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Autore: Miss Demy    15/07/2011    24 recensioni
Una raccolta di shot con i pensieri e le riflessioni di Usagi in relazione a determinati episodi dell'anime Sailor Moon.
-Cap.1: La resa dei conti. Pensieri e riflessioni di Usagi quando, nelle vesti di Sailor Moon, si ritrova da sola, senza le sue amiche, a combattere Beryl e a vendicare la loro morte.
-Cap 2: L'uomo con la maschera. Pensieri di Usagi mentre riflette su Tuxedo Kamen, l'uomo misterioso a cui vorrebbe far conoscere l'altra parte, quella vera, di Sailor Moon.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Usagi/Bunny
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima serie
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Premessa: questa shot presenta determinati termini appositamente ripetuti e scritti in corsivo, proprio per far capire la mia intenzione di marcarli.
Altra premessa: questa shot va letta tenendo in considerazione un’idea di Naoko Takeuchi che, nonostante poi fu bocciata, prevedeva che trasformate in Guerriere, le Sailor avessero un aspetto diverso, in modo da non essere riconosciute.
Ecco, ci tengo a precisarlo.
Ultima considerazione, la più importante:
Dedico questa shot a Endymion, perché è solo grazie alle mie piacevolissime chiacchierate con lui se ho trovato l’ispirazione per scrivere questa mia assurda follia dato che ho già in corso altre storie (ti prego, non prendermi per esaurita :D).

Buona lettura…


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Tra poco calerà la notte; la Luna piena, maestosa, illumina e schiarisce con la sua eterea luce, il cielo blu, limpido e impreziosito da stelle. Affacciata al balcone della mia stanza, amo osservarle e collegarle da tratti invisibili per poi fantasticare su quale figura possa venirne fuori. Alcune, unite, danno forma a un coniglietto; riesco a focalizzare le lunghe orecchie e persino la coda rotonda; altre invece somigliano a una maschera, una di quelle che coprono gli occhi nascondendo, così,  la reale identità di chi l’indossa.
 
I miei pensieri, inevitabilmente, abbracciano te, Uomo misterioso.
 
Sospiro, lasciando uscire tutta l’ansia che ho dentro, cercando di attenuare il bruciore al petto che ormai sta logorando il mio interno, incessantemente, crudelmente, ogni volta che nella mente il tuo ricordo riaffiora.
Questa sensazione di sconforto non mi lascia, anzi, si impadronisce di me ogni giorno di più, ogni momento con maggior impeto.

Come un vulcano in eruzione, che schizza con violenza la lava bollente e incandescente al cielo, rendendolo dalle tonalità del rosso e dell’arancio,  senza curarsi delle conseguenze.
Come una pressa che schiaccia, sopprime, crudelmente, un oggetto al suo interno.
Come le fiamme di un incendio che si diramano come lingue di fuoco, sempre più alte, pericolose, implacabili.
 
È inevitabile, maledettamente inevitabile, la tristezza provata quando penso a te.
 
Tu non la provi?
 
Non
provi questa sensazione di sconforto? Non senti il cuore fermarsi per pochi attimi e un senso di vuoto farsi strada dentro di te come un’auto che percorre l’autostrada sfrecciando a grande velocità?
Non credi di non avere abbastanza ossigeno nei polmoni che ti permetta di dire: “Respira, sei vivo, sei vivo anche se lei non è insieme a te”?
 
Beh, io non so cosa provi tu, non so cosa immagini quando guardi le stelle, se giochi anche tu a disegnare figure nel cielo, non so se ti perdi estasiato a contemplarle e a esprimere un desiderio quando qualcuna di esse, come una scia luminosa e a volte troppo veloce, attraversa il cielo dando a noi la possibilità di credere che, forse, un modo per realizzare i nostri sogni ci sia ancora.
Io non so che aria respiri di giorno, se in estate è soffocante come la mia o molto umida in inverno.
Io non so se anche tu, come me, ami assaporare il gusto fresco e zuccheroso del gelato sentendolo sciogliere in bocca o se rimani inebriato dal profumo di una buona torta al cioccolato appena sfornata.
Io non so il sentimento che provi quando qualcosa non va come avevi sperato, il senso di amarezza che nasce in te quando sei triste, o il calore al cuore che avverti quando ricevi una di quelle notizie così belle e inaspettate che ti creano un sorriso spontaneo sul viso.
 
Mi rendo conto che io non so nulla di te.
 
È questa, sì, è proprio questa, la sensazione di  vuoto e di sconforto che dilaga in me, come un fiume in piena che straripa, senza argini o dighe, quando penso a te, Uomo misterioso.
 
Chi sei Tuxedo Kamen? Chi sei in realtà? Che volto si nasconde dietro quella maschera? Quali occhi si celano dietro a quell’oggetto che ti rende così impenetrabile, così lontano, così dannatamente irraggiungibile?
Lo ammetto, sono curiosa, sono tanto curiosa. Lo so, lo so, è un enorme difetto, Luna me lo dice sempre, e pure Rei, so che spesso la curiosità è fonte di guai ma nel tuo caso sorge spontanea.
Potrei paragonare questa curiosità a piccole e rare gocce di pioggia che lentamente si infrangono al suolo, prima di divenire sempre più numerose e grosse, prima che il cielo azzurro si colori di grigio e la tempesta diventi incessante, intenta non terminare presto.
 
Potrei sembrarti esagerata, potresti sicuramente, anche tu, come Luna e Rei, considerarmi strana. Beh, razionalmente potresti anche avere ragione, in fondo, da quanto ci conosciamo noi due?
Poco, troppo poco, considerando che i nostri incontri durano quanto un batter d’ali, quanto un caldo e avvolgente soffio di vento che, però, porta con sé il profumo dei prati fioriti, del mare d’estate. Un odore che riempie i sensi, del quale ti inebri ad occhi chiusi, concentrandoti meglio quando avverti che sta per svanire.
Ecco, ripenso a te, ai nostri brevi incontri che, ormai, hanno il potere di far scalpitare il mio cuore, che lo scaldano con prepotenza facendolo battere grazie alla speranza che l'attesa duri poco e che il prossimo incontro arrivi presto, il più presto possibile.
Sai, Tuxedo Kamen, ogni volta che tu accorri in mio aiuto, non appena ascolto la tua voce calda e vellutata, piena di sicurezza e protezione, io mi sento felice, sento una gioia dentro di me che non riesco a spiegare. È come se il momento che tanto attendo, oramai, con tutta l’anima,  finalmente giungesse togliendomi per un attimo il respiro prima di sentire scalpitare il mio cuore. Non potrei desiderare nient’altro che rivedere te.
Non mi sarei mai aspettata di diventare una Senshi, non ci avrei mai creduto, se mi avessero predetto, che avrei avuto un’identità segreta, una doppia identità. Assurdo! Assurdo ma vero!
Sono una Senshi, sono Usagi ma sono anche Sailor Moon.
E la cosa che mi inquieta, che mi fa sentire un vuoto all’anima, è che tu, di me, conosci solo una Usagi, solo Sailor Moon.
 
Non conosci Usagi, la vera Usagi.
 

Non sai qual è il vero colore dei miei capelli, come il riflesso del sole li schiarisce rendendoli simili a fili d’oro, o di quanto siano lunghi, così lunghi da doverli tenere raccolti in due code per evitare che tocchino terra, oppure, quanto siano morbidi e lisci sotto le mani, merito del balsamo che uso dopo lo shampoo.
Non puoi liberamente guardare il vero colore dei miei occhi, la luce che emanano quando guardo estasiata le vetrine dei negozi o quando scopro che il test di Inglese sarà rinviato perché la professoressa è assente.
Non conosci la mia golosità per i manicaretti che cucina Makoto, per i frappé che prepara Motoki o per i gelati, soprattutto quelli della nuova gelateria aperta in centro.
Non sai quanto io odi studiare, quanti compiti andati male mi hanno fatto subire punizioni da mia madre che urlava a squarciagola e dei pianti che ho fatto, sul letto, fino poi ad addormentarmi stremata.
Non sai come il mio cuore batte forte quando Motoki mi sorride e mi dedica momenti del suo tempo per insegnarmi a superare il livello del mio videogame preferito. Amo la sua dolcezza, il suo essere sempre disponibile e pieno di piccole accortezze verso me. Amo ricevere attenzioni, sentirmi importante per qualcuno, sentirmi speciale, unica. Sai, vado al Crown per vedere lui, per sentirmi bene, per trovare una pace interiore e quell'autostima che a volte mi manca.
Quello che provo per Motoki non so cosa sia, so solo che i suoi occhi sui miei riescono a procurarmi un dolce calore al cuore.

E tu? Tu, Uomo misterioso?

Con te è diverso. Perché quando sono a casa, o anche quando sono a scuola o in centro a fare una passeggiata, quando sono solamente Usagi, la Usagi che tu non mi permetti di presentarti, il senso di vuoto mi assale, so che, al contrario di come faccio con Motoki, non posso venire da te perché non so dove abiti, dove lavori, dove passi il tuo tempo libero. Non posso neppure telefonarti inventando qualche scusa solo per chiederti come stai, perché non so il tuo numero.
Uomo misterioso, io non so il tuo nome, né il tuo cognome.
Vorrei poter ascoltare la melodia che produce il suono del tuo nome pronunciato dalle mie labbra…
 
Oh, sì, lo desidererei tanto.
 
Perché
non vuoi rivelarmelo? Perché dici che non puoi dirmelo? Perché non  vuoi confidarlo a me? Cos’è che ti impedisce di aprirti con me?
Lo so, è vero, è ancora troppo poco il tempo trascorso dal nostro primo incontro, dalla prima volta che sei apparso, che sei giunto in mio aiuto, dalla notte che con la tua gentilezza, coi tuoi modi dolci ma allo stesso tempo pieni di protezione, hai fatto nascere qualcosa dentro di me.
 
Come un bocciolo che, lentamente, apre i suoi petali vermigli prima di schiudersi del tutto e mostrare una meravigliosa rosa rossa e profumata.
 
Ecco, allo stesso modo, io ho iniziato a provare per te un sentimento nuovo, mai provato prima. Il fascino del mistero è sempre qualcosa di sublime all’inizio, ti aiuta a volare sui sentieri della fantasia verso mete sconosciute, ad attraversare Oceani di emozioni che solo con l’immaginazione è possibile fare.
E allora perché, più tempo passa, perché più aumentano i nostri incontri, perché più sorrisi dolci dedichi a me, più parole piene di gentilezza mi rivolgi, e più io sento che ho bisogno di sapere chi sei? Ho bisogno di volare su Cieli della consapevolezza, di lasciare l'ignoto per il noto. Sono sicura che sono Cieli più belli, limpidi e cristallini, di quello tenebroso avvolto dal mistero.
Ho bisogno di dare un volto a te, uomo misterioso, di guardare i tuoi occhi e giocare a trovare più sfumature possibili che la luce del sole è in grado di riflettervi dentro prima di posare un bacio sulle tue palpebre.
Ho bisogno di sapere come sono i tuoi capelli sotto quel cilindro, di guardarli mentre un soffio di vento li rende ribelli e mi invita ad accarezzarli dolcemente.
Ho tanta voglia di sapere come, senza la maschera, le piccole rughe sulle tue palpebre si accentuano quando ridi, quando piangi, quando parli semplicemente, rendendo il tuo volto espressivo, le tue guance meno distese ma rivelatrici di emozioni.  
 
Te l’ho già chiesto, ti ho domandato chi tu fossi ma tu non vuoi dirmelo e, anche se lo desidero con tutta me stessa, chiedertelo ancora mi spaventa.
Non voglio allontanarti da me, da me che spero sempre di rivederti, di condividere con te piccoli ma, per me, significativi momenti in cui il cuore batte forte e una marea di sensazioni di pace, gioia e serenità mi avvolge dolcemente.
So che il Mondo è pieno di persone cattive - probabilmente in molte di esse ti avranno ferito inducendoti a diffidare di chiunque -, di nemici contro cui, noi stesse Sailor, combattiamo in nome della giustizia e dell’amore per difendere la pace.
Non voglio perderti, non voglio che tu mi consideri una nemica da cui proteggerti, da cui difendere la tua identità.
Vorrei farti capire tante cose, vorrei poter riuscire a farti fidare di me, vorrei farti scostare la maschera dal volto.
 
Senza fretta, con calma, poco alla volta. Solo con me, solo per me.
 

Desidererei tanto guardare i tuoi occhi e specchiarmi in essi, mostrandoti quanto buono ci sia in me, in Usagi, soltanto Usagi. Non Sailor Moon.
Usagi.
 
Devo rassegnarmi all’idea che non saprò mai chi sei?
Devo convivere con l’angoscia di non poter mostrare a te la parte solare che mi caratterizza ma solo quella che ha la protezione della Luna?
 
No ti prego, non far sprofondare il mio cuore, non spegnere quella piccola fiamma che illumina il mio animo rendendolo un poco più leggero e caldo.
Non togliermi la speranza.
Ne ho bisogno, Uomo misterioso, non riesco a vivere senza.
È proprio quella piccola, flebile, lucina che mi fa andare avanti quando il senso di smarrimento si prende gioco di me, quando la malinconia per la tua mancanza gioca col mio cuore rendendolo fragile.
 
Fidati di me, Uomo misterioso. Fidati di Usagi, oltre che di Sailor Moon.
È tutto ciò che desidero.
 
Una stella attraversa, veloce, il cielo scuro. Esprimo un desiderio. Spero che si avveri. Lo spero con tutto il cuore. Spero di non dover sperare in un attacco nemico per poterti rivedere, spero di non dover più passare alla mia seconda identità - quella segreta - per poter parlare con te e gioire per i brevi momenti trascorsi assieme.
 
Chissà se i desideri, quando espressi con il cuore, alla fine si realizzano...
Non lo so ma io ci confido con tutta l'anima. Un'anima che sente il bisogno di te, di conoscere te, Uomo misterioso, Uomo dagli occhi nascosti, dalle espressioni indecifrabili e dalla vita di cui io non so nulla. Uomo che, se chiudo gli occhi e incontro te nei miei pensieri, riesco a immaginarti solo in un modo: come
l'Uomo con la maschera.


 
Il punto dell’autrice
 
Eccomi, con questa shot non prevista ma molto ispirata.
Questi pensieri si collocano ovviamente prima dell’ep 34 in cui le identità vengono rivelate.
Spero possa essere stata da voi gradita.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questa mia follia, ve ne sarei grata.
Il ringraziamento è d'obbligo verso la carissima Sun86m che ha realizzato il logo per questa shot facendomi una bellissima sorpresa. Grazie di cuore :)
Un bacio e a presto!

Demy

   
 
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