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Autore: coldsea    18/07/2011    3 recensioni
il dolore di George ha toccato un po' tutti, ma si poteva vedere da una prospettiva differente? per questa breve ff mi sono ispirata al capitolo "King's cross" di Harry Potter e i Doni della Morte.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, George, Weasley, Nimphadora, Tonks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Anche gli angeli ridono

 

Fred si svegliò di colpo, e rimase a lungo stordito. Dov'era? Cioè, un attimo prima duellava al castello, e poi... Verde. Spossatezza. Aveva socchiuso le palpebre e dopo un nanosecondo era lì, disteso (?) e stordito come quando dormi fino a ora di pranzo.

Si tastò il volto caldo, pulito. Dov'era finito il profondo taglio che si era procurato chissà come, poco prima?

-George?

Niente. Era solo. O meglio, George non era con lui. E solo allora si sentì veramente perso.

Quindi avvertì un'ombra avvicinarsi e scattò in piedi. Solo allora si rese conto di essere circondato dal bianco. No, dalla Luce.

-Fred!

Una voce femminile, chiara e nitida.

-Tonks, sei tu? Ci siamo smaterializzati o cosa? Dove sono tutti?

-Oh, Freddie! Noi...

Nymphadora lo strinse forte tra le braccia, e lui ricambiò, anche se non ne capiva il motivo. Poi si accorse che la donna singhiozzava.

-Noi cosa?

Era sempre più preoccupato

-Io... Bellatrix, sì, credo che sia stata lei... Ho visto Remus e poi me e...Vedi Freddie, io credo che noi siamo morti.

-No! Insomma io... George! Io devo tornare indietro!Ora il suo tono si era fatto più aggressivo.

-No, Fred. Devi scegliere. Dobbiamo scegliere di andare avanti! Se torni indietro, quando moriranno li perderai per sempre. Se li aspetti qui, alla fine starete di nuovo insieme.

-Mh, non credo che il pallido mi doni!

I due risero. Era la prima volta che Tonks lo sentiva fare una battuta da solo. Si presero per mano e asciugandosi le lacrime si incamminarono.

 



 

George si svegliò. Punto. Strano! Da ottantacinque anni George non si era più “svegliato. Punto”, ma si era sempre “svegliato di soprassalto, nel cuore della notte, madido di sudore dopo la vista del suo corpo senza vita”.

Quella volta no, si era solo svegliato, senza nemmeno ricordarsi di essersi addormentato. E in effetti quella non era casa sua, quella era... cos'era? Hogwarts, gli sembrava...o la Tana? No aspetta, era lo scantinato del suo negozio. Ma come diavolo era finito lì?

Si toccò il volto. Era... strano! Fresco, pulito, che emanava uno strano tepore, come fosse fatto di luce. Aspetta! Dov'erano tutte le rughe e la barbetta ispida? Perchè sentiva una folta chioma là dove da tempo aveva prevalso la calvizie?

-George! Sei tu? Oh, non sai come sono contento di vederti! Cioè, mi spiace per Angie, povera, ma...

A George mancò il respiro. Si mise affannosamente in piedi, girandosi a scatti per capire da dove provenisse quella voce. Poi lo vide. Diamine, come gli era mancato, anche dopo tutti quegli anni!

-Fred! Ma perchè ci sei tu? Dove...

-Be' sai... di là abbiamo pensato tutti che dovessi essere io ad accompagnarti, dopotutto sei mio fratello! Ah, devo proprio farti i complimenti: non siamo invecchiati per niente male! Cioè, tu sei invecchiato, ma io sarei stato uguale a te, perciò... Per fortuna però adesso sei ancora come me! Cioè, come te qualche anno fa! Credo ci abbia fatto un favore, così ci vedremo di nuovo uguali...

E indicò in su con l'indice. A chi si riferiva? George ne capiva sempre meno, e smise di seguire il discorso del fratello. Lo interruppe:

-Aspetta Freddie... accompagnarmi? Dove?

-Ma di là, no? Cosa ti aspetti, di rimanere qui impalato per sempre?

-Scusa se sono un po' invadente, ma non ti sembra il caso di spiegarmi cos'è qua prima di accompagnarmi di là?

-Fratello, ma hai prestato il cervello a Ron, per caso? Se io sono morto e tu mi puoi parlare...108 anni non ti sembra abbastanza?

Finalmente George capì. Non si era addormentato e non si era svegliato, era morto. E senza rimpianti, se non quello di non aver potuto salvare Fred, tanti anni prima.

Ma finalmente li aveva ritrovati, aveva ritrovato il suo terzo e quarto braccio.

I due risero all'unisono, di nuovo, dopo tanti anni.

E si strinsero la mano, da soci.

Ma non bastava, e allora si abbracciarono, da fratelli.

Poi si lasciarono andare, ed entrambi, senza vergogna, piansero come eterni bambini.

-Mi sei mancato, Fred.

-Lo so. Ma non ti ho mai abbandonato.

  
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