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Autore: jennybrava    16/07/2011    5 recensioni
Sakura non sapeva cucinare. Assolutamente no.
E questo lo sapevano tutti. Sasuke Uchiha in primis.
{SasuSaku}
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Fanfictionsenzanome
Dango Salati







Sakura non sapeva cucinare. Assolutamente no.
E questo lo sapevano tutti. Sasuke Uchiha in primis.
Per questo quando quel giorno Sasuke, rientrato dal quartiere generale da un incontro con la Godaime, aveva trovato Sakura in cucina tutta intenta nella preparazione di un intruglio misterioso non era riuscito ad esimersi dallo scoccarle una blanda occhiata stranita.
Addirittura Sakura sapeva di non saper cucinare.
Le aveva chiesto cosa stava facendo, un po' per preoccupazione e un po' per sana curiosità, perchè vedere la cucina ridotta ad un campo di battaglia non era roba da tutti i giorni conoscendo le sue manie dell'ordine. Lei si era voltata con un sorriso e gli aveva risposto che non stava facendo niente.
Allora Sasuke aveva scoccato un'altra occhiata allo stato della cucina, domandandosi se quello potesse a tutti gli effetti classificare come niente, ma poi aveva lasciato perdere, catalogando la cosa come una delle tante stranezze della moglie.


***


Sakura non sapeva cucinare. Assolutamente no.
E questo lo sapevano tutti. Sasuke Uchiha in primis.
Il matrimonio non aveva cambiato poi molto le cose nella loro relazione, se non il fatto che adesso dovessero portare entrambi un anello al dito (anche lui, che odiava qualsiasi tipo di gioiello. Ma Sakura era stata irremovibile e quasi spaventosa.) e che Sakura avesse cominciato a siglare in documenti in Uchiha e non più in Haruno. Per il resto, aveva dovuto far sloggiare il Team Taka dalla depandance, o per meglio dire, il Team Taka era sloggiato dalla depandance, alla notizia del loro fidanzamento ufficiale, senza fiatare o fare alcuna protesta. Sasuke sospettava che dietro a questo ci fosse stata in realtà la bruciante e snervante relazione fra Suigetsu e Karin, che da circa due annetti a quella parte avevano cominciato a strillare di più e allo stesso tempo a stare più zitti.
Sakura infine aveva dovuto trasferire definitivamente le sue cose dalla casa dei suoi genitori alla sua abitazione, o almeno in modo ufficiale, perchè da quando la loro storia aveva preso una piega abbastanza seria (come poteva essere altrimenti, d'altronde? Sakura era l'unica che ragazza che conoscesse davvero.) Sakura aveva preso ad intrufolarsi in casa sua sempre di più e a trascorrervi la notte, cosa che di certo a lui non era mai dispiaciuta.
La vita quotidiana non si era rivelata snervante come aveva sempre pensato, e tornare a casa e trovare Sakura che lo aspettava in salotto per pura coincidenza (come se non sapesse che in realtà aveva cambiato i turni all'ospedale per far sì che non coincidessero con i suoi.) con del ramen ordinato a domicilio era diventata addirittura una piacevole abitudine.
In poche parole per il primo anno del loro matrimonio si erano arrangiati mangiando cibo ordinato a domicilio, insalatine veloci e pranzi scroccati alle amiche di lei, che inevitabilmente erano le mogli e le fidanzate degli amici di lui.
Perchè Sakura non sapeva cucinare.


***


Sakura non sapeva cucinare. Assolutamente no.
E questo lo sapevano tutti. Sasuke Uchiha in primis.
Il fatto che non sapesse cucinare, comunque, non doveva per forza dimostrare la presenza di quella massa di operai che aveva trovato in casa sua, ritornato da lavoro.
<< Sas'ke! >> cinguettò Sakura, uscendo in quel momento dalla cucina e raggiungendolo all'ingresso, svolazzando amabilmente fra i cinque uomini che a fatica stavano trasportando casse e casse giù in cantina. << Com'è andata? >> gli chiese, stampandogli un bacio sulle labbra.
<< Mh. >> mugugnò lui. << Chi cavolo sono quei tipi? >> aggiunse poi Sasuke, in tono acido, al quale non era certo sfuggita l'occhiata che uno di loro aveva scoccato al posteriore della moglie.
<< Oh, solo degli impiegati. >> rispose tranquillamente lei. << Sai, ho comprato qualche nuovo mobiluccio e mi serviva una mano per trasportarli qui. >>
<< Potevi chiamare me. >> palesò lui, con ovvietà.
<< Ma tu eri a lavoro. >> replicò, candidamente << Vieni di là? Tanto hanno quasi finito. >>
<< E chi li monterà? >> proferì poi, seguendola in cucina e riservandosi di scoccare occhiataccie omicide a tutti e cinque, prima di sbattere rumorosamente la porta. << E perchè li stai portando in cantina? >> concluse, adocchiando sul bancone sporco di farina e salsa verde quelli che sembrano essere dei manuali d'istruzione.
Sakura fu più veloce e glieli strappò quasi di mano. << Non ti preoccupare. >> li raggruppò tutti e sorrise al forno. << Prima di sistemarli volevo fare una grande pulizia. >>
Sasuke le scoccò un'occhiata stranita ma si strinse nelle spalle e storse le labbra alla vista della cucina ridotta ad un caos. Prima che Sakura potesse dire qualcosa in merito a fargli assaggiare uno dei suoi intrugli, esordì: << Ordiniamo ramen? >>



***



Sakura non sapeva cucinare. Assolutamente no.
E questo lo sapevano tutti.     Sasuke Uchiha per primis.
Per questo quando il giorno dopo tornò a casa e trovò Sakura di nuovo in cucina, intenta di nuovo nella preparazione di qualcosa di misterioso, non potè davvero fare a meno di osservarla un po' stupito e un po' seccato. Perchè la cucina era di nuovo un caos, e non sapeva perchè ma vedeva farina e
<< Sas'ke! >> disse lei, accogliendolo con il solito sorriso, prima di avvicinarlo e scoccargli un bacio a fior di labbra. << Bentornato! Com'è andata oggi? >>
La vide aggirarsi fra il bancone e il frigorifero, con in mano una scodella colma di salsa verde. Era sporca di farina in viso e aveva i capelli legati alla peggio.
<< Mh. >> le rispose, loquace come sempre, osservandosi attorno. << Che stai facendo? >>
Oramai il vecchio e beneamato "Kun" era andato a farsi friggere circa tre anni prima, poco dopo il loro primo bacio. Non poteva dirne di sentirne la mancanza, perchè spesso e volentieri associava quel suffisso alla Sakura dodicenne che chiocciava e strillava in sua presenza "Sas'ke-kun! Sas'ke-kun! Sas'ke-kun!", ma quando Sakura l'aveva chiamato per la prima volta senza, aveva capito di essersi ufficialmente scavato la fossa da solo, di esservicisi buttato e sotterrato dentro senza alcuna esitazione.
A quanto pareva l'aveva capito anche Naruto, perchè da quella volta aveva iniziato a comportarsi in modo ancora più ambiguo, malizioso e seccante nei loro confronti, sopratutto nei suoi, ma Sakura era diventata un mostro negli anni in cui era stato via e non aveva mai esitato a dargli una ripassata quando doveva.
<< Vuoi assaggiare? >> la voce di sua moglie lo riportò alla realtà, in cucina, dove Sakura gli stava porgendo con un sorriso incoraggiante il mestolo impregnato da quella sostanza verde e mollicciosa.
Sasuke pensò a una carrellata di motivi per cui avrebbe dovuto assaggiare quella salsa, e molti erano validi, e fra questi ce ne erano anche di molto importanti: "Perchè è tua moglie" "Perchè ti ha salvato, con Naruto" "Perchè ti ama" " Perchè anche tu, nonostante tutto, la a-"..
Ma i motivi per cui non avrebbe dovuto farlo superavano di gran lunga quegli altri e in fretta il suo cervello macchingegnò qualcosa di astuto. Era il primo giovedì del mese, quello. Perfetto.
D'altronde non lo chiamavano genio a caso.
Ignorò sfacciatamente l'offerta della moglie. << Sakura oggi non avremmo la cena con tutti gli altri? >>
Non era da lui ricordarle un'avvenimento del genere, certo che no, ma quella era un'occasione particolare.
Lui odiava andare a quelle cene, diceva, ma Sakura non gli nascondeva la sua perplessità e il dubbio ogni qual volta dovevano andarci, sopratutto perchè aveva imparato a conoscerlo, e quando diceva una cosa, spesso e volentieri voleva dire tutto il contrario. Ovvero: amava e adorava andare a quelle cene.
Sakura infatti - maledetta lei e la sua empatia. - gli scoccò un occhiata sospettosa, evidentemente stranita da quel suo improvviso slancio d'entusiasmo, perchè anche se mentiva, non mentiva mai del tutto, ed era sempre una tragedia dovercelo trascinare a quelle cene.
<< Che entusiasmo. >> insinuò lei, beffarda, dimentica del mestolo ancora teso per aria che gocciolava salsa sul pavimento.
Sasuke assunse la sua aria più impassibile, incrociando le braccia al petto e assumendo una posa quasi intimidatoria. Dimenticava però che Sakura non aveva più dodici anni, e che quelle pose avevano smesso di fare il loro effetto quasi sei anni prima.
Questa inoltre, era un'altra delle cose che lo avevano lasciato stupito al suo ritorno a Konoha. Quando, dopo il suo periodo buio e dopo circa un'anno di sorveglianza da parte degli AMBU, era rientrato a far parte del Team 7, Sakura, oltre ad aver assunto un fastidioso atteggiamento della serie "Sas'ke kun, bentornato! Adesso siamo di nuovo amici, certo, ma ti ignoro", che secondo i ragazzi era stato l'inevitabile causa del suo avvicinamento verso di lei (La teoria dell'elastico,  come aveva detto Shikamaru), era diventata anche spiritosa. O perlomeno, rideva.
Spesso e volentieri anche di lui, ma più più spesso di Naruto, e non esitava a prenderlo in giro in un modo seccante, ma gentile, che qualche volta lo aveva fatto anche arrossire.
Sakura poi scoccò un'occhiata prima a lui, poi al mestolo per aria, ancora più sospettosa, ma poi si strinse nelle spalle. << Hai ragione! Mi faccio una doccia e usciamo. >> disse, e fece per superarlo.
Poi Sasuke non comprese molto di quello che successe, la sua manò scartò di lato e bloccò l'avanzata della moglie. Sakura si voltò, un poco stupita, per poi rendersi conto che Sasuke l'aveva attratta a sè e la stava trascinando verso il bancone.
Le sfuggì una risatina, quando sentì le sue mani sui suoi fianchi e le sue labbra sulla piega del collo.
<< S-Sas'ke! >> ridacchiò, aggrappandosi alle sue spalle. << Non possiamo! Sono le otto e.. >>
Sasuke la inchiodò fra sè ed il bancone, per poi subito dopo sollevarla e depositarcela sopra, fra la farina ed alcune mele sbucciate. Era leggera, Sakura.
 << Rischiamo di fare tardi.. >> le sue proteste si affievolirono al sussurro di lui, appena mormorato contro la sua guancia "Voglio prima l'antipasto."
Ed era vero, perchè la farina sulle labbra di Sakura era stata la prima cosa che aveva notato appena tornato a casa, e cinque minuti dopo aveva già meditato su come togliercela.
Sakura rise sulla sua mascella. <<       Non dovrebbe essere il dolce? >> disse, prima di alzare il capo e socchiudere gli occhi, per un bacio che non tardò ad arrivare.
Tutto questo perchè Sakura      non sapeva cucinare.


*** 


Sakura non sapeva cucinare. Assolutamente no.
Lo sapevano tutti. Sasuke Uchiha in primis.
Ricordava come, qualche anno prima, avesse scoperto che Sakura non sapesse davvero cucinare.
A quel tempo erano ancora amici, o perlomeno, lo erano ri-diventati. In realtà era strano definire lui e Sakura amici: il loro rapporto era sempre stato molto ambiguo sin dall'inizio, sin da quando avevano dodici anni e lui la trattava alla stregua di una pezza da piedi. Una volta tornato a Konoha Sasuke infatti aveva realizzato, dopo il suo periodo buio e dopo aver riacquistato una certa lucidità sulle cose importanti della vita, che se vi fosse inizialmente rimasto a Konoha, non poco tempo dopo Sakura sarebbe diventata poco a poco più di un'amica.
Sasuke, che era già vittima di un grave deficit riguardo alle relazioni con le altre persone, non aveva amiche femmine. (In realtà lui continuava a dire di non avere nessun amico, ignorando beffardamente gli sproloqui di Naruto, che si era proclamato addirittura suo migliore amico, Shikamaru, Suigetsu, Juugo, Neji, Chouji, Kiba, Lee, Shino e anche Sai.) Ad eccezione di Hinata, che sopportava perchè silenziosa e tranquilla, e perchè, dopo, moglie del dobe, non nascondeva la sua repulsione verso qualunque essere femminile che non fosse Sakura. Per l'appunto.
All'inizio non riusciva bene a capire come mai riuscisse a trovare sopportabile solo la presenza di Sakura, che lui continuava a definire insopportabile, ma piano piano le cose si erano evolute e aveva capito che lui e Sakura non avevano futuro come amici. O non lo erano, o erano di più.
Ovviamente Sakura o non lo aveva capito o aveva fatto finta di non capirlo per un mese intero (Tipica vendetta femminile, aveva sentenziato Shikamaru.) e quando Sasuke aveva capito che Sakura non sapeva davvero cucinare era stato proprio durante quel mese, quando avevano ancora diciannove anni, quando Hinata e Naruto avevano appena cominciato ad uscire assieme come buoni amici, e quando Shino aveva cominciato a provare un grande interesse negli insetti tipici del deserto.
Prima che ognuno di loro si facesse una vita propria e si accasasse, le loro cene era quasi settimanali (lo erano ancora, ma solo fra lui, Sakura, il dobe ed Hinata) ed ognuno di loro era tenuto, come ancora adesso del resto, a portare qualcosa da sgranocchiare. Sceglievano un'abitazione a caso (Chissà perchè mai quella del dobe, e sempre quella sua.) e bevevano, ridevano, scherzavano e bevevano fino al mattino dopo, quando vomitavano l'anima.
Quel giorno l'anima l'avevano vomitata tutti (Anche Hinata, che non toccava mai qualcosa di più sinistro di un succo di frutta.) ma non perchè avevano bevuto ettolitri di sake, ma perchè Sakura si era presentata a casa sua brandendo un grande vassoio colmo di ogni prelibatezza, e aveva costretto tutti ad assaggiarne un po'.
Il bilancio di quella serata era stato tragico, e solo Chouji aveva accusato meno degli altri (probabilmente aveva lo stomaco rivestito da una speciale lega d'acciaio). Gli altri erano rimasti a letto per giorni, in preda a spasmi e coliche, lasciando Konoha priva dei suoi migliori shinobi per un intera settimana. Era stata Sakura stessa a curarli (Se era vero che era una pessima cuoca, era vero che era un ninja medico eccezionale.) proferendosi in mille scuse e moine e dedicando loro i migliori trattamenti. Infine tutti, una volta tornati a posto, si erano ritrovati d'accordo di affidare a Sakura l'incarico di portare solo le bibite.
Questo perchè Sakura non sapeva cucinare.


***


Sakura non sapeva cucinare. Assolutamente no.
Lo sapevano tutti. Sasuke Uchiha in primis.
Proprio per questo era rimasto un tantino perplesso quando, giunti alla residenza dei neo signori Uzumaki, portando sake e bibite gassate, Sakura, una volta spazzolate le prime portate, aveva chiesto la ricetta ad Hinata, che.. oh, era un ottima cuoca.
Anche Naruto, che conosceva Sakura come le sue tasche, era rimasto un poco stranito, ma non aveva dato tanto peso alla cosa, al contrario di lui che cominciava ad inquietarsi non poco.
Una volta sposati, Sakura, che era una donna tutta d'un pezzo, aveva detto che avrebbe pensato lei ad occuparsi della casa, ma che non sarebbe di certo diventata una casalinga reclusa dedita solo ai lavori domestici, perchè non aveva tempo per quello. Glielo aveva detto anche in tono piuttosto seccato, una volta finito di traspostare tutti gli scatoloni della sua roba al piano di sopra, poco dopo essere tornati dalla luna di miele, e lui, meditando che sarebbe andata per le lunghe, aveva provveduto a tapparle la bocca con un bacio. Era perciò un poco strano che tutto ad un tratto a Sakura fosse nata la voglia di diventare una perfetta mogliettina che faceva trovare al marito di ritorno a casa una cena con i fiocchi, invece che il solito bento ordinato a domicilio non molto lontano.
Nonostante questo Sakura dimostrava comunque di amare prendersi cura della casa, Sasuke lo aveva notato nella dedizione che metteva nel fare il bucato, piegando attentamente ogni suo capo; nell'entusiasmo nel riordinare la loro camera da letto, molto diversa da come Sasuke l'avrebbe immaginata (Un po' troppo colorata e luminosa, ma accettabile); dalla cura nello spolverare le loro foto (Di loro, perchè erano tutti insieme: Del Team 7 al completo, con Kakashi e Sai; di loro appena fidanzati, delle loro nozze, del loro primo appuntamento a quattro, con Naruto ed Hinata; dei ragazzi, gli uni ammassati sopra l'altro, con Naruto che sorrideva sulla macchinetta fotografica; delle ragazze, tutte curve e sorrisini, che ridacchiavano all'obbiettivo; di loro tre, lui con un broncio seccato sul volto, alla destra, il dobe con un sorrisone alla sinistra, e lei, con un sorriso timido ad incurvarle le labbra e gli occhi verdi che brillano di felicità, al centro che li tiene stretti per i bracci.)
Questo non giustificava comunque il suo atteggiamento decisamente strano, certo che no, e Sasuke ne ebbe conferma poco dopo, all'arrivo di Shikamaru ed Ino Nara.
<< Asuma-chan! Asuma-chan! Asuma-chan! >> Naruto aveva rincominciato a fare l'idiota, proprio con il neo-nato figlioletto di Shikamaru e Ino, saltelladogli accanto stupidamente. Asuma era piccolo esserino dai capelli scuri che appena uscito dalla pancia della madre sembrava aver ereditato la stessa indole del padre; dormiva sempre Asuma-chan, e quando non dormiva, mangiava. E non piangeva mai, perchè probabilmente era sempre troppo stanco per farlo. Inutile dire che Shikamaru lo adorava.
<< Scusate il ritardo, siamo dovuti passare dai miei genitori. >>
Ino, che da quando era diventata madre sembrava aver placato un po' la sua anima da gatta irriverente, dispensò qua e là sorrisi dolci.
<< Lo terrete qui tutta la notte? >> si informò subito Kiba, uno dei pochi ancora scapoli.
Ino si infiammò subitò, consegnando Asuma nelle mani di Chouji, che altri non era che il suo padrino. << No Kiba, viene mio padre più tardi a prenderlo.. stupido mezzocane! >> proferì acidamente, e tutti risero. Asuma-chan nel frattempo passava inconsapevolmente fra le braccia di tutta la popolazione femminile: prima Tenten, poi Hinata, anche Karin trovò interessante spupazzarselo un po', ed infine Sakura, che lo agguantò con delicatezza e se lo appoggiò alla spalla, raggiungendo una Ino un poco calmata.
<< Ino. >> le disse, con un sorriso. << Sta diventando sempre più pesante, si può sapere cosa gli dai da mangiare? >>
Ino ridacchiò, allargando le braccia e riaccogliendo il figlioletto. << E' ancora piccolo, ma beve sempre un sacco di latte. Ogni volta che finisce una poppata mi sembra che mi abbiano svuotato per metà! >>
Anche Sakura rise, una risatina femminile, e accarezzò con delicatezza i ciuffi di capelli scuri di Asuma, lo sguardo che brillava << Ino, me la daresti qualche ricetta poi.. per fare da mangiare? >>
Sasuke in quel momento non capì perchè Ino alzò di scattò la testa, e perchè il viso le si rischiarò più del solito, e non ebbe nemmeno tempo per rifletterci che un colpo di tosse richiamò l'attenzione a sè. Tenten era al centro del salotto, si torturava le mani ed era un poco rossa in volto, ma anche a lei brillavano gli occhi.
<< Io.. ecco sì.. >> farfugliò, Hinata rientrò proprio in quel momento dalla cucina e le sorrise con fare incoraggiante. << ..ecco.. >>
<< Tenten. >> era la voce di Neji questa, profonda e secca.<< Dillo e basta, perchè tanti giri di parole? >> aggiunse, pratico.
<< N-Neji! >> trillò lei, inviperita. << Deve essere qualcosa di particolare! >>
Neji roteò gli occhi al cielo, condiscendente. << Allora lo dirò io. >>
<< Cosa..? Non ti azzar.. >>
<< Ci sposiamo. >> proferì infine, con l'entusiamo di un bradipo che dorme.
<< Cosa? >> rantolò Kiba, cadendo dal divano.
<< Ho detto che ci sposiamo. >> ripetè Neji, un poco seccato.
<< Neji! >> sbottò Tenten, rossa di rabbia. << Eravamo d'accordo che l'avrei detto io! >>
Non potè continuare a protestare che un fiume di persone le si precipitò addosso, sopratutto ragazze, che l'accerchiarono chiocciando come galline.
<< Quando aspettavi a dircelo!? >> sbottò Sakura, ridendo.
<< Oh, insomma! Tenten.. avresti dovuto dicerlo! Ma adesso dobbiamo pensare al matrimonio! Di un po' hai già pensato a qualcosina? >> questa era Ino.
<< Congratulazioni, Tenten-chan. >> sorrise Hinata.
<< Sì, congratulazioni. >> l'istinto femminile di Karin aveva vinto.
I ragazzi invece avevano accerchiato Neji, chi proferendo sinceri auguri, come Lee ("Oh che cosa meravigliosa è questa! Un esempio di pura giovinezza! Dobbiamo correre a dirlo a Gai-sensei!") chi invece proferendo condoglianze come Kiba, chi chiedendo delucidazioni come Sai o chi strepitando come Naruto.
Shikamaru poi gli si avvicinò, massaggiandosi la nuca, e sorridendo un poco. << Mattaku. >> proferì, ironico. << Un'altro che si unisce alla congrega, ne Sas'ke? >>
Sasuke non riuscì ad impedirselo, le sue labbra si piegarono in un accenno di sorriso. << Ah. >>
Adesso c'èra un'altro motivo per festeggiare, e dopo gli auguri di prossima abbondanza e figli maschi, le bottiglie di sake vennero stappate e gli stuzzichini disposti sul tavolo.
E Sakura non sapeva cucinare.


***


Sakura non sapeva cucinare. Assolutamente no.
Lo sapevano tutti. Sasuke Uchiha in primis.
Proprio per questo quando Sasuke Uchiha, rincasando dal lavoro più presto del solito, aveva pescato la moglie, di nuovo, intenta nella preparazione dell'ennesimo intruglio misterioso, aveva storto le labbra in una smorfia, indisposto.
L'aveva osservata trafficare per la cucina, sempre sporca di farina in viso, e rivolgergli il suo miglior sorriso. Sasuke aveva corrugato la fronte. << Sas'ke. >> gli disse. << Sei tornato prima. >> e gli si avvicinò, alzandosi sulle punte dei piedi e sfiorandogli delicatamente le labbra, in un'ombra di bacio.
<< Hn. >> rispose lui, osservando con sguardo critico la cucina ridotta ad un disastro. << Quel dobe è sparito dal suo ufficio senza dire nulla. >>
Sakura ridacchiò, riprendendo a girovagare per la cucina, come se nulla fosse. << E tu ti sei sentito in dovere di fare lo stesso? >>
<< Ovviamente. >> replicò, spiccio. << Sakura, che stai facendo? >>
Sakura si voltò, osservandolo con innoncenza. << Cosa? >>
<< Questo. >> proferì, indicando il bancone sommerso da farina e da quella strana salsa verde della scorsa volta. << Cos'è questo? >>
<< Niente. >> replicò lei, voltandosi di nuovo verso i fornelli. << Solo un piccolo esperimento. >>
Sasuke avrebbe potuto trovare mille frasi da rivolgerle per esprimerle tutto il suo disappunto riguardo ai suoi esperimenti ma la sua vista venne catturata dagli sgargianti colori di alcune brochure in vista sul bancone e una rivista dal titolo "Come una Novella Sposa!"  << E quello cos'è? >>
Le brochure erano piccoli book con miniature di carta da parati di vari colori e disegni, alcuni molto elaborati, altri molto più infantili.
Sakura sobbalzò e si affrettò a voltarsi. << Oh. >> mormorò. << Ten vuole ri-decocare l'appartamento. >> disse, raggruppando tutte le brochure in un solo blocco e infilandole nel cassetto delle posate. << Vuole che l'aiutiamo, sai, per via del matrimonio. >> e sorrise, alludendo alla rivista per spose.
Sasuke avrebbe definito quella storia del matrimonio l'ennesima seccatura nella loro vita, perchè adesso Sakura sarebbe stata troppo occupata con i preparativi e ogni volta che avrebbero parlato si sarebbe visto costretto ad ascoltare lei che blaterava discorsi senza senso su abiti da sposa, fiori e cerimonie.
Era successa la stessa cosa al matrimonio del dobe e di Hinata, sei mesi prima. Per un mese si era visto costretto ad accompagnala in cerca di campioni di stoffe per abiti da damigella e roba varia.
Terribile.
La voce soave di sua moglie lo obbligò poi a tornare alla realtà, per l'ennesima volta. << Cosa vuoi per cena? >> gli chiese.
Sasuke mai avrebbe corso il rischio di dirle che non avrebbe voluto niente cucinato da lei. Nonostante la stessa Sakura sapesse perfettamente di essere totalmente inetta ai fornelli, farglielo notare era apertamente sconsigliato. Naruto si era ritrovato con tre costole incrinate, per averlo fatto.
<< Mangiamo fuori. >>
Era un genio.
Sakura sbattè gli occhi, frastornata. << Come? >>
Ossì che lo era.
<< Ho detto che mangiamo fuori. >> ripetè lui, voltandole le spalle. Sakura trovò oltremodo strano questo suo slancio di vitalità. Sasuke non la portava quasi mai fuori, ad eccezione di rare occasioni.
<< Credo di non aver capito bene. >> insistette lei, posando la ciotola che aveva in mano. << Hai detto che vuoi cenare fuori? >>
<< Esattamente, e adesso preparati. >> affermò lui, affrettandosi ad uscire dalla cucina. << O altrimenti cambio idea. >>
Sakura non potè vedere l'espressione visibilmente sollevata sul volto del marito. No.
Infondo, lei non sapeva cucinare.


***


Sakura non sapeva cucinare. Assolutamente no.
E questo lo sapevano tutti. Sasuke Uchiha in primis.
Alla fine, era stato obbligato ad assaggiare qualcosa preparato da lei. Era successo un martedì di due settimane dopo che aveva iniziato (Ora chiamava così quello che lei faceva) quando, rientrato dal lavoro, non aveva trovato nuove scuse per sviare quel fatidico momento che si trascinava dietro da ben quattordici giorni. (Niente più cene, feste, appuntamenti improvvisi e malanni inscenati. Ricordava come, una volta, avesse chiesto addirittura aiuto al dobe perchè lo chiamasse appena rientrato a casa.)
Inoltre sospettava che la cosa si sarebbe rivelata più dura del previsto, perchè negli ultimi giorni Sakura aveva avuto l'ottima idea di non solo cucinare ma anche provare lei stessa ad assaggiare i propri manicaretti. Un venerdì di quelli l'aveva vista in preda alla nausea e al mal di testa: le aveva portato una medicina e nessuno dei due aveva accennato minimamente alla cosa.
Oramai troppo stanco per inventarsi una qualsiasi scusa, si era visto ancorato alla sedia della cucina con puntati addosso gli occhi verde intenso della moglie e il suo solito sorriso luminoso.
Davanti a sè, una poltiglia irriconoscibile.
<< Cosa sono? >> sussurrò, additando con una forchetta le palline intrise di una salsa verdognola dall'aspetto poco apetitoso. Nel suo sguardo, solo profondo ribrezzo.
Sakura apoggiò i gomiti sul bancone e sopra i palmi aperti delle mani vi posò il mento, sporgendosi di più nella sua direzione. Lo scrutò a fondo, sempre con quel sorriso da gatta.
<< Dango. >> cinguettò.
Sasuke temette di non aver sentito bene. Osservò la moglie una volta, poi due.
Quelli che aveva davanti non erano dango, non potevano esserlo. Non erano certo i deliziosi dango piccanti che acquistava fuori dal Quartiere Generale. No.
Erano tre palle, non palline.. palle. Tre palle grandi quanto un intera fritella. E Kami, si muovevano.
La palla più a destra si era appena mossa!
<< Sakura. >> disse, col tono paziente di un padre che si rivolge alla figlia capricciosa. << Si suppone che i dango debbano essere allo spiedo. >>
Allora Sakura parve un poco destabilizzarsi, sbattè le ciglia perplessa ma si proferì nell'ennesimo sorriso. << Infatti è una ricetta alternativa. >>
Di che alternativa si trattasse, Sasuke non lo sapeva.
Non lo sapeva, non lo avrebbe saputo e mai avrebbe voluto saperlo. Ma lo sguardo di Sakura era lì, speranzoso, e Sasuke si sentì torcere le viscere come un povero idiota: si ricordò allora di come, anni prima, attribuisse quel torcere di viscere all'emozione che la presenza di sua moglie sapeva suscitargli.
In quel momento però quel torcere di viscere era suscitato da tutt'altro (Al limite i suoi intensi occhi verdi gli riscaldavano il petto, solitamente): la consapevolezza di essere prossimo al suicidio, ecco.
Stava per diventare la prima vittima sacrificale della cucina di Sakura Haruno Uchiha.
<< Allora? >> pigolò lei. << Non mangi? >>
No, avrebbe voluto urlarle.
Infilzò una delle palle con la forchetta, stando attento a mentenere una certa indifferenza nello sguardo e nel viso, anche se la piega che avevano preso le sue labbra era abbastanza significativa.
Timorosamente si portò la forchetta alla labbra e addentò un pezzetto.
Era la cosa più disgustosa che avesse mai assaggiato in tutta la sua vita: la sua consistenza oltre ad essere molliccia, assomigliava vagamente a quella della gomma da masticare. Ed era salato, Kami.
Ma non appena salato come i Goma Dango che vendeva la vecchia fuori da Quartiere Generale. Era disgustosamente salato; così salato da farti ardere la gola e lasciarti una scia di fuoco sulla lingua e lungo l'intero palato.
Tossì e si affrettò a versarsi un bicchiere d'acqua, che tragurgitò in una fretta che assomigliava a quella che quel mezzo cane di Kiba arrancava ogni volta che una delle sue tante conquiste veniva a trovarlo sul posto di lavoro.
Sakura gli si avvicinò allarmata. << Sas'ke! >> squittì, preoccupata. << Tutto bene?! >>
Una meraviglia.
<< Ti è andato di traverso? >> chiese, affrettandosi a servirgli un altro bicchiere d'acqua. << Devi masticare quando mangi! >>
Sasuke meditò di dirle in faccia che in realtà la colpa della sua parziale morte era da attribuirsi solo ed esclusivamente a lei, e quindi rinfacciarle quanto a tutti gli effetti la sua cucina fosse pessima, ma si ritrovò presto le sue dita fresche fra i capelli e la scia di un bacio sulla sua guancia: << Mi hai fatto spaventare, Uchiha. >>
Ci sarebbero state un mucchio di cose che avrebbe voluto rinfacciarle, prima di tutte la cucina ovviamente, ma le labbra di Sakura si sigillarono sopra le sue prima che potesse solo azzardarsi a farlo.
E questo perchè Sakura non sapeva cucinare.


***



Sakura non sapeva cucinare. Assolutamente no.
E questo lo sapevano tutti. Sasuke Uchiha in primis.
Sasuke non aveva mai avuto la passione per il brigolage, per niente. Eppura la consapevolezza che in quella casa, in quella cantina, ci fossero dei mobili che chiedevano di essere costruiti da un'uomo (E lui era un'uomo con tutti gli attributi. Bastava andarlo a chiedere a Sakura) lo colpì più forte che mai quella mattina. Cos' quanto rientrò a casa da lavoro, si fiondò in cucina alla ricerca della moglie.
La trovò che stava cucinando per l'ennesima volta, con la cucina ridotta ad un colabrodo per l'ennesima volta e con quelle brochure e quella rivista per spose sul bancone, per l'ennesima volta.
<< Ciao Sas'ke! >> trillò, baciandolo. << Come è andata oggi? >>
Sasuke, dopo essersi premurato di scoccare un'occhiata disperata alla cucina, si strinse come sempre nelle spalle. << Mh. >> mormorò. << Sakura, quei mobili in cantina quando pensi di tirarli fuori? >>
Sakura sobbalzò, e per la scossa la farina nella ciotola che aveva fra le mani strabordò e caddè a terra, macchiando tutto il pavimento, e per ultima lei.
<< C-Come? >> disse, affrettandosi a prendere un panno per pulire.
<< Quei mobili in cantina quando hai intenzione di tirarli fuori? >>
Sakura sorrise beffardamente allora, tirandosi sù in piedi. << Perchè? >> domandò. << Vuoi per caso offrirti volontario per la loro costruzione? >>
Sasuke si sentì quasi arrossire. << Non ho detto questo. >> rispose, con voce strascicata. << Mi chiedevo per quanto tempo avrai intenzione di lasciarli lì a prendere polvere. >>
Sakura si strinse nelle spalle. << Ora come ora non ho tempo. >> pigolò, voltandogli le spalle. << Sono un po' troppo impegnata per la grande pulizia. >>
Sasuke trovava molto discutibile il suo modo di essere impegnata, in verità.
<< Vuoi assaggiare? >> Sakura era davanti a lui, con un sorriso e il mestolo proteso in avanti.
<< Non ho tempo. >> scampata. << Devo compilare un rapporto. >> mormorò, e sgattaiolò via.


***



Sakura non sapeva cucinare. Assolutamente no.
E questo lo sapevano tutti. Sasuke Uchiha in primis.
Più che stupirsi, i giorni seguenti, Sasuke Uchiha cominciò a preoccuparsi.
Sakura era sempre stata una donna particolare, e c'èrano stati periodi nel loro fidanzamento in cui lei se ne usciva sempre con qualche nuova cosa da fare, da provare, da sperimentare.
Ricordava come durante il loro primo anno di matrimonio le fosse venuta la fissazione per le trine. Trine, esatto.
Era stato il giorno in cui il piccolo Asuma-chan era nato e la Signora Yamanaka si era premurata di circondargli il collo con metri e metri di bavaglio con trine lavorate all'uncinetto. (Come se fosse normale adornare un maschio con bavaglini di pizzo)
Sakura le aveva osservate, affascinata, e da quel giorno per un mese intero la loro casa era stata invasa da trine.
Sottobicchieri ricamati in trine, tovaglie ricamate in trine, copriletti, guanciali, tovaglioli, asciugamani, e chi più ne ha più ne metta. Aveva provato anche lei stessa a ricamarle quelle maledettissime trine, ma al terzo tentativo fallito aveva buttato tutto all'aria e le trine erano sparite, sostituite da un tessuto oltremare.
Era per quello, per la consapevolezza che Sakura non era una donna del tutto normale, che Sasuke Uchiha durante quelle settimane aveva evitato di preoccuparsi più del dovuto.
Ma Sakura era lì, in cucina, di nuovo. E stava cucinando quei maledettissimi dango salati. Di nuovo.
<< Sakura. >> sussurrò, cercando di far finta di non notare il disastro che regnava in cucina. << Hai il turno di notte, oggi. Non dovresti riposare? >>
Il suo tono trasudava una lieve nota di preoccupazione, sopratutto perchè il giorno prima Sakura aveva vomitato per un quarto d'ora continuo dopo aver provato ad assaggiare uno dei suoi nuovi capolavori culinari.
Anche in quel momento non aveva un bell'aspetto, in effetti, ma questo Sasuke si riservò dal dirglielo. Adocchiò sul bancone per l'ennesima volta le brochure con la carta da parati e la rivista Come una Novella Sposa!
Non aveva ancora finito Tenten di scegliere una maledettissima carta da parati?
<< Ho quasi finito. >> disse lei, con naturalezza.
La vide spegnere i fornelli, e slacciarsi il grembiule dalla vita che finì buttato malamente su una sedia, quasi con ribrezzo. Sakura si passò una mano fra i lunghi capelli rosa un po' spettinati e si voltò a guardarlo.
<< Sei sicura di sentirti bene? >>
Sakura non aveva più l'espressione felice delle settimane prima, quando ancora cantava mentre si aggirava per la cucina. Era pallida, e smunta, e sembrava reduce da un turno di ventiquattro all'ospedale.
<< Hai preso qualcosa per lo stomaco? >> le chiese, con premura, azzardandosi ad accarezzarle una guancia.
Sakura sussultò, e Sasuke non seppe se per il suo tocco o per la domanda, prima di rilassarsi di nuovo e godersi la sua carezza sfregando maggiormente la guancia contro la sua mano, come una gatta in cerca di calore.
<< No. >> sussurrò, sospirando. << Era solo passeggiero. >>
Lui la osservò attentamente. << Forse non dovresti andare a lavorare, oggi. >>
Sakura si strinse nelle spalle. << Forse. >> rispose semplicemente. << Ordiniamo del sushi? >> gli propose con un sorriso. Sasuke annuì sbrigativamente, prima di vederla uscire dalla porta, lentamente.
Sakura non aveva più quell'espressione felice delle settimane prima. Davvero.
Forse era stato proprio quello il motivo che lo aveva spinto, inizialmente, ad ignorare la sua nuova e pericolosa mania. Sakura era felice quando cucinava, così felice da fargli rimescolare lo stomaco. Sorrideva, e cantava.
Ma adesso Sakura era apatica, e non aveva un bell'aspetto. Per colpa della sua nuova mania, si stava ammalando.
Perchè Sakura non sapeva cucinare.



***


Sakura non sapeva cucinare. Assolutamente no.
E questo lo sapevano tutti. Sasuke Uchiha in primis.
Quel Sasuke Uchiha, in effetti, si era sempre definito una persona abbastanza paziente e inquadrata, con un perfetto controllo di sè stesso e di ciò che lo circondava.
Per questo, proprio per quel motivo, quando quel martedì pomeriggio, rientrato dal lavoro, pescò sua moglie Sakura in cucina intenta in una conversazione del tutto femminile con quelle che sembravano essere altre tre donne molto familiari, non riuscì a spiegarsi la sua reazione.
Impallidì, e annaspò, aggrappandosi allo stipite della porta mentre gli sguardi delle quattro kunoichi si puntavano addosso a lui.
Quella mattina aveva lasciato una Sakura agonizzante sul letto, in preda alla nausea, e adesso se la ritrovava tutta sorrisini e sguardi luminosi. Con tre donne a circondarla. (Voci dicevano che Karin era stata inchiodata al letto da Suigetsu.)
C'èra qualcosa che non andava.
Seppur entrambi sapessero perfettamente qual'era la causa dei problemi di stomaco di Sakura, avevano deciso di comune accordo di non parlarne. Sasuke per mantenere integra la sua incolumità fisica, Sakura semplicemente perchè sarebbe stato troppo imbarazzante farlo.
Sì, c'era assolutamente qualcosa che non andava.
<< Sas'ke. >> cinguettò Sakura, riservandogli il suo sorriso più caloroso. << Com'è andata a lavoro? >>
Sasuke annuì meccanicamente, scompigliandosi la zazzera scura. << Mh. >>
Ino Yamanaka in Nara, che per una volta aveva deciso di non portarsi dietro il figlioletto ma di riporlo nelle mani dei suoceri Nara, gli scoccò un'occhiata a metà fra la compassionevole, la divertita e la gongolante. Maledetta strega.
Questa volta la cucina era perfettamente pulita, ma il bancone era ingombro non più soltanto da quelle brochure che Sakura aveva portato a casa nei giorni scorsi, ma anche da riviste su riviste fra le quali Sasuke scorse nuovamemente "Come una Sposa Novella!"
Osservò in tralice Tenten, completamente presa nello sfogliare un interessante book colmo di miniature di carta da parati, consultandosi a bassa voce con Hinata. 
Sakura stava servendo del tè freddo, e Ino la osservava senza dire nulla.
Avevano stampato addosso tutte e quattro un sorrisino talmente idiota da far sentire lui terribilmente idiota e fuori posto. Sopratutto idiota e zimbello della situazione, perchè sapeva che quelle quattro streghe gli stavano nascondendo qualcosa.
Quando Sakura ebbe terminato di servire le bevande parve sorpresa di trovarlo ancora lì, impalato. << Ti serve qualcosa? >> gli chiese, gentilmente.
Sasuke si irrigidì e scosse repentinamente la testa, per poi scoccare un'occhiata all'orologio. Erano appena passate le sette e, osservandole, quelle quattro arpie l'avrebbero protratta per le lunghe. << Vado da Naruto. >> sbottò, filandosela in fretta.



***


Sakura non sapeva cucinare. Assolutamente no.
E questo lo sapevano tutti. Sasuke Uchiha in primis.
Sasuke non ricordava esattamente l'ultima volta che aveva trascorso una serata del genere, in compagnia dei suoi amici (che inevitabilmente erano i fidanzati e i mariti delle amiche di lei) a bere sake rinchiusi in un improbabile bar mezzo vuoto di Konoha.
Era piombato a casa di Naruto quasi tre ore prima, e aveva subito esigito un bicchiere di alcool. Alla fine si erano ritrovati tutti quanti al bancone di quel bar, chi più sveglio, chi meno.
Neji aveva cominciato a bere per festeggiare il suo prossimo matrimonio, o forse per consolarsi del fatto di essere appena entrato ufficialmente a far parte del club dei Mariti-Succubi-Alle-Moglie-Con-Più-Palle.  
Naruto era completamente ubriaco, e blaterava cose senza senso su figli con Hinata, sesso favoloso con Hinata e altri figli con Hinata.
Shikamaru Nara, che per legge doveva essere quello più sobrio fra i quattro, gli aveva circondato con un braccio le spalle e gli aveva biascicato: << Maaaai fare figli Sas'ke! Mi hai sentitoooo? Maaaai! >> dimostrando apertamente quanto effettivamente fosse sobrio.
Poi Naruto gli aveva chiesto il motivo del suo muso lungo e Sas'ke aveva definitamente appurato di essersi completamente ubriacato, visto la semplicità con cui aveva risposto:
<< Continua a cucinare, quella pazza. >> borbottò, sorseggiando l'ennesimo bicchiere di sake. << Dango.. dangooo salati! >>
<< Bleah. >> commentò Naruto, riempiendo il bicchiere di Shikamaru per l'ennesima volta.
<< Ed è tutta stranaaaa! >> proferì, con voce strascicata. << Prima era con quelle arpie e guardavano tanti libricini con carta da parati! >> e ridacchiò come un'emerito idiota, prima di puntare lo sguardo onice su Neji. << La tua fidanzata sta traviando la mia donna Hyuuuuuga! Perchè volete ri-decorare casa vostra?! >>
Neji, che aveva abbandonato il capo contro il bancone, lo alzò di scatto, apparentemente insonnolito. << Ma Ten non ha mai detto di volerlo fare. >> mormorò, con voce impastata.
<< Come? >>
Neji si strinse nelle spalle, ignorando Naruto che era crollato a dormire sul suo grembo biascicando "Ooooh Hinata! Si più giù..sì! Hinataaa!"
<< Ten non ha mai detto di volerlo fare. >> borbottò, tracagnando l'ennesimo bicchiere.
<< E allora perchè casa mia è invasa da carta da parati e da Come una Sposa Novella!? >> stridì, un filino isterico. Shikamaru scelse proprio quel momento per scoppiare a ridere come un'emerito ebete, sotterrando il volto fra le braccia.
<< Perchè non glielo chiedi? >> mormorò. << Magari non ora però... non credo che tu abbia un beeeella ceera.. >>
Non era riuscito a finire la frase: Naruto si era sporto oltre il bancone e aveva vomitato addosso al barista addormentato. 
Quello che poi Sasuke ricordava della serata finiva pressochè in quel momento. Con tutte le probabilità Neji si era caricato in spalla tutti e tre e li aveva portati a Villa Hyuuga, dove la mattina seguente aveva aperto gli occhi.
Si era svegliato con l'odore forte del caffè, e aveva trovato Naruto steso sul divano con una busta di ghiaccio in fronte e le dita di Hinata che gli accarezzavano dolcemente i capelli. Hinata poi si era voltata e gli aveva porso una tazza di caffè, con un sorriso gentile.
Dalla cucina si sentiva la voce calda di Tenten che si intrecciava a quella ironica di Neji, e solo in quel momento Sasuke si rese conto di trovarsi accanto Shikamaru.
Il suo volto era pallido, e con tutte le probabilità era stato appena informato dell'immediato arrivo di Ino a Villa Hyuuga. Sasuke si chiese che fine avesse fatto la sua di moglie.
Naruto poi si voltò e, nonostante l'aria smunta, gli rivolse un sorrisone a trentadue denti, di quelli inquietanti che lo facevano rabbrividire. Hinata si alzò proprio in quel momento e gli sorrise di nuovo, sempre nel suo modo dolce e gentile, ma anche lei aveva qualcosa di inquietante nello sguardo.
Quando vide Tenten attraversare il salotto e depositare sul tavolino una brocca d'acqua, riservandosi di scoccargli un'occhiata ironica, il sangue gli si gelò nelle vene. Bevve un'altro sorso del suo caffè, improvvisamente a disagio.
Si sentì osservato da Neji, appoggiato allo stipite della porta e Sasuke seppe in quel momento che tutta quella mandria di deficenti o lo stavano prendendo volutamente in giro o gli stavano nascondendo qualcosa.
Forse il fatto che anche Sakura stesse arrivando, magari con un diavolo per capello.
Poi, quando la coppietta di futuri sposi fu sparita di nuovo nella cucina, Shikamaru si decise finalmente a parlare.
<< Sakura è rimasta a casa. >> disse, nascondendo il volto dietro alla tazza. << Non credi dovresti andare? >>
Naruto soffocò una risata contro alla spalliera del divano e Sasuke lo osservò ancora più stranito. << Che ti prende, razza d'idiota? >> sbottò, seccato.
Lui scosse la testa e fece finta di nulla.
<< Sas'kee.. >> cantilenò Shikamaru.
C'èra qualcosa nello sguardo di Shikamaru che lo inquietava più di tutti messi assieme. Che fosse successo qualcosa a Sakura? Forse era svenuta dopo aver cercato di mangiare un'altro dei suoi indecenti esperimenti culinari?
Sasuke si drizzò in piedi e, non dopo aver scoccato un'altra occhiata sospettosa ai suoi amici, si fiondò fuori dalla stanza. Nel momento esatto in cui i suoi passi finirono di rieccheggiare per il corridoio, dalla cucina emersero Neji, Tenten e anche Hinata. E Naruto scoppiò definitivamente a ridere.
Hinata cercò di rammonirlo, dicendogli che "non era carino prendersi gioco del proprio migliore amico", ma anche Neji e Tenten sembravano essere molto divertiti dalla questione.
Shikamaru dal canto suo, pur consapevole di essere a pochi minuti dalla fine della sua vita (Ino sarebbe stata lì in poco tempo), non rideva e nemmeno cercava di far finta di farlo.
Quando era successo a lui, Ino aveva sviluppato una sana ossessione per il decoupage: aveva decorato ogni singola superficie libera della loro casa. C'èra stato anche il turno della carta da parati, ma agli sgoccioli del processo per la verità.
Anche "Come una Sposa Novella!" era entrata in casa loro, e, a dispetto dal titolo, si era trattato di tutto meno che di una rivista per spose.
Non rideva di Sasuke, lo compativa beffardamente.
Era nella merda lui, era vero, ma anche Sas'ke lo era.
E lo sarebbe rimasto.
Per sempre.


***


Sakura non sapeva cucinare. Assolutamente no.
Ed era tutta colpa del fatto che Sakura non sapesse assolutamente e in qualsiasi modo cucinare, che adesso lui si stava precipitando verso casa sua, passando per i tetti.
Erano molte le possibilità riguardo a quello che poteva essere successo a Sakura: o era morta, asfissiata da quelli che lei chiamava dango, o forse era piegata in due sul letto, colpita dalla nausea.
Arrivato a casa, spalancò con tanta forza la porta che rischiò di schiodarla, a passi svelti percorse i corridoi e ansante piombò in cucina. << Sakura! >> urlò, sbattendo la porta.
Lei non stava nè cucinando, nè pulendo o mangiando qualcosa. Era semplicemente seduta al bancone, le gambe al petto, e sfogliava con sguardo assente una rivista, in mezzo alle brochure di carta da parati, ai manuali per costruire quei mobili in cantina e a un piatto di quelli che dovevano essere i suoi dango personali. Appena lo vide alzò gli occhi e gli rivolse un pigro sorriso. << Bentornato. >> proferì, con tranquillità. << Ti sei divertito? >>
Sasuke non sapeva esattamente come interpretare quell'atteggiamento; se come una quiete prima delle tempesta, quindi doveva aspettarsi urla e pugni in meno di cinque minuti, o semplicemente per quello che era. Un sorriso e una normale domanda affettuosa.
<< Sakura. >> rantolò.
Quella situazione era davvero troppo assurda, ai limiti del normale. << Potrei sapere cosa diavolo ti prende? >>
Sakura parve un poco indisposta dal suo tono, perchè accigliò lo sguardo. << Sto benissimo. >> replicò freddamente.
<< Bugiarda. >> sputò, seriamente seccato. << Sparisco una notte e non dici nulla, mi ritrovò a casa di Hyuuga e tutti mi guardano come un idiota.. >>
<< Torno a casa da lavoro e oltre ai mobili, ai libri con la carta da parati e a quella rivista sulle spose, trovo te che cucini. >> sbottò. << Sakura tu non sai cucinare. Hai visto che fine ha fatto il tuo stomaco? >> aggiunse. << E'.. assurdo. >>
Nei momenti seguenti, l'idea folle che Sakura avesse preso a ridergli in faccia gli sfiorò solo per un secondo il cervello. Poi, resosi conto che le spalle di sua moglie si scuotevano non per le risa, ma per i singhiozzi, Sasuke impallidì e annaspò.
Sua moglie era sempre stata troppo legata ai sentimenti, in un modo in cui una kunoichi del suo calibro non poteva permettersi.
Ma non poteva piangere.
No.
Non solo perchè le aveva detto che non sapeva cucinare. Oh, andiamo.
Lo sapeva anche lei.
<< Sakura. >> sussurrò, non seppe se con voce preoccupata o seccata. << Si può sapere perchè piangi, adesso? >>
Sakura trovò molto utile rinchiudersi in un mutismo assoluto, e continuò a singhiozzare, nascondendo il volto fra le mani. Poi, quando reputò la cosa troppo umiliante, decise di sguasciare via dalla sedia e acquattarsi dietro al bancone, nascondendosi dalla vista del marito.
L'unica cosa che rimase da fare a Sasuke, scioccato e preoccupato, fu quella di aggirare il bancone e raggiungerla.
<< Sakura. >> ripetè, con voce ferma, parandosele davanti. << Che diavolo ti prende? >>
Anche questa volta lei non rispose, o almeno non subito. Aspettò di calmare i singhiozzi, e solo dopo essersi asciugata le lacrime dalle guancie, prese un respiro profondo e qualcosa disse:
Gli disse che era incinta.
Lui inizialmente sbattè gli occhi, aspettandosi di trovarsi davanti il kage-bushin del dobe che gli urlava "Sorpresa!" con in mano magari una grande ciotola di ramen formato extra.
Lui le chiese di ripeterlo.
Lei allora lo ripetè, con voce più dolce.
Lui ci rimase di sale, e si lasciò cadere sul pavimento, al suo fianco.
E, d'improvviso, tutto gli fu assurdamente chiaro.
I mobili che lei aveva continuato ostentatamente a tenere nascosti per impedirgli di provare a costruirli non erano tavolini, sedie o comò; ma cassettiere, fasciatoi e culle. E le brochure, quei book con i campioni di carta da parati, non erano per la ri-decorazione dell'appartamento di Tenten e Neji, ma per il loro.
La sua vecchia stanza, dalle mura scrostrate e dai pavimenti impolverati.
E la rivista "Come una Sposa Novella!" non era una rivista per spose come si sarebbe immaginato, e in quel momento allungò una mano in alto, sul bancone, e a tentoni cercò la rilegatura della rivista.
Non lo era, si ripetè, sfogliandola e scoprendo non suntuosi abiti da sposa indossati da giovani modelle mozzafiato, ma sorridenti giovani donne con il pancione pronunciato che mostravano completi da bebè.
E i suoi dolori di stomaco, la nausea, non erano dovuti ai suoi eccezionali sperimenti culinari, ma alla gravidanza.
Le chiese perchè non glielo aveva detto subito.
Lei allora gli sorrise, stringendosi nelle spalle, e gli disse che sperava che potesse capirlo da solo.
Lui annuì, con la gola chiusa e uno strano rimescolamento all'altezza del petto. C'èra solo una cosa che ancora non gli tornava, ed era stato il principale motivo di tutta la sua preoccupazione.
Quando glielo chiese, la vide abbassare lo sguardo e il suo labbro inferiore prese a tremare mentre gli occhi le si inumidivano di nuovo.
Gli raccontò di quello che le aveva detto sua madre quando era ancora una bambina, ovvero di come una madre non potesse considerarsi tale se non sapeva perfettamente cucinare. Lui, un poco seccato, allora le chiese perchè proprio i dango.
Lei allora si rischiarò un poco e gli sorrise di nuovo, dicendogli che i dango erano i suoi dolci preferiti e che erano i dolci preferiti di tutti i bambini.
Lui non rispose, ma allungò per la seconda volta il braccio in alto e a tentoni cercò la forma del piatto di dango. Quando li trovò, li afferrò e se li portò davanti al naso.
Li mangiò tutti, dal primo all'ultimo.
<< Lo saranno anche del nostro. >> proferì poi, con voce rauca.
Sakura, esterrefatta e commossa, annuì in lacrime e gattonò nella sua direzione, sedendoglisi in grembo e circondandogli il collo in una stretta amorevole.
<< Diventerai papà. >> gli sussurrò.
Sasuke ricambiò la stretta e nascose il viso nel suo collo, cercando di respirare in modo abbastanza normale.
Lei poi rise, quando lo disse:
<< Sono sempre troppo salati, comunque. >>




Non sapeva cucinare in fondo, no?



***




Spero che Sasuke non sembri OOC. Oh, e per specificare a Sasuke non piacciono i dolci, vero, ma i dango che lui ha mangiato sono i Goma dango, ovvero dango piccanti!
One-shot che avevo in cantiere da un sacco di tempo ma che per mancanza di tempo non sono mai riuscita a finire xD
Spero vi sia piaciuta! Bacio e recensite in tanti!
SHANNARO!




















   
 
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