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Autore: Nikki Potter    16/07/2011    41 recensioni
Harry è rimasto di nuovo solo, tutti sono morti e lui è l'unico sopravvissuto. Ma arriverà in un'altra dimensione dove Harry James Potter è ufficialmente morto il 31 ottobre 1981, dove Voldemort semina il terrore e dove ritroverà tutte le persone che ha perduto e imparerà a conoscerle. Riuscirà sotto falsa identità a sconfiggere di nuovo Voldemort e a salvare le persone che gli vogliono bene?
Genere: Avventura, Guerra, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Da Epilogo alternativo
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Harry Potter-Dimensione Parallela19

Capitolo dedicato a tutti voi che amate questa ff!

Severus entrò nel suo ufficio ad Hogwarts. Aveva bisogno di restare solo per riflettere sulle risposte che Potter gli aveva dato.

Gli sembrava ancora impossibile che fosse vivo, eppure era lì...sospirò pesantemente.

Afferrò la montagna di compiti da correggere degli alunni del sesto anno, doveva pensare ad altro, eppure le parole di quel ragazzo continuavano a vorticargli in testa.


FLASHBACK

Harry fissava attentamente il suo ex professore in attesa che dicesse qualcosa. Poteva capire la sua confusione, infatti gli stava dando tutto il tempo necessario per metabolizzare la cosa.

Severus lo scrutava attento, si era aspettato di tutto, tranne di trovarsi davanti quel ragazzo nel salotto di casa Potter, per di più sotto effetto di polisucco e con le sembianze di Bellatrix. Si era aspettato di tutto, tranne quella scintilla di riconoscenza che brillava in quegli occhi verdi a lui molto famigliari, gli occhi della sua migliore amica Lily. 

Sospirò, doveva pur dire qualcosa. Inoltre avrebbe trovato risposta alle sue domande e forse avrebbe finalmente dormito decentemente.

"Da quanto sei venuto qui?" gli domandò serio.

"Il 7 settembre. Non ho detto a nessuno chi ero, loro l'hanno scoperto solo il 23 dicembre. Sono stato io a chiedere loro di non dire nulla a nessuno" rispose Harry con un leggero sorriso. "Nemmeno a te".

"Perchè?" quella domanda era uscita spontanea dalle labbra di Severus.

"Sapevo già che tu avevi dei sospetti su di me e che mi stavi diciamo tenendo d'occhio per conto di Silente. Sei sempre stato bravo come spia in effetti, 
non mi stupisce che l'abbia chiesto a te. E sapevo che prima o poi avresti capito, non sei affatto uno che si fa fregare".

Severus inarcò le sopracciglia sorpreso. Potter gli stava facendo dei complimenti?

Cose da non credere...

"Quindi mi conosci bene..." ne dedusse.

Harry annuì. "Sei stato per sei anni il mio professore, diciamo che tra di noi c'era un'antipatia reciproca, perchè tu pensavi che fossi un pallone gonfiato come mio padre e io perchè tu mi giudicavi a priori senza nemmeno conoscermi, pensavi che mi piacesse essere una celebrità, il Bambino-Che-E' Sopravvissuto eccetera. Invece lo detestavo, perchè ero famoso per una cosa che nemmeno ricordavo, una cosa che aveva portato alla morte dei miei genitori. Avrei preferito mille volte essere qualcun'altro, che non fosse toccato a me, vivere una vita normale..."

Severus lo fissò stupito. Aveva letto amarezza nella sua voce e una profonda tristezza.

"Senza dirmi niente mi hai protetto in questi anni, altrimenti credo che senza di te sarei morto al mio primo anno a Hogwarts. Avevi promesso a Silente di vegliare su di me, per l'amicizia che ti aveva legato a Lily".

Sì, si riconosceva nelle parole del ragazzo. Era decisamente nel suo carattere fare le cose senza che gli altri se ne accorgessero.

"Sappi Severus che provo per te un profondo rispetto e stima, sul serio".

Severus lo fissò attentamente, era così tranquillo ma allo stesso tempo vigile...gli vennero in mente le parole di Moody, vigilanza costante...

"Hai intenzione di affrontarlo, vero?" glielo aveva letto in quegli occhi accesi dalla determinazione.

"Una volta che avrò distrutto tutti gli Horcrux sì, non che abbia scelta comunque...nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive, ognuno morirà per mano dell'altro...il mio destino è segnato da quando sono nato. Lo riaffronterò di nuovo".

"Sembri molto sicuro di te" notò Severus.

Non aveva letto paura sul suo viso, nulla, come se il fatto di combattere contro Voldemort in persona lo lasciasse del tutto indifferente. Davvero incredibile, quel ragazzo doveva averne passate proprio di brutte per non temere il Signore Oscuro...

"Sono sicuro dei miei mezzi...tu e Remus mi avete allenato piuttosto bene e in questi quattro mesi il tempo che non dedicavo alla ricerca degli Horcrux lo passavo ad allenarmi" rispose Harry con un sorriso.

Lui e Lupin avevano allenato Potter per combattere contro Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato? Robe da non credere...

"Potter sono..."

"Confuso? Sì, comprensibile. Lascia che ti dica una cosa che mi disse Silente...tu sei un vero Grifondoro, non un Serpeverde, il cappello si è sbagliato" disse Harry convinto.

Severus lo fissò senza dire nulla, troppo stupito dalle sue parole.

Harry Potter era una delle poche persone che era riuscito a destabilizzarlo sul serio. Andò a letto convinto che nemmeno quella notte sarebbe riuscito a dormire, quelle parole gli giravano ancora in testa e non c'era nessun modo per evitarlo.

Gli aveva promesso di non dire nulla a nessuno, nemmeno a Silente. Del resto poteva farlo, anche lui come Potter era un bravo Occlumante...già gli aveva detto che era stato proprio lui ad insegnargliela insieme alla Legilimanzia.

Non poté impedire a un sorriso soddisfatto di fare capolino sul suo volto.

*

Nemmeno Harry riusciva a dormire, rifletteva su quello che Severus gli aveva detto, sul perchè lui e suo padre avevano smesso da molti anni di odiarsi.


FLASHBACK

Harry fissò Severus con attenzione e curiosità.

"Perchè tu e mio padre siete...diciamo in buoni rapporti?"

Severus non poteva negare che si era aspettato quella domanda. Si guardò le mani che teneva strette sulle gambe, la mente andò indietro nel tempo, di circa diciassette anni.

Era un mangiamorte ma era già passato dalla parte di Silente, era diventato una spia. Eppure non era riuscito a capire chi fosse il traditore all'interno dell'Ordine, lo scoprì troppo tardi.

Era appena arrivato al cimitero di Little Hangleton, proprio vicino a Riddle Manor. Era notte, la notte di Halloween, chissà perchè il Signore Oscuro li aveva radunati a quell'ora.

Lucius e Bellatrix gli si avvicinarono togliendosi la maschera e mostrando un sorriso compiaciuto.

Si sentiva inquieto e non si spiegava per quale motivo, ma c'era qualcosa che non andava.

"Il Signore Oscuro l'ha fatto finalmente" gli riferì Bellatrix.

"Non sappiamo come ma l'ha trovato" aggiunse Lucius.

"Cosa?" domandò Severus confuso.

"Harry Potter è morto" rispose Bellatrix.

Cercò di mostrarsi imperturbabile a quella notizia, eppure non poté non pensare al dolore di Lily e di sicuro anche di Potter. Ma com'era stato possibile? Erano protetti dall'Incanto Fidelius e Black era il Custode Segreto...

"Eccoti Severus, aspettavamo proprio te" disse Voldemort non appena anche lui si mise in cerchio.

"Mi dispiace signore per il ritardo" si scusò Severus cercando di calmare i battiti del suo cuore.

"Non importa, rallegrati Severus, perchè oggi ho eliminato definitivamente l'ultimo ostacolo al potere. Ora nessuno potrà fermarmi. Harry Potter è morto, e vi starete di sicuro chiedendo come ho fatto a trovarlo..."

Severus lo fissava in attesa di risposte. 

"Vieni Codaliscia" disse Voldemort soddisfatto.

E Severus capì. Peter Minus era il traditore, ed era anche il Custode Segreto dei Potter. Aveva tradito i suoi migliori amici quel lurido topo di fogna. E aveva consegnato il piccolo Harry alla morte.

Strinse forte una mano a pugno per impedirsi di lanciare qualche incantesimo su quell'essere.

"Lui ha tradito i Potter e mi ha consegnato il bambino. Mi sei stato prezioso Codaliscia".

"Grazie signore" Peter si inchinò a baciare l'orlo della veste nera di Voldemort.

Poi si unì al cerchio di altri mangiamorte.

"Ecco qui quello che rimane di Harry Potter" Voldemort si spostò rendendo visibile a tutti loro il piccolo corpicino ormai privo di vita del bambino.

Severus distolse immediatamente lo sguardo da quel cadavere così piccolo, altrimenti si sarebbe tradito, avrebbe pianto.

"Cosa ne facciamo di lui, mio signore?" domandò Rodolphus Lestrange con qualcosa di sadico nel tono di voce.

Voldemort ghignò. "Severus, Bellatrix, Peter...portate Potter nella baia di Dalmouth, lì si unirà agli altri nostri Inferius".

Severus raggelò. No, non poteva permetterlo, doveva riportare il corpo a Lily, a tutti i costi, anche quello di essere ammazzato.

Peter prese in braccio Harry e poi tutti e tre si smaterializzarono con un crac.

Davanti a loro solo il mare mosso e gli scogli.

"Lascialo lì, Minus" ordinò Bellatrix.

Peter lasciò il piccolo cadavere di Harry su uno scoglio vicino al mare.

No, non poteva finire così...

Velocemente schiantò Bellatrix, totalmente colta di sorpresa. Poi si voltò verso Peter, l'odio si poteva leggergli chiaramente sul volto.

Anche Peter aveva la bacchetta puntata su di lui.

"Come hai potuto, sporco traditore!" ringhiò Severus.

"Io sto sempre dalla parte del più forte" rispose semplicemente Peter, nessun accenno di rimorso nella voce.

"Era il figlio dei tuoi migliori amici!" sbraitò Severus.

Peter ghignò. "Io non ho nessun amico, non mi hanno mai considerato alla loro altezza. Io per loro non ero nessuno, con il Signore Oscuro invece sarò grande. Tu invece Piton da che parte stai? Da quella di Silente?"

Sapeva che schiantando Bellatrix non sarebbe più potuto tornare indietro, si era smascherato, ma non gliene importava un bel niente, doveva portare via il cadavere di lì il prima possibile.

"Avada Kedavra!" disse Peter.

Severus si spostò, quell'idiota aveva intenzione di ucciderlo.

"Avada Kedavra!" ripeté Minus, una luce folle negli occhi.

L'incantesimo lo mancò di poco. "Avada Kedavra!"

Peter cadde a terra lentamente, gli occhi sgranati e talmente chiari da sembrare quasi bianchi. Severus lo fissò con odio e disprezzo prima di dirigersi verso il piccolo Harry.

Lo prese delicatamente tra le braccia e fissò quel viso, quelle palpebre chiuse sotto cui sapeva c'erano gli occhi stupefacenti di Lily.

Ricordava ancora perfettamente le grida e il pianto di Lily, i singhiozzi mentre teneva stretto a sè il corpo del figlio e le parole di James Potter, distrutto dal dolore, gli occhi rossi per il pianto.

"Grazie per avercelo riportato...non lo dimenticherò mai..."

Da quel momento tra lui e James c'era stato un rapporto di reciproco rispetto.

Non c'era bisogno di rispondere, sapeva che Harry gli aveva letto nella mente.

Harry lo fissava, gli occhi lucidi e commossi.

Harry sorrise. Severus era un grand'uomo, quella sera ne aveva avuto la prova tangibile.

*

Harry insieme a James e Lily entrò nella stanza delle necessità per la riunione dell'Ordine. Aveva riassunto le sembianze di Ted Evans. Sua madre ormai era talmente abituata a vederlo col suo vero aspetto che quando lo aveva visto scendere dalle scale così conciato per un momento l'aveva scambiato per un intruso.

Notò Severus, seduto alla destra di Silente, lanciargli un'occhiata penetrante e in risposta sorrise.

Si sedette con nonchalance tra Ron e Fred avendo già una mezza idea di cosa Silente avrebbe parlato. Del rapimento di tre membri dell'Ordine e di come si fossero miracolosamente salvati da Voldemort. E ovviamente della coppa di tassorosso che gli aveva mandato quella mattina.

La cicatrice ogni tanto gli pizzicava, segno che Voldemort non era tranquillo. La sua invasione mentale doveva averlo turbato parecchio, era sicuro che mai nessuno si era spinto così in là.

"Silente sembra nervoso, avete notato?" disse Ron a bassa voce.

"E quando mai non lo è? Ultimamente stanno accedendo troppe cose strane..." rispose Neville.

Hermione annuì. "Da quando è tornato Harry Potter...che poi voglio dire...come ha fatto?"

"Non ne ho idea, ci hanno sempre insegnato che non si può tornare dal mondo dei morti, che non esistono incantesimi o pozioni in grado di farti resuscitare" George alzò le spalle chiaramente confuso.

"Beh, ma tu Teddy sei sopravvissuto all'avada kedavra di Voldemort...insomma come hai fatto?" Fred lo guardò curioso.

Harry alzò le spalle. "Non lo so. Non avevo idea che sarei sopravvissuto".

"Devi avere addosso uno scudo protettivo, per forza...però la cosa è comunque strana, niente può bloccare l'avada..." ragionò Ron.

"E' inutile che me lo domandiate. Quando mi sono messo davanti a Lily per proteggerla non sapevo che non sarei morto". 

Con quelle parole Harry decretò chiusa la conversazione, anche perchè Silente si era alzato in piedi schiarendosi la voce, non che ne avesse bisogno, era solo per attirare l'attenzione di tutti i presenti.

"Spero che abbiate passato tutti delle belle vacanze natalizie" esordì Silente.

Sirius e Andrea si strinsero forte la mano, mentre Remus e Dora si sorrisero.

"Harry Potter ha distrutto un altro horcrux, ha provveduto a mandarmene i resti stamattina...era la coppa di Tosca Tassorosso" li informò Silente mostrando i resti del metallo della coppa.

"Il diario, l'anello, il medaglione, il diadema e adesso la coppa...quanti ne mancano ancora?" domandò Fabian Prewett preoccupato.

"Credo uno solo...sette è il numero perfetto, no? Del resto Voldemort è stato l'unico a spingersi così in là, no?" commentò Silente serio.

"Potter le ha riferito dove l'ha presa?" la McGranitt indicò la coppa.

Silente sorrise divertito. "Curioso, davvero curioso come ci sia riuscito senza farsi notare...l'ha rubata dalla camera blindata alla Gringott di Bellatrix Lestrange".

"L'ha fatta ai folletti?" Bill era stupefatto, ma non era l'unico.

"Nessuno è mai riuscito a rubare alla Gringott" Marlene McKinnon era quasi sconvolta.

"Beh, Potter sì. Evidentemente aveva qualche asso nella manica, no?" intervenne Fred convinto.

"Come per esempio il fatto che ci aveva già rubato una volta" aggiunse George incrociando le braccia.

"Già, Potter è sempre avanti a noi di dieci passi" commentò Moody.

"Beh, è un vantaggio per noi, no?" fece notare Ted Tonks.

"Indubbiamente, anche se non voglio pensare ai rischi che Potter sta facendo nell'agire da solo" disse Silente preoccupato. "E' successa un'altra cosa importante e alquanto strana per certi punti di vista..."

Tutti pendevano dalle labbra di Silente, tranne Harry che fissava il pavimento.

"Poco prima di Natale Rufus, Fabian e Gideon sono stati rapiti e portati da Voldemort per avere informazioni sull'Ordine".

Molti trattennero il respiro alle parole di Silente, e ovviamente gli sguardi di tutti si puntarono sui tre diretti interessati che però fissavano Silente.

"Stavano per essere uccisi quando Voldemort, o meglio il braccio che reggeva la bacchetta si è abbassato contro la sua volontà e ha cominciato a urlare" aggiunse il preside.

Severus si girò di scatto verso Harry, gli occhi spalancati. Il giovane Potter mosse impercettibilmente il capo rispondendo alla muta domanda del professore. Sì, era stato lui.

"Cosa?" Andromeda Tonks era confusa.

"Credo che abbia subito un attacco mentale, qualcuno deve aver cercato di prendere possesso della sua mente per alcuni secondi, in modo da dare a loro tre il tempo di scappare. Sono quasi sicuro che è stato Harry Potter...anche se di solito per queste cose è necessario il contatto visivo e Potter non era di certo lì..." Silente si lisciò la barba bianca riflettendo.

"Davvero sbalorditivo" commentò Frank Paciock.

Alice di fianco a lui annuì convinta.

"Del resto sono molte le cose che non sappiamo di Potter, no?" fece notare Arthur Weasley.

"Infatti, molte...anzi troppe" convenne Silente.

*

Harry sapeva che Voldemort stava cercando informazioni su colui che aveva distrutto la sua bacchetta e che era sopravvissuto al suo avada kedavra. Tuttavia non avrebbe trovato nulla su Ted Evans, visto che non esisteva.

Era la mossa che avrebbe fatto in seguito che più lo preoccupava. Aveva già preso una volta tre membri dell'Ordine che miracolosamente lui era riuscito a salvare, ma avrebbe potuto farne rapire degli altri.

Di certo Voldemort era pronto a tutto, non si era mai fatto scrupoli in vita sua, rimorsi men che meno, per questo era ancora più pericoloso.

Già, perchè Voldemort si sentiva minacciato per la prima volta nella sua vita. Non riusciva a spiegarsi come lui potesse essere ancora vivo.

Tuttavia era ancora lontano dalla verità, dal fatto che lui fosse Harry Potter e che lo stesse distruggendo pezzo per pezzo. Del resto lui aveva visto il suo cadavere, quindi non aveva motivo di dubitare o di pensare qualcosa di diverso. Questo gli dava decisamente tempo per pensare a come fare a distruggere quel maledetto serpente, l'ultimo passo per poterlo distruggere davvero e mettere fine alla guerra e alle morti.

I suoi genitori, Sirius e Remus volevano aiutarlo, ma non aveva nessunissima intenzione di coinvolgerli. Non aveva rivelato niente su cosa fosse l'ultimo horcrux, se la sua sarebbe stata un'azione suicida doveva esserci solo lui, punto.

Nessuno doveva morire per lui questa volta. Se l'era giurato non appena aveva toccato con i piedi il suolo di quella nuova dimensione.

Era il 26 gennaio e quel pomeriggio, per forse la prima volta in quel mese, era in casa da solo. Suo padre era a lavoro e Lily, che lavorava come pozionista in casa, era andata al San Mungo che da quel che sembrava le voleva affidare l'incarico di produrre pozioni curative.

Era solo nella sua stanza e stava pensando e ripensando per la millesima volta a come poter uccidere il serpente senza farsi scoprire da Voldemort. Praticamente Nagini era sempre con lui, attaccata alla sua veste nera come un'ombra quasi. 

Non poté non pensare che era davvero inquietante come cosa.

Guardò l'orologio, avrebbe dovuto vedersi con Ginny fra una ventina di minuti per passare insieme il pomeriggio a Hogsmeade. Un sorriso ebete fece capolino sul suo volto, non vedeva l'ora di baciarla.

Il sorriso scomparve lentamente dal suo viso, i contorni della stanza si fecero sbiaditi, la luce che la illuminava scomparve quasi del tutto. Era seduto non più sulla sedia dietro alla sua scrivania, ma in una poltrona rosso sangue dallo schienale alto.

Sentì la bocca aprirsi, ma la voce che uscì non era la sua, era fredda come la stanza e acuta.

"Voglio la giovane Weasley viva. La useremo per ricattare i suoi genitori...di sicuro faranno di tutto pur di non vedere la loro bambina morta...una cosa che non ho mai capito, l'amore per un figlio..."

Voldemort rise sprezzante subito imitato da altre sei figure incappucciate chinate davanti a lui in segno di reverenza.

Harry sbattè le palpebre più e più volte tornando a focalizzare la sua stanza. Respirava affannosamente, ma al momento non gli importava se le sue visioni stavano peggiorando, visto che avvenivano anche quando era sveglio, gli importava solo di Ginny.

"Dannazione!" esclamò controllando di avere la sua bacchetta e quella di riserva nella manica destra.

Un'occhiata veloce allo specchio dopo aver assunto le sembianze di Ted Evans e poi sparì con crac. Comparve proprio davanti ai Tre Manici di Scopa. Si sarebbe dovuto incontrare con Ginny davanti alla Stamberga fra circa cinque minuti.

Corse come un pazzo in quella direzione, facendosi largo tra gli studenti che allegri invadevano il piccolo villaggio godendosi quel finesettimana.

Sentiva il cuore in gola e il panico invaderlo. Aveva paura, per la terza volta in quella dimensione aveva seriamente paura di perdere qualcuno per lui importante. La prima quando suo padre era entrato in coma, la seconda quando sua madre stava per essere uccisa da Voldemort e la terza era quella. Perdere Ginny avrebbe significato distruggerlo, il suo cuore si sarebbe definitivamente spaccato e nessuno, più nessuno avrebbe potuto rimettere insieme i pezzi.

Non gliene importava niente di morire, Ginny doveva salvarsi, doveva vivere. Al serpente ci avrebbero pensato i suoi genitori, Sirius e Remus. La sua civetta, identica all'Edvige che aveva avuto, aveva l'incarico di consegnare loro la lettera che aveva scritto ancora prima che Voldemort attaccasse sua madre, quando era convinto che sarebbe morto per salvare lei. 

Adesso doveva solo pensare a proteggere Ginny.

All'improvviso sentì dei botti in lontananza. Di riflesso corse più veloce e sbucò proprio nello spiazzo dal quale si poteva ammirare la Stamberga.

Lì c'era Ginny, il volto sporco di sangue per una ferita sulla fronte, che stringeva forte la bacchetta. Davanti a lei cinque mangiamorte con le bacchette puntate e uno a terra privo di sensi.

"Andiamo rossa, non costringerci a farti del male..." disse uno di loro con voce sadica.

Era evidente che la sua intenzione era proprio un'altra.

Harry strinse i denti per la rabbia, la bacchetta ben salda nella sua mano.

"Cru..."

Senza esitare lanciò uno schiantesimo colpendolo in pieno. Si gettò davanti a Ginny, la bacchetta alzata.

"Teddy..." mormorò Ginny.

"Guarda guarda chi abbiamo qui...Ted Evans..." ghignò quello che Harry riconobbe come Nott.

Harry spinse Ginny ancora più indietro. Se fosse stato da solo non avrebbe esitato a combattere contro quei quattro, ma c'era lei...non poteva metterla in pericolo, se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.

"Lasciatela andare...prendete me invece di lei, io sono un membro dell'Ordine, decisamente meglio, no?"

Sentì alle sue spalle Ginny trattenere il respiro terrorizzata. Gli strinse forte il braccio. "No!"

Harry finse di non sentirla. "Allora?"

"Il ragazzino ha ragione...lui è uno di loro, uno di Silente..." fece notare un altro.

Iniziò una discussione tra i quattro mangiamorte ed Harry ne approfittò per sussurrare a Ginny. "Quando te lo dico io te ne vai, chiaro?"

"Io non me ne vado" protestò Ginny.

"Ti prego...non riuscirei a ragionare sapendoti in pericolo...tornerò da te, te lo prometto" mormorò Harry rapido.

"Ma..." esordì Ginny.

"Ti amo. Vai adesso!" replicò Harry spingendola con forza alla sua destra.

Ginny a quel punto non potette fare altro che correre.

Subito Harry lanciò un sortilegio scudo tra i mangiamorte e Ginny per proteggerla e impedire ai quattro di poterla seguire.

"Vedo che tu Evans hai scelto per noi" disse Avery.

Harry non disse nulla, li fissò impassibile.

"Getta a terra la bacchetta se non vuoi che ti riduciamo ad un cumulo di cenere e che andiamo a riprendere la Weasley" intimò Nott.

Harry lasciò cadere la bacchetta sulla neve e si lasciò afferrare da Avery e Nott che si smaterilizzarono con un pop verso una meta a lui sconosciuta.

Di sicuro lo avrebbero portato da Voldemoret e realizzò solo allora che ci sarebbe stato di sicuro anche il serpente. 

Senza saperlo quei quattro gli avevano fatto un favore, gli avevano dato l'occasione perfetta per distruggere l'ultimo horcrux.

*

Ginny lo aveva visto lasciar cadere a terra la bacchetta e smaterializzarsi con loro. Nella mente aveva solo un nome, Harry.

Corse come non mai in vita sua. Doveva informare Silente il prima possibile, solo lui poteva salvarlo. Si asciugò col dorso della mano le lacrime che le avevano bagnato il viso. Entrò da Mielandia, attraversò la marea di studenti fino ad arrivare alla botola della cantina dove iniziava una galleria che sbucava dietro la strega orba del terzo piano.

Correva, scivolava, aveva delle spelature al polso e ai gomiti, era stanca e sudata, ma non le importava. Doveva salvare Harry.

Sbucò dopo quello che le parve un secolo al terzo piano. Afferrò subito la mappa del malandrino senza smettere di correre, il cuore che batteva all'impazzata. Individuò il cartiglio di Silente nella Sala Grande, del resto presto sarebbe stata ora di cena. La mise via continuando a correre, superando compagni che la fissavano confusi, un po' per l'aspetto scarmigliato, un po' per il sangue secco che le copriva una parte della fronte e della guancia destra. Ma non ci fece caso, il suo unico pensiero era Harry in mano ai Mangiamorte.

Fu con leggero sollievo che vide davanti a lei le porte aperte della Sala Grande. Entrò e per un secondo fissò Silente. Stava parlando con la McGranitt e Piton. Sapeva che Piton era a conoscenza della vera identità di Ted Evans.

Con un ultimo scatto fu davanti al tavolo dei professori, davanti a Silente che la guardava stupito, che fissava il sangue che le sporcava il viso con preoccupazione.

"Signorina Weasley, che le è successo?" la McGranitt anticipò Silente.

"L'hanno preso...l'hanno preso...Ted..." rispose Ginny cercando di riprendere fiato.

"Chi ha preso Evans?" domandò Piton pallido.

"I Mangiamorte" rispose Ginny fissandolo negli occhi, facendo in modo che capisse che lei sapeva di Harry.

"Com'è successo?" domandò Silente serio mentre la McGranitt si portava una mano alla bocca.

"Ero davanti alla Stamberga...i Mangiamorte sono comparsi all'improvviso, volevano prendere me per ricattare i miei genitori e avere informazioni sull'Ordine...ma è arrivato Ted e gli ha detto di prendere lui invece di me..." spiegò Ginny velocemente.

Il resto era ovvio, avevano preso Ted e lasciato andare lei. 

"Le prometto che faremo tutto il possibile per trovarlo" disse Silente ostentando calma.

"Lei non capisce..." proruppe Ginny irritata dalla tranquillità di Silente.

"Cosa non capisco, signorina Weasley?" domandò Silente assottigliando lo sguardo.

"Se lui muore non ci sarà più speranza" rispose Severus serio e preoccupato.

Silente guardò entrambi, sentiva che gli stavano nascondendo qualcosa. "Parla Severus".

Severus esitò. Doveva farlo?

"Ted Evans è Harry Potter" rispose Ginny seria.

Dovevano muoversi, oppure sarebbe stato tutto perduto.

Silente sussultò, la McGranitt sgranò gli occhi stupita.

"Non dovete dirlo a nessuno, chiaro?" aggiunse Severus.

Silente annuì e uscì di fretta dalla Sala Grande per dare inizio alle ricerche di Potter.

*

Severus si fermò davanti alla porta dei Potter. Come poteva dare loro una notizia del genere? Eppure dovevano saperlo, e lui era la persona più adatta ad informarli.

Lanciò un ultimo sguardo al cielo che si stava lentamente oscurando e poi, con un groppo in gola, suonò il campanello.

Dopo pochi secondi la porta si aprì mostrando una Lily sorridente. "Sev, che sorpresa! Entra".

Severus entrò e la seguì in salotto, dove c'erano James, Sirius e Remus che stavano bevendo una tazza di tè.

"Ciao Severus, come mai qui?" domandò James con un sorriso.

Severus lo fissò, consapevole che fra pochi secondi avrebbe distrutto i sorrisi di tutti loro. 

Sospirò. "E' successa una cosa che dovete sapere..."

A quelle parole notò James assottigliare gli occhi inquieto.

"Circa mezz'ora fa è entrata in Sala Grande Ginny Weasley, ferita alla fronte e col viso sporco di sangue".

"Come sta?" domandò Remus preoccupato.

"Lei sta bene...è che...era a Hogsmeade e i mangiamorte volevano rapirla per ricattare Molly e Arthur e avere informazioni dell'Ordine, solo che..." Severus si bloccò.

"Lei è riuscita a scappare, no?" disse Sirius.

Severus scosse il capo. "No, non proprio..."

"Sev che vuoi dire?" Lily lo fissò negli occhi con ansia.

"E' stato fatto uno scambio...Harry per lasciare Ginny libera" rivelò Severus con voce bassa.

"Ci stai dicendo che Harry è stato rapito dai mangiamorte al posto di Ginny Weasley?" proruppe Remus senza fiato.

"Sì" rispose Severus, un groppo in gola.

James si alzò in piedi di scatto, pallido come un cencio.

Severus vide di striscio Lily accasciarsi e la prese al volo, prima che battesse la testa sul pavimento.

"Lily!" esclamò Remus inginocchiandosi davanti a lei che era scoppiata a piangere.

"Silente e gli altri dell'Ordine lo stanno già cercando...Silente sa che lui è Harry, io e la Weasley l'abbiamo dovuto dire" riferì Severus circondando con un braccio le spalle di Lily e fissando James.

Potter annuì, incapace di dire qualcosa. Stava perdendo suo figlio, di nuovo...non sarebbe riuscito a sopportare la sua morte una seconda volta.

"Andiamo, dobbiamo trovarlo!" esclamò Sirius mettendo una mano sulla spalla di James.

Lily si alzò e abbracciò James.

"Lo troviamo Lily, lo troviamo" disse James più che altro in un pallido tentativo di convincere se stesso.

*

Harry era entrato in quello che riconobbe all'istante come Riddle Manor. Finalmente Avery e Nott lo mollarono. Quei due babbei non l'avevano nemmeno perquisito, non si erano accorti che aveva la seconda bacchetta uguale alla sua nella manica destra. Non doveva nemmeno essere loro passata nell'anticamera del cervello una simile eventualità.

Erano arrivati nel salotto, il camino era acceso e c'era una poltrona dallo schienale alto che dava loro le spalle. Sapeva già chi c'era seduto, le fitte alla cicatrice glielo avevano reso chiaro dal primo momento che aveva messo piede nella stanza.

Non si sbagliava. Voldemort si alzò lentamente voltandosi verso di lui, un ghigno malefico sul volto.

"Ted Evans, ma che sorpresa".

Harry lo fissò sprezzante. Sentiva che stava cercando di abbattere le sue barriere mentali per carpirgli informazioni, ma era tutto inutile, non avrebbe mai ceduto.

Lo vide fare una smorfia di disappunto, probabilmente non se lo aspettava. 

"Vedo che sei un ottimo Occlumante...vorrà dire che ti farò parlare in un altro modo...la Cruciatus dovrebbe scioglierti la lingua...Crucio!"

Harry si contorse a terra cercando di non urlare per non dargli nemmeno la soddisfazione. Avrebbe potuto torturarlo per quanto voleva, non gli avrebbe cavato una sola parola.

Notò Nagini strisciare verso il suo padrone. Era lei il suo vero obiettivo, anche se questo Voldemort non poteva saperlo.

Voldemort abbassò la bacchetta e il dolore svanì.

Harry respirò pesantemente, cercando di recuperare aria.

"Allora Evans, dimmi quello che sai dell'Ordine e quello che ha in mente Silente se non vuoi che continui" sibilò Voldemort.

Harry lo fissò con aria strafottente. "Non ti dirò un bel niente, nè ora nè mai".

Voldemort lo torturò per circa un'ora, ma Harry non disse nulla anche se la tentazione di afferrare la bacchetta che teneva sempre nascosta sotto la manica destra era forte. Ma doveva aspettare, di solito le persone catturate da Voldemort venivano date in pasto a Nagini...solo in quel momento avrebbe agito.

"Niente da fare, non parla...in tal caso portatelo nella stanza qui affianco, credo che sarà un ottimo spuntino per la mia Nagini" decretò Voldemort alla fine.

Evans era troppo leale per tradire, l'aveva capito subito, ma si era divertito a torturarlo per un po'.

Harry fu preso rudemente per le braccia ancora da Avery e Nott che lo trascinarono nell'altra stanza. Faticava a muoversi e aveva il respiro spezzato, tuttavia era ancora abbastanza lucido per agire.

I due mangiamorte lo buttarono dentro la stanza e se ne andarono nello stesso momento in cui Nagini strisciò dentro. Lo fissava sibilando poi la vide mentre stava per scattare e azzannarlo.

Era quello il momento. Prese la bacchetta "Avada Kedavra!"

Il serpente crollò a terra con uno schianto mentre un'ombra nera si dissolveva nell'aria. Doveva andarsene il prima possibile, non era nelle condizioni per affrontare gli altri mangiamorte, men che meno Voldemort, riusciva a stento a reggersi in piedi.

Sentì dei passi affrettati farsi più vicini.

"Diffindo!" il vetro della finestra si distrusse, una scheggia gli tagliò la guancia.

Con un salto si posizionò sul davanzale e fissò giù. Doveva essere al terzo piano della villa.

In quel momento la porta si aprì e comparve Voldemort.

Sentì la cicatrice bruciare forte mentre Voldemort, dopo aver visto il suo serpente morto urlava "NO!"

Prima che l'Avada Kedavra lo colpisse si lanciò nel vuoto smaterializzandosi nel primo posto che gli venne in mente.

Si ritrovò sotto un cielo stellato, era coricato con le braccia spalancate nell'erba di un giardino che lui conosceva molto bene, la Tana.

Sorrise, ce l'aveva fatta anche stavolta e Ginny era salva. Gli Horcrux erano tutti distrutti finalmente.

Poi chiuse gli occhi perdendo i sensi.

*

Molly Weasley aveva appena finito di cenare con Ron e Hermione mentre tutti gli altri suoi figli e suo marito erano andati a cercare Ted Evans. Suo marito le aveva solo detto che era stato rapito dai Mangiamorte al posto di Ginny.

Era tremendamente in ansia per quel ragazzo, aveva salvato sua figlia...

Aveva notato che anche Ron e Hermione erano preoccupati, in quei mesi erano diventati amici.

"Dovremmo cercarlo anche noi mamma" protestò Ron.

"No, hai sentito cos'ha detto tuo padre? Ci stanno pensando gli altri" rispose Molly decisa.

"Ma facciamo anche noi parte dell'Ordine!" replicò Ron stizzito.

"Basta Ron. Finiscila di..."

Molly si interruppe. Aveva sentito un tonfo proprio nel suo giardino, vicino alla porta.

Prese la bacchetta, i due ragazzi la imitarono e la seguirono con cautela. Aprì piano la porta, ma non vide nessuno. Strano, eppure era sicura di non esserselo immaginato...

"Là c'è qualcuno" Hermione indicò una macchia scura, probabilmente una sagoma, vicino al piccolo stagnetto.

Era sicuramente qualcuno coricato a terra e non sembrava muoversi.

Con circospezione Molly, seguita da Ron e Hermione, si avvicinò, la bacchetta sempre alzata e i sensi all'erta.

"Lumos" mormorò Molly.

La luce della bacchetta illuminò il volto dello sconosciuto.

"Teddy!" esclamò Ron chinandosi rapido su di lui.

Hermione lo imitò. Lo fissò attentamente ma tranne per un taglio sulla guancia non sembrava avere ferite di altro genere.

"Presto, portiamolo dentro!" disse Molly prendendolo per le caviglie.

Ron lo afferrò per le spalle mentre Hermione aveva preso la bacchetta di Teddy e teneva aperta la porta. Una volta in casa lo misero sul divano.

"Ron manda un patronus a tuo padre, a Silente e a James Potter, dì loro che Evans è qui, sbrigati! Tu Hermione dammi una mano" ordinò Molly seria.

Ron uscì in cortile lasciando le due donne sole alle prese con Ted.

"Che cos'ha?" domandò Hermione angosciata.

Molly sollevò le palpebre notando gli occhi girati al contrario. "E' stato torturato, con la Cruciatus probabilmente".

Hermione si portò una mano alla bocca inorridita. "Che possiamo fare?"

"Dobbiamo fargli bere un bicchiere di questa, me l'ha data Madama Chips in caso di emergenza" Molly aveva preso una bottiglia con dentro un liquido denso e blu chiaro.

Riempì un bicchiere mentre Hermione sollevava delicatamente la testa di Ted. Molly avvicinò il bicchere alle labbra di Ted cercando di farlo bere.

Dopo alcuni minuti Molly appoggiò il bicchiere vuoto sul tavolino, poi prese una coperta e lo avvolse ben bene.

"Starà bene, vero?" domandò Hermione incerta e preoccupata.

Molly annuì. "Tranquilla, adesso sta dormendo".

Dopo nemmeno due secondi la porta della cucina si aprì violentemente facendo entrare suo figlio Ron seguito da un alquanto agitato James Potter, una Lily pallida e un Sirius e un Remus preoccupati a morte.

*

Era spaventato a morte, perchè suo figlio era in pericolo e lui non poteva aiutarlo, non poteva fare niente per salvarlo. No, non di nuovo, non poteva morire proprio ora che l'aveva ritrovato.

Sirius gli mise una mano sulla spalla, capendo alla perfezione come doveva sentirsi. "Lo troviamo James, sta tranquillo".

James annuì per riflesso più che altro. Sapeva perfettamente che non avevano la più pallida idea di dove potesse essere.

Fissò Lily, aggrappata al braccio di Remus che cercava con tutte le sue forze di trattenersi dal piangere.

In quel bosco vicino a Notturn Alley non c'era anima viva, ad eccezione di qualche lepre e gufo.

Un'improvvisa luce li illuminò, era un patronus, un jack russell terrier per l'esattezza.

Poi si sentì la voce di quello che riconobbero come uno dei figli di Molly e Arthur. "Teddy è qui alla Tana. Venite subito".

James rilasciò il respiro che aveva trattenuto fino a quel momento. "Presto, andiamo".

Si materializzarono con un crac davanti alla casa dei Weasley. Davanti alla porta stava Ron, probabilmente era lui che aveva mandato il patronus.

"Come sta?" domandò Lily preoccupata.

"Non lo so, l'abbiamo trovato svenuto in giardino, mia madre e Hermione sono dentro con lui, venite" Ron aprì la porta conducendoli in casa.

James entrò rapido seguito dagli altri e raggiunse subito Molly, che era in piedi vicino al divano dove c'era Harry.

Lily si chinò su di lui accarezzandogli il volto e i capelli.

"Come sta? Cos'ha? Che gli è successo?" domandò James a raffica.

"Tranquillo, ora sta bene" rispose Molly rassicurante.

"Grazie a dio" mormorò Remus sollevato.

"Sai cosa gli è successo?" domandò Sirius.

Molly annuì fissandoli con gli occhi lucidi.

Lily si voltò verso di lei, aveva un tremendo sospetto...aveva appena visto la bottiglia con il liquido blu appoggiata sul tavolo con un bicchiere vuoto di fianco.

"Molly?" proruppe James nervoso.

Molly lo fissò. "E' stato torturato con la Cruciatus".

James strinse forte le mani a pugno per trattenere la rabbia e l'urlo che premevano per uscire. Non era riuscito a proteggerlo, nemmeno quella volta.

"Noi vi lasciamo soli, se avete bisogno noi siamo di là" Molly, Ron e Hermione uscirono lasciandoli soli con Harry.

"James..." Sirius aveva intuito i pensieri del fratello.

"Come ho potuto permettere che lo rapissero, come Paddy!" sbottò James arrabbiato, gli occhi lucidi.

"Non è colpa tua, non potevi sapere che sarebbe successo" replicò Remus cercando di farlo ragionare.

"Dovevo aspettarmelo invece!" James si passò nervosamente le mani nei capelli più e più volte.

"Jamie cerca di calmarti..." Sirius lo prese per le spalle.

"Papà...smettila..."

Al suono di quella voce flebile tutti si voltarono verso Harry.

Aveva aperto gli occhi e li fissava con un debole sorriso sul volto.

"Harry!" esclamarono Remus e Lily.

"Non è colpa tua..." aggiunse Harry.

Lily gli accarezzò la guancia. "Come stai?"

Harry si passò una mano sugli occhi. "Sono stato peggio di così".

"Perchè diavolo l'hai fatto?" sbottò James.

"Tu avresti fatto lo stesso al posto mio se ci fosse stata la mamma" rispose Harry convinto.

"Un momento...tu e Ginny Weasley state insieme?" domandò Sirius.

Ecco che il suo lato pettegolo si era risvegliato.

Harry sorrise. "Sì, da circa tre mesi e mezzo".

Sentiva su di sè lo sguardo serio di James. Girò lentamente la testa fissandolo. "Che c'è?"

"Non l'hai fatto solo per lei, vero?" James aveva capito.

"Sì, l'ho fatto per lei. Ma poi ho sfruttato l'occasione per distruggere anche l'ultimo Horcrux, talmente vicino a Voldemort che solo in questo modo avrei potuto eliminarlo..." rispose Harry serio.

"Che diavolo era stavolta?" chiese Remus curioso.

"Il suo serpente, Nagini" Harry si mise lentamente a sedere sentendo le sembianze di Ted Evans scivolargli di dosso rendendo i suoi occhi di nuovo verdi e i capelli arruffati.

Non riuscì a trattenere un gemito di dolore, gli facevano male tutte le ossa.

"Tutto bene? Non avresti dovuto muoverti" lo rimproverò Lily.

"Sto bene, tranquilla..."

In quel momento dalla porta della cucina entrarono Severus seguito da Silente.

Notò i suoi profondi occhi azzurri aldilà delle lenti a mezzaluna fissarlo attentamente.

"Harry Potter, finalmente ci incontriamo".

"Buonasera Preside" lo salutò Harry con un sorriso.

Silente si sedette sulla poltrona davanti a lui. "Sembri conoscermi bene, forse più di chiunque altro..."

"E' così signore...so tutto di suo padre, di sua madre, di Aberforth e Ariana...e anche di Grindelwald e dei Doni della Morte" rispose Harry. "Ma non sono qui per giudicarla, non l'ho mai fatto, nemmeno nell'altra dimensione".

"Doni della Morte? Che centrano? Non sono mica una leggenda?" James si passò una mano tra i capelli confuso.

"No, non sono una leggenda, esistono sul serio" disse Harry.

Silente annuì a conferma delle sue parole.

"Impossibile" proruppero Lily e Severus all'unisono.

"La Bacchetta di Sambuco, la Pietra della Resurrezione e il Mantello dell'Invisibilità" elencò Remus.

"Siamo noi a possedere il Mantello" rivelò Harry.

"Vuoi dire che il nostro mantello, che viene dato di padre in figlio da generazioni, è il terzo dono?" James aveva sgranato gli occhi sorpreso.

"Sì, James" confermò Silente.

"Wow" commentò Sirius.

"La Bacchetta e la Pietra?" domandò Severus.

"La Bacchetta di Sambuco è quella di Silente. L'ha sottratta a Grindelwald quando l'ha sconfitto" rispose Harry lanciandosi uno sguardo significativo con il Preside.

"Bene, e la Pietra?" domandò Sirius.

Silente alzò le spalle. "Non ne ho idea".

Harry ghignò. "Io lo so...l'avete distrutta voi quando avete eliminato l'horcrux dentro all'anello di Orvoloson Gaunt. La pietra dell'anello era la Pietra della Resurrezione".

"Come lo sai?" domandò James stupito.

"Il Silente dell'altra dimensione è stato colpito da un sortilegio mortale quando ha indossato l'anello" spiegò Harry.

"E' morto?" Remus era agghiacciato.

"No, Severus gli ha bloccato temporaneamente la maledizione lasciandogli un anno di vita" rispose Harry.

"Non riesco a capire, perchè l'ha indossato?" Severus era confuso.

"Per rivedere Ariana, mia sorella" rispose questa volta Silente.

Harry annuì. "Io l'ho usata, ma non per riportare indietro qualcuno...l'ho fatto quando stavo andando da Voldemort per farmi uccidere, l'ho fatto per far sì che i vostri spiriti mi accompagnassero in quel mio ultimo viaggio, per fare in modo che mi dessero la forza di mettere un piede dopo l'altro, consapevole di andare incontro alla morte".

Lily gli accarezzò una guancia, gli occhi lucidi.

Severus lo fissò confuso. "Ti sei fatto uccidere dal Signore Oscuro?"

"Dovevo farlo...nell'altra dimensione ero un horcrux".

"Veramente coraggioso...e sei sopravvissuto" disse Silente ammirato.

Harry abbozzò un sorriso. "E' stato un caso, non sapevo che sarei sopravvissuto. E' stato perchè Voldemort per resuscitare ha preso il mio sangue e con esso la protezione di mamma che gli impediva di toccarmi...non sapendolo mi aveva legato alla vita fino a che lui non sarebbe morto. Così sono...diciamo resuscitato".

"Incredibile" commentò Remus.

"Già" concordò Harry. "Nell'altra dimensione io possedevo tutti e tre i doni".

"Anche la Bacchetta?" Sirius era confuso.

Harry annuì. "Sì. Se c'è una cosa che ho imparato è che non basta possedere una bacchetta perchè funzioni bene, deve sceglierti lei. Beh, la bacchetta di Silente, dopo che lui è morto era entrata in possesso di Draco che l'aveva disarmato, ma lui non l'ha mai nemmeno toccata. Io poi l'ho disarmato in seguito, diventando di conseguenza il nuovo padrone, anche se nemmeno io l'ho mai toccata. Voldemort l'ha presa dalla tomba di Silente e ha ucciso Draco, pensando in questo modo di essere lui il nuovo padrone, non sapendo che lo ero già diventato io. Così quando ha provato a lanciarmi l'avada kedavra la Bacchetta di Sambuco si è spezzata da sola, non poteva uccidere me, il suo legittimo proprietario".

"Interessante...davvero interessante..." commentò Silente strabiliato.

Harry all'improvviso sentì una fitta acuta alla cicatrice. Strizzò gli occhi portandosi una mano sopra la saetta e non riuscì a trattenere un gemito di dolore.

"Che c'è?" domandò James preoccupato.

"Voldemort...è furioso perchè gli sono sfuggito. Tuttavia non sa che ho ucciso il suo serpente perchè era un horcrux...è talmente sicuro di sè che non sospetta minimamente che il suo segreto sia stato scoperto..." Harry respirava affannosamente ed aveva iniziato a tremare.

Silente sgranò gli occhi. Evidentemente gli altri non se n'erano ancora accorti, ma lui sì, aveva visto il bagliore rossastro comparire negli occhi verdi di Harry. Significava solo una cosa, Voldemort stava cercando di entrare nella sua testa.

"Fermalo Harry".

Tutti gli altri lo fissarono confusi.

Harry chiuse gli occhi strizzandoli e serrò i denti per concentrarsi. Sentiva che stava cercando di infilarsi nelle sue barriere deboli per via dello stato fisico in cui si trovava.

"Non ci riesco...mi sta entrando in testa!"

Silente gli strinse forte la mano e chiuse gli occhi trasmettendogli con un antico incantesimo un po' della sua forza magica, in modo che riuscisse a bloccarlo. Altrimenti avrebbe scoperto tutto sull'Ordine, sugli horcrux e su Harry e non poteva permetterlo. Sarebbe stata una vera catastrofe.

"Lily stringigli l'altra mano" disse Silente ricordando le parole di Severus sulla protezione di Lily che aveva salvato Harry.

Lily obbedì subito, fissando spaventata il viso contratto del figlio.

Harry sentì di colpo le sue barriere mentali rafforzarsi impedendo a Voldemort di controllare la sua mente. Lo sentì scomparire di botto non appena sua madre gli strinse forte la mano. La protezione si era in qualche modo attivata costringendolo a lasciarlo se non voleva morire.

Riaprì gli occhi di scatto facendo un grosso respiro che assomigliava più che altro ad un risucchio.

"Stai bene?" domandò Sirius.

Harry annuì fissando il padre che era pallido. "Sono riuscito a bloccarlo prima che potesse vedere qualcosa o peggio controllarmi".

"Controllarti?" Severus lo guardava confuso.

"Potrebbe cercare di farmi fare delle cose, per questo era essenziale che imparassi l'Occlumanzia" spiegò Harry respirando profondamente.

"Esattamente come hai fatto tu col suo braccio, dico bene?" disse Remus.

Harry annuì. "Più o meno. L'unica volta in cui Voldemort mi ha davvero posseduto voleva che Silente uccidesse me per eliminare anche lui. In realtà fin dal nostro primo incontro al mio primo anno lui ha sempre voluto che mi unissi a lui, prima di capire che non l'avrei mai fatto e che mi trasformassi quindi in una minaccia per lui".

"Voleva che diventassi un mangiamorte?" James era spiazzato.

"Il suo braccio destro più che altro" lo corresse Harry.

"In cambio di cosa?" domandò Severus.

Harry fece un sorriso amaro. "Della realizzazione del mio più grande desiderio...far tornare voi due dalla morte. Ha detto che insieme avremmo potuto farlo, del resto lui era l'unico che si fosse spinto veramente aldilà di ogni limite..."

Nessuno aprì bocca.

"Io e lui siamo simili sotto molti aspetti. Entrambi cresciuti senza i genitori, entrambi con un grande potenziale magico e gli unici rettilofoni esistenti...tuttavia io non sono mai stato attirato nemmeno per un secondo dal potere o dalla magia oscura, perchè tra di noi c'è una differenza fondamentale, una cosa che gli impedisce di possedermi totalmente senza rischiare di morire...io sono pieno d'amore, lui non sa nemmeno cosa sia" aggiunse Harry serio.

"Sei un rettilofono?" Sirius era stupito.

Fino a quel momento nessuno di loro aveva riflettuto a fondo su tutte le informazioni della fialetta contenente le voci che Harry aveva inviato alla riunione dei primi di dicembre. In effetti aveva detto che parlava con i serpenti, adesso che ci riflettevano.

"Lo ero perchè prima ero un suo horcrux. Tuttavia ho mantenuto questa abilità anche dopo. In effetti il cappello parlante voleva assegnarmi a serpeverde" rivelò Harry lanciando un'occhiata divertita a Severus.

"Cosa?!" James era scandalizzato.

"Ho chiesto io di andare a grifondoro. Molte mie qualità sarebbero piaciute a Salazar Serpeverde...la rettilofonia, la scaltrezza e il disprezzo per le regole. Nonostante abbia scoperto da poco di essere l'erede di grifondoro, curioso no?" disse Harry sorridendo.

"Forse è proprio questo mix che ti rende così forte, Harry" commentò Silente.

"Forse" convenne lui.

La porta della cucina si spalancò di colpo rivelando la figura di Ginny che si guardava frenetica intorno. Il suo sguardo si fissò su Harry che le sorrideva.

"Harry!" rapida fece il giro del divano e lo abbracciò forte.

Harry la strinse a sè e respirò a fondo il suo profumo.

James sorrise, gli ricordavano lui e Lily. Il rosso doveva essere sul serio il punto debole dei Potter, visto che anche sua madre Dorea aveva avuto i capelli rosso scuro.

"Grazie al cielo stai bene" mormorò Ginny, gli occhi lucidi.

Harry le sorrise dolce accarezzandole la guancia. "Te l'avevo promesso, sarei tornato da te".

Ginny ricambiò il sorriso. "E i Potter mantengono sempre le promesse".

"Già" annuì Harry.

"Ehm...noi vi lasciamo soli" Lily prese per l'orecchio quei curiosoni di James e Sirius portandoli fuori dal salotto, seguita da Remus che se la rideva alla grande per i lamenti di dolore dei due amici e da Severus e Silente.

Una volta che si fu chiusa la porta Harry tornò a fissare la sua rossa.

"Sai c'è una cosa che ho una tremenda voglia di fare da quando ti ho vista oggi".

"Cosa?" domandò Ginny sorridendo maliziosa.

"Baciarti" rispose Harry avvicinando il viso.

"Allora baciami, Potter" Ginny chiuse gli occhi in attesa.

Harry annullò la distanza e finalmente la baciò. Era sicuro che nessuna sarebbe mai riuscita a fargli battere il cuore come lei. Perchè loro due si appartenevano, erano destinati a stare insieme.

ANGOLO AUTRICE:

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Credo che sia importante, soprattutto la prima parte che chiarisce definitivamente alcune cose sul passato di questa nuova dimensione.

Chiarisco subito un dubbio: Ginny ha la mappa del malandrino perchè in quella dimensione Fred e George l'hanno sempre rubata a Gazza, ma poi l'hanno data ai due fratelli minori, non a Harry visto che non c'era. L'altra invece è in mano ad Harry, quindi ce ne sono due come ci sono due mantelli dell'invisibilità e due bacchette di Harry con la piuma di Fanny.

Mi auguro di aver ripagato la vostra attesa di quasi due mesi!

cougar mi consigliato di segnalare che il mio primo capitolo per alcuni aspetti assomiglia ad un'altra ff che mi hanno suggerito di leggere in quanto molto bella, cioè The world without me di Eternal Cosmos. Se non l'avete già fatto vi consiglio vivamente di leggerla!

Ringrazio per le recensioni: BabyRiddle, Allice_rosalie_blak, soniacristina1989, NemoTheNameless, gemellina_93, Lily Evans 93, Lils97, fria, nan96, elita, SATANABAAN, ketty, roxy_xyz, nanerottola, agatka_1995, brando, Marina_Black, M00NY, Duchessa di Scerni, Jane Potter, _Maria_, Fle9 e sissy93.

Ringrazio anche i 273 che l'hanno messa tra le preferite, i 174 tra le seguite e i 22 tra le ricordate!

Baci 

Nikki Potter 

  
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