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Autore: Hikari93    14/07/2011    8 recensioni
-La prassi vorrebbe che mi invitassi a cena e che, soprattutto, comprassi un gioiello da donarmi dopo esserti inginocchiato davanti a tutti e avermi chiesto di sposarmi.- Sakura, ormai, era partita verso un mondo in cui la comprensione di ciò che accadeva era destinata soltanto a tipe come lei ed Ino. Per esempio, Hinata non avrebbe capito molto.
Sasuke ascoltava, inorridito.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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A Uchiha-kun non piacciono i bambini, i matrimoni e i genitori gelosi

 

 

Il problema era nato quando la sua ragazza, Sakura Haruno, gli aveva comunicato il lieto evento.
 
“Sono incinta, Sasuke-kun”, gli aveva detto, con un sorriso che si espandeva dalla guancia destra a quella sinistra.
 
La prima reazione di Sasuke – se fosse stato una persona come tutte le altre – sarebbe stata quella di gioire, oppure di spalancare prima gli occhi con fare meravigliato, per poi scoppiare in lacrime e ripeter più e più volte un “oh Sakura, che bello!”. Il tutto, magari, si sarebbe coronato con tanto di abbraccio commovente culminato in stretta tortuosa.
 
Ovviamente no.
 
Ci stava che lui aveva un’immagine da difendere, che mai e poi mai avrebbe fatto sgorgare quelle cose chiamate lacrime dai suoi occhi indifferenti al mondo, ma il suo primo pensiero era stato quello che le succitate altre persone avrebbero definito come un semplice “oh cazzo!”.
 
Tuttavia aveva tentato di sorridere – parola grossa per un tipo come lui – riuscendo soltanto a deformare il suo volto al punto tale che se il futuro bambino, che attualmente Sakura portava dentro, l’avesse potuto vedere, non sarebbe più voluto venir fuori.
 
-Mh.- era stato tutto quello che era riuscito a dire, dato che il tentativo con l’espressione facciale era fallito miseramente.
Così facendo si era naturalmente beccato un’occhiataccia terribile da Sakura, la cui espressione era passata da “sono tanto felice e contenta” a “che diavolo mi rappresenta quel mh?”. Sasuke, però, non aveva dato segni di cambiamento o di pentimento per quanto proferito, nascondendo quel timore che provava dietro alla solita maschera di freddezza che indossava da sempre.
-Non sei felice, scusa?- disse lei, piccata.
Lui la guardò, cercando di comunicare quanto più possibile con lo sguardo, ma sembrava che proprio quel giorno, Sakura fosse chiusa ad ogni interpretazione di gesti e parole di suo ragazzo, con cui conviveva da un po’ di tempo.
Eppure, lei sapeva che Sasuke era tutto da interpretare.
-Andiamo a casa, così ti riposi un po’.- proferì, infine, precedendola di alcuni passi.
 
 
“Quanto sarà mai difficile avere un moccioso per casa?”, si chiese, mentre una fervida immaginazione, che non aveva mai posseduto, cominciava a mettergli innanzi diversi momenti di crisi tra lui e il nascituro. La cosa non gli piaceva per niente.
 
Mentre camminava diretto verso casa, con Sakura ancora imbronciata al seguito, Sasuke vedeva pannolini da cambiare, biberon da scaldare, omogeneizzati da far ingurgitare –specialmente da far sopportare al suo povero naso –, ma ciò che più lo stufava erano le sicure urla che avrebbe dovuto tollerare per tutto il santo giorno e la non più beata notte, sentendosi dare come spiegazione una solita frase fatta che, seppur vera, non avrebbe migliorato per niente il suo umore, né fatto sparire le occhiaie che si sarebbero formate in seguito all’insonnia.
 
“E’ piccolo, quando crescerà sarà diverso!”
 
E quando sarebbe cresciuto? Quando sarebbe stato un adolescente, quale sarebbe stata l’altra scusa?
Immaginava suo figlio tornare a casa, sbattere con violenza lo zaino per terra, rispondere male a sua madre e beccarsi due sberle o più da parte sua. Al solito, però, avrebbe ricevuto una spiegazione per niente esauriente.
 
“Lo sai che sta passando un periodo difficile! L’adolescenza è così: tutti ci siamo ribellati ai nostri genitori. E’ normale, Sasuke, punto.”
 
Sentiva già Sakura civettargli nelle orecchie, pronta a difendere a spada tratta il suo bambino – o bambina – qualunque fosse l’età.
 
Dopodichè, sarebbe diventato adulto e poi, qualunque guaio avesse potuto combinare…
 
“Sasuke, noi abbiamo fatto il possibile.”, gli avrebbe detto.
 
 
-Sasuke-kun, a cosa pensi?- la voce squillante di Sakura lo riportò alla realtà, facendo sparire tutte quelle insulse visioni che aveva avuto fin poco prima.
-Niente.- rispose, scrollando le spalle.
Come avrebbe potuto uscirsene con “sto pensando che ci stiamo cacciando in un guaio più grosso di noi e che abbiamo solo diciannove anni!”
-Sasuke, invece io sto pensando ad una cosa!- lo afferrò per un braccio, costringendolo a voltarsi nella sua direzione. A meno che non volesse perdere l’arto, che sarebbe sicuramente finito a brandelli, stritolato dalle mani di Sakura.
-Che cosa?- chiese, sapendo che altrimenti lei non avrebbe mai continuato.
-Dovremmo sposarci!- emise, chiudendo gli occhi dalla vergogna e diventando rossa come un pomodoro.
Possibile che lui non ci avesse pensato? Si stava crucciando tanto sulla questione figlio – non che ci fosse, poi, da stare completamente tranquilli – che quasi aveva rimosso di dover compiere il grande passo. Rimase immobile, rigido e completamente in silenzio.
Il che indispettì Sakura che subito cominciò a farsi strane idee, tra le quali, ce ne era una delle più temibili, ovvero “lui non vuole sposarmi!”.
-Non vuoi sposarmi?- bisbigliò, appoggiandosi al petto di lui.
In quel momento, Sasuke pensò che la sua ragazza saltava a conclusioni fin troppo affrettate per i suoi gusti. Però, lei avrebbe dovuto ammettere che lui non era il tipo da enunciare di volersi maritare, non con una certa enfasi, almeno.
-Non ho detto questo.-
Lei alzò gli occhi, più brillanti che mai.
-Voglio la dichiarazione, però! Insomma, con tanto di anello, di fiori… in stile, ecco!- esultò Sakura, sfiorandogli il naso con il proprio.
Stavolta l’Uchiha non riuscì a trattenersi e strabuzzò un occhio, la palpebra cominciò visibilmente a tremolare. Deglutì nervosamente e si vergognò fin sopra la punta dei capelli quando immaginò sé stesso in smoking con bouquet di rose rosse e anello incastonato con diamanti.
 
“Che magari con quei soldi ci compreremmo miliardi di pannolini”, pensò scettico.
 
-La prassi vorrebbe che mi invitassi a cena e che, soprattutto, comprassi un gioiello da donarmi dopo esserti inginocchiato davanti a tutti e avermi chiesto di sposarmi.- Sakura, ormai, era partita verso un mondo in cui la comprensione di ciò che accadeva era destinata soltanto a tipe come lei ed Ino. Per esempio, Hinata non avrebbe capito molto.
Sasuke ascoltava, inorridito.
-Poi, dovresti chiedere la mia mano a mio padre, sai come funzionano certe cose!- sentenziò, il dito alzato davanti al volto del ragazzo.
-Nient’altro?- chiese l’Uchiha, leggermente ironico.
-Fammici pensare.- un pollice davanti al labbro inferiore e gli occhi rivolti a guardare il cielo. L’Haruno si stava davvero applicando.
Ma Sasuke sapeva che non ci avrebbe messo molto a pretendere mille e mille altre cose.
-Ci sarebbe da preparare la cerimonia, parlare con chi di competenza, comprare il vestito, che tu non dovrai vedere, le scarpe, i capelli, il trucco, i testimoni, le prove prima del matrimonio…-
-L’addio al celibato.- la interruppe Sasuke, ghignando.
-No quello, no!-
Il ragazzo avrebbe continuato a rispondere, dicendole “Ma è la tradizione, no? Sai come vanno certe cose!”, ma il suo orgoglio e la sua indifferenza caratteristica lo tennero a bada.
Si limitò a continuare a far finta di sentire i discorsi senza senso di Sakura. Continuava ad aggiungere necessità – come le chiamava lei – su necessità, come se dovesse organizzare non un solo matrimonio, ma la cerimonia di ogni coppietta di Konoha.
-Piuttosto, hai detto ai tuoi di… insomma… di aspettare un figlio?- domandò lui, sebbene avesse voluto evitarlo. Qualcosa – come la felicità che lei sprizzava da tutti i pori – gli diceva che i suoi genitori non ne sapevano nulla.
Difatti, a quella domanda Sakura parve tornare in sé.
-No.- sbiancò.
 
“Perfetto.”, pensò lui, per la seconda volta ironico.
 
-Credo sia questa la priorità, il resto verrà di conseguenza.- ammise Sakura, rinsanita totalmente.
Sasuke annuì e, con l’Haruno davanti, era, per così dire, pronto per affrontare l’ostacolo peggiore; più dei bambini frignoni e incontrollabili, più di dichiarazioni imbarazzati: i genitori di lei, della bambina Haruno che lui aveva messo incinta.
 
Se Itachi fosse stato lì con lui, anziché a lavoro, lo avrebbe sicuramente preso in giro.




 



 
 
 
Non so come mi sia venuta in mente.
Non so nemmeno se aggiungere al genere “demenziale” (o “nonsense”) o se mettere OOC. Beh, trattandosi di un AU (come forse avete capito) non so mai quando è utile l’OOC. Del resto (credo) che sia difficile sapere come si sarebbe comportato un tipo come Sasuke se non ci fosse stato lo sterminio del clan… (per fare un esempio).
Va bene, spero che vi sia piaciuta (almeno un pochino “^^) 

 

   
 
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