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Autore: padfoot4ever    17/07/2011    33 recensioni
Rose "Rossa" Weasley è incinta. "Non sono grande abbastanza per diventare madre! Sono a malapena capace di allacciarmi le scarpe!"
Sta provando ad adattarsi alla novità. "Non lascerò questo bagno mai più!"
Non l'ha presa bene. "Potrei vivere di dentifricio e shampoo."
Infatti, ha perso la testa. Questa è la sua storia.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, James Sirius Potter, Teddy Lupin | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Titolo: Delicate
Autrice: padfoot4ever
Traduttricenefene (capitoli 1-12), Leireel (capitoli 13-35)


Capitolo 16 – Secrets and Cigarettes

Dom aveva fatto ritorno nei dormitori quando io mi ero già addormentata, e quando mi sono svegliata se n’era già andata a fare colazione. È come se mi evitasse. La cosa mi è un po’ di conforto – cioè, cos’è che potrei dirle? Sto pensando di parlarne con Mark, ma neanche questa mi sembra una buona idea. Dopotutto, non avrei dovuto sentire quella conversazione. Potrei semplicemente cancellarmi la memoria e rendere tutto più facile.

 

Nella Sala Comune ci sono solo Lily e Lorcan. Sembra che Lorcan passi più tempo qui che nei sotterranei dei Serpeverde. Rivolgo loro un sorriso e li saluto con la mano mentre passo loro accanto, ma non mi fermo a chiacchierare; oltrepasso il passaggio del ritratto e scendo per fare colazione. In Sala Grande l’attenzione di tutti sembra essersi focalizzata sul tavolo di Grifondoro – su mio cugino, per la precisione. James è in piedi – sì, in piedi – sul tavolo di Grifondoro, con uno sguardo fastidiosamente compiaciuto. La cosa non è per nulla igienica – Merlino solo sa dove sono stati quei piedi.

 

“Ehi! Ascoltatemi!” urla a tutti quelli che gli stanno attorno, anche se avrebbe potuto fare a meno di disturbarsi, visto che ha comunque l’attenzione di tutti. “Devo fare un annuncio!”

 

Si china per afferrare Laura Phelps per una mano e la solleva sul tavolo, accanto a lui. Vado a stringere tra le dita la bacchetta, nella mia tasca, perché giuro su Merlino che se le chiede di sposarlo, affatturerò tutti e due. Laura è raggiante e sembra veramente eccitata.

 

“Laura,” dichiara lui, “ti sto ufficialmente scaricando!”

 

Il bel viso di Laura perde ogni colore e la sua bocca si spalanca dallo shock, così come la mia. Alcune ragazze esultano, alcuni ragazzi fischiano, ma la maggior parte delle persone sta ridendo. Laura salta giù dal tavolo, nasconde la faccia tra le mani e scappa via dalla Sala Grande. James sembra veramente fiero di se stesso. Salta giù dal tavolo, batte il cinque con un paio di ragazzi e saltella verso di me, ghignando.

 

“Ehi, Rossa!” esclama, “Non sei fiera di me? Era il mio piano sin dall’inizio. È quello che si merita per essere stata così str…”

 

Gli do uno schiaffo forte sul viso.

 

“Stupido coglione!” strillo. “Come hai potuto farle questo?”

 

“Pensavo che la odiassi!” grida James, massaggiandosi la guancia rossa.

 

“Non sono una sua fan,” ammetto. “Ed è vero che si è comportata da stronza con me. Ma so cosa significhi essere scaricata davanti a tutta la scuola e non è divertente, James! Non lo augurerei a nessuno! Perché non rifletti mai prima di fare qualcosa?!”

 

Esco furibonda dalla Sala Grande, ignorando gli strilli di James. Vado di corsa nella Sala Comune, dove Lily e Lorcan stanno pomiciando e non si accorgono nemmeno di me. Laura è nel dormitorio, come sospettavo. Non appena entro, mi lancia uno sguardo cattivo.

 

“Va’ via di qui!” urla. È rannicchiata sul suo letto e ha le guance rigate di lacrime – e mi sento terribilmente dispiaciuta per lei. So che non dovrei, dopo tutto quello che mi ha fatto. È stronza, falsa, e non fa altro che complottare assieme a quelle stupide troie del settimo anno che dicono ‘Oh… Mio… Dio’ dopo ogni singola frase e che stanno sempre a flirtare col professor Davies. Dovrei provare a distruggere ogni piccola cosa che le piace, ma no. Mi dispiace per lei.

 

“Laura, io…”

 

“Devo concedertelo, Weasley,” mi interrompe. “Se molto più maligna di quanto pensassi. Chi avrebbe immaginato che anche tu avresti giocato sporco?”

 

“Pensi che c’entrassi anch’io con questa cosa?” esclamo. “Laura, non avevo idea di quale fosse il suo piano!”

 

Laura sbuffa.

 

“Sì, come no. Mi odi da quando ho detto a tutti che sei incinta.”

 

“Veramente ti odio da molto più tempo,” ammetto freddamente. “Ma comunque non ti avrei fatto una cosa del genere. So cosa significa essere umiliati davanti a tutta la scuola. Non è tanto bello, vero?”

 

Alza un sopracciglio.

 

“Perché sei venuta?” chiede, sospettosa.

 

“Volevo assicurarmi che stessi bene,” dico scrollando le spalle. “Non tutti abbiamo un cuore di ghiaccio come te, sai.”

 

“Ma tu mi odi,” dice lei.

 

“E tu odi me,” replico. “Ma non ti odio al punto di umiliarti davanti a tutta la scuola. È questa la differenza tra te e me.”

 

Lei resta in silenzio per qualche istante, poi aggiunge:

 

“I miei capelli sono pure più belli.”

 

Non può proprio fare a meno di dire la sua. Devo dirlo, ha un’espressione quasi colpevole. Mi volto e la lascio sola nel dormitorio senza dirle nient’altro. Vado in biblioteca per fare qualche compito e non mi curo neanche di scendere a fare colazione. Farò una capatina nelle cucine più tardi. Inizio a concentrarmi sul saggio di Antiche Rune che devo consegnare entro domani. Non appena poso la piuma, Malfoy si piazza sulla sedia accanto a me. All’improvviso il mio cuore inizia a battere furiosamente – mi sento così in colpa, a stare accanto a lui. Dovrei dirglielo? So che non sono affari miei, ma…

 

“Ehi grassona,” ghigna. Gli rivolgo un’occhiataccia.

 

“Fossi in te ci penserei due volte prima di chiamare ‘grassona’ una ragazza incinta, biondino. Potrei sedermi addosso a te,” lo minaccio.

 

“Oh, no, ti prego. Mi piacciono le mie gambe,” dice, e gli rifilo un pugno sul braccio.

 

“Qualcuno è di cattivo umore,” osserva, strofinandosi il braccio. “Sono il secondo ragazzo che picchi oggi, e sono solo le undici.”

 

“James se l’è meritato,” mi acciglio.

 

“Se lo dici tu,” dice Malfoy facendo spallucce. “Pensavo che non ti piacesse Laura, visto che ha brutalmente detto a tutti di Kiefer…”

 

“Chi o cosa diavolo è Kiefer?” chiedo.

 

“Kiefer!” dice, indicando la mia pancia. “Il bambino!”

 

“Il bambino non si chiamerà Kiefer!” esclamo ad alta voce, guadagnandomi un’occhiataccia dalla bibliotecaria.

 

“Kiefer è un nome piuttosto simpatico, Weasley, ammettilo,” ghigna.

 

“Kiefer Weasley… no, decisamente no,” dico.

 

“Che ne dici di Kiefer Malfoy?”

 

“Ancora peggio,” rido.

 

“D’accordo, hai altre proposte, tu?”

 

Scuoto la testa.

 

“Malfoy… sai che non sono neanche sicura se tenerlo o meno,” dico piano.

 

“Lo so,” dice con aria triste. “Ma… tanto perché tu lo sappia… starei al tuo fianco, se decidessi di sì.”

 

Tuo padre la pensa un po’ diversamente.

 

“È solo che sono veramente confusa,” ammetto. “Non so che fare.”

 

Malfoy appoggia il mento sulle sue braccia, incrociate sopra il tavolo, e sospira pesantemente, facendo sollevare una ciocca dei suoi capelli biondi e flosci e poi facendola ricadere di nuovo sul suo volto. Inizio il mio saggio di Antiche Rune e Malfoy rimane dov’è. Vorrei quasi che se ne andasse – più rimane, più mi sento obbligata a dirgli cosa ho sentito da Mark e Dom.

 

Dopo un po’, prende alcuni libri dalla sua borsa e inizia a fare i suoi compiti. Non è una cosa strana. Da quando abbiamo deciso di essere amici, anziché nemici barra amanti barra di nuovo nemici, abbiamo la tendenza a incontrarci in biblioteca per studiare. Non è qualcosa di programmato, capita e basta. Io lo aiuto in Trasfigurazione (in cui lui fa schifo), e lui mi aiuta con Incantesimi (per cui io non avrei alcun bisogno di aiuto – sono la figlia di Hermione Granger, dopotutto).

 

“Credo che andrò a cercare Dom,” sussurra dopo circa un’ora. Annuisco, cercando di togliermi quello sguardo colpevole dal viso. Raccoglie le sue cose e mi dà una pacca sulla spalla prima di uscire dalla libreria a grandi passi. Mi lascio sfuggire un breve lamento e inizio a sbattermi leggermente la testa contro il tavolo.

 

“Stai bene?” sento una voce timida ma al contempo sussiegosa dietro di me. Alzo lentamente la testa dal tavolo e mi giro per vedere chi è. È John Lawson – o ‘l’Uomo Biblioteca’ – e ha uno sguardo incredibilmente preoccupato. Non posso proprio biasimarlo. Ho ufficialmente oltrepassato il confine della pazzia. A dirla tutta, non riesco neanche a vedere il confine della pazzia perché è troppo lontano dietro di me. Lui sta qui in piedi, con i libri stretti tra le mani, la camicia abbottonata fino all’ultimo bottone, e un cravattino giallo annodato perfettamente. I suoi capelli castano chiaro sono tenuti da un lato con una riga netta, gli occhiali quadrati sono posati sulla punta del suo naso largo e appuntito e sta sbattendo rapidamente le ciglia. È una triste giornata quando l’Uomo Biblioteca ti chiede se stai bene.

 

“Oh, sì,” lo rassicuro. “Sto benissimo.”

 

Lui spinge indietro gli occhiali e sbatte di nuovo le ciglia.

 

“Tu – tu stavi sbattendo la tua testa contro il tavolo,” dice, come se non lo sapessi.

 

“Sì,” dico. “Stavo solo pensando.”

 

Alza un sopracciglio e, anziché rassicurato, sembra ancora più disturbato da quest’informazione.

 

“Quel ragazzo di Serpeverde ti stava disturbando?” chiede.

 

Adesso è il mio turno di alzare un sopracciglio. Dice sul serio? Per caso ha vissuto sotto una roccia negli ultimi due mesi? Lo sa che sono incinta di quel ‘ragazzo di Serpeverde’, giusto?

 

“No,” dico. “Era solo Malfoy.”

 

“Ho visto che l’hai colpito,” dice l’Uomo della Biblioteca. “Ho pensato…”

 

“Oh, no, stavo solo scherzando,” dico. Questo ragazzo ha seri problemi.

 

“Capisco,” annuisce. “Va bene. Mi stavo chiedendo se tu potessi aiutarmi.”

 

Gli faccio segno di sedersi accanto a me e lui lo fa con riluttanza e imbarazzo. Posa il suo libro e si torce le mani nervosamente.

 

“Cosa posso fare per te?” chiedo.

 

“E-ecco… Mi chiedevo se tua cugina fosse single,” dice velocemente.

 

Alzo un sopracciglio. Com’è che Dom ha così tanti ragazzi che le corrono dietro? (Ok, sì, è in parte Veela – è un’ottima spiegazione).

 

“Intendi Dom? Veramente si sta vedendo con qualcuno,” dico. A dire il vero si sta vedendo con due persone, quindi forse un terzo non le dispiacerebbe.

 

“No, non intendevo lei,” dice.

 

“Oh… Lily?” chiedo, pensando che è troppo piccola per questo tizio – è del settimo anno, dopotutto.

 

“N-no.”

 

“Roxie?”

 

“No…”

 

James?

 

“È quell’altra tua cugina. Quella coi capelli rossi.”

 

Già, questo che mi è d’aiuto.

 

“Non intenderai mica… Molly?” chiedo, talmente shockata da non preoccuparmi neanche di mascherare la mia sorpresa. I suoi occhi si illuminano e annuisce, arrossendo. Non so perché non ho pensato subito a lei – suppongo di aver sempre considerato i figli di Percy come esseri asessuati. Cioè, so che Molly frequentava un Babbano tempo fa, ma non riesco comunque a immaginare persone cui lei possa piacere. Non piace neanche a me, ed è mia parente. È semplicemente la persona più fastidiosa sulla faccia della Terra.

 

“Ma certo che è single!” non posso fare a meno di farfugliare. Mi ci vuole tutta la mia forza mentale per non aggiungere ‘perché non dovrebbe esserlo?’.

 

“Splendido,” sorride nervosamente. Solo qualcuno cui piace Molly potrebbe dire la parola ‘splendido’ e non scherzare. Con questo, annuisce brevemente nella mia direzione e si ritira dietro il suo tavolo in un angolo della biblioteca, dove sono abbastanza sicura che sia nato. È stata una delle esperienze più strane che io abbia mai avuto in questa biblioteca.

 

Raccolgo la mia roba, con la paura che qualcun altro mi incastri in un angolo per chiedermi dello status sentimentale dei miei cugini. Sono stanca di fare da intermediaria tutte le volte. Per caso sembro gentile e accogliente? Perché, sinceramente, non è quella l’impressione che vorrei dare. Esco dalla libreria molto confusa, e senza aver neanche iniziato la maggior parte dei miei compiti. Incontro Dom mentre mi dirigo verso la Sala Grande per pranzo. Lei sorride e mi saluta con la mano, quindi non credo che ci sia qualche speranza che io possa scappare senza che lei mi noti.

 

“Dove sei stata tutto il giorno?” chiede con nonchalance, come se non stesse tradendo il suo ragazzo con Mark Matthews.

 

“A lavorare a maglia!” esclamo, e lei mi guarda come se fossi diventata completamente pazza.

 

“Sei stata… a lavorare a maglia,” dice Dom, le sopracciglia alzate.

 

“No,” dico, la mia voce un po’ più alta del normale, “Solo… ho dimenticato… devo andare in un posto.”

 

Mi allontano nella direzione opposta, verso le porte principali del castello. Decido di fare una passeggiata per il parco. Considero l’idea di andare a trovare Hagrid, ma non mi va di parlare con nessuno. Devo solo capire come devo comportarmi a proposito di questo triangolo amoroso Dom/Mark/Malfoy. Beh, in realtà non sono affari miei, giusto? Tocca a Dom scegliere tra i due. Posso semplicemente andare avanti e far finta di non aver sentito nulla. E magari tra vent’anni, quando il tutto verrà fuori, potrò dimenticare che sia mai accaduto. Sì, sembra un ottimo piano.

 

C’è un punto del parco in cui vado sempre per sedermi e riflettere – il monumento ai caduti. È una grossa statua a forma di fenice che è stata eretta in riva al lago un anno dopo la fine della Seconda Guerra Magica, e ci sono incisi i nomi di tutti coloro che sono morti nella prima e nella seconda guerra. Giro intorno alla statua, che fluttua a dieci metri da terra, e scorro le incisioni dei nomi con le dita fino a quando non trovo ‘Fred Weasley – Ordine della Fenice’. Mi siedo davanti alla statua e mi raggomitolo per stare più calda. Sotto il nome di Fred ci sono ‘Remus J Lupin’ e ‘Nymphadora Tonks-Lupin’ – i genitori di Ted. Alla fine di tutti i nomi c’è ‘Harry Potter – il Bambino che ha Salvato’. Harry ha sempre odiato il fatto che abbiano messo il suo nome nella statua – insiste che non ha sconfitto Voldemort, che l’egoismo e il rancore di Voldemort si sono rivelati la sua rovina. Quell’uomo è troppo modesto per poter essere normale. Penso che abbia bisogno di una terapia.

 

Non so quanto tempo ho passato a guardare la statua e leggere i nomi incisi in oro su di essa. Lo faccio abbastanza spesso, quindi praticamente so a memoria l’ordine dei nomi. Sorrido sempre al ‘Dobby l’Elfo Domestico’, perché mi ricordo quanto hanno dovuto penare mamma, papà e Harry per farci incidere anche il nome di Dobby. Suppongo che sia semplicemente giusto. Gli elfi domestici sono esseri viventi come noi. Il suo nome è stato aggiunto solo qualche anno fa. Sono così assorta a guardare la statua che quasi non mi accorgo che qualcuno è venuto a sedersi accanto a me.

 

“Non ti si stanno ghiacciando le palle qui?” domanda Mark.

 

Gli rivolgo un’occhiata, assottiglio gli occhi a due fessure, e torno a guardare la statua.

 

“Ho fatto qualcosa di male?” chiede, con lo sguardo confuso.

 

“Lo sai,” dico con calma.

“Ehm… mi spiace, Rosie, ma non ti seguo più,” dice.

 

“Non posso credere che tu stia negando!” sussurro con una risata amara.

 

“Negando cosa? Non ho la più pallida…”

 

“Tu e Dom!” esclamo. “Ecco di cosa sto parlando!”

 

Gli occhi di Mark si spalancano. Apre bocca per dire qualcosa, ma la chiude di nuovo.

 

“Te l’ha detto lei?”

 

“No,” dico, “vi ho sentiti. Adesso capisco perché volevi tanto che io stessi con Malfoy.”

 

“Rosie, non è per questo che…”

 

“Un paio di mesi fa, probabilmente la cosa mi avrebbe anche fatto piacere, sai,” ammetto con un po’ di imbarazzo. “Ma adesso sono semplicemente disgustata – da tutti e due! Malfoy non è un cattivo ragazzo e Dom gli piace… cosa ti ha mai fatto di male? Che cosa ha fatto per meritarselo?”

 

Mark ha la decenza di mostrarsi imbarazzato, e non incrocia il mio sguardo. Guarda semplicemente alla statua della fenice.

 

“Non sto cercando di vendicarmi su Malfoy per qualcosa,” dice in tono grave. “È solo che… Dom mi è sempre piaciuta, sai? E lei è più felice con me – non dovrebbe stare con lui.”

 

“Non credo che spetti a te giudicare!” dico, furiosa,. “Perché hai sentito il bisogno di andarti a intromettere nella loro relazione?”

 

Sì, è il bue che dice cornuto all’asino – dopotutto, io e Malfoy ci siamo baciati a Capodanno. Ma quello non era niente. È stata una cosa fatta d’impulso e l’abbiamo completamente superata. Non è che avessimo una qualche relazione illecita o roba del genere. Ho ancora la mia superiorità morale.

 

“Le ho chiesto di dirglielo,” dice Mark. “Ma lei dice che non vuole ferirlo.”

 

“Non pensi che più questa storia andrà avanti, più lo ferirete?” incalzo. “Ha il diritto di saperlo. Lo state prendendo in giro. È mio amico…”

 

“Per favore,” sbuffa Mark. “Non propinarmi la storia del ‘siamo amici’. Malfoy non è tuo amico.”

 

“Che cosa vorresti dire?” chiedo, indignata.

 

“Voglio dire che tu e Malfoy potete continuare a far finta di ‘essere amici’ quanto volete, ma non cambierà il fatto che tu aspetti il suo bambino, Rosie. Avrete sempre quel legame. Ed è per questo che Dom e Malfoy non stanno bene insieme.”

 

Mi alzo da terra con una spinta (cosa non facile quando sei incinta) e mi dirigo come una furia verso il castello, ignorando Mark che continua a chiamarmi. Non è il momento migliore per trovare Hugo fuori a fumare con i suoi amici – decisamente un brutto tempismo. Ma eccolo lì, a fumare, cercando di sembrare figo. Marcio verso di lui e lo prendo per l’orecchio dove si è fatto un nuovo piercing.

 

“HUGO!” grido.

 

Ha un aspetto veramente mortificato, e spaventato allo stesso tempo.

 

“Punizione, per tutti voi,” esclamo e spengo le sigarette con la bacchetta. “E lo dirò a mamma.”

 

Gli occhi di Hugo si spalancano, ma non vuole perdere la faccia di fronte ai suoi amici.

 

“Seriamente, Rose, non puoi dirlo a mamma,” mi dice sottovoce. “Non puoi e basta. Mi ucciderà.”

 

“Meglio! Sei un idiota!”

 

“Ehi, lascia il povero Psycho in pace,” dice uno degli amici di Hugo. È un tizio grasso coi capelli rosa e senza un dente – affascinante, certo. E, apparentemente, chiama mio fratello ‘Psycho’. Che cosa è successo al piccolo Hugo che adorava giocare a Quidditch con papà e sedersi sulle ginocchia di mamma mentre lei gli pettinava i capelli? Quand’è che quell’Hugo è diventato uno ‘Psycho’ coi capelli neri e un sacco di piercing?

 

“Andate nelle vostre Sale Comuni, subito!” esclamo. Poi noto un piccolo Corvonero in fondo al gruppo. È l’unico che ha mantenuto il suo biondo naturale – è Louis.

 

“Non pensare di andartene così facilmente!” grido quando vedo che cerca di sgattaiolare via.

 

“Non stavo fumando,” insiste. “Stavo solo…”

 

“Che cos’è quello, allora?” chiedo, indicando la sua tasca attraverso cui si vede chiaramente un pacchetto rettangolare, “Svuota subito le tasche.”

 

Tira fuori un pacchetto di sigarette, qualche Caccabomba e la sua bacchetta. Louis è sempre stato così tranquillo. Cos’è che succede ai maschi Weasley quando fanno quattordici anni?

 

“Non sono mie,” dice velocemente. “Per favore non dirlo a Dom. Mi prenderà a botte!”

 

“Sei fortunato che non ti ho preso io a botte, Louis Weasley!” esclamo, e lui sembra positivamente terrorizzato. Confisco a Louis le sigarette e le Caccabombe e gli dico di tornare in Sala Comune. Quindi punto la bacchetta verso il resto del gruppo, che sta tornando al castello.

 

Accio sigarette!” esclamo, e sei pacchetti di sigarette Babbane volano verso di me. Mi lanciano tutti sguardi assassini, ma nessuno di loro ha le palle di dire qualcosa.

 

“Wow, per fortuna non mi hai mai beccato a fumare al terzo anno,” sento una voce dietro di me. “Sei una cazzuta.”

 

Mi giro per vedere Malfoy che ghigna verso di me, chiaramente divertito dallo spettacolo che ha appena avuto luogo.

 

“Mio fratello è talmente… talmente…”

 

“Idiota? Sì, lo siamo tutti a quell’età. Probabilmente non gli passerà prima dei vent’anni,” dice Malfoy scrollando le spalle.

 

“Almeno non ti sei mai tinto i capelli di nero e non ti sei fatto un piercing al labbro!” strillo, iniziando a incamminarmi verso la scuola.

 

“Non avrei mai potuto fare questo ai miei capelli,” dice, scompigliandoseli. “E chi ti dice che io non mi sia fatto un piercing?”

 

Lo fisso e alzo le sopracciglia.

 

Tu ti sei fatto un piercing?”

“Certo – ma non in un posto che generalmente mostro in pubblico,” dice facendomi l’occhiolino.

 

“Oh, Merlino, è rivoltante!” esclamo con una faccia disgustata.

 

“Miss Weasley, avete una mente davvero perversa,” ride. “Non era lì. Ma è bello sapere che è la prima cosa a cui pensi!”

 

Arrossisco furiosamente e lui continua semplicemente a ridere, mettendomi amichevolmente un braccio attorno alle spalle.

 

“Quindi… dove ti sei fatto il piercing?” domando, nonostante non sia tanto sicura di volerlo sapere.

 

“Beh… io e Al avevamo deciso di farci un piercing da qualche parte al terzo anno – volevamo fare qualcosa di ribelle,” dice, ghignando. “Così abbiamo fatto un patto: se uno di noi se lo fosse fatto, l’altro avrebbe dovuto farlo nello stesso identico posto.”

 

“Quindi anche Al ha un piercing?” chiedo, sconvolta, “E zia Ginny lo sa?”

 

“Ne dubito,” dice Malfoy, “A meno che lui non vada in giro a mostrare i suoi capezzoli a sua madre.”

 

“Aspetta – vi siete fatti i piercing ai capezzoli?” strillo.

 

“Capezzolo, singolare,” dice Malfoy sollevando un dito. “Farcelo a tutt’e due sarebbe stato veramente stupido.”

 

Non so davvero cosa dire. Pensavo che avrei notato se Malfoy aveva un piercing al capezzolo – ma, ancora una volta, può darsi che non lo indossasse la notte che…

 

Okay, è semplicemente imbarazzante. E io non voglio davvero pensarci.

 

“Voi Serpeverde siete strambi,” sospiro, scuotendo la testa.

 

“Ma dai, di sicuro avrai fatto anche tu qualcosa del genere, a un certo punto!” ghigna.

 

“Posso dire con certezza di non avere nessun altro piercing, a parte i buchi nelle orecchie!” esclamo.

 

“Va bene… ma ti sei fatta incatenare alle serre di Erbologia e hai indossato spille con su scritto sperma,” dice.

 

“Era per una buona causa! E non è sperma, è S.P.E.R.M.A! Società Per l’Emancipazione Regolare delle Mandragole Abusate!”

 

Arriviamo alla porta del castello e Malfoy la apre per me, lasciandomi entrare per prima. Nello stesso momento Dom esce dalla Sala Grande con James e Al. Cazzo, la cosa sarà imbarazzante. Si avvicina a noi e fa scivolare un braccio attorno alla schiena di Malfoy. Quella piccola doppiogiochista…

 

“Dove sei stato tutto il giorno?” chiede a Malfoy.

 

“In giro,” risponde scrollando le spalle, con aria misteriosa. Dom alza le sopracciglia, e persino io divento curiosa.  “Non c’è bisogno di essere sospettose, ragazze, niente di illegale. Adesso devo scappare – un sacco di cose da fare.”

 

Mi fa l’occhiolino e dà un bacio sulla guancia a Dom prima di incamminarsi verso i sotterranei di Serpeverde. Dom non gli presta molta attenzione e si volta verso di me.

 

“Sparisce sempre,” dice Dom, “Soprattutto nei week-end. Non so dove vada. Ho pure fatto controllare a James la Mappa del Malandrino, ma non c’è mai il suo nome… Perciò, com’è andato il lavoro a maglia?” chiede, cambiando argomento.

 

“Oh, sai com’è… appuntito,” dico stupidamente, “Ehm, Dom, penso che noi due dobbiamo parlare.”

 

“Adesso? Ho un saggio di Trasfigurazione e un compito di Pozioni da fare, per non parlare di Erbologia…”

 

“So di te e Mark.”

 

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Innanzitutto vi chiedo profondamente scusa per il ritardo: avevo promesso che il capitolo sarebbe arrivato di pomeriggio, ma lo studio mi ha completamente risucchiata *guarda con odio i libri di geometria* Spero che la traduzione risulti soddisfacente! Per qualsiasi cosa ditemi pure, e provvederò a modificare :)

Il prossimo capitolo arriverà, se tutto va bene, domenica 31 luglio; nell'attesa, se volete farmi sapere cosa ne pensate di questo, mi rendereste immensamente felice :3 A presto!

Leireel

  
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