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Autore: _hurricane    18/07/2011    14 recensioni
C’era una volta un giovane fanciullo dalla pelle chiara, così chiara che tutti lo chiamavano Porcellana. La sua matrigna, la regina Sue Sylvester, lo costringeva a vestirsi di stracci e lavare i pavimenti del suo palazzo. Porcellana aveva un grande sogno: incontrare un bellissimo principe che lo avrebbe salvato per portarlo al suo castello e sposarlo, proprio come nelle favole che leggeva da piccolo. Ma si sa, i sogni non sempre si avverano: certe volte, la vita è anche meglio.
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“No, non devi scusarti,” – disse Porcellana, tirando su con il naso, - “io voglio farlo. Voglio che tu sappia tutto di me, Blaine. Tu…”. Alzò il viso e lo guardò. Ormai doveva dirlo. “Tu sei il mio principe” concluse, arrossendo lievemente.
“Il tuo principe?” chiese l’altro, incuriosito ma in fondo vagamente affascinato dal modo in cui suonava quella frase.
“Sì, proprio come quelli dei libri. Lo so che io non sono una principessa, però… ho sempre aspettato. E alla fine sei arrivato. Non ti sei nemmeno preoccupato del fatto che fossi soltanto un servo, mi hai salvato e basta, come nelle favole. Tu sei il mio principe, Blaine”.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sue Sylvester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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XVI – Once upon a time, happily ever after

 

Che ne pensate di Porcellana?” aveva chiesto Flint il giorno precedente, dopo che i Dwarflers avevano salutato Kurt che si era rifiutato di seguirli per dedicarsi alle faccende domestiche.

Gli altri sei lo guardarono un po’ perplessi dalla domanda, per poi raggiungere le posizioni e dedicarsi al loro lavoro in miniera. Senza guardarsi tra loro, dediti a prendere a picconate le rocce, iniziarono a parlarne.

“Beh, non lo conosciamo bene” disse semplicemente Trent in un’alzata di spalle.

“A me sembra di conoscerlo da sempre” disse invece Thad mentre prendeva di mira un punto preciso col piccone.

“Anche a me” dissero in coro Wes e David per poi lanciarsi un’occhiata divertita.

“Forse dovremmo chiedergli di diventare uno di noi” esordì dopo qualche minuto Jeff, intento a sistemarsi il ciuffo biondo sotto il berretto di stoffa rossa. Tutti gli altri alzarono la testa per fissarlo.

“Cosa c’è?!” chiese lui, sentendosi osservato in modo inopportuno, anche se ci era abbastanza abituato.

“Davvero non ci arrivi?” chiese Wes alzando un sopracciglio con aria saccente.

Il biondo lo guardò con aria interrogativa, aspettando che continuasse, così l’altro alzò gli occhi al cielo prima di aggiungere: “E’ così palese che è innamorato di Blaine! Non avete visto come si guardano?”

Gli altri annuirono silenziosi, qualcuno sussurrando “L’avevo detto io!”

“Perciò… pensi che prima o poi se ne andrà?” chiese allora Jeff, poggiando per un attimo il piccone su una roccia vicina.

I Dwarflers si guardarono tra loro, cercando una risposta. Il rumore di rocce distrutte fu sostituito da un silenzio piuttosto eloquente, che sembrava urlare più delle parole quanto desiderassero che non accadesse e allo stesso tempo quanta paura avessero di dire che, molto probabilmente, sarebbe andata proprio così.

 

* * *

 

I Dwarflers non si opposero alla partenza di Porcellana – a loro piaceva ancora chiamarlo così – perchè sapevano che era la cosa giusta da fare per lui. Eppure, segretamente quel ragazzo dalla pelle bianca e la voce melodiosa sarebbe mancato ad ognuno di loro. Certo, non avevano avuto molto tempo per conoscerlo: aveva vissuto con loro soltanto per qualche giorno. Ma non avevano potuto fare a meno di sentire un’aura positiva sprigionarsi dal suo corpo ed invadere la loro casa e la loro quotidianità, come un’onda d’urto. Porcellana aveva cambiato tutto.

La consolazione fu che Blaine disse chiaramente che lui e Porcellana sarebbero andati spesso a trovarli, per intonare con loro qualche nuova canzone. Anche a loro sarebbe piaciuto restare, ma Blaine sapeva bene che i suoi genitori lo avrebbero cercato per mari e per monti e che quindi, almeno per un po’, non era saggio restare troppo nello stesso posto.

“Non ti dimenticare di noi” disse Thad a Kurt mentre lo abbracciava, dopo aver aspettato il suo turno in fila per poterlo fare.

“Non potrei mai” rispose Kurt mentre scioglieva l’abbraccio, incapace di nascondere un filo di commozione nonostante quello non fosse un vero e proprio addio.

Dopo aver abbracciato tutti con calore, seguì Blaine per salire sul suo cavallo bianco. Una volta salito in sella si voltò, e con dolcezza lanciò un bacio verso i Dwarflers, quei sette piccoli ragazzi che lo avevano accolto senza farsi neanche una domanda e che gli avevano fatto scoprire la bellezza della parola “insieme”.

I sette ragazzi gli sorrisero commossi e lo salutarono, fino a quando Kurt e il suo principe non scomparvero tra le fronde.

 

* * *

 

“Perchè non mi vuoi dire dove stiamo andando?” chiese Kurt mentre stringeva i fianchi del principe, intento a tenere le redini del suo destriero mentre cavalcavano tra gli alberi.

“E’ una sorpresa! Abbi un po’ di pazienza, ormai manca poco!” rispose Blaine con voce gentile.

Aveva ragione: nel giro di pochi minuti il fogliame si aprì davanti a loro, rivelando uno spiazzo erboso diviso a metà da un sentiero lastricato di pietre.

Il sentiero, ben levigato e lineare, conduceva ad una chiesetta un po’ diroccata e senza pretese. Aveva l’aria di essere stata abbandonata da molto tempo, perché il soffitto non era interamente coperto e fili d’erba incolta crescevano tra le pietre squadrate che ne componevano le mura. Eppure, agli occhi di Kurt sembrava la chiesa più bella del mondo.

Scese da cavallo, e una volta che Blaine ebbe fatto lo stesso, lo guardò negli occhi a lungo.

“Cosa c’è?” – chiese il principe alzandosi nelle spalle con aria innocente, - “Visto che non potrò farti vivere in un castello…”

“M-ma ma io…” balbettò Kurt, totalmente colto alla sprovvista.

Blaine sembrò ignorare volutamente la sua aria titubante: si chinò e strappò con delicatezza un fiore dal prato. Poi lo privò dei petali e spezzò lo stelo, in modo che ne rimanesse un pezzo molto piccolo. A sua volta, divise quel pezzo in due parti e si voltò, in modo che l’altro non vedesse.

Con qualche difficoltà ma comunque nel giro di pochi minuti, riuscì nel suo intento e potè girarsi nuovamente, stringendo nel palmo il risultato ottenuto per nasconderlo agli occhi di Kurt.

“Vieni” gli disse, prendendolo per mano con quella libera. Kurt non se lo fece ripetere due volte, e insieme percorsero il sentiero fino a dentro la chiesetta.

Il sole filtrava dagli spiragli del soffitto semi-distrutto, così come qualche spiffero di vento fresco. La natura sembrava aver preso il sopravvento anche lì, all’interno: dei veri e propri cespugli crescevano tra le panche in disuso e l’altare era totalmente ricoperto di fiori bianchi.

Blaine condusse Kurt proprio alla fine della navata, gli si mise davanti e lasciò la sua mano. Poi aprì l’altra, mostrando due piccoli cerchietti verdi, intrecciati e tenuti insieme da un nodo. Guardò Kurt e gli sorrise, mostrandoglieli. Lui si illuminò, e gli occhi chiari lentamente diventarono lucidi.

Il principe gli porse uno dei due anelli rudimentali, poi i due ragazzi si guardarono per un po’.

“Kurt Hummel, io ti prometto…” – esordì il principe, portandosi solennemente una mano al petto, - “… che non ti lascerò mai solo. Che ti proteggerò da ogni pericolo e che non esiterò a mettere la mia vita a rischio per te. Ti prometto che ti amerò anche quando avrai i capelli bianchi e le rughe ti segneranno il viso, a patto che tu sia disposto a cantare con me anche quando le nostre voci non saranno più belle come adesso”. Sorrise, poi concluse: “Ti prometto che ti amerò per sempre”.

Kurt lasciò che una lacrima scendesse lentamente sulla sua guancia, abbozzando un sorriso che ne fece deviare il percorso. Ancora una volta, passò in rassegna le favole della sua infanzia, e si rese conto che in nessuna aveva mai letto di un amore così. Tutti quei principi perfetti e gentili, avrebbero amato le principesse anche se fossero state brutte, o anziane? E avrebbero forse rinunciato a vivere nei loro ricchi castelli? Avrebbero abbandonato tutto per amore?

“Blaine Anderson, io ti prometto… che non ti lascerò mai solo. Che tu sarai sempre il centro dei miei pensieri e delle mie preoccupazioni, e che non permetterò mai a niente e a nessuno di separarci. Ti prometto che canterò con te anche quando entrambi saremo troppo stonati persino per accorgercene. Ti prometto che ti amerò per sempre”.

I due ragazzi si sorrisero, e con un gesto veloce si scambiarono gli anelli. Kurt alzò la sua mano verso l’alto, in modo che la luce esterna illuminasse ancora meglio quell’anello privo di gemme, ma che per lui brillava come il più grande dei diamanti.

“E’ bellissimo” disse rapito dall’immagine di quel cerchietto verde attorno al suo anulare.

“Davvero? Non avresti preferito un vero anello?” disse il principe avvicinandosi a lui, la voce così titubante da renderlo stupido e adorabile allo stesso tempo.

“Lo hai fatto tu, e questo lo rende perfetto” rispose Kurt con semplicità, distogliendo lo sguardo dalle sue dita.

Abbassò la mano per unirla a quella di Blaine, che gli sorrise e si avvicinò per lasciargli un bacio casto e fugace sulle labbra. Poi il principe gli sorrise e disse risoluto: “Andiamo”.

Kurt lo guardò un po’ perplesso e rispose: “Dove?”

“Non lo so. Ha importanza?”

Kurt ci pensò su per qualche secondo, poi rispose di no. Perché in effetti, non ne aveva affatto.

 

* * *

 

I due principi cavalcavano insieme verso il tramonto.

Non sapevano dove sarebbero andati, né cosa avrebbero incontrato sul loro cammino; sapevano però che sarebbero rimasti insieme a qualunque costo, e che, proprio come nelle favole, avrebbero vissuto…

Per sempre felici e contenti.

 

 

 

The End.

 

 

* * *

 

 

Ebbene sì, anche questa storia è finita. Dubito seriamente che riuscirò mai a scrivere una cosa più glicemica di questa, ma quando si tratta di una romanticona come me non si può mai dire, quindi Who knows?

Ringrazio di cuore TUTTI quelli che dopo la mia prima Klaine mi hanno seguito con affetto così come quelli che mi hanno "scoperto" con questa, quelli che mi incitano continuamente a scriverne altre, quelli che su Facebook mi permettono di rendere note le mie storie. Grazie a tutti, davvero.

Oggi ho pubblicato anche la nuova drabble, "Let you put your hands on me in my skin-tight jeans" (questo è il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=763935) ma non è l'ultima: tra due giorni ci sarà l'altra.

Per chi non lo sa, per ora sono impegnata con la traduzione della Klaine Fantasy più famosa del web, "The Sidhe", con l'account Chazzam (quello senza il 2). Vi consiglio di darle un'occhiata perchè la parola "bellissima" non rende l'idea.

Ok, vi ho rotto le scatole abbastanza. Che altro dire? Uhm, grazie - come sono banale! - e buona estate a tutti!

With love, _hurricane <3


   
 
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