Anime & Manga > Full Metal Alchemist
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Autore: Liris    21/07/2011    3 recensioni
Io sono l‘Homunculus che balla sull‘olezzo dei morti in battaglia.
Il Peccato che si insinua negli animi dei più puri e li corrode.
Porto via ciò che mi spetta, perché non posseggo nulla di mio.
Distruggo ciò che non mi appartiene per il puro divertimento di farlo.
Sono il folle peccato che muove il mondo.
E il mondo si lascia trasportare dalle mie dita come un bimbo senza aiuto
Sono l‘Invidia
-Allora…- soffio sorridendo, leccandomi le labbra -…vieni a giocare con me, Alchimista, e magari te lo dirò..-
Ora lasciami giocare con te.
Voglio divertirmi con la tua anima.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Envy, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicato alla mia tenera Nee-chan My Pride
Perchè ha sempre risposto con entusiamo
a tutte le mie pazze uscite
Dedicato alla mia tesora Nel,
che mi ha dato tantissime idee,
ruolando dal vivo per la città XD
:3








-Envy: The Sin of Fools -







Pray to your God, open your heart
Whatever you do, don't be afraid of the dark
Cover your eyes, the devil's inside

One night of the hunter
One day I will get revenge
One night to remember
One day it'll all just end







Quella notte i miei occhi d’ametista osservano coscienti davanti a me il fuoco che lambiva ogni cosa




Brucia per bene il mondo intorno a me.
Non è mia la colpa di tutto ciò.
Sono semplicemente un essere a cui piace giocare.
Giocherei con tutto il sangue di questa inutile razza, solo per ridere e sentirmi un Dio ai loro occhi.

No, questo fuoco non è il mio potere.
Questo è stato semplicemente appiccato e alimentato da fusti di carburante di un magazzino più una semplice scintilla.

Quanto danno può fare una piccola cosa come una lingua di luce, mh?

Odio eseguire ordini dell‘uomo che chiamiamo Padre.
Perché sono stupidi a volte e fanno perdere semplicemente tempo.

O perché comunque per quanto me ne possa fregare, io lo odio.

Insopportabile Dio dello scantinato.

Rido di quelle piccole laboriose formiche che sono gli umani.
Corrono a destra e a manca alla ricerca di secchi d’acqua.
Formano una catena umana, proprio come quei piccoli insetti che si insediano nelle case, attirati dalle briciole.
Rido perché quel fuoco è alto, ed è come una sfida per l’uomo che ivi è sopraggiunto.

La mia preda.

Gli ho lanciato il guanto, come dicevano in tempi antichi.


L‘ufficio era illuminato semplicemente dall‘abat-jour sulla scrivania.
L‘uomo che ivi vi era seduto sembrava stanco della giornata passata sopra montagne di scartoffie inutili.
La grande finestra dietro di lui proiettava debolmente la luce dei lampioni accesi della via di East City
Si tirò su Roy Mustang, decretando che per quella giornata il suo dovere l‘aveva compiuto.
Si sgranchì il braccio destro, guardando l‘ora tarda che svettava sull‘orologio sul ripiano di legno e sospirò.

Anche quella sera avrebbe dovuto sorbirsi la predica da parte di Edward.

Un movimento, un ombra dietro di se gli fece gelare il sangue
I guanti dimentichi dentro al cassetto erano irraggiungibili visto che un arma era puntata alla sua gola.
Guardò davanti a se Mustang, soppesando ogni possibilità per salvarsi la pelle
-Roy ti conviene non fare mosse azzardate- soffiò una voce nel suo orecchio.

Non poteva non riconoscerla.
Teneva sempre nel cuore ogni ricordo, ogni chiacchierata avvenuta negli anni prima della sua morte
Non ci fu neanche bisogno che si girasse per capire che dietro di lui, con uno delle sue lame puntate alla gola, stava il suo amico defunto

Maes Hughes

Prese fiato, ripetendosi che non era possibile che lui fosse proprio in quell’ufficio.
Ma la lama era reale contro la propria pelle.
-M..Maes..,come è…- soffiò appena guardando davanti a se senza riuscire a completare la frase.
-Possibile? Semplice….sono uno di loro Roy…hai lasciato che diventassi un mostro..- la voce di Hughes era fredda e quasi risentita mentre con un gesto secco lo girava verso di se, senza togliere la lama ora sotto il mento del colonnello.

La pece incontrò quello smeraldo che erano le iridi dell’uomo ritenuto dal mondo morto.

Non si mosse il Colonnello, sentendo il braccio dell’amico dietro la sua schiena, presente e quasi possessivo.
Osservò poi tutta la figura di Hughes.
Vestito di nero, con il viso segnato da un sorriso non suo e il simbolo dell’oroburo proprio sul petto leggermente scoperto grazie a i pochi bottoni slacciati della camicia scura.
-Vedi cosa sono diventato? È colpa tua…ho chiamato il tuo nome, ma tu eri lontano….e io morivo e tornavo alla vita così….è colpa tua..- continuò a soffiare con tono gelido, ora a pochi centimetri dal suo viso.

Roy in un primo momento rimase immobile, ferito da quelle parole e da quella vista.
C’era stata più di semplice amicizia fra loro.
Era qualcosa che era andato dissolvendosi quando Maes aveva deciso di sposarsi e mettere su famiglia.

Ma non si poteva comunque dimenticare l’affetto che li legava.

Ora però Roy aveva Edward….non poteva lasciare che tutto precipitasse, ma non poteva nemmeno non cercare di salvare un amico.
Afferrò le sue braccia, anche se la lama era ancora puntata alla sua gola.
-Ma tu sai chi sono! Ricordi chi sei! Non sei un mostro Maes, e sei vivo anche se….anche se da Homunculus!- fece Roy, ritrovandosi però di nuovo girato e piegato verso la scrivania dal corpo dell’amico che però teneva un braccio intorno al suo ventre per sostenerlo.

-Non parliamone qui Roy….se davvero vuoi aiutarmi ti spiegherò io come fare…ma non qui..-

La voce si era fatta più soffice, tornata quasi quella di un tempo, mentre la lama era stata ritirata nella manica dell’uomo.
Il viso di Hughes si era fatto vicino, incassandosi fra la spalla e il collo del Colonnello che rimaneva immobile con gli occhi chiusi.

Il profumo dell’uomo che un tempo aveva amato e che adesso aveva bisogno del suo aiuto.

E aveva ascoltato le parole del moro, il posto dove si sarebbero dovuti incontrare.
Era poi sparito nel nulla, lasciando l‘amico fermo in quell‘ufficio ma con l‘animo risoluto

Senza dire nulla a nessuno si era diretto in quel posto

Quello stesso posto dove adesso vi era un Homunculus che l‘attendeva, ma non era Hughes.




Seduto sul tetto di un magazzino ancora intatto, non ancora assediato dalle lingue di fuoco che stanno demolendo quelli circostanti e il loro interno, osservo la mia preda.
Osservo quel piccolo punto blu che si fa vicino, senza nessuna scorta.

Mi sollevo in piedi, portando le braccia incrociate dietro la testa.

Suvvia, voglio divertirmi.

Sono un folle peccato che vuole giocare una divertente partita sul filo del rasoio della vita altrui

Non temo la morte come gli insulsi insetti di cui sono superiore, gli umani.
La mia vita immortale mi da il diritto di sbeffeggiare la nera signora quando si presenterà davanti a me.

Ma l’uomo che arriva all’ingresso del magazzino dovrà inchinarsi davanti al suo cospetto, offrendogli la sua anima.

Allargo il mio folle sorriso, eseguendo un salto elegante all’indietro per infilarmi in un lucernario lasciato aperto per far passare l’aria.
Atterro senza problemi su una trave di ferro, osservando sotto di me il pavimento a metri di distanza.
Sarebbe buio pesto a quest’ora della notte, ma il fuoco che circonda il magazzino è tanto alto e intenso che illumina l’ambiente proprio sotto alla mia meravigliosa persona.

Le grandi porte dell’edificio si aprono ma invece che uno stuolo di soldati, entra solo un uomo.

La mia risata risuona nell’oscurità del soffitto mentre lo vedo mettersi sulla difensiva, anche se ancora sta avanzando.

Sembra calmo, con la divisa ben indosso e un cappotto nero sulle spalle; una mano in tasca e lo sguardo serio e attento.
So per certo che la mano celata è pronta ad alimentare nuove fiamme.

-Guarda, guarda! Il Flame Alchemist è venuto di persona!- con un agile salto finisco su una pila di scatole minuziosamente disposte sotto di me. -Credevo che avresti mandato avanti i tuoi uomini a morire, Mustang- ridacchio ancora mentre appoggio le mani sui fianchi coperti dai pantaloncini neri.
La mia figura riluce del bagliore delle fiamme fuori di lì che proviene dalle finestra.
Vedo la mascella dell‘uomo serrarsi mentre posso quasi sentire i muscoli del braccio rimanere tesi e pronti allo schiocco delle dita.
-Dove si trova, Envy?- chiede atono, ma la posso sentire.

La puzza della sua paura che corre lungo la sua anima.

Rido tirandomi indietro teatralmente le ciocche lunghe dei miei particolari capelli.
-Che uomo d‘onore, Colonnello! Vai subito al sodo, cercando il tuo amico!- affermo mentre il mio sorriso per alcuni minuti si fa affilato.

Un brivido percorre la schiena di Mustang e quasi posso toccarlo con queste mie stesse dita.
-Come sta il mio O‘Chibi-san?- chiedo con una sinistra luce che attraversa di sicuro i miei occhi d’ametista -Non l’ho visto fuori….non l’hai portato con te?- domando ancora, sapendo però già io stesso la risposta.

Tutto il piano era in atto per solo una persona, e questa era il Flame Alchemist

Un uomo che stava diventando pericoloso per la loro esistenza.
Il corpo di Mustang trema per irritazione.
-Lascia stare Edward. E lascia stare anche Hughes. Sono io quello che volete no? È lampante! Dimmi dove si trova Envy!- ringhia appena e il mio sorriso si allarga sembrando totalmente innaturale su una faccia umana.

Ma io non sono un lurido vermiciattolo appartenente alla suddetta razza.

Io sono l‘Homunculus che balla sull‘olezzo dei morti in battaglia.
Il Peccato che si insinua negli animi dei più puri e li corrode.

Porto via ciò che mi spetta, perché non posseggo nulla di mio.
Distruggo ciò che non mi appartiene per il puro divertimento di farlo.

Sono il folle peccato che muove il mondo.

E il mondo si lascia trasportare dalle mie dita come un bimbo senza aiuto


Sono l‘Invidia


-Allora…- soffio sorridendo, leccandomi le labbra -…vieni a giocare con me, Alchimista, e magari te lo dirò..-


Ora lasciami giocare con te.
Voglio divertirmi con la tua anima.


Mustang non perde tempo e muove il braccio, liberando così la mano.
Le fiamme si scatenano contro di me che, lasciando sgorgare dalla mia gola una forte risata, mi butto all’indietro.
Senza problemi atterro su un montacarichi, fuggendo dalle lingue di fuoco che potrebbero colpire il mio meraviglioso viso.
Il bastardo umano ci da dentro senza riserve, ma io sono dello stesso avviso.
Mi scaglio contro di lui evitando un ennesima fiammata.

Con un paio di poderosi calci, mirati soprattutto contro il suo sterno, atterro il Colonnello.

Questo imprecando si ritrova spinto contro dei sacchi che nell’impatto col suo corpo si rompono.
Riso sgorga dagli strappi, ma nessuno dei due se ne cura.

Non sarà del frumento a fermare la nostra lotta e il mio piccolo divertimento.

Indietreggio con misurati balzi, ridendo del viso contratto in una smorfia di Mustang.
Del sangue cola da un angolo delle fini labbra dell’uomo mentre cerca di alzarsi.

Deve averla presa bella forte la botta, visto che sembra intontito.

I miei occhi brillano di una luce divertita mentre accolgo a braccia aperte l’umano che si lancia contro di me pronto per schioccare le sue dita.
Balzo in avanti lasciandolo così intontito per la mia velocità, colpendolo con un pugno proprio alla base della colonna vertebrale.

Le sue labbra sono strette e nessun suono di dolore esce da esse mentre io sono chinando sulle mie gambe, guardandolo dal basso.

Sarà un soldato decorato e meritevole di tale nomina.
Un ottimo alchimista.
Ma io sono un Homunculus.

Se il tuo fuoco non mi coglie di sorpresa, la mia velocità è maggiore della tua come la mia forza.

Ti giri e mentre stai schioccando le dita ti rifilo un calcio ben assestato alle ginocchia e insieme ti faccio rovinare a terra grazie ad uno sgambetto preciso.
La tua fiamma quindi mi manca, colpendo una trave sopra la nostra testa.

Non è un problema per me sfuggire alla sua caduta, mentre tu arranchi e ti salvi per un millimetro la gamba sinistra.

Rimango in piedi di fronte a te a pochi metri di distanza, con le braccia incrociate dietro la testa.
-Ma come, Colonnello! Nessun uomo che interviene?- domandò curioso e al tempo stesso divertito.

So per certo che nessuno sa che il loro ufficiale maggiore si è infilato in questo magazzino.

Tutti stanno pensando di salvare ciò che ci circonda, divorato dalle fiamme.
Non hai neanche portato la tua stupida guardia del corpo personale.

Sei uno stupido orgoglioso umano.

E sei alla mia mercè


Uno schiocco di dita e le fiamme ci avvolgono, circondando le mura e anche l’unica via d’uscita dell’edificio.
Adesso anche un qualsiasi intervento miracoloso dall’esterno è impossibile.
Il mio sorriso si fa sghembo
-Ehh? Hai deciso di morire, Mustang?- domando con la mia solita aria infantile mentre fuggo da un pugno che non va a segno.
Il colonnello si sta abbassando ai miei livelli per cercare di colpirmi.

Peccato che è decisamente in netto svantaggio.
O’Chibi-san aveva più possibilità di atterrarmi, ma quest’umano dai gradi sulle spalle troverà la morte ad attenderlo a braccia aperte.

La furia ha preso il possesso del suo sangue freddo.

Male Mustang.

Non lo sai che l’Ira è un peccato mortale?

Rido mentre indietreggio ancora fino a trovarmi in un labirinto di alte casse di merci, inseguito dal Colonnello che impreca.
-Sei un codardo Envy! Saltelli come una pulce e attacchi alle spalle da vigliacco!- dice con rabbia mentre ancora da fuoco senza volerlo ad un cumulo di corde e sacchi.
Il fumo e la fatica stanno iniziando a giocare sulla razionalità del mio avversario.

La mia risata si espande nell’aria satura di cenere e lingue di fuoco.
-Credi che mi interessi Mustang?? Stai parlando con l’Invidia! Subdolo e spregevole peccato.- sorrido mentre sono fermo davanti a lui che carica di nuovo per colpirmi
-Ha fatto male i suoi conti, Colonnello- sorrido mentre prendo l’aspetto di Edward Elric in una manciata di secondi facendo congelare l'uomo.

Colpito e affondato, Taisa.

Il mio sorriso si allarga così innaturale sul viso del Fullmetal, mentre i nostri corpi sono ad una spanna di distanza.
L’uomo digrigna i denti cercando ugualmente di colpirmi ma mi abbasso guardandolo con gli occhi dorati del biondino che sto personificando.
-Taisa, ha intenzione di morire e lasciarmi solo?- modulo la voce come anche la mia espressione -Mi vuole abbandonare, Taisa?- soffiò giocando con la sua anima.

Mustang trema, lo vedo.

Non sa come reagire a tutto ciò, preso alla sprovvista.
Sa per certo che sono la copia del suo amante, ma l’idea di farmi comunque del male con questo aspetto lo blocca a tal punto da fargli abbassare la guardia.

Porto le braccia intorno al suo collo, vedendo i suoi occhi fermi nel vuoto, persi, senza un filo logico che possa fargli riattivare il cervello per dirgli che quel biondino che lo sta stringendo è il suo nemico.
-Roy ti amo…- soffio con passione vicino al suo orecchio, mordendogli la cartilagine prima di staccarmi da lui
Un’altra lingua di fuoco scaturisce dalle dita dell‘uomo e mi schiva a pelo.

Rido ritornando al mio aspetto originale.

-Bastardo….- sussurra Mustang mentre io mi lecco le labbra

L‘ho sempre trovato un uomo, mh, interessante.
Solo perché Edward poteva averlo e io no

Beh, cosa pretendete…

Sono l’invidia
Anche io voglio giocare con gli umani particolari come il Colonnello

L’aria sta iniziando a diventare irrespirabile
I'uomo incespica, scuotendo la testa come a scacciare la polvere e il bruciore che ha preso i suoi occhi d’antracite.

I miei d’ametista si beano di quella visione.

-Smettila di giocare Envy e dimmi dove si trova Hughes! Cosa ne hai fatto!?- è disperato, lo sento dalla voce.

Con un balzo sono dietro di lui e gli colpisco ancora le gambe in modo da farlo cadere in ginocchio a terra.
Rimane così, quasi prostrato davanti alla morte che sta soppesando la sua anima.
Gli giro intorno prima di chinarmi di fronte a lui, afferrandogli con una certa forza la zazzera scura e spettinata, portandogli così indietro la testa.

-Ti dirò dove si trova, Alchimista..- sussurro divertito.
Sorrido vedendo i suoi occhi che in un primo momento saettano di rabbia ma che poi quando mi vedono in faccia vengono attraversati dal dolore.

-Cosa c’è Roy? Hai visto un fantasma?- dico con calma sentendo la mia voce con il timbro di Maes Hughes.

Rimane immobile, non riuscendo a trovare un nesso logico tanto semplice
Passo la lama di una delle armi di Hughes, che avevo rubato come souvenir quella stessa notte in cui l’avevo ucciso, sulla guancia sinistra del l'uomo.
-Mi hai abbandonato Roy…..sono diventato un mostro…- sospiro sorridendo all’espressione stralunata di Mustang.
Lecco appena le sue labbra, ritrovandomi però a terra con lui sopra che stringe le mani guantate al mio collo.

La mia risata innaturale esce dalle labbra di Maes Hughes di cui ho preso forma, facendo gelare il sangue a Roy.

-Hai intenzione di uccidermi per la seconda volta?- soffiò freddo, sferrando un taglio alla guancia destra.
Si allontana ora a terra ma non si accorge che velocemente gli ho fatto altri due tagli.

Sorrido in modo sghembo, alzandomi di nuovo in piedi.

Ormai siamo ai passi finali di questo gioco, Mustang.

Sospiro con fare falsamente stanco.

-Mi sto annoiando….- borbotto infantilmente mentre vedo l‘odio profondo attraversare gli occhi dell‘uomo che a quanto pare sta superando lo shock iniziale.

Mentre lui si alza io spicco un balzo nell‘unico punto non attraversato dalle fiamme.
Lo sento seguirmi con lo sguardo mentre mi urla dietro maledizioni.
-Suvvia Mustang, un uomo del tuo rango che si permette di dire certe oscenità- lo derido mentre esco da una finestra, dopo averla rotta.

So che mi seguirà.

Me lo immagino che cerca una via d‘uscita mentre le sue stesse fiamme lo circondano.

Lo aspetto divertito su questo albero.

L‘edificio ormai è avviluppato dal fuoco, ma una piccola porta sul fondo viene sbattuta giù.
Osservo come la figura dell‘Alchimista di Fuoco arranca fuori nel cercare di salvarsi la pelle.
La gamba destra la muove a fatica, forse dentro l‘edificio deve aver subito un danno dal suo fuoco

Il mio sorriso si allarga mentre scivolo giù dall‘albero.

Siamo in un vicolo chiuso,fra due magazzini.
Uno ormai cade a pezzi e quello accanto abbastanza distante è ancora salvo.

Forse ancora per poco se i soldati non si sbrigano con l’acqua.
Ma a me non interessa.

Sono alle spalle di Mustang che forse sentendo la mia presenza dietro di se, si gira di scatto con il braccio destro teso.

Ha schioccato le dita e allo stesso tempo uno sparo è risuonato nel vicolo.

Il mio sorriso che rimane come un monito derisorio.

-Addio Alchimista….- dico divertito, alzando di poco il viso per guardarlo dall’alto al basso mentre riporto il mio arto parallelo al corpo, con ancora il dito sul grilletto della pistola rubata ad un commilitone di passaggio.
Mustang non si è reso minimamente conto dei due tagli che gli ho fatto ai guanti, soprattutto al disegno che è la base della sua alchimia.

È rimasto con l’espressione sorpresa e il braccio proteso, ancora non conscio di come sia possibile che il suo fuoco non l’abbia salvato.
Un rivolo di sangue inizia a scendere dalle sue labbra semi aperte, scendendo lungo il mento e macchiando il terreno mentre sulla sua giubba blu si allarga la macchia intorno al foro d’entrata del proiettile.

Lo vedo cadere in ginocchio mentre intorno a noi c’è solo fumo, grida lontane e ordini perentori.
Quando troveranno il Colonnello ormai sarà troppo tardi.

Tutto come era stato previsto.

Mi chino davanti a lui, mentre tiene le braccia parallele al corpo, stanco, con gli occhi socchiusi sul terreno.
Respira a fatica e io mi beo di quell’affanno che catturo con il mio fine udito.
Lancio via la pistola e gli alzo il mento per guardarlo negli occhi
Non ci vorrà poi molto.

O forse si

Sorrido in maniera maligna, vedendo come gli occhi di Roy si siano puntati nei miei.
-Ti conviene lasciarti andare, Mustang…a meno che non vuoi metterci più tempo a crepare.- glie lo dico così tanto per girare il coltello nella piaga

Cambio aspetto in quello di Hughes, passandogli il pollice sulle labbra.
Lo vedo chiudere gli occhi dolorosamente, mentre mi porta una mano sulla spalla.

Potrei anche scostarlo, ma perché non dargli questa piccola concessione.

-Lasciati andare Roy….alla fine non fa neanche poi tanto male….non senti nulla…- socchiudo i miei occhi, pensando che se avessi avuto un po’ più di tempo a disposizione avrei usato ogni mezzo a mia disposizione per prolungare il divertimento.

Magari poi per andare a vantarmene con il mio O’Chibi-san.

Dopo questo mio pensiero sorrido in maniera cattiva, avvicinandomi all’orecchio del Colonnello.
-Stia tranquillo….mi prenderò io cura di Edward..- soffiò maligno mentre lo sento cercare di dirmi qualcosa.

Ridacchio mentre mi allontano dal suo viso con le sembianze del FullMetal.
Il Flame Alchemist mi guarda con odio, un ultima volta.

Porta la mano quasi a toccarmi il viso ma non riesce ad arrivarci.

Con il sorriso stampato in faccia vedo la mia preda che scivola nell’abbraccio della morte e cade silenziosamente a terra.

Mi tiro su sbattendomi le mani sulle gambe, sbuffando piano.

-E anche questa è fatta- soffiò un po‘ scocciato

E adesso con cosa passerò il tempo?


Mentre mi allontano dall’uomo e dal luogo che pullula di soldati incoscienti della morte del loro Colonnello, penso a quale gioco potrei attuare con il piccolo Fullmetal adesso.


Un sorriso mi si apre più sinistro che mai.


Qualcosa troverò da fare.




Non sapevo che il divertimento, quella notte, era solo all’inizio



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Appoggiato al solido tronco di questo vecchio albero me ne sto tranquillo e beato.




E aggiungerei annoiato!

-Luust!- chiamo il mio nuovo fratellino, buttando un occhio d’ametista sulla figura pensierosa ai piedi dell’arbusto.
Due occhi di un nero pece vengono puntati su di me.
-Che vuoi?-

Come “che vuoi?”!
Come si permetteva quell’idiota a rispondermi così?
Ringhio in maniera scocciata scendendo con un balzo addosso a Lust che si ritrova a terra supino con me seduto sul grembo.
L‘idiota inizia a ridere e a guardarmi con fare poco innocente.

-Nii-san, non vorrai mica giocare qui..vero?- mi domanda quasi come una sfida a farlo davvero.
-Perché? Che c‘è di male?- chiedo divertito mentre mi guardo intorno.

Le tenebre avvolgevano il cimitero silenzioso e velato da una leggera nebbiolina che si alzava appena tre centimetri sopra il terreno.
Era notte fonda e non c‘era nessuno nei paraggi.

Ma anche se ci fosse stato qualcuno, a me non sarebbe comunque importato.


Non mi avrebbe di certo fermato qualche stupido umano dal giocare con il mio nii-chan.
Scendo a leccargli le labbra fini e morbide, assaporandone il suo gusto.
Da quando il Padre gli ha dato vita, ci divertiamo alla nostra maniera.

Caccia, sangue, sesso.

Non abbiamo limiti, o meglio, il mio fratellino lussurioso non ne ha.
A volte sembra perdersi in qualcosa che solo lui sa e non me ne vuole parlare.

Stupido essere…

Mordicchio la pelle del suo collo, osservandolo quasi come un gatto col suo topo.
-Abbiamo una missione da parte del Padre- gli dico mentre apro quella giacca senza maniche che indossa sempre, leccando il simbolo dell’uroboro che ha sul petto.

Non c’è più nulla del Colonnello in lui.
Solo il suo aspetto, il suo corpo è pari uguale a Roy Mustang
Quello che sorride nella foto incastonata nella lapide sulla quale noi siamo appoggiati.

La mente è di Lust ora, l’anima dannata è la sua.

L’homunculus della Lussuria.

Il mio fratellino.

Ghigno insieme a lui, ritrovandomi adesso sul prato sotto al suo corpo.
-Ohi…- faccio socchiudendo le palpebre -Non provare a ribaltarmi nii-chan.- dico spiccio leccandogli e mordicchiandogli le labbra quando si abbassa a rubarmi un bacio.

Per una volta il peccato che incarno è soddisfatto per quello che sono riuscito a strappare al mio O’Chibi-san.

-Che missione abbiamo?- chiede curioso, mettendosi comodo su di me che gonfio le guance stizzito.
-Dobbiamo andare a trovare un Alchimista di Stato..- iniziò accarezzandogli e giocando con quei fili neri che sono i suoi capelli.
Sono sempre tirati indietro, non sparsi come lo erano da umano.

Con un perfetto colpo di reni lo ribalto, tenendogli le braccia sopra la testa.

-Luust, ci divertiremo sai? C’è un giochino interessante…un giochino che riguarda la persona sotto tre metri di terra su cui ci stiamo rotolando- dico divertito mentre Lust si gira a guardare la foto di Roy
-Lui?- domanda alzando un sopracciglio.
Sorrido nella mia solita maniera tirandomi su in modo da aiutare il mio fratellino ad alzarsi.
Quando è in piedi anche lui sbuffo appena perché è più alto di me

Invidio la sua altezza.

Sorrido prendendo le sembianze di Hughes.

Lust sembra divertirsi molto quando si ritrova questa forma davanti ma con i miei occhi d’ametista.
Se passasse adesso qualcuno, si ritroverebbe due uomini morti che camminano in un cimitero.
Sarebbe una scena davvero divertente.

Sfruttando la mia altezza, ora che ho le sembianze di Maes, mi abbasso appena per sfiorare le labbra di Lust, mordicchiandole con una certa passione.
Lui ride, guardandomi con il viso leggermente inclinato su un lato.
-Parlami della missione nii-san- dice spostandosi dalla mia traiettoria.

Sbuffo sorridendo lascivo.

-E va bene…giocherò con te più tardi- affermo incrociando le braccia al petto mentre torno nella mia soluta forma.



-Dobbiamo far visita ad un fagiolino biondo….- soffio ghignando mentre Lust si avvicina interessato



Fu dopo quella sera che la nostra famiglia di allargò ancora….



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Sono invidioso del rapporto che corre fra loro….





Ormai ho perso il conto dei giorni.
O forse mesi?

Bah

Sta di fatto che odio Lust e Pride e ciò che li tiene così uniti, come servo e cane.

Sembra di avere le brutte copie di Roy ed Edward…

Sono seduto su questo tubo alto, nello scantinato sotto Central City.
Uno dei miei fratelli, il maggiore, è tranquillo in un angolo a fumare mentre Pride è in missione da solo.
Una smorfia mi si dipinge sul viso mentre il Padre se ne sta tranquillo con gli occhi chiusi.
Sembra che riposi….in realtà sta seguendo il suo figlio minore e preferito.

Sbuffo avvicinandomi con un balzo alla Lussuria.
-Lust..perché non sei andato con lui?- chiedo quasi dandomi dello stupido.

Per una volta che quei due sono separati mi preoccupo….no, la parola è assolutamente sbagliata.
Trovo strano, ecco, che siano uno in un posto e l’altro in tutt’altro luogo.

Il mio nii-chan alza gli occhi e butta via la cicca della sigaretta ormai consunta.
-Il Padre ha detto che voleva mettere alla prova Pride.- Alza le spalle quasi incurante e sorpreso della mia domanda -Non sono la sua balia.-

Lust è cambiato molte volte nel corso della sua vita da Homunculus.
Prima sembrava così curioso di scoprire le proprie abilità e giocava molto di più con le proprie prede.

E poi mi adorava.

Dove andavo io c’era anche lui e viceversa.
Tutto ad un tratto poi si è isolato per istruire Pride e diventare la sua ombra.

E io sono rimasto solo come una cane.

Come sempre.

Sono Invidioso marcio di ciò che succede fra loro.
Anche perché Pride non si fa toccare da me e Lust non mi aiuta di certo
Porto le braccia intorno al collo del mio nii-chan e questo punta le sue iridi d’ebano su di me.
Lo vedo sorridere in quel modo sghembo mentre porta un braccio intorno alla mia vita e mi stringe a se.
-Lust, mi fai giocare con Pride?- chiedo innocente mentre lui ride.

-Vuoi di nuovo ritrovarti a terra?- domanda con sarcasmo mentre sfiora le mie labbra.

Siamo Homunculus

Viviamo la nostra vita nel peccato

E di questo ce ne vantiamo.


-Cosa mi dai in cambio se ti faccio giocare con Pride?- semplice domanda che esce dalle sue labbra.
Ci penso falsamente su, leccandogli poi le labbra mentre cambio aspetto e divento Hughes
-Potrei decidere di giocare con te come ai vecchi tempi…- soffio lascivo, spingendolo contro il muro.

Lust ride accendendosi un’altra sigaretta che poi mi passa a me, mettendola fra le mie labbra.
-E chi ti dice che io voglia questo, Envy?- fa tranquillo.
Ma a me non la da a bere.
So bene quanto stuzzichi la sua fantasia perversa da peccato della Lussuria.

Non so come funziona la sua mente.

È un mistero per tutti noi, un po’ come la testa di Pride.

Prendo fra le dita quella sigaretta avvicinandomi ancora alle labbra di Lust per poterle baciare e mordere.
Sento poi gli occhi del Padre addosso e sbuffo.

-Un po’ di divertimento non ci è concesso, vecchiaccio?- chiedo girandomi verso di lui che apre un libro, senza staccare gli occhi da me.
-Vostro fratello sta tornando..- soffia appena prima di immergersi nella lettura.
Riprendo le mie sembianze proprio mentre entra quel piccolo vermiciattolo che si è ripreso la proprietà su Lust.

La copia del giovane Elric avanza con passo lento, mentre il sangue delle sue vittime ricopre metà del suo corpo.
Lust si stacca dalla parete su cui l’avevo sbattuto e fa segno al suo giochino di avvicinarsi.
Questo mi guarda quasi con diffidenza mentre io gli rispondo con un verso scocciato.

-Tappo…- borbotto e me lo ritrovo addosso in meno di un secondo.

Ci rotoliamo a terra come due belve inferocite, lottando fra calci e morsi, ringhiando fra di noi e cercando di prendere la supremazia l’uno sull’altro.

Alla fine finisce sempre come al solito.

Con una fiammata Lust ci divide, tanto che io sono appollaiato su un tubo alto mentre Pride è aggrappato alla veste del padre, come un cucciolo che si è scottato.

-Mocciosi…- sbuffa piano il mio nii-chan dalla zazzera corvina.



….e dell’abisso che li separa da me..




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Mi ritrovai ad assaggiare quel frutto proibito che mi era stato vietato da tanto…




Sento le unghie di Pride entrarmi nella carne delle braccia, mentre mi spingo in lui con un gesto fluido e pieno di rabbia repressa.
Era da tanto che aspettavo di poter cogliere quel fiore che era solo di Lust.

Sorrido nel vedere gli occhi del mio fratellino pieni di rabbia anche se quell’oro opaco rimane immutato.

Con me non diventerà mai liquido, non mi sorriderà mai

Sono invidioso di questo.
Ma al tempo stesso non mi interessa.

Porto indietro la testa mentre sento le gambe dell’Orgoglio stringersi intorno ai miei fianchi, ad ogni spinta.
Il respiro che accelera e la schiena che si inarca ogni volta che i miei affondi si fanno più profondi.
Vorrei sentirlo urlare, dimenarsi chiedendomi pietà

Quante volte ho desiderato afferrare quei capelli dorati e tirarglieli indietro per potermi beare dei gemiti contrariati del mio O’Chibi-san?

Ma Pride non griderà.
Non si dibatterà ne lotterà per salvarsi dalla mia furia.
Anche se ha opposto una minima resistebza, Lust gli ha chiesto di lasciarsi domare almeno per una notte, come riconoscenza verso il loro nii-san che gli aveva regalato quella vita immortale.

Sbuffo seccato mentre bacio le labbra di Pride che di tutta risposta apre ancora i graffi sulla mia schiena nuda e morde il mio labbro con cattiveria. Non sarò gentile come Lust, giocando a piegarlo con gesti studiati e mirati solo per lui.

L’invidia brucia sotto la mia pelle, nell’anima dannata che possiedo, perché questo piccolo furfante mi combatterà sempre, anche se in fondo sarà comunque fedele alla nostra famiglia.

Invidio quelle pozze dorate che si sciolgono solo davanti a Lust.

Ma mi accontento di ciò che finalmente posso assaggiare, prelibata pelle e morbida consistenza.

Affondo in lui finché non mi sento appagato e faccio si che sia così anche per lui.

Entrambi poi rimaniamo nudi a guardarci in cagnesco, sdraiati su un fianco.

Arriva poi Lust a sovrastare entrambi, soffiando sulla mia faccia un po’ di fumo di sigaretta, baciando poi Pride.

Invidio quelle labbra sempre incollate fra loro e anelo anche io a certe attenzioni.

Una volta non me le sarei dovute neanche andare a cercare.

Lust si siede e attira ancora a se per leccargli le labbra un Pride sulle sue, in ginocchio fra le gambe dell’ex Flame Alchemist.
Aggrappato al collo di questo, da dietro, ci sono io.

Lust ci stringe a se, unendo ciò che io vedo comunque separato, con gli occhi dell’invidia.

E rotoliamo fra le calde lenzuola, combattendo e mordendo, alla ricerca della supremazia.


…trovandone il gusto saporito e puntiglioso. Un qualcosa che avrei sempre voluto avere




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Questa è lo scorcio della mia vita

L’esistenza del peccato dei folli, che di folle ha tutto e nulla.

Sono legato come tutti e come tutti sono libero.

Osservo quel cielo stellato da sopra quel ramo, mentre sotto di me i miei fratelli giocano a farsi la guerra.


Siamo Homunculus

Viviamo la nostra esistenza nel peccato.


E del peccato, noi, ce ne vantiamo.







Pray to your God, open your heart
Whatever you do, don't be afraid of the dark
Cover your eyes, the devil's inside

One night of the hunter
One day I will get revenge
One night to remember
One day it'll all just end




















Note Autrice:

Ebbene si.
Alla fine la Liry, tirandola fuori da chissà dove, decise di cimentarsi anche su una fic su Envy.
Mi sembrava ingiusto lasciarlo così senza divertimento e presa di parola, anche se all’inizio le tre one-shot dovevano essere solo una trilogia.
Diciamo che questa One-shot spiega più a fondo i fatti come esattamente andarono :3

Appunto per questo dico che se non avete letto le prime tre [Lust and Pride, Lust: the natural vice e Pride: the virtue of unhappy] non riuscite a raccapezzarvi X3

La canzone è “Night of the Hunter dei 30 Second to Mars, canzone che mi ha semplicemente ispirato grazia anche ad un video su Ed e Envy :3
Di seguito metterò la traduzione ^^

Cosa dire, mi piaceva spiegare come Envy aveva acquisito Lust come sua proprietà, ma che aveva fatto il grosso sbaglio di lasciare che si divertisse con Edward, decidendo così alla fine di farlo diventare come loro.
Rimane un po’ nell’ombra il nostro Envy, finchè finalmente Lust non glie la da vinta :3

Mi piace quel rapporto strano che hanno Envy e Roy/Lust, mischiato a una Hughes x Roy visto che Envy non si farebbe mai sottomettere XD

Sono quasi le tre e sto per stramazzare a terra quindi cari miei, mi dileguo a letto, sperando che non ci siano strafalcioni :3 ma avevo promesso alla mia nee-chan che l’avrei postata stanotte XDD

Ah, e l’immagine…..=çç= quella è stata ancora più ispiratrice =ç=


Detto questo, ringrazio chi vorrà commentare questo mio piccolo lavoro, e sprono a commentare anche XD


Perché i commenti fanno felice gli Autori/Autrici



Alla prossima^^



Pray to your God, open your heart
Whatever you do, don't be afraid of the dark
Cover your eyes, the devil's inside

One night of the hunter
One day I will get revenge
One night to remember
One day it'll all just end



Prega il tuo dio, apri il tuo cuore
Qualunque cosa tu faccia ,non aver paura dell' oscurità
copri i tuoi occhi, il diavolo dentro

Una notte del cacciatore
un giorno io avrò vendetta
una notte per ricordare
un giorno tutto finirà




   
 
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