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Autore: lizzie    17/02/2004    7 recensioni
Salve, io sono nuova! questa è la mia idea su come Ron e Hermione verranno a una conclusione riguardo ai loro sentimenti, mentre Harry fa i conti con il suo storico nemico coetaneo stranamente baldanzoso... sono pochi capitoli,spero che piaccia a qlc!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Harry intanto era arrivato; si ritrovò nel giardino della Tana, ancora spaesato.

“Harry!”

Ginny lo guardava dalla panchina lì vicino. Aveva il naso fasciato, ma doveva stare meglio perché si alzò, pur lentamente, e gli si avvicinò “Che ci fai qui? Dove sono Ron, Hermione e Bill?”

“Ginny! Stai meglio…è successo un casino, poi ti spiego. Ron e Hermione dovrebbero arrivare da un attimo all’altro”

Silenziosamente si guardò intorno indagatorio; intanto la porta di casa si aprì e uscì la signora Weasley:

“Harry caro! Benarrivato! Fred, George, c’è Harry! Ma… dove sono gli altri?”

“Io non capisco…-disse Harry mentre anche i gemelli arrivavano “Dovevano essere già qua…ci siamo materializzati…”

“Materializzati? Che diavolo è venuto in mente a Bill? Non ce n’era bisogno. Anzi, un pericolo inutile, non siete ancora pratici sulle lunghe distanze…”

“Abbiamo dovuto fare così…ci sono stati alcuni…problemi…poi le spiego…”

“Problemi? Che problemi?” si allarmò la signora Weasley

“Aspetti un attimo, le spiegherò…io, ora….devo andare indietro a cercarli!”

“Chi?” chiese George.

“Ron e Hermione! Dovevano essere già qui!”

“Non per fare il guastafeste Harry, ma non sembri in grado di materializzarti ancora…sembri stanco. Dimmi dove sono, vado io!” si offrì Fred.

“No, è troppo difficile da spiegare…vado io…”

“No, Harry, tu non vai da nessuna parte!” Lo fermò la signora Weasley.

“Ma io devo! E’ passato troppo tempo, deve essere successo qualcosa per f…-

“Zitto!!!”

Nell’aria si era appena udito un forte crac e Ginny lo aveva zittito mettendosi in ascolto. Non si vedeva nessuno oltre loro in ogni direzione e non riuscivano a capire da dove fosse venuto il rumore.

“io vado” ripetè Harry

“no aspetta!- urlò Ginny, indicando l’albero oltre la staccionata a qualche centinaio dalla loro postazione. -Non sentite…?”

Tutti aguzzarono gli orecchi: nell’aria si libravano alcune voci confuse, di tono sempre crescente, che presero via via a divenire comprensibili…

“…l’avevo detto che era pericoloso! Cavoli, l’unico albero nel raggio di 2 chilometri, neanche prendendo la mira ci saresti riuscito!!!”

“Hai qualche problema? Preferivi restare là per caso?”

“No di certo, ma è anche vero sai Ron che sono un pochino sconvolta dagli ultimi avvenimenti e…”

“…e certo io non ho migliorato la situazione, vero Herm? Ho fatto casino come al solito! Avanti dillo!!!”

“Cosa ???”

“Cosa pensi di me veramente! Che sono solo uno stupido cretino scansafatiche, che non è capace di legarsi le scarpe come di sollevare una piuma! Avanti urlami quanto mi disprezzi, così magari mi convinco anch’io una buona volta che parli sul serio e riesco a mandarti al diavolo invece di volerti bene..”

Ron si interruppe bruscamente e distolse lo sguardo da Hermione; con le orecchie rosse paonazze fece per scendere dall’albero, ma lei lo trattenne per un braccio: sul suo viso era dipinta l’incredulità:

“Come hai detto?”

“Senti lascia perdere, io…

“Io non penso che tu sia un cretino scansafatiche, Ron. Penso solo che…oh, beh, insomma, io…

“Cosa? – Ron la guardò dubbioso.

“Io… - Hermione alzò il capo di scatto e disse d’un fiato -sono innamorata di Te, Ron, e quando litigo con te senza una ragione e do di matto è solo perché sono convinta che di me non ti importi nulla e l’idea mi fa star male da morire…Mi dispiace di averti trattato male, scusami.”

Ron spalancò la bocca e gli occhi: non poteva essere vero!

“E non fare questa faccia adesso!- disse Hermione, mentre cominciava a piangere – Dimentica quello che ho detto e fammi il piacere di scendere da quest’alb..”

Non finì la frase: Ron l’aveva afferrata per le braccia e l’aveva avvicinata a sé per baciarla.

 

Intanto Ginny, Harry e i gemelli, riconosciute le voci dei dispersi, correvano verso l’albero; Ginny che era scattata per prima lo aveva quasi raggiunto quando le voci che già erano andate diminuendo cessarono del tutto. Incuriosita rallentò l’andatura e si affacciò con cautela sotto l’albero, in tempo per vedere il suo scarmigliato fratello che afferrava Hermione e la baciava. Elettrizzata, si tirò subito indietro e girandosi impose silenziosamente l’alt agli altri 3. Questi la guardarono dubbiosi, ma non appena ella trasse fuori la bacchetta cominciarono ad indietreggiare. Avevano fatto solo qualche passo quando preceduti da uno schiocco di ramo spezzato e da urla, Ron e Hermione atterrarono a sull’erba! Un ramo aveva ceduto e i due erano volati di sotto ancora abbracciati, con Ron che era riuscito a girarsi come un gatto (ma i gatti atterrano sui piedi! Non torna! Ndsorelladell'autrice! e chi se ne frega, il concetto è quello!NdA) per evitare che Hermione toccasse terra. Harry e gli altri corsero subito verso di loro, mentre Hermione si rialzava e sollevava Ron a sedere:

“Oddio, Ron, ti sei fatto male? Scusa, è colpa mia mi sono sbilanciata!”

“Non ti preoccupare, non è niente, ho solo battuto un poco il fondoschiena…”

E Hermione si chinò ad abbracciarlo e a baciarlo, sommergendogli la testa di capelli.

“Ora capisco, tutto! Ah, ci sarà da divertirsi…”ridacchiò Fred mentre si avvicinavano.

“Ron, ti sei fatto male?” chiese Harry, abbassandosi su di lui

“niente Harry, tranquillo, aiutami a tirarmi su..”

Harry ed Hermione presero Ron sulle spalle e dopo aver constato che era intero e poteva muoversi si avviarono verso la casa. Dietro i gemelli erano in preda ad attacchi convulsi di risa, mentre Ginny li picchiava e sgomitava perché la piantassero.

A metà strada trovarono la Signora Weasley, che pur non dando in escandescenze visto che era ben più interessata a sapere di quali problemi parlava Harry prima, intimò a Ron di ficcarsi a letto immobile e di prendere una tisana.

“Accompagnatelo di sopra ragazzi! E poi vieni a spiegarmi cos’è successo Harry!”

Il gruppetto salì fino alla stanza di Ron dalle pareti arancione accecante e qui Harry lo aiutò a stendersi con due cuscini dietro la schiena. Ron aveva un’aria insolitamente beata per essere appena caduto da un albero di tre metri e guardava Hermione rapito…. Ginny se ne accorse e spinse fuori i gemelli, aiutata da Harry.

Ron e Hermione rimasero soli. Lei guardava in basso, senza osare alzare la testa.

“Adesso- disse Ron- prova a dirmi che non è vero quello che hai detto prima e io inforco la finestra e mi butto giù dall’ultimo piano…poi mi avrai sulla coscienza!”

Hermione sorrise di gioia e corse ad abbracciarlo.

“Era vero, era vero…e non immagini da quanto tempo…”

“Quanto?”

“Cavolo Ron! Da sempre …o quasi!”

“E Krum? Davvero non contava niente?”

“Certo che sei proprio scemo!” rise Hermione baciandolo.

Quella sera la tavola era stata apparecchiata velocemente e la cena non si prospettava luculliana, perché la signora Weasley aveva voluto spiegazioni precise da Harry e si era lanciata in una ramanzina tremenda verso Bill, quando questo era arrivato, per aver lasciato quei tre da soli a materializzarsi! Bill cercò di giustificarsi, spiegando che Silente aveva subito mandato Fanny ad assicurarsi che i ragazzi fossero arrivati a destinazione, ma nulla lo salvò dalla furia materna, con grande gioia dei gemelli che si godevano la scena estasiati, facendo sbellicare Harry e Ginny dalle risate.

Ron ed Hermione non erano ancora scesi quando tornò il signor Weasley e tutti si mettevano a tavola e Ginny corse su ad avvertirli, per evitare che lo facessero i gemelli: quei due avevano cercato di usare le orecchie oblunghe nella stanza di Ron senza risultato (probabilmente Hermione aveva reso imperturbabile la porta) e ora morivano dalla curiosità e soprattutto dalla voglia di canzonare i due piccioncini. Ma quando quelli scesero insieme a Ginny non dettero loro il minimo appiglio di canzonatura e, soprattutto, la signora Weasley che evidentemente vedeva MOLTO lontano li fulminò con lo sguardo perché si zittissero.

 

Avevano appena finito di cenare, quando all’improvviso Silente si materializzò in salotto. La signora Weasley scattò subito in piedi con fare cerimonioso:

“Professor Silente, che piacere! Venga, si sieda! O cielo, poteva avvertirci che sarebbe passato, l’avremmo aspettata per cena!”

Silente sorrise:

“Grazie Molly cara, ma purtroppo non mi è stato possibile! Avevo troppo da fare a scuola, domani cominciano le vacanze, c’è un gran viavai! Posso quindi trattenermi molto poco…”

“A cosa dobbiamo questa visita, preside?” chiese la signora

“Beh, credo di avere due paroline da dire ad Harry…”

Harry si sentì improvvisamente a disagio: aveva un’idea abbastanza precisa di cosa volesse dirgli Silente. Rassegnato e con la coscienza che per la prima volta in tutta la giornata faceva capolino nella sua mente, rendendogli chiaro cosa era successo, si avviò dietro al preside, in giardino.

Fuori non era troppo freddo, per essere vicini a Natale, e la serata era serena; Harry, avvolto in un mantello preso in casa, sedette sul muretto, mentre Silente rimase in piedi davanti a lui.

“Beh, Harry, perlomeno su una cosa sono soddisfatto: sei migliorato molto con l’occlumanzia! Ho qualche difficoltà a scrutare i tuoi pensieri in questo momento!”

Harry sorrise fra sé: al sesto anno aveva deciso che se proprio doveva subire quella tortura tanto valeva impegnarcisi (ovviamente il concetto gli era stato inculcato in testa da Hermione!)! E in ogni caso non aveva nessuna voglia di permettere a Piton di frugare nella sua testa più del dovuto!

“Tuttavia, qualcosa lo posso vedere –riprese Silente –e in ogni caso non serve la magia per capire cosa tu stia pensando adesso.”

Harry lo guardò, mentre il senso di colpa gli attanagliava lo stomaco. Avrebbe quasi preferito una sfuriata…

“Dimmi Harry, qual è stato il tuo sbaglio oggi?”

Harry sospirò:

“Ho agito d’impulso e ho cercato di regolare la faccenda da solo, senza chiedere  aiuto a lei.”

“A me o a chiunque altro. Harry…- stavolta si sentiva un certo rimprovero nella voce del mago – mi spieghi a cosa serve che noi tutti cerchiamo di proteggerti quando poi tu ti vai a ficcare da solo nelle situazioni più pericolose che ti capitano sotto mano?”

“Non lo so cosa mi è preso…mi dispiace! Ho resistito alle provocazioni di Draco per mesi, ma l’altro giorno quando mi ha detto che attaccava i miei amici per ottenere una mia reazione…è stato come se ogni briciolo di ragione mi abbandonasse!” si scusò Harry.

“Da un certo punto di vista, posso capirlo, d’altra parte eri sconvolto per ciò che è successo a Ginny, ma Harry…devi controllarti! Fallo almeno per il mio povero cuore malandato – implorò Silente preoccupato; poi ridacchiò e disse - Anche se c’è di mezzo un affascinante signorina dai capelli rossi che sta diventando sempre più carina…e penso di non essere l’unico ad essermene accorto…”

Harry arrossì e sobbalzò:

“No, ma che…, cosa c’entra adesso? Chi s’è accorto di cosa?…Me lo ha letto nella mente, vero? Oppure si vede così tanto?”

Silente rise:

“Si vede Harry, si vede…un altro po’ e lo capirà anche lei…forse ti conviene giocare d’anticipo!”

“Fosse facile…” sospirò Harry.

“In effetti non lo è molto! Harry – disse poi tornando serio –non posso trattenermi molto. Mi sembra che tu abbia capito cosa volevo farti notare e spero che ci farai più attenzione in futuro. Per quanto riguarda il signor Malfoy, -Harry spalancò gli occhi, si era completamente scordato di lui - Draco Malfoy, adesso sta bene. Non ho ancora deciso cosa fare con lui, se rimandarlo definitivamente dai suoi o se cercare di trattenerlo a hogwarts in qualche maniera. Non mi sembra che sia molto desideroso di unirsi a nessuno dei due fronti di guerra…”

Harry rise: Draco come mangiamorte lo preoccupava ben poco, conoscendo il suo coraggio da coniglio, ma non l’avrebbero certo convinto a entrare nell’ordine della fenice, ammesso che ne valesse la pena…!

“Devo andare adesso, a scuola mi attendono. Saluto i Waesley e parto. Vieni dentro Harry?” chiese Silente.

“Resto qui un altro po’. Grazie per essere venuto fin qua, professore. E per non avermi rimproverato quanto meritavo…”

Silente rise:

“Di niente, Harry. Buon Natale.” e si avviò in casa.

 

Harry rimase sul muretto a guardare il cielo. Si sarebbe dato dei cazzotti per la propria stupidità! Maledetto orgoglio! Perché doveva sempre essere così testone?

Un rumore di passi lo fece girare di scatto. Era Ginny che veniva verso di lui.

“Ehi, ti disturbo?” gli chiese lei quando fu vicina.

“Niente affato, siediti.” rispose lui facendo spazio sul muretto. Harry la guardò e sembrò ricordarsi all’improvviso di qualcosa:

“E così…alla fine sei riuscita a evitare il ballo! Contenta?”

“Il ballo? Ah, già era stasera…!” rispose Ginny, ma qualcosa nella sua voce fece pensare ad Harry che in realtà non se n’era ricordata in quel momento.

“Ma davvero non ti interessava diventare la reginetta di Hogwarts? E’ pur sempre una carica…”

“Capirai! Come se ci fosse da essere orgogliose per aver vinto qualcosa grazie al proprio aspetto…Non voglio certo esser ricordata ad Hogwarts come un’oca qualsiasi…senza offesa, Harry!”

“Offesa per cosa?”

“Io non volevo…offendere Cho, con questo…”

“Ma figurati! –rise Harry- Comunque, se vuoi il mio parere…io non penso che ti ha votato lo abbia fatto solo per il tuo aspetto…per quanto a mio parere tu…ehm, tu ne sia in ogni caso meritevole, perché sei molto…carina…”

“Davvero?…” Ginny ridacchiava vedendo come si era incartato.

“Oh, insomma, io volevo solo farti capire che anche la tua personalità è degna di una vera reginetta di Hogwarts, perché sei simpatica, alla mano, eccezionale negli incantesimi, sveglia e coraggiosa! Senza dimenticare che sei però anche…ehm…”

Harry aveva parlato con tanta foga da dimenticare fino a che punto si stava spingendo! Si zittì subito.

“Come, come? Non ho capito l’ultima parola…”

“…meritevole dal punto di vista… dell’aspetto…bella, insomma…” sospirò Harry, rassegnato a vuotare il sacco.

Ginny lo guardò sorridendo.

“Grazie per gli apprezzamenti, mio capitano, li ho molto graditi. Ma, vede, a me non importa molto del titolo di reginetta, perché di tutti quelli che stanno ad Hogwarts, mi interessa l’opinione di uno solo…come dire, mi interesserebbe soltanto essere la sua reginetta…”

“Ah, si? –balbettò Harry sorpreso – e… chi è? Io…lo conosco?”

Ginny lo guardò sconsolata:

“Beh..si, è della nostra casa, è molto popolare, coraggioso, mi ha salvato la vita un paio di volte…”

Harry sorrise confuso: lo prendeva in giro? Poi vide Ginny arrossire, come non accadeva da…da quando era innamorata persa di lui.

“Facciamo così – disse lei –Io darò a questa persona il tempo di pensarci ancora un po’…” Lentamente gli prese una mano e gliela strinse e Harry si sentì attratto magneticamente verso di lei…si avvicinarono sempre di più, finchè le loro labbra non si toccarono…

“Ahi!”

Ginny urlò improvvisamente e si girò. Harry, spaventato, la fece volgere nuovamente verso di lui e vide che stava strizzando gli occhi mentre una lacrima le solcava la guancia.

“Oh, no! –pensò –anche lei!!!”

“Cosa…che ti ho fatto?” chiese a voce alta.

“Oh cavolo, Harry, scusami! E’ stato bellissimo, non aspettavo altro…ma mi hai toccato il naso con la mano!!! E ora mi fa malissimo!!!”

Harry, che era stato vicino alla disperazione in quei pochi attimi, la guardò negli occhi e prese a ridere; Ginny prima lo picchio blandamente e poi si unì a lui, abbracciandolo.

“Dopo tutto forse una cosa buona in tutta la giornata l’ho fatta!” pensò Harry fra sé.

 

THE END

 

  
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