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Autore: Thumbelina    16/07/2011    5 recensioni
Piccola, piccolissima introduzione. Piton è appena stato morso dal serpente. Ed ora a lui dei ringraziamenti speciali... non da parte mia però...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Grazie di tutto.

Dopo aver sentito il forte crampo di dolore trafiggergli le membra da parte a parte, a Severus Piton parve solo di riposare. Per tutta la sua vita il mago aveva tenuto gli occhi aperti, per controllare la situazione, per manipolarla, ma ora, finalmente, li chiuse aspettando che accadesse ciò che doveva accadere. Si lasciò lentamente cullare, trasportare, ciondolò dolcemente fra le braccia della morte e, per la prima volta nella sua vita, svuotò la mente.
Forse chissà, Lily, fu il suo unico pensiero, magari sto per raggiungerti.
Poi, come ho già detto, spense la mente, l’immerse nel nulla, permise completamente ai suoi pensieri di eclissarsi, perché in fondo se quella era la sua morte, non era male come fine.
Aveva visto gli occhi di Lily prima di morire, erano stati il suo ultimo orizzonte, e Severus Piton pensò che, se avesse potuto esprimere un desiderio prima di morire, beh, probabilmente sarebbe stato proprio quello. E si era realizzato a quanto pare, e quindi poteva morir contento. Ok, forse morir contento era un parolone, molto probabilmente avrebbe preferito non morire affatto, ma c’erano morti peggiori, pensò Severus Piton, e quindi si poteva accontentare.
Sperò che il ragazzo avesse capito ciò che gli aveva detto prima di morire, sperò che avesse preso la stilla di ricordi che gli aveva concesso, che avesse visto tutto e, pur vergognandosene immensamente, sperò che adesso sapesse che infondo non l’aveva mai odiato, semmai il contrario.
Pensò però che ora stava pensando, e che il suo momentaneo pensare non corrispondeva affatto alla totale eclissi di pensieri che aveva programmato, e quindi pensò (ennesimo errore) che fosse meglio smetterla.
Tornò a rilassarsi.
Non sapeva di preciso quando fosse passato, forse un minuto, forse un’ora, forse due, quando un forte rumore scrosciante gli riempì i timpani, sostituendo il vago silenzio che fino a quel momento aveva regnato sovrano.
Fece una forte smorfia.
Si rese conto solo in quel momento di esser in grado d’aprire gli occhi.
Li aprì uno alla volta, incerto, e la luce bianca gli invase le pupille in modo così forte che dovette coprirsi gli occhi con le mani.
Il forte rumore che lo aveva svegliato, per così dire, persisteva tutt’ora, e solo una volta che ebbe aperto gli occhi Severus Piton si rese conto che si trattava di null’altro che di un applauso.
C’erano delle persone, dinnanzi a lui, in quell’enorme stanza bianca, un bel gran gruppo, e sorridevano tutte, quelle persone, e gli battevano le mani. C’era Remus Lupin, e Ninfadora, e uno dei due gemelli Weasley, non era mai riuscito a riconoscerli, però a quanto sembrava doveva essere il fratello con l’orecchio, ed anche diversi altri studenti, nessun Serpeverde tra l’altro, ed anche tanta altra gente.
Forse, pensò Severus Piton cercando di focalizzare la stramba situazione in cui al momento si trovava, forse non era morto allora, forse era sopravvissuto, forse il flusso di sangue era terminato, forse qualcuno gli aveva mandato incontro una fenice, forse questa lo aveva curato, forse la battaglia era finita e lui era in ospedale adesso, forse Harry aveva raccontato a tutti la sua storia ed era per questo che tutti che lo acclamavano come fosse un eroe, forse…
Stava appunto finendo di stillare la lista delle cose che “forse” dovevano essere accadute, quando riuscì a metter meglio a fuoco alcuni dei suoi acclamatori, ed allora la situazione tornò ad essere confusa.
Insomma, insomma forse si sbagliava, eppure era quasi sicuro che fosse James Potter quel tipo con gli occhiali e la blusa a righe, che gli batteva le mani sorridendo, dalla seconda fila, e quello accanto a lui, sì, proprio quello posizionato fra il probabile James e il mago Remus Lupin, beh, quel tipo là in mezzo, in completo marrone e i boccoli castani, e i baffi curati, che applaudiva anch’esso, beh, quello aveva tutta l’aria, anche se era impossibile naturalmente, beh, quello aveva tutta l’aria di essere Sirius Black, ecco. E poi, no, no questo doveva essere assurdo, ma non era forse Alastor Moody quell’uomo bionico terza fila? Insomma, eppure lui era inconfondibile con tutti quegli arnesi al posto delle parti del corpo, come poteva sbagliarsi? Ma non era possibile, insomma, non poteva essere, e non poteva essere perché… beh, perché Moody era morto, insomma doveva essere morto, no, no, fermi un momento, fermi un momento… Moody, James, Sirius e… e Albus, Albus che ora gli sorrideva dalla prima fila, loro erano tutti, loro erano tutti morti. Tutti morti.
E quindi, a conti fatti, doveva esser morto anche lui.
Tentò di formulare una domanda, ma non gli venne in mente niente.
- Severus, - scandì Albus Silente uscendo dai ranghi e avvicinandosi a lui – c’è qualcosa che vuoi chiedermi forse?
- Preside io sono… - rispose, o forse domandò, Severus – io sono morto, giusto? E, e lo siete tutti, giusto?
- Esattamente, Severus. – rispose lui il preside.
- E tutti gli altri? – chiese ancora.
- Gli altri chi?
- Gli altri, insomma, non vi saranno state perdite solo dalla nostra parte, mi auguro. – rispose il professore.
- Oh beh, - disse Albus sorridente – quanto a loro, devi sapere, caro Severus, che i tuoi ex colleghi mangiamorte non sono qui. Questo è il nostro posto.
Il gruppo di gente, che nel frattempo aveva smesso di applaudire, gli sorrise quando l’uomo si perse a guardarli.
- Wow, - commentò alla fine – sono stato catalogato fra i buoni, alla fine.
- Che c’è, Severus? – fece Albus sorridente – non te lo aspettavi forse?
- Avevo i miei dubbi! – rispose quello sorridendo a sua volta – E voi? – disse poi tornando a rivolgersi al gruppo di persone alle spalle di Albus – Voi che ci fate qui?
- Siamo qui per te. – rispose lui una raggiante Ninfadora Tonks, stretta stretta nell’abbraccio di suo marito.
- Volevo ringraziarti, Severus – continuò Remus Lupin – e scusarci.
- Chi lo avrebbe mai immaginato! – esclamò Emmeline Vance, dalla terza fila.
- Sei davvero un eroe, Severus – commentò Amelia Bones.
- Sì, professore, - convenne Fred Weasley, dalla prima fila – senza alcun dubbio.
- È vero! – esclamò il piccolo Colin Cannon, appena accanto a lui.
- Voi due – commentò il professor Piton guardandoli – anche voi due siete…? Ma siete troppo giovani, voi non dovevate…
- Lo dica ai mangiamorte, professore – rispose lui Fred – quella di morire non è stata certo una scelta programmata!
- Mi dispiace – dichiarò l’uomo.
- Anche a noi! – rispose lui il ragazzo, - ma che vuol farci, ormai è andata!
- Già... – commentò in tono amaro Severus Piton, mentre un fiero Albus Silente ordinava agli altri:
- Avanti, signori, che cosa state aspettando? Rompete i ranghi, avanti!
In un momento, Severus Piton si trovò circondato da gente. V’erano vecchi membri dell’Ordine, e persone che Severus Piton non aveva mai incontrato, eppure tutti si stringevano adesso attorno a lui. Albus Silente fu il primo ad abbracciarlo.
- Severus, - fece lui il preside stringendolo a sé – Severus mentirei se ti dicessi che non vedevo l’ora di rincontrarti, francamente, avrei preferito continuare a vederti dall’alto, piuttosto che averti qui, avrei preferito di gran lunga che il tuo sacrificio non fosse necessario. Mi dispiace, ma devo anche dirti, che non sono mai stato tanto fiero di un uomo, neppur di me stesso, di quanto io lo sia ora di te. Sei la mia vittoria più grande.
- Grazie, signor preside – rispose Piton con le lacrime agli occhi quando l’abbraccio fu terminato, e mentre una civetta bianca volò a posizionarsi sulla sua spalla, ringraziandolo forse in vece del suo proprietario, la folla tornò a circondarlo.
- Grazie per quello che hai fatto per noi, Severus, grazie per quello che hai fatto per tutti – gli disse Remus Lupin stringendogli la mano – ora sappiamo che avevamo tutti sbagliato sul tuo conto. Ci dispiace.
- Ha ragione. – convenne Tonks al suo fianco – C’eravamo sbagliati tutti. Tu sei l’eroe che nessuno di noi avrebbe mai immaginato, e ti siamo tutti riconoscenti.
- Non c’è di che, io… - articolò Severus, prima che un’altra figura si scagliasse di fronte a lui, quella dell’ultima persona che Severus si sarebbe mai immaginato stesse lì a ringraziarlo.
- Grazie – gli disse James Potter, tendendogli la mano, col suo amico Sirius Black al suo fianco – grazie davvero per tutto quello hai fatto per mio figlio. Io stesso non avrei mai potuto fare di meglio. Scusa, per tutto il passato, ero giovane, ero uno stupido.
- Già – convenne Severus – eri uno stupido.
- E sono cambiato, – riprese James – e sono spiacente, per quello che ti ho fatto. E ti ringrazio ancora, per non aver protetto mio figlio e aver lottato per lui più di chiunque altro. Scusa, per quella storia di Mocciosus e tutto il resto, a conti fatti, fra la storia del terzo gioco e tutto il resto, devo dire che sei molto più malandrino, di quanto avessi mai immaginato.
Severus Piton lo guardò. Era tutto così strano. Eppure afferrò la sua mano, incerto, e la strinse fra la sua.
- Grazie ancora – concluse James dandogli un lieve abbraccio – per tutto.
- Hum… idem – convenne Sirius al suo fianco – grazie per tutto, e scusa per tutto, credevo che di essere il padrino perfetto per Harry, ed invece, beh, devo dire che tu sei stato per lui l’aiuto più valido che il ragazzo potesse sperare. Grazie. E scusa anche, già.
- Scuse accettate – rispose Severus.
- Sai, ragazzo – esclamò Alastor Moody comparendo al suo fianco, non appena i due malandrini si furono allontanati – tu, sei stato una vera rivelazione, ti credevamo un traditore, un codardo e invece… mai pensato di diventare un auror?
- Sa, professore – fece Fred prendendo il suo posto – lei non, beh, lei non mi era mai stato particolarmente simpatico ma… beh, forse l’avevo sottovalutata, ecco tutto, lei non è così male, anzi, lei è molto meno noioso di molti altri professori di Hogwarts, a dirla tutta. Ha acquistato un sacco di punti visto dall’alto, professore, ora mi sta quasi simpatico.
- Grazie – sorrise Severus, prima che qualcun altro si facesse avanti per ringraziarlo.
Rufus Scrimgeour, Dobby, Dorcas Meadowes, Dearborne Caradoc, e persino Regulus Black. E la professoressa Berta Jorkins e Charity Burbage, che lo ringraziò anche lei, seppure lui non avesse fatto nulla per salvarla nel momento in cui Lord Voldemort le aveva puntato la bacchetta contro. E c’era anche sua madre, Eileen Prince, che lo strinse forte a sé, con le lacrime agli occhi, e gli disse:
- Son fiera di te, figlio mio, sono tanto, tanto fiera di te.
Non c’era suo padre però, non c’era il Tobias Piton che Severus aveva tanto odiato nella sua infanzia, e devo dire non gli dispiacque affatto non vederlo.
Gli si avvicinò Benjy Fenwick, e poi Fabian e Gideon Prewett, ed anche una giovane donna, con i capelli scuri, lunghi, e la pelle pallida, che fin a quel momento era sempre stata accanto ad Albus, una tale Ariana Silente, che lo ringraziò anche lei, anche se lui per lei non aveva mai fatto proprio nulla, che non sapeva neanche chi lei fosse. E c’erano anche tre quarti dei fondatori di Hogwarts (ovviamente Salazar non c’era) che lo ringraziarono a loro volta, e la folla si aprì dinnanzi a lui poco alla volta, e i volti delle persone che gli erano riconoscenti gli sfilarono davanti uno alla volta, per dirgli grazie per tutto quello che aveva fatto, e per chiedergli scusa, anche, se avevano mai dubitato di lui, e, tristemente, tutti avevano dubitato di lui. Tranne Silente, ovviamente.
E c’erano ancora, anche se temo che non potrò elencarli tutti Marlene McKinnon ed Edgar Bones, ed anche Cornelius Caramel, e Ted Tonks, Senior, naturalmente.
C’erano tutti, ve l’ho già detto, e quando sembrava che fossero esauriti già tutti i grazie, la folla si spalancò come a lasciar passare l’ultima donna.
E mentre Severus Piton tratteneva le lacrime nel vederlo arrivare, Lily Evans si avvicinò sorridendo, e lo raggiunse in un attimo.
- Lily… - balbettò Severus – Lily tu sei qui, tu sei…
- Grazie per tutto quello che hai fatto per Harry, Severus – gli disse lei – nessuno di noi potrà mai ringraziarti abbastanza. Grazie per averlo aiutato, e per averlo protetto e per non aver mai chiesto nulla in cambio. Ti ringrazio per tutto, davvero, Severus, per tutto.
Ciò detto gli gettò le braccia attorno al collo in un abbraccio, e lasciò che l’uomo la stringesse a se, e piangesse su di lei tutte le sue ultime lacrime.
- L’ho fatto solo per te, Lily, solo per te. – le sussurrò piangendo.
- Lo so, Severus, lo so, - rispose lei – e non smetterò mai di ringraziarti.
- Guardati signori e signore: - esclamò Albus con voce tonante – colpo grosso in casa Weasley, Molly Weasley ha appena ucciso Bellatrix!
Solo allora Severus Piton si rese conto che il pavimento, in quella stanza sconfinata, era trasparente, e che sotto ai loro piedi si stava svolgendo la battaglia di Hogwarts.
- E brava mamma! – gridò Fred.
E mentre tutti si voltavano a guardare la scena, approfittando del momento di comune distrazione, Lily Evans girò il volto si Severus verso di se, e racchiuse le sue labbra in un bacio.
- E mia cugina preferita a tirato le cuoia, evviva! – gridò Sirius, mentre Remus prendeva in braccio sua moglie Ninfadora e le faceva fare una piroetta.
Prima, che tutti potessero tornare a girarsi, Lily Evans staccò le sue labbra da quelle del suo uomo, e, tornando ad abbracciarlo, gli sussurrò nell’orecchio:
- Ti ho sempre amato.
Severus Piton si sentì svenire.
- Fermi, signori e signori – gridò ancora Albus – lo scontro finale sta per avere inizio.
- Ma quello è Harry! – esclamò Severus – io non capisco! Albus, Albus io ti giuro, ti giuro io ho cercato di farglielo sapere! Gli ho dato i miei ricordi, gli ho detto di andare al pensatoio, forse non lo ha fatto, forse non mi ha capito, forse…
- È andato tutto bene, Severus, - gli disse Lily tranquillizzandolo – Harry ha visto tutto ed è andato a morire.
- E poi? E poi cos’è successo? – chiese ancora il professore – Insomma lui è lì adesso, lui è vivo adesso, come…?
- Voldemort ha tentato di uccidere Harry, è vero – spiegò lui Albus Silente – ma il suo incantesimo a colpito solo l’Horcrux che Harry aveva dentro di sé, ed Harry è rimasto in vita. Speravo che sarebbe successo, a dire il vero, ero lì ad aspettarlo.
- E il signore oscuro? Insomma, lui non si è accorto che non era ancora morto?
- Ha mandato mia cugina Cissy a controllare – spiegò lui Sirius – questa gli ha chiesto se suo figlio Draco fosse ancora in vita e quando Harry le ha detto di sì, lei ci ha fatto l’immenso piacere di non sputtanarlo davanti al signore oscuro, ecco tutto.
- E brava Narcissa… - commentò Severus
- È andato tutto per il meglio, Severus – disse lui Silente – e solo grazie a te.
Lily Evans sorrise a conferma.
- E adesso? – chiese loro Piton – e adesso che succede?
- È l’ultima battaglia, ora spetta ad Harry e ad Harry solo combattere. – rispose lui Albus.
- E noi? Noi non possiamo far nulla per aiutarlo? – chiese ancora il professore.
- Possiamo solo pregare per lui – rispose lui Lily
- E sperare che non ci raggiunga – aggiunse James.
Severus annuì della risposta ricevuta, poi, mentre si schieravano tutti per vedere la battaglia, sentì che la piccola mano di Lily Evans si stringeva tremando nella sua.
- Se avessi saputo, - le disse – che la morte significava star qui a stringerti la mano, beh penso che avrei lasciato che mi uccidesse diciassette anni fa.
Gli occhi di lei brillarono.
- E invece io son contenta che non l’abbia fatto, - rispose lei – e che tu abbia vissuto per entrambi, amore mio. Io son rimasta qui ad aspettarti, sperando che tu mi raggiungessi il più tardi possibile.
- Ti amo.
- Ti amo anch’io.
- Che succede? Che succede laggiù? – chiese Colin sporgendosi un po’ per capir cosa stesse accadendo.
- Voldemort ha appena detto ad Harry che sta per ucciderlo – rispose lui Silente.
- Ed ora? – chiese Piton.
- Ora Harry sta spiegando lui come si sbaglia di grosso, sta raccontando la tua storia, Severus, - spiegò lui James – temo che non rimarrai il cattivo ancora per molto.
- Me ne farò una ragione!
- Che cosa ha detto? – chiese Fred.
- Avada Kedravra – rispose lui Albus.
- No, no quello lo avevo sentito, intendevo Harry, - si corresse Fred – cosa ha detto Harry?
- Expelliarmus – rispose lui Remus.
- Cavoli, - commentò Piton – sei lunghi anni di brillante istruzione in Difesa Contro le Arti Oscure per un “Expelliarmus”? Che spreco!
- E dai, Harry, - esclamò Fred – usa qualcosa di più potente!
- Io credo invece – intervenne Albus – che il ragazzo abbia tutta la situazione perfettamente sotto controllo. Potrebbe funzionare, la bacchetta d’altra parte è sua.
- Come scusa? – chiese lui Piton – non eri stato il suo ultimo proprietario?
- Draco Malfoy mi ha disarmato – spiegò lui Albus.
- E Harry ha disarmato lui – continuò Dobby.
- Quindi la bacchetta è di Harry adesso – terminò Remus.
- Perfetto, - commentò Severus – ed Harry lo sa questo?
- Speriamo di sì – rispose James.
- Dai, tesoro – fece Lily guardando suo figlio in battaglia – sei forte, amore della mamma, puoi farcela, siamo tutti con te. Siamo tutti con te.
Poi tutti videro solo il volo di una bacchetta, e un’onda di luce potente glaciò la stanza.
- Cos’è successo? – gridò Lily quando il lampo fu terminato – Che cosa è accaduto?
- Ce l’ha fatta! – le rispose gridando Silente – il ragazzo ce l’ha fatta e Voldemort è sconfitto!
- È mio figlio quello! – gridò orgoglioso James con le lacrime agli occhi quando suo figlio si rialzò da terra.
- Ce l’hai fatta, ragazzo ce l’hai fatta! – gridò Remus.
- È finita. – sentenziò Lily cadendo in ginocchio e piangendo tutte le sue lacrime – ce l’hai fatta, figlio mio, sei salvo adesso, dopo diciassette anni.
E mentre tutti gridavano di gioia e festeggiavano chi sono poteva ora sentirli Severus Piton rimase immobile, composto al suo posto. Ce l’aveva fatta. Il ragazzo che aveva sacrificato la vita pur di proteggere ce l’aveva fatta. Aveva vinto, finalmente, ed era stato, sì, era stato solo grazie a lui. Forse la sua vita non era andata tutta sprecata come lui aveva sempre creduto...
- E bravo il mio ragazzo – sussurrò con le lacrime agli occhi – e bravo il mio impertinente, arrogante, vanitoso ragazzo. Sono fiero, sono dannatamente fiero di te.


Ok, non so se vi è piaciuta, ma ero particolarmente ispirata e volevo scriverla, d'accordo? ok, forse non è una storia ordinaria, lo so, e alcuni di voi si staranno chiedendo "e James? insomma, Lily ama Severus, e James?" volete la verità? Non lo so. Questo è l'happy ending di Severus, e James ha Sirius, sono amici, si staranno accanto a vicenda. La stanza che vi ho proposto non è un paradiso cristiano, non sono cattolica io, eppure, se ci sarà un qualcosa nell'aldilà, penso che Sev sarà smistato fra i buoni, voi che dite? Spero vi sia piaciuta, lasciatemi una nota, va bene? Bacioni. Giulia.
   
 
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