Film > La Sirenetta
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Autore: iesnoth    16/07/2011    5 recensioni
{Crossover La Sirenetta / Il Pianeta del Tesoro}
Traduzione italiana di un crossover inglese, sul sito deviantArt.
Ambientata dopo "Il Pianeta del Tesoro" e durante "La Sirenetta"
Jim, allievo dell'Accademia Interstellare, viene spedito sulla Terra per un addestramento sul campo, dalla durata di un mese, e si ritrova agli ordini del principe Eric.
Ariel, per amore del principe, firma il contratto con Ursula, ma ad accoglierla sulla terraferma troverà Jim, che la proteggerà e le insegnerà tutto quello che vuole sapere sul mondo degli uomini.
Un ragazzo dallo spazio. Una ragazza dal mare. Due persone, un amore, un'epica avventura.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, Cross-over, Lime, Movieverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Landlocked.
Nota
: Letteralmente, la traduzione sarebbe “Bloccato/a a terra”. Come vedrete andando avanti nella lettura, andrà bene sia per Jim che per Ariel. Ovviamente, manterrò il titolo in Inglese, dal momento che è definitivamente più evocativo.
Link originale
: qui. Capitolo I
Autore
: iesnoth. Americana, account qui.
Traduttrice
: Vesi. Me, myself and I, account su EFP qui.
Pairing
: Ariel/Jim
Rating
: Giallo
Genere
: Angst, Avventura, Romantico
Avvertimenti
: AU, Crossover, Lime, Movieverse, Traduzione
Disclaimer
: I personaggi di Ariel, Jim, Flounder, Morph, Scuttle e Amelia appartengono alla Walt Disney Pictures; gli altri, così come la storia, sono di proprietà dell’autrice originale. Io sono solo la traduttrice – leggasi: l’ultima ruota del carro XD
Note
: Se siete puristi delle coppie Disney, e fieri shippers Ariel/Eric, non vi consiglio di leggere questa fanfiction u.u

Note della Traduttrice:
Hello, everybody! Io sono Vesi, e sono la traduttrice di questa meravigliosa fan fiction.

Dunque, che dire? Ho letto i cinquanta capitoli della storia tutti d’un fiato, perché davvero, è appassionante, scorre senza problemi, forse complice quello stile di scrittura tipicamente americano e che ho cercato di mantenere.
Personalmente, ho sempre pensato che il principe Eric, per quanto fosse uno dei pochi principi Disney ad avere l’onore di un nome, non fosse abbastanza per Ariel, che ha fatto di tutto e di più per riuscire a stare con lui u.u
Jim. Jim va molto meglio. Ma del resto, stiamo parlando di Jim Hawkins, mica bruscolini *O*

Ho cercato di mantenere le strutture originali, e di attenermi il più possibile alla traduzione letterale: tuttavia, visto che deve essere un piacere da leggere anche per gli Italiani, ogni tanto troverete rese non proprio fedelissime, in un Italiano migliore, che però esprimono lo stesso concetto. Nel caso di parole di difficile traduzione, troverete le note a fine capitolo.
Se aveste suggerimenti, non esitate a farmeli sapere.

L'immagine iniziale è una creazione della bravissima autrice, fatta apposta per Landlocked. La potete trovare su deviantArt.

Note dell’Autrice:
Evvai! Ok, ho aggiunto un sacco di parti più di quanto intendessi, ma penso introduca meglio tutta l’atmosfera della storia. Aggiornerò in capitoli più lunghi, ma non crediate che sia così per sempre.

Chi ha già letto la versione precedente, potrebbe anche voler dare solo una scorsa veloce, tanto per recuperare i pezzo nuovi. Ne sono molto orgogliosa, comunque. :D Buona lettura!

 

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JPG

 

Una mano ben salda sulla sartia, James Hawkins si sporse precariamente in avanti per guardare oltre il parapetto della nave stellare, verso il pianeta dove lui e la sua classe avrebbero compiuto il loro addestramento sul campo.
“Dovete imparare ad usare l’istinto invece che le strumentazioni se aspirate a diventare bravi capitani” aveva spiegato il comandante “Su questo pianeta gli spostamenti si sono ridotti ad un affare piuttosto semplice, ma necessario (*). Per un mese intero vi addestrerete lì in segreto; gli autoctoni non sanno niente dell’universo esterno, se fatta eccezione per la loro galassia. Questo significa niente macchine volanti, niente tecnologia avanzata, niente chiamate interstellari a casa. Siete i più preparati e siete i migliori, quindi ci si aspetta che seguiate queste istruzioni alla lettera. E, credetemi, questa lettera sarà alquanto formale (*). Sono stato chiaro?” l’intera classe aveva espresso ad alta voce una risposta affermativa “Bene. Adesso andate a fare i bagagli. Partiamo alle sei, puntuali”

Jim non era stato particolarmente entusiasta riguardo al viaggio. Seriamente, un pianeta ad anni luce di distanza dai suoi amici e dalla sua famiglia? Un pianeta così primitivo da non avere ancora equipaggiamenti ad energia solare? E, cosa più preoccupante, un pianeta dove sarebbero stati praticamente inchiodati a terra? Ma anche no. (*)
Adesso che però riusciva a vederlo, le nuvole attorno all’atmosfera che lentamente rivelavano le ampie masse blu sottostanti, il ragazzo sentì il cuore gonfiarsi di emozione. C’era una nuova avventura all’orizzonte. La avvertiva.

 

Flounder nuotava nervosamente davanti all’ingresso della grotta, aspettando che Ariel finisse di prepararsi per la loro prossima sortita.
L’inizio di una nuova impresa era la parte che detestava di più. L’unica cosa che rendeva valide le loro cacce al tesoro era l’espressione di Ariel quando trovava un nuovo pezzo per la sua collezione.
Di recente però si erano dovuti spingere sempre più lontano dal palazzo per trovare oggetti che la soddisfassero, mettendosi sempre in maggiore pericolo.

“Dovrei semplicemente andarmene a casa” piagnucolò il pesciolino, girandosi e guardando desideroso in direzione della sua scuola “Dovrei proprio. Ma-“ Ma non era per niente sicuro che Ariel avrebbe rinunciato a partire all’avventura solo perché era da sola. Flounder preferiva di gran lunga che lei fosse in pericolo assieme a lui, piuttosto che senza.
Sospirò. La sirena aveva vinto di nuovo, e non era nemmeno lì a discutere! Il pesce giallo sorrise ironico. Ariel era così: irresistibile.

Proprio mentre Flounder stava cominciando a rilassarsi, qualcosa lo afferrò da dietro e se lo strinse al petto
“Sono pronta!” esclamò Ariel, ridacchiando poi del violento tremito che aveva scosso il suo migliore amico “Andiamo, pesce rosso” lo incitò, prendendogli una pinna “Scuttle mi ha raccontato di un relitto che conserva degli abiti da donna, ed è solo ad un paio di kilometri da qui. Dai!” e, complice un’ultima occhiata supplichevole di Ariel, i due partirono.

 

Per tutto il giorno successivo Jim restò a guardare i suoi compagni di classe che venivano scaricati in diversi luoghi remoti. Sentiva un sottile morso allo stomaco ogni volta che ognuno di loro se ne andava via in una scialuppa. Benché la classe fosse molto competitiva, era stata l’unica famiglia su cui Jim aveva potuto contare nei due anni passati.

“Gli abitanti di questo pianeta non sono abituati a persone di aspetto diverso dal loro, quindi i vostri compagni più – diversi devono stabilirsi in zone disabitate, molto fuori mano” aveva detto il Capitano Amelia. Quando aveva saputo del compito di Jim, si era offerta volontaria per accompagnare gli allievi della classe di Spazionautica Avanzata alle loro destinazioni, così da poter salutare il ragazzo.
“Tu, però, hai il vantaggio di assomigliare agli umani, così hai la possibilità di sperimentare tutto in modo molto più diretto”

Jim roteò gli occhi. E’ così primitivo, pensò, mentre Vonsiya, un ragazzo dotato di corna dal pianeta Kynapis, era scaricato su un’isola deserta con il suo istruttore personale. Una ragazza con tentacoli al posto dei capelli e il suo tutor vennero depositati nel bel mezzo di una palude, e il miglior amico di Jim, Hannibal, che aveva un folto pelo blu e piedi artigliati, venne mandato ad allenarsi nella zona artica assieme a suo padre.
“Sei fortunato” disse il ragazzo peloso (*) “Avrai l’occasione di entrare nella società, addirittura divertirti, magari, mentre io passerò il mese a venire arrancando nel ghiaccio con papà” Jim sussultò. Anche se si trattava di Hannibal, non apprezzava particolarmente quando le persone parlavano male dei padri che comunque avevano accanto tutti i giorni.
Hannibal sorrise tiepidamente a Jim, realizzando l’errore commesso.
“Non so come si fa a divertirsi” mormorò il ragazzo prima che Hannibal potesse scusarsi. Morph cinguettò triste, strusciandosi contro al suo collo. Hannibal colpì scherzosamente un braccio di Jim “Impara”
Si sporse in avanti finché le fronti dei due giovani non furono premute l’una sull’altra “Fatti degli amici. Vivi avventure. Comportati bene. Mi aspetto un sacco di storie quando torniamo all’Accademia” Jim riuscì in qualche modo ad esibire un sorriso.
“Va bene, ci proverò” i due si separarono, mentre Morph guizzava tra loro per dare ad Hannibal il suo personale arrivederci.
Jim non guardò l’amico salire sulla barca, ma corse sul ponte, e rimase a fissare la scialuppa finché non fu sparita nel paesaggio.

Infine, arrivò il momento in cui anche Jim dovette lasciare la familiare nave e imbarcarsi in quella nuova avventura. Dal momento che si sarebbe allenato con uno dei capitani del posto, l’unica ad accompagnarlo al punto di sbarco fu il Capitano Amelia.
“Qui, Jim, prendi i comandi” Amelia tese la consolle di controllo della scialuppa allo studente, che con mano esperta condusse l’imbarcazione verso la piccola spianata sottostante “Devi andare a questo indirizzo” disse Amelia, porgendogli un pezzo di carta, un momento prima che lui scendesse dalla barca sospesa a mezz’aria “Ti allenerai lì, con il capitano della flotta”
“Come si aspettano che riesca a trovarlo?” chiese Jim guardando l’indirizzo, cominciando a diventare nervoso. Amelia regalò al suo ex-mozzo il suo famoso sorriso felino.
“E’ un grande castello bianco sulla costa, Jim. Non puoi non vederlo” il ragazzo annuì, voltandosi.
“E, Jim?” lo chiamò Amelia. Jim si voltò di nuovo, ansioso.
“Buona fortuna” il ragazzo sorrise debolmente, poi si diresse, attraverso un rado boschetto, alla spiaggia.

 

Ariel stava nuotando verso il ponte del relitto, la borsa piena dei suoi nuovi tesori, quando la vide. L’ombra di una nave, ne era sicura, ma... Non riusciva a vedere il punto in cui la chiglia infrangeva la superficie dell’acqua.
Era come se – se la nave stesse volando. Senza pensarci due volte, Ariel scattò verso la superficie, portandosi dietro un Flounder piuttosto confuso.

Ariel emerse dall’acqua lentamente, spostando gli occhi per indagare il paesaggio e il cielo soprastante. Niente. Solo poche nuvole sparpagliate e un ragazzo umano sulla costa, cinquanta metri più in là, anche lui con lo sguardo rivolto al cielo.
Ariel decise di registrare l’ombra come una creazione della sua immaginazione iperattiva, e, la borsa strabordante del bottino di stoffe, andò in cerca di Scuttle, il suo fidato informatore su tutti gli oggetti riguardanti gli umani.

Quando raggiunse la roccia solitaria del pennuto, però, ricevette una notizia che le fece dimenticare completamente ciò che aveva appena trovato.
“Una nave? Verso di noi?” esclamò Ariel, incredula.
“Sì, tesoro” fischiò Scuttle, risistemandosi nel suo cestino-poltrona “Tra tre giorni, ho sentito. Il compleanno del principe, così dicono”
La sirena si morse il labbro inferiore, cercando di ricordare se quel giorno era in programma qualcosa di così importante da non potersela svignare per vedere questa meraviglia. Non ricordava niente. In qualunque caso, le navi umane non navigavano spesso nei dintorni di Atlantica – probabilmente suo padre c’entrava qualcosa – quindi se una si sarebbe avvicinata così tanto, Ariel non se la sarebbe persa per nulla al mondo.

“Sei sicuro che verranno in questa direzione, Scuttle? Di solito cercano di stare lontane dalla costa”
“Come ho detto, cara, è solo una festa per il principe. Non è un vero viaggio. Semplicemente, un giro vicino alla costa dopo il tramonto” Ariel si aprì in un ampio sorriso, a quelle parole.

Con la notte, sarebbe stato ancora meglio. Gli umani non sarebbero riusciti a individuarla, nel buio.
“Grazie, Scuttle!” cinguettò, baciando lo spennacchiato gabbiano su una guancia e immergendosi entusiasta, senza la sua borsa dei tesori o le loro definizioni.

 

 

Note della Traduttrice di fine capitolo:

This planet has reduced spacing to a simple, but necessary, science. Ammetto che questa frase mi ha creato non pochi problemi.
Alla fine, credo di aver raggiunto una traduzione accettabile, tuttavia, se qualcuno avesse una versione migliore, sono apertissima a qualsiasi suggerimento.

And believe me, it will be in writing. Idem come sopra. E’ questo in writing che davvero non capisco cosa cappero significhi: dal momento che prima parla di “seguire le istruzione alla lettera”, suppongo che it si riferisca, appunto, a letter. E quindi, la lettera, a cui dovete seguire le istruzioni, sarà scritta, sarà formale. O perlomeno, così lo intendo io.

No way. E’ un termine piuttosto slang, usato dai giovani. Quindi l’ho tradotto con un corrispettivo in Italiano, e cioè ma anche no.

Furry. Ora, so che in Italiano “peloso” non ha proprio un’accezione positiva. Tuttavia, non ci sono molte altre traduzioni per la parola Inglese, significa proprio quello.

  
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