Serie TV > True Blood
Ricorda la storia  |      
Autore: Deb    16/07/2011    4 recensioni
Non sapevo perché avessi acconsentito ad aiutarlo. Forse perché Eric – in quel momento – mi sembrava perso.
L'espressione dei suoi occhi non poteva essere descritta. Erano così... strani; come se non sapesse più nulla.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eric Northman, Sookie Stackhouse
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non l'avrei mai ammesso a voce alta


Non sapevo perché avessi acconsentito ad aiutarlo. Forse perché Eric – in quel momento – mi sembrava perso.
L'espressione dei suoi occhi non poteva essere descritta. Erano così... strani; come se non sapesse più nulla.
Certo, mi aveva detto che sapeva cosa fosse, ma non chi fosse. Aveva perso la memoria?
Un vampiro millenario come lui poteva perdere davvero tutti i suoi ricordi da un giorno all'altro?
Quando mi aveva detto che tutto ciò che era gli era stato portato via, non avevo potuto fare a meno di assicurargli che l'avrei aiutato.
In quel momento la sua voce ed i suoi occhi mi chiedevano soltanto aiuto; ed io – come una stupida – avrei voluto abbracciarlo per consolarlo.
Io, che volevo togliermi dai piedi Eric Northman, avevo avuto l'irrefrenabile istinto di proteggerlo.
Non potevo crederci. Davvero.

Tendevo a dimenticare il fatto che Eric non ricordasse più nulla, o più probabilmente il mio cervello mi diceva che stesse mentendo. Come potevo essere sicura che tutta quella non fosse una messa in scena? In fondo non potevo leggere i pensieri dei non morti.
Ma a che pro doveva mentirmi? Per avvicinarsi a me?
No. Eric non sarebbe mai stato così meschino. Avrebbe usato altre mosse per farmi essere sua.
“Occhio al tappeto!” Esclamai, quando vidi i suoi piedi completamente sporchi andare verso il tappeto.
Alzò gli occhi verso di me e, senza battere ciglio, mi chiese scusa ed evitò l'arazzo.
Non potevo ancora crederci. Quello non era Eric eppure era lui. Non mi sarei mai abituata.

Lo aiutai perfino a lavarsi i piedi. 
Sorrisi quando, con un risolino sulle labbra – che dovevo ammettere essere affascinante e dolce –, mi dichiarò di soffrire il solletico.
Per una frazione di secondo desiderai di conoscerlo meglio, di diventare effettivamente sua amica e - perché no? - in un futuro magari la sua ragazza.
Scacciai immediatamente quei pensieri dalla mia testa. Quello non era il vero Eric Northman. Se avesse avuto ancora la memoria, sapevo per certo che avrei voluto sbatterlo fuori a calci nel sedere.
“Tu sei... veramente bellissima.” Dichiarò.
“Ehm...” Mi aveva preso alla sprovvista, accidenti. Anche se dovevo ammettere di essere lusingata da una tale dichiarazione così spontanea. “Grazie?”
Il mio cervello continuava a ripetermi di non dovermi fidare, era tutto pericoloso.
Eric non si ricordava nulla ed anche se sembrava essere così dolce ed educato da un momento all'altro avrebbe potuto attaccarmi preso dall'istinto della caccia.
Dovevo stare in guardia, sì.

Perché dovevo essere io a nasconderlo? A proteggerlo?
Ero soltanto un'umana. Se mi avessero attaccato come avrei fatto? Non ero poi così forte.
“Grazie tante, Pam. Mi rivolgerò a Bill.” Dissi. Lui di certo sapeva quello che avrebbe dovuto fare, no?!
Pam si avvicinò a me e mi guardò quasi... furiosa? “Azzardati a dirlo a Bill e ti farò a pezzettini.” v Conclusa la frase la vampira si ritrovò a ruzzolare per terra, finendo nell'altra stanza.
“Sii gentile con lei.”
Non potei fare a meno di ringraziarlo con il pensiero e, sinceramente, un po' gongolai per il fatto di avere Eric come mia spalla.
Pam ci spiegò che probabilmente quello che era successo al vichingo era colpa di Bill, che voleva tentare di liberarsi di lui. Davvero il mio ex ragazzo era così meschino?
Mi voltai verso Eric e dopo avergli dato un'occhiata fugace, sospirai ed accettai la clausola: “Tienilo nascosto con te.”
Se riuscivo a tenerlo davvero nascosto non sarebbe stato male vedere quel fisico marmoreo andare in giro per casa mia.
Mi vergognai subito del pensiero che avevo appena elaborato, soprattutto perché – sicuramente – tutta quella situazione avrebbe portato soltanto guai.
In compenso, Pam aveva accettato a pagarmi per far da babysitter. Dovevo pur guadagnarci qualcosa, no?!

Lo portai nel nascondiglio che si era costruito quando ero nel mondo delle fate.
“È veramente casa mia.” Affermò guardandosi intorno.
“Sì, ma non per molto.” Risposi con le braccia incrociate al petto. Già mi stavo pentendo del patto che avevo stipulato.
Eric mi ignorò beatamente. “E tu vivi qui?” Perché diavolo aveva quel mezzo sorriso sulle labbra? “A casa mia?”
“Sì.”
“Sei mia?” Ma anche i vampiri senza memoria erano fissati con il fatto di avere umani di proprietà? Che schifo.
“No.” Risposi con sfida.
“Appartieni ad un altro vampiro?” Certo, se non ero sua dovevo appartenere a qualcun altro, vero? Lì sotto da qualche parte c'era sempre e comunque quell'odioso di un Eric.
“No.” Negai ancora una volta. Ora avrebbe dichiarato che ero sua perché vivevo nella sua casa? Stavo seriamente cominciando a preoccuparmi.
“Vorresti essere mia?” Mi prese alla sprovvista.
Non avrei di certo accettato quella richiesta stupida, però era strano sentirselo domandare così. Aveva un'espressione speranzosa in volto che per una minima frazione di secondo avrei voluto dirgli “Okay, perché no?! Ma quando ti torna la memoria non lo sarò più.
Sì, quell'Eric senza memoria mi affascinava un pochino.
“Non proprio, ma... grazie per l'offerta.” Optai alla fine, cercando di uscire da quella botola per il giorno.
Sussultai quando mi si parò davanti. Che voleva fare? Mordermi? Come potevo difendermi da un vampiro millenario come lui?
Lo sapevo, lo sapevo che non dovevo accettare, che non dovevo tenerlo lì.
“Eric, lasciami andare.” Implorai, cercando di sembrare più determinata e sicura di quanto ero.
“Voglio solo ringraziarti per... per tutto quanto. Tutto qui.” Dichiarò mentre il mio cuore cercava di ritrovare un ritmo regolare.
“Prego. Ora lasciami andare per piacere.”
Mi chiese che cosa fossi ed io ero stufa marcia di dover sempre ascoltare quella domanda. Io non andavo in giro a chiedere alle persone che cosa fossero, no?! Perché non potevano lasciare in pace me?
“Lasciami andare.”
“Ma certo.”
“Grazie.” Quando i suoi canini spuntarono sussultai. Era la mia fine.
Eric si portò una mano davanti alla bocca, cercò di coprirli. No, non voleva farmi del male. Sembrava strano pensarlo, ma sentivo che non voleva farmi alcun male.
Uscii dal nascondiglio e lo chiusi a chiave.
Quello che era successo quella notte era strano. Eppure un pochino mi sentivo serena.
Eric, senza saperlo, mi aveva lusingato.
Ormai conosco i vampiri e sapevo per certo che era attratto da me ed io, come una stupida, ne ero deliziata.
Sorrisi tra me e me senza volerlo. Eric senza memoria sembrava un cagnolino desideroso di coccole ed attenzione e, per qualche arcano motivo, lo volevo pure io.
Certo, tutto questo non l'avrei mai ammesso a voce alta, ma mi piaceva. E tanto.

Angolo Autrice

Storia betata da Ili91. Grazie mille, cara! :*
Eccomi qui, sono tornata con una nuova storia su True Blood. Spero che sia stata di vostro gradimento. (:
I dialoghi presenti nella shot sono presi dal copione del terzo episodio della quarta stagione, come lo stesso le descrizioni delle scene. In questa fanfiction mi sono cimentata ad entrare nella testa della nostra protagonista per esplorare i sentimenti verso il nostro vichingo smemorato.
Personalmente ho adorato il quarto libro della saga di Sookie, nel quale c'era appunto Eric senza memoria, ed anche il telefilm – sotto questa trama – mi piace parecchio. Inutile dire, adoro sempre quando c'è tanto Eric e tanto Alexander. u.ù
Spero che vi siate divertiti almeno un pochino a leggere questa one-shot. ;)
A presto!
Bacioni
Deb
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > True Blood / Vai alla pagina dell'autore: Deb