutte
le cose che Pete
avrebbe potuto chiedermi;
Non poteva chiedermi di andare a convivere perchè
già lo facevamo da un bel
pezzo ormai, sì insomma da quando 4 anni prima aveva
risposto al nostro
annuncio affisso al The Blues Kitchen che eravamo in cerca di un
coinquilino (i
requisiti “massima serietà” e
“astenersi perditempo” non avevano significato
più nulla nel momento stesso in cui era comparso sulla
soglia di casa con la
chitarra in mano e il cappellino di feltro calato in testa).
Non poteva chiedermi di nuovo di andare in vacanza ad Ibiza
perchè gli avevo
già risposto di no tutte le mille e trecentocinquantaquattro
volte precedenti.
Che si trattasse per caso di ospitare nuovamente la sua Gang of Gin?
Come amava
simpaticamente chiamare il gruppetto di amici che aveva conosciuto nel
carcere
di Pentonville?
No, Charlee si sarebbe dovuta già rifiutare, soprattutto
dopo l'ultima
disastrosa volta in cui le avevano portato via tutti i reggiseni dal
cassetto
della biancheria ed eravamo dovute correre da Primark a fare man bassa
dell'offerta 3x2.
Ma quanto diamine durava quel concerto? Spostai lo sguardo verso il
palco e mi
accorsi che finalmente eravamo arrivati ad Albion, l'ultimo pezzo.
Ossignore, grazie.
Pete lanciò la chitarra fra la folla ed anche il cappello e
poi la maglia e
prima che potesse togliersi anche i pantaloni mi avvicinai e lui scese
sorridente.
Prima che potessi anche solo dire qualcosa, però, fu
attorniato da un gruppo di
ragazze urlanti.
Io e Charlee ci guardammo interdette e, facendoci da parte, lasciammo
che la
tempesta ormonale passasse.
-Ragazze, io vi insegnerò come fare a vivere.- disse una
vocetta squillante,
che quando ci voltammo scoprimmo appartenere alla ragazzina di poco
prima.
-Sono Doddie, ci siamo viste al cesso.- esclamò, come se
fosse la cosa più
ovvia del mondo.
-Oh, giusto.- fece Charlee sarcastica.
Doddie spostò lo sguardo verso il gruppo di ragazze e poi
tornò a guardare noi
come fossimo delle disperate.
-Lezione numero uno, le tette in bella mostra. Con la minigonna sono
un'accoppiata vincente.-
-Ma io non ho una minigonna- intervenni io. Doddie si voltò
verso di me e mi
mise un braccio attorno alle spalle -Lezione numero due, mettete la
minigonna.
Guardate me.- agitò il pass per il backstage che aveva al
collo e rise.
-Lezione tre, non pensate al matrimonio almeno fino ai...- assunse
un'espressione pensosa -50 anni, toh.-
-Ed allora vedrete che riuscirete a farvi notare da un Pete Doherty.-
Proprio in quel momento, Pete si avvicinò al nostro
terzetto, scrollandosi di
dosso le groupies e sorridendo allegro.
-Eccoti qui- esclamò rivolto verso di me, ed io avvertii il
braccio di Doddie,
ancora fermo sulle mie spalle, scivolare via inesorabilmente.
-Ehm. Già.- lo guardai circospetta, sentendo l'ansia
crescere.
Per quella manciata di secondi mi ero quasi dimenticata che ci fosse
qualcosa
che doveva dirmi.
Si avvicinò sorridente e mi strinse a sé.
-Elly, c'è una cosa che voglio chiederti, non posso
più aspettare.-
D'istinto mi voltai verso Charlee, qualche passo dietro di me, e lei mi
incoraggiò con lo sguardo.
-Magari non ti stupirà nemmeno- continuò lui e
chissà perchè anche i suoi occhi
si spostarono su Charlee.
-Peter...- se non mi prendeva un collasso in quel momento, sarei stata
al
sicuro per il resto della vita.
E poi fece una cosa che mai, giuro mai mi sarei aspettata. Non da lui
perlomeno.
Si inginocchiò. Lì di fronte a me e nel mezzo del
backstage.
Il
rumore delle persone
cessò all'istante e avvertii chiaramente gli occhi di tutti
puntati su di noi.
Si tolse una delle sue collane libertine e me la avvolse al polso.
-Vuoi sposarmi?- esclamò, sorridendo appena.
Rimasi con lo sguardo fisso sul polso dove un pendaglio a forma di
goccia color
ametista ciondolava tranquillamente e mi imposi di interiorizzare
quelle 2
parole.
"Vuoi sposarmi?" aveva detto. Lui. L'aveva detto a me. Il libertine
man che se ne fotteva di tutto e di tutti, adesso voleva sposarmi.
Ci immaginai per un istante vestiti da sposi e mi sentii male. Forse
era meglio
cancellare quel pensiero.
Allora mi resi conto che non solo Peter aspettava una mia risposta.
Tutti gli
altri attorno a noi ci guardavano in trepidante attesa.
Ed all'improvviso seppi che volevo sposarlo da morire.
-Sì. Sì che voglio sposarti Peter Doherty.- e poi
scoppiai a ridere prima di
buttarmi su di lui fra le grida e gli applausi del nostro pubblico.
Anno
2027
“Che
cosa centra la storia
della zia Elly e dello zio Pete?”chiede Burdock perplesso
“beh perché tutto è iniziato quella
sera, e quindi è fondamentale partire dalle
basi, e se non conoscete la basi non capirete nemmeno chi siete voi
”dico io
ammassando inutili scuse.
“dai Burdock sono curiosa, ma quindi lo zio Pete ha davvero
chiesto alla zia
Elly di sposarlo nel backstage di un concerto, è
così romantico”dice Dandelion
e in quel momento capisco che in fondo oltre alla passione per i
capelli di
colore rosso mia figlia un po’ mi somiglia ,anche se per il
resto è tutta suo
padre.
“si proprio così, comunque quella sera poi siamo
andati al Barfly e lì è
iniziato tutto”dico io.
Anno
2008
[Charlee's
Pov]
“Cioè
e quindi tu sei la
ragazza di Pete Doherty?”chiese Doddie la ragazza che poco
prima avevamo
incontrato in bagno e che solo dopo dieci lunghissimi minuti aveva
ritrovato la
capacità di parlare.
“si,lo sono”disse Elly orgogliosa.
“beh ma è impossibile, dovrebbero piacergli quelle
come me, insomma guardati tu
nascondi tutto”disse Doddie.
“si ma lui conosce tutto, non ho bisogno di mettermi in
mostra”disse Elly
ridacchiando proprio mentre Peter ci raggiungeva al tavolo sedendosi
accanto ad
Elly.
“beh basta, Charlee tu continui ad essere un caso disperato
però”disse Doddie
soddisfatta di aver trovato il suo caso disperato da salvare e
giust’appunto
quel caso disperato ero proprio io.
“Non sono un caso disperato”dissi io perplessa
“oh certo che lo sei, dico ma questi vestiti sono quelli che
mettevi quando eri
grassa?”chiese Doddie
“sono comodi”dissi io
“beh ma comodo non va d’accordo con rimorchio
musicisti sexy”disse Doddie come
se avesse in mano il sapere sulla nobile arte del rimorchiare musicisti
sexy.
“io rimorchio chi voglio”dissi io tranquilla
bevendo il mio drink, in realtà
non era poi così vero, cioè era vero dopo un paio
di gin lemon, di solito dopo
un paio di gin lemon scoprivo di essere in grado di parlare e nello
specifico
di parlare ad un ragazzo senza ridere per mascherare
l’imbarazzo.
“bene dimostramelo andiamo”disse Doddie
trascinandomi con lei al bancone del
bar.
“non
vedo nessuno di
particolarmente interessante”dissi io dopo aver dato
un’occhiata veloce in
giro.
“oh
io si”disse Doddie
guardando alle mie spalle e non ebbi nemmeno il tempo di voltarmi, e
quando lo
feci lei era già al fianco del ragazzo.
“ciao, la conosci Charlee?”chiese Doddie al ragazzo
biondo che sono in
quel momento mettevo a fuoco
e che in quel
preciso istante sollevò
lo sguardo dalla sua birra per
incontrare i miei occhi e lì pensai di averlo trovato, per
un attimo sentì
un’energia strana, poi scoprì che altri non era
che un attore anche se un
attore musicista, ma comunque non era di sicuro il musicista che stavo
cercando, però era carino, molto carino.
“purtroppo non ho ancora avuto il piacere, comunque sono
Robert”disse lui
sorridendomi.
Anno
2027
E
così conobbi lo zio
Robert.