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Autore: Rein94    18/07/2011    2 recensioni
A quanto pare, lei era l’unica ad aver capito che a dispetto dei falsi sorrisi nessuno può cantare un duetto da solo.
{Kurt/Rachel ~ Friendship}
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel, Rachel Berry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The MVP'
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Warm as friendship

 

<<And now whatever way our stories end

I know you have rewritten mine by being my friend.>>

                                                                                                                                                   Wicked – For Good

 

 

Rachel Berry era la persona più talentuosa e allo stesso tempo straordinariamente irritante che Kurt avesse mai avuto il piacere di conoscere. Era egoista, egocentrica e con chiari problemi di socializzazione (non che Kurt avesse molti più amici di lei, ma dubitava che l’annunciare <<Io diventerò una stella di Broadway e distruggerò chiunque si metta sulla mia strada!>> ad ogni essere umano – maschio o femmina – da lei incontrato fosse un buon metodo per fare nuove conoscenze), oltre ad aver sviluppato una bizzarra ed inquietante tendenza ad essere attratta da ogni singolo esemplare di sesso maschile che piaceva a lui. E, incredibile ma vero visto il modo in cui si vestiva, in genere era lei a guadagnarsi l’attenzione del suddetto ragazzo.

 

Kurt non aveva mai veramente sentito di odiare una persona prima di sentire lei cantare. Rachel Berry avrebbe senz’altro brillato a Broadway, e l’avrebbe fatto da sola. Quando gli altri membri del Glee la trovavano noiosa e insopportabile a causa del suo atteggiamento e del suo carattere, Kurt la odiava profondamente per il suo coraggio. Rachel Berry cantava e nelle sue canzoni parlava di se stessa e questo era l’unico modo – dall’alto di un palcoscenico, con parole che altri avevano scritto e che lei avrebbe fatto vivere con la sua voce – in cui le interessava farsi conoscere dal resto del mondo. Oh, non esisteva un essere più lontano da lei di Kurt, lui che bramava la stessa fama che bramava lei ma che allo stesso tempo era troppo codardo per provare veramente a raggiungerla. Lasciando perdere il fatto che non aveva neanche il coraggio di combattere per un assolo, quella che mancava a lui era la forza di accettarsi per chi era e quella di volersi abbastanza bene da non aver paura di farsi accettare anche dagli altri.

 

Era stato dopo lo “scherzo” del rinnovamento del look che per la prima volta gli era sembrato di capirla finalmente. Non era che, essendo disposta a rinunciare ad ogni cosa pur di diventare famosa, lei fosse davvero riuscita a tagliare fuori tutto il mondo; i sentimenti di Rachel per Finn erano puri quanto i suoi. Ma non era neanche quello il punto - questa era una faccenda che andava aldilà di Finn: anche lei, come Kurt, si sentiva tremendamente sola.

 

Kurt si chiese se qualcun altro del Glee fosse riuscito a vederla, la Rachel Berry che sognava Broadway senza rendersi conto che aveva bisogno di stringere dei legami con qualcuno che non fosse un pubblico aldilà del palcoscenico. Si chiese se qualcuno riuscisse a vedere lui, quello con un ego al pari di quello di Rachel nascosto dietro la sua maschera codarda educata.

 

Di persone che pretendevano di capirlo ce n’erano in abbondanza (gli bastava pensare a suo padre o al signor Shue, con i loro perspicaci <<C’è qualcosa che non va, vero Kurt?>> ), ma per ironia della sorte solo l’irritante ragazza con cui aveva parlato a quattr’occhi un numero di volte tanto irrilevante da poterlo contare sulle dita di una sola mano l’aveva capito davvero.

 

 

Non era Rachel Berry quella che, per rassicurarlo

e tirarlo su, aveva cantato un duetto con lui, per lui?

 

 

(A quanto pare, lei era l’unica ad aver capito che

 a dispetto dei falsi sorrisi nessuno può cantare un duetto da solo)

 

 

Kurt non si era mai sentito compreso da qualcun altro, prima di allora. Certo, suo padre era dalla sua parte e l’avrebbe protetto qualsiasi cosa gli fosse successa, ma sentiva che c’era qualcosa di diverso in quello che aveva fatto Rachel per lui, qualcosa di simile al sentimento che provava quando stava con Mercedes.

 

E non era stata sempre Rachel (Finn l’aveva informato, vergognandosi per non averle dato ascolto) quella che aveva radunato le ragazze del Glee per fermare gli atti di bullismo nei suoi confronti?

 

Piano, quasi senza che lui se ne accorgesse, l’immagine che nella mente di Kurt era “Rachel Berry” diventava sempre meno lontana da lui. Era sempre la ragazza più irritante dell’intera galassia, non c’erano dubbi a riguardo, ma infondo sentiva che valeva la pena sopportare questo lato del suo carattere, anche solo per come cantava. E comunque, almeno il problema del suo stile assolutamente discutibile si poteva facilmente risolvere in un paio – forse tre – di giornate passate per negozi sotto la supervisione di Kurt.

 

* * *

 

Kurt si buttò sul letto di Rachel, parlando piano per non svegliare le altre. Non voleva disturbarle, era vero, ma il motivo principale era che a dirla tutta una parte di lui di cui non era pienamente cosciente non voleva che s’intromettessero in quella che lui aveva deciso sarebbe stata una faccenda fra loro due soli. Anche perché, con ogni probabilità, a nessuna di loro sarebbe veramente interessata l’idea di andare a fare colazione da Tiffany.

Ovviamente, lui non avrebbe certo perso tempo a dormire quando un’intera città – e che città! – lo stava aspettando! Altrettanto ovvio era che neanche Rachel – quella sul suo cuscino era…saliva?! – avrebbe potuto farlo, volente o nolente: Kurt se la sarebbe caricata addormentata sulle spalle se necessario, o più probabilmente le avrebbe rovesciato un secchio d’acqua fredda in testa. Non era esattamente l’azione più elegante del mondo, ma New York ne valeva decisamente la pena.

Per sua fortuna la mora aprì gli occhi prima che Kurt potesse prendere veramente in considerazione l’idea del secchio d’acqua, rivolgendo al suo inopportuno amico – e dicevano che era lei, quella irritante! – un confuso:

 

<<Che vuoi?>>

 

Kurt sorrise eccitato, certo che presto non sarebbe stato l’unico dei due con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.

 

<<Andiamo a fare colazione da Tiffany!>>

 

FINE!

 

 Come spiego quest’obbrobrio di storia? …Io amo Rachel Berry. Non è un granché come spiegazione, lo so. Dato che però non mi piace come i personaggi del Glee (cioè Finn) la trattano (non mi metto a far l'elenco, sarebbe infinito) volevo per una volta vederla dagli occhi del mio altro personaggio preferito, trattata come merita.

La storia non è altro che un’evoluzione del rapporto fra i due dal punto di vista di Kurt, quindi. Inizialmente volevo suddividerla in più capitoli e trattare le varie fasi in maniera migliore, poi mi sono ricordata che ultimamente le mie storie finiscono per rimanere incomplete e che è meglio rimanere su roba di un capitolo di lunghezza.

 

Spero vi piaccia, alla prossima!

  
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