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Autore: Ababyworld    17/07/2011    0 recensioni
Da quando Lya se n'è andata, Dam ha cercato di sopportare la lontananza ed è riuscito a racchiudere i ricordi di lei in uno spazio censurato della sua mente. Ma quando lei torna, Dam si accorge di non avere la stessa Lya di fronte a sè. Qualcosa l'ha cambiata...un destino crudele incombe su di lei.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oh mio Dio! Non posso crederci, sei arrivata, Lya,tesoro!” Il signor Roland corse velocemente giù dalle scale della villetta. Per poco non fece cadere i vasi del giardino. L'abbraccio con la nipote fu un bagno d'amore; i due non si vedevano da quasi tre anni e Roland aveva aspettato quel momento con tanta ansia nel cuore.

Nonno, mi sei mancato tanto!” Lya aveva gli occhi colmi di lacrime, che le scendevano lungo le guance. Le sue braccia erano incatenate attorno alla schiena del vecchietto, come se niente potesse dividerli. Dam li osservava così uniti e affettuosi l'uno con l'altro; per un attimo pensò a come sarebbe stato poter rivedere i suoi nonni, quelli che non vedeva da dieci lunghi anni. Petra non gli permetteva di tornare in Scozia, neanche in estate. Ma ora che era maggiorenne aveva pensato di fare visita ai suoi parenti che vivevano ad Edimburgo; nessuno poteva impedirglielo.

Lya, piccola mia!” Le disse Roland emozionato “ finalmente ti posso rivedere. Sei sempre più bella, non so se te lo hanno già detto.” Guardò Dam con uno sguardo interrogativo.

Sì, e più di una volta.” Si intromise Phil facendo un passo avanti. Lya lo fisso, e lui ricambiò puntandole gli occhi addosso. Lya smise improvvisamente di piangere, e sul suo viso tornò l'espressione indifferente e stralunata che aveva poco prima.

Nonno, questo è Phil... il mio fidanzato.” Lya prese la mano del suo boyfriend cercando di evitare gli occhi profondi e blu di Dam.

Il signor Roland spostò gli occhi da Dam a Phil e lo osservò serio per alcuni interminabili secondi. Poi si decise a parlare: “ Ciao giovanotto! Spero tu sia un bravo ragazzo, perchè se non fosse così...”

Lya lo fermò prima che potesse aggiungere qualche frase spiacevole “ Tranquillo nonno, è un ragazzo fantastico, si è preso cura di me dopo la morte della mamma. É perfetto...devi credermi.”

Roland era dubbioso, ma la sua felicità per il ritorno di Lya non poteva scomparire a causa del nuovo ospite.

Va bene allora, vuol dire che mi dovrò abituare a questa novità... Hai intenzione di fermarti a cena...come hai detto che ti chiami, Phil giusto?”

Phil, signor Roland. Io veramente credevo di fermarmi a vivere...cioè a trascorrere un po' di tempo con Lya, prima di trovare un'altra sistemazione ovviamente.” Il ragazzo alto e muscoloso mostrava molta sicurezza, forse fin troppa. Fissava gli occhi dell'anziano nonno di Lya e nel frattempo teneva una mano poggiata sul fianco sinistro. Dam lo scrutava con la coda dell'occhio, nella sua mente si scontravano mille dubbi. Come aveva fatto Lya a innamorarsi ( se quello era amore) di uno come lui? E poi, cosa diamine era venuto a fare lì, non poteva starsene a casa sua piuttosto che seguire la sua ragazza? Questo era solo l'inizio di una lunga serie di interrogativi, che prendevano vita nell'immaginario di Dam come se fossero affari che lo riguardavano. Ma d'altronde erano anche affari suoi. Lya era un suo interesse, e in quel momento ne era ancora più certo. La osservava lì nel cortile del signor Roland. La ragazza era imbarazzata, non smetteva di lanciare occhiate agli altri presenti, prima il nonno poi Phil, poi ancora Roland...ma non raggiungeva mai lo sguardo di Dam. Era come se cercasse di evitarlo a tutti i costi.

Lya” ricominciò a parlare il signor Roland assumendo un'espressione di disaccordo “ non mi avevi avvisato di questo ospite in casa.”

Perdonami nonno...mi dispiace veramente tanto. E' che credevo...cioè, io...”

Ascolta, non importa “ il nonno le appoggiò una mano sulla spalla “ so che forse qui ti sentirai un po' sola dato che è da un bel pezzo che sei via...per cui capisco come puoi sentirti. Il tuo amico può restare, ad un patto però.” alzò l'indice destro verso il cielo sereno, o forse intendeva indicare la soffitta della villa alle sue spalle.

Certo, qualsiasi cosa nonno...grazie...” Lya cominciava già a saltare dalla gioia. Dam notò qualcosa di nuovo in lei. In senso negativo. Sembrava tutto forzato quello che faceva, sembrava quasi un obbligo. Forse era solo un'impressione.

Phil, dormirai in soffitta.” Roland si mise le mani sui fianchi. In quel momento poteva essere scambiato per uno sceriffo.

Certo, come vuole” mormorò Phil, sogghignando. Prese la mano a Lya, e con quella libera raccolse la sua valigia da terra. Poi si rivolse a Dam con i suoi occhi grigi “ Ehm, porti te la valigia di Lya? Sempre che non sia un problema...”

Ok. Solo perchè voglio finire il mio incarico di accompagnatore. Poi me ne vado.”

Come te ne vai?” lo fulminò Roland “ tu sei ospite a cena. Chiaro?”

Ehm... mi sono ricordato che ho un impegno con la squadra di basket. Un'altra volta. Promesso.” era ovvio che quella di Dam era una grande balla. Da dietro la spalla sinistra di Phil, Lya osservava Dam con occhi speranzosi. Un lampo di di tristezza le aveva attraversato l'iride turchese quando Dam aveva inventato quella scusa. Lei lo conosceva bene e riusciva a capire quando lui mentiva e quando invece era sincero. Ora mentiva.

Dam, mi farebbe piacere se tu venissi.” la ragazza riuscì a mettere da parte la vergogna e a mormorare una banalissima, ma profonda supplica.

Mi dispiace Lya. Proprio non posso.” Dam sentiva dentro di sé qualcosa che lo spingeva ad accettare l'invito, ma non sarebbe riuscito a sopportare la vista di quei due insieme, soprattutto perchè l'altra persona era Phil. A prima vista lo aveva trovato antipatico. Ora lo odiava, lui e il suo atteggiamento presuntuoso e rozzo.

Non valeva la pena di rischiare tanto...alla fine si trattava di una stupida serata con i vicini. Niente di interessante, una cosa da evitare.

Osservava gli occhi di Lya, lucidi e così infantili, riflettevano il suo animo sensibile e fragile. Era sempre stata così sincera e aperta con lui, tra loro nessuna barriera era mai stata un elemento ostacolante. Guardarli insieme era come ammirare la luce e l'ombra che si fondevano in un unico abbraccio di colori. L'arcobaleno dell'amore, l'amore puro.

Ma la situazione attuale era ben diversa; Lya gli stava chiedendo di fare un sacrificio troppo grande, e specialmente doloroso.

Eppure...

 

Chissà per quale insensata ragione lo fece. Alla fine accettò.

 

Alle otto Dam stava scendendo le scale di casa. A passi pesanti si diresse in cucina per salutare la madre e per dirle dove stava andava. Quando si trovò di fronte al tavolo apparecchiato però non vide nessuno.

Mamma, dove sei? Io sto uscendo...” Nessuna risposta.

Dam si mise le mani nelle tasche dei jeans e andò sul retro della casa per vedere se Petra stava stendendo il bucato, ma nemmeno lì la trovò.

A quel punto si accorse che la macchina della madre non era nel garage, ciò voleva dire che era uscita. Con Josh. ' Dove si è cacciata?!' pensò Dam calciando il pallone che, mosso dal vento, rotolava davanti ai suoi piedi. Un brivido percorse la colonna vertebrale del ragazzo. Aveva una sensazione strana, assolutamente negativa, ma non aveva idea di cosa si trattasse.

Tornò in cucina e prese in mano il telefono appeso alla parete color salmone. Tutta la zona giorno aveva i muri salmone; Petra era un'amante dei colori pastello, specialmente quelli che variavano dal giallo all'arancione tenue. L'arredamento risaliva ancora alla famiglia che aveva vissuto in quella casa prima di Dam; eccetto per i divani: quelli erano i

'gioiellini' di casa, come li chiamava sua madre, con la loro pelle bianca spiccavano immersi nel legno scuro e leggermente antiquato.

Certo, la casa non era enorme, ma spaziosa; in tre persone si stava comodi, e inoltre, la zona che più interessava Dam era il cortile: lì aveva posizionato un canestro per allenarsi con gli amici e spesso organizzava dei tornei con il vicinato. Tutto era quasi perfetto; se non fosse stato per Lya ovviamente.

Il telefono continuava a segnare occupato; Petra non rispose neanche dopo la terza chiamata.

Vorrei proprio sapere cosa è successo.” continuava a mormorare tra i denti. Dopo dieci lunghi minuti riprovò a chiamare; la linea segnava libero. Ma nessuno rispondeva. Dam non era mai stato troppo ansioso, ma in quel momento era come se avesse un sesto senso: qualcosa di grave era successo, ma non aveva idea di cosa fosse.

Mentre fissava il mestolo appeso al muro, Dam decise di darsi da fare e cercare la madre. Così prese la giacca in pelle nera, se la mise sopra la maglietta bianca attillata e afferrò le chiavi della macchina.

Prima di dirigersi verso la sua Ford nera, svoltò a destra verso la villetta del signor Roland. Salita la gradinata suonò il campanello accanto alla porta.

Dei passi si avvicinarono lungo il corridoio d'entrata e dopo pochi secondi un viso familiare e grazioso sbucò da dietro la pesante porta.

Dam, ciao! Sei arrivato per fortuna, mio nonno non la smetteva di controllare l'orologio...” Lya aveva un'espressione così solare e spensierata.

Ehm, mi dispiace molto. Non sono venuto per fermarmi a cena...”

Il viso della ragazza mutò nel giro di un attimo.

Come non sei qui per fermarti? Ma avevi detto che...”

Lo so, mi dispiace veramente tanto. Però devo sbrigare una cosa più importante ora...cioè, non più importante, ma...necess...”

Le parole scesero lungo la sua gola e risuonarono nella sua mente con un eco aspro e ostile. Dam non voleva dire quello che era appena uscito dalla sua bocca, ma ormai era tardi. Gli occhi di Lya erano profondamente delusi. L'aveva ferita questa volta.

Lya, ti giuro che sarei volentieri rimasto, se non fosse per mia madre.”

L'espressione di Lya era incerta, dubbiosa “ Forse non ti lascia? Dam, ormai sei un adulto insomma, non dovresti farti condizionare in questo modo da lei...”. Gli zigomi leggermente marcati di Dam presero una forma più dolce e infantile in quel momento, per un attimo gli scappò un sorriso, quasi di compassione.

Lya, non sono condizionato da nessuno. Hai capito male” fece un lungo respiro e tornò a guardarla seriamente “ da circa un'ora sto cercando di mettermi in contatto con lei, ma non mi risponde per cui sono preoccupato” scrutò gli occhi sinceri ed espressivi di Lya per capire se gli credeva. E poi continuò “ è strano che non risponda, non è da lei. Infatti ora vado a cercarla...e perdonami, ma sto perdendo un sacco di tempo.” si voltò alzando le spalle, e, tenendo sempre le mani in tasca, si diresse fuori dal cancello.

Dam! Aspetta un secondo solo...” Il ragazzo si fermò, sbirciando dietro la spalla sinistra. Lya era rientrata e aveva lasciato la porta socchiusa.

Dopo un minuto la vide uscire con una felpa turchese in mano e le ballerine bianche ai piedi; la ragazza, mentre correva giù dalla gradinata, aveva sbattuto la porta con una violenza mai vista prima. Solitamente si muoveva con grazia, quasi a passo di danza, ma questa volta sembrava che ansia e rabbia si fossero scatenati dentro di lei, come una tempesta in pieno estate.

Dam, appoggiato al lato sinistro dell'auto, la osservava con aria interrogativa. “ Scusa Lya, da quando sei tornata ti comporti in modo molto strano... E' come se i tuoi sentimenti venissero pilotati...non so, è una cosa strana.”

Lya aveva raggiunto l'auto ed ora era lei che lo osservava, dalla parte opposta alla sua. “ Dam, ti sembra forse questo il momento di pensare al mio modo di comportarmi” e poi lo fissò intensamente “ ti vuoi muovere a salire in macchina; dobbiamo trovare tua madre. E comunque, dove pensi di cercarla?” gli chiese con più calma.

Ehm, non so. Andrei a vedere da Taylor...forse sono a cena da lui. Può essere che li abbia invitati all'ultimo momento, anche se non capisco perchè non me l'abbia detto.”

Mentre Lya si allacciava la cintura corrugò la fronte con aria dubbiosa.

E chi è questo Taylor?”

Un suo caro amico...cioè più di un amico. Un brav'uomo comunque. Si sono conosciuti qualche mese fa, lui l'aveva vista ad una festa qui vicino e casualmente era capitato da queste parti. Da allora si frequentano, con discrezione ovviamente: c'è sempre Josh.”

Petra è sempre stata una bella donna, ed è molto generosa. E' giusto che abbia una vita fatta di amore...da parte di un uomo si intende, oltre che da voi figli.”

Sì, sono d'accordo” Dam tratteneva i suoi pensieri più intimi perchè lo facevano soffrire troppo. Pensava a tutte le volte in cui suo padre l'aveva trattata con disprezzo, ai momenti in cui la vedeva disperata; non avrebbe mai immaginato allora che adesso sarebbe stata felice di nuovo. La vita le aveva la possibilità di tornare a sorridere, e lei se la meritava.

Scusa una cosa” Dam tornò alla realtà che lo circondava “ hai lasciato Phil e tuo nonno da soli?”

Ascolta Dam, non m'interessa se li ho abbandonati per la cena, anche se un po' riconosco di essere stata maleducata, ma se tornassi indietro di qualche minuto lo rifarei lo stesso. Tu hai bisogno di me” ora Lya stava fissando il profilo del ragazzo seduto accanto a lei. Il cuore le batteva all'impazzata perchè in quel momento sentiva i ricordi riaffiorare come se non l'avessero mai abbandonata “ e tu mi sei sempre stato accanto quando io ne avevo bisogno. Certo, Phil mi è stato vicino durante questi anni e senza di lui non so se ce l'avrei mai fatta” dopo le ultime parole, la mascella di Dam cominciò a irrigidirsi, così Lya continuò con il suo discorso “ ma ora sei tu che hai bisogno di me, è questo che scelgo.”

Per il resto del tragitto entrambi restarono in silenzio riflettendo sulle parole che si erano scambiati. Dam percepiva intorno a sé una forte energia che lo avvolgeva con grazia e con affetto. Quell'energia era Lya. Dam sapeva che non sarebbe più stata sua, ma per il momento quello gli bastava. Loro non erano amici, erano qualcosa di più profondo e speciale, erano come il nero e il bianco, due colori che pur appartenendo a mondi differenti sentivano uno il bisogno dell'altro. E ciò saziava la sete di entrambi.

  
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