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Autore: Stateira    23/03/2006    10 recensioni
il tuo nome, ovunque, su di me.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina portò con sé aria di pioggia e odore di erba fresca

La mattina portò con sé aria di pioggia e odore di erba fresca. Alessandro si svegliò, stese le braccia in avanti e si stirò energicamente. Guardò Efestione, immerso in un sonno leggero, poi rivolse gli occhi verso l’esterno, verso quel sole che sembrava pigro, nel suo comodo sedile di nuvole. Andava tutto bene, quella mattina. Tornò sul compagno, gli sfiorò il volto e le labbra con un dito, e lui arricciò il naso, sospirando appena. Quel gesto, ripetuto infinite volte, per infinite mattine, dopo infinite notti, aveva ancora il potere di farlo innamorare, come se svelasse l’incanto di quel giovane uomo che si ostinava ad amare. Sorrise dell’idea che in quel momento aveva preso forma nella sua mente, si alzò e si sedette al suo scrittoio. Rovistò un po’ in giro finché non trovò un pennino nuovo, che rosicchiò fino a renderne la punta sottile. Non prese il piccolo contenitore per l’inchiostro, ma tornò sul letto, facendo attenzione a muoversi con prudenza. Si inginocchiò accanto ad Efestione, intinse la punta nell’acqua fresca di una brocca, scoprì il corpo nudo del compagno ed iniziò a scrivere. Il pennino scorreva morbido sulla sua fronte, sulle guance, sul collo. Il generale non sembrava accorgersi di nulla, dormiva tranquillo. Pian piano Alessandro gli coprì il collo, le clavicole, il braccio sinistro. La parola “Alessandro” si ripeteva di continuo, come una preghiera orientale sulla sua pelle. Solo quando arrivò a scrivere sul ventre, all’altezza dell’ombelico, Efestione ebbe un sussulto. Mugolò qualcosa, si scosse ed aprì gli occhi. Quando vide il re chino sul suo addome lo guardò per qualche secondo, interdetto.

- shhh- gli fece Alessandro, continuando la sua opera. Efestione rimase immobile, ancora stordito, poi all’improvviso scattò, saltando su e guardandosi le mani, il petto, le gambe.

Alessandro rise: -dai, non ti preoccupare, non l’ho fatto con l’inchiostro.- disse agitando il pennino, che sgocciolò appena sulle lenzuola candide. -è solo acqua, vedi? Mica ti voglio tatuare! Rilassati.-

-ma… Alessandro… cosa…- La voce di Efestione era leggermente roca per il sonno interrotto bruscamente.

-tieni, bevi un sorso d’acqua.- Alessandro gli porse un bicchiere e lo guardò mentre lo vuotava. Una goccia fece capolino dall’angolo della sua bocca, e lui la raccolse con un dito. La fece scivolare sulla punta del pennino e riprese a scrivere. -tu…- disse, mentre tracciava con cura le lettere -…sei mio. Per questo ho bisogno di scriverti il mio nome addosso, anche se solo con dell’acqua. Per ritrovarti sempre. Per non perderti mai. Siamo una cosa sola.-

-è… è dolce da parte tua…-

-allora lasciami continuare. Non voglio smettere finché tutto il tuo corpo risuonerà del mio nome.-

-ma il mio corpo risuona già del tuo nome… Alessandro…-

Il re lo guardò sorpreso.- l’hai detto… come lo dicesti a Pella, anni fa…-

-… la sera in cui io e Cassandro trovammo te e Tolomeo nascosti dietro ad un cespuglio. E tu mi chiedesti di dire il tuo nome.-

-dopo tutto questo tempo… te lo ricordi ancora?-

-potrei mai dimenticarlo? Per me fu quasi come il primo bacio.-

-oh, Efestione, tu sei un dono.-

Efestione fremette, sotto la punta che ora fluiva lenta sulla sua coscia sinistra.

-che c’è?- gli chiese Alessandro, concentrato.

- c’è che… mi dai i brividi…- sorrise.

-fra poco ho finito.-

- Alessandro… fai l’amore con me.-

Alessandro alzò lo sguardo ed incrociò quello di Efestione, che lo chiamava a sé. Smise di scrivere e si sollevò su di lui. Efestione gli prese il pennino dalla mano e gli scrisse lentamente sul cuore “ Efestione”.

-portami sempre qui, a me basta questo.- mormorò, poi lo baciò e si lasciò andare al suo vigoroso abbraccio.

 

  
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