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Autore: Strega dagli occhi verdi    15/07/2011    3 recensioni
E se gli incubi fossero reali? Se aiutassero a salvare la vita di una persona?
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 1 – Incubi di sabbia

Non sapevo se stavo sognando, ma una cosa era certa. Il male era reale lo potevo sentire, quasi toccare, e faceva male, tanto male. Soffrivo, il dolore al braccio era quasi insopportabile  e il cerchio alla testa non mi permetteva neanche di pensare.

Cercai di alzarmi, ma caddi indietro. Mi sedetti con la schiena contro il muro, e osservai la stanza abbandonata. Il soffitto a malapena stava in piedi, nell'angolo a sinistra in fondo alla stanza c'erano alcuni calcinacci e pezzi di pietre. Alla mia destra vi era una finestra senza vetri che illuminava la stanza. Per il resto non vi era nient'altro. Cercai nelle tasche dei miei jeans un cellulare, ma vi trovai una lettera piegata ed un mp3. Lessi il davanti della lettera "Jake J." poi la girai "A Emily James". Posai la lettera di fianco a me vicino all'mp3 .Continuai a non capire, perché ero li? Perché mi trovavo li tutta sola?.

Ero io Emily Strange?.

Supposi di si.

Mi passai una mano tra i capelli e mi stupii del loro biondo cenere, io avevo giurato di averli di un rosso intenso. Mi accorsi che indossavo una divisa militare, mi tastai le tasche del mio gilè verde e vi trovai una cartuccia, dei fiammiferi ed una pistola. Misi tutto li sempre vicino a me insieme agli altri oggetti.

Il braccio sinistro faceva sempre molto male, afferrai il braccio ferito con quello sano e cercai di posarlo sul mio ventre per non lasciarlo lì a terra.

Credo che una lacrima mi scese sul viso, silenziosa, l’asciugai subito. Dovevo restare lucida.

Eppure qualcosa me lo impedì, qualcosa crebbe dentro di me, qualcosa di ancora più grande del malditesta e del dolore al braccio.

Sulle prime mi sentii mancare, poi avvertii un forte dolore allo stomaco come se qualcuno mi stesse squartando. Urlai per il dolore, mi piegai su me stessa e urtai il braccio rotto. Questo mi fece gridare ancora di più. Piansi, gridai e persi sangue dalla bocca.

Alla fine svenni.

 

Gridai. E mi toccai lo stomaco, fu un gesto automatico che mi fece paura. Quando riuscii a calmarmi un poco, mi sdraiai di nuovo sul mio letto coprendomi con le lenzuola. E rimasi a pensare fino a che la mia sveglia non suonò, solo la canzone dei 30 seconds to mars – Attack riuscì a calmarmi.

In fondo era stato solo un incubo,

o forse no?.

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