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Autore: JohnnyMignotta    21/07/2011    12 recensioni
"Mamma" invocò il piccolo Naruto, entrando in cucina, "papà". Si avvicinò ai suoi genitori abbracciati, strofinandosi col pugnetto stretto un occhio assonnato. "Non riesco a dormire". Mamma e papà sorrisero.
"Arriviamo, giuggiola" lo tranquillizzò Kushina. Tese la mano a Minato. "Aspettaci di sopra" aggiunse. E poi, quando il bambino fu fuori dalla stanza, "spiegami ancora una volta com'è andata" ripeté per l'ennesima volta.
Il papà sospirò esasperato. E ricominciò a raccontare.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kushina Uzumaki, Naruto Uzumaki, Un po' tutti, Yondaime
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Mi sembra giusto cominciare queste A/N annunciando ufficialmente che sono innamorata di Minato, Kushina & baby!Naruto. *O* Ma questo non è ciò che maggiormente mi preme comunicare a proposito di questa storia, no. ù_ù
Ciò che è fondamentale è che tutto ciò è dedicato alle mie care terrastoria & Hikari93, rispettivamente autrici delle due fantastiche storie Monster Sea e Cotton Candy, entrambe incentrate sul rapporto tra Minato e Naruto. Coccoli loro! ;O;
Il fatto è che avevo già intenzione di scrivere qualcosa del genere una volta letti entrambi i loro scritti, poi è successo che terrastoria & io ci siam beccate su MSN ed allora... *C* Insomma, non avevo scelta: era destino che dessi alla luce questo piccolo gioiello. Grazie, ragazze, per avermelo permesso. ♥
Non ha molte pretese: è una one-shot fin troppo breve, a rating verdissimo, scritta nel giro di qualche ora e gentilmente betata a pezzi da terrastoria & la solita ilarione, alla quale vanno come sempre tutte le mie coccole.
Mi piace vedere questa storia come un sequel di Pane e tempesta e qualcosa che va incastrato alla linea temporale di Non ci sono sempre arcobaleni e farfalle: ho caratterizzato i personaggi più o meno allo stesso modo e mi sono premurata di lasciare il rating sul verde verdissimo super-fluff. *_* Sì, è evidente che sono impazzita. ;O; Un'ultima cosa e poi vi lascio alla lettura di questa fluffità: il titolo Giuggiola è messo quasi del tutto a casaccio. XD In realtà è una delle parole che mi fanno più tenerezza in assoluto e mi sembrava giusto e doveroso cederla ad una storia come questa: essenzialmente intrisa di dolcezza, amore familiare & coccole! :3
Vi voglio del bene, giuggiole mie! XD Statemi bene! *Spuccia* ♥♥♥






Giuggiola

I shall call him Squishy and he shall be mine and he shall be my Squishy. Come on, little Squishy.
(Dory, incontrando la medusa che nella versione doppiata in italiano chiama Giuggiola, Finding Nemo).

Quella sera il piccolo Naruto tornò a casa con un bel raffreddore, addormentato, coi vestiti umidi, senza neanche un pesciolino all'attivo e tra le braccia del suo papà.
La mamma avrebbe detto qualcosa, puntando il dito indice pronta ad alzare la voce, se solo il suo papà non l'avesse fermata, portando il bimbo addormentato nella sua cameretta.
"Ci siamo divertiti" sospirò il papà, parlando alla mamma a mo' di giustificazione e sollevando le spalle, quando mano nella mano ebbero spenta la luce nella cameretta del piccolo Naruto.
"Lo spero bene" pronunciò la mamma impettita, sollevando le sopracciglia, "spericolati incoscienti che non siete altro".
Si baciarono nel buio ed il piccolo Naruto, che aveva fatto finta di dormire fino a quel momento, sorrise tra le lenzuola arancioni, sentendo le loro voci rassicuranti e dolcissime allontanarsi attraverso il corridoio.

*

La mamma sale le scale strusciando le pantofole di peluches sul legno di ciliegio del parquet. Indossa pantaloncini di jeans cortissimi che esaltano la forma tonda delle sue natiche ed una canotta rossa a scoprire la sua pelle abbronzata. Porta i capelli tirati su e fermati al centro della testa a formare un fiocco. Su gentile richiesta, ammette con una certa fierezza di aver seguito un tutorial su Youtube per raggiungere l'assoluta perfezione di quelli di Lady Gaga nel video di Poker Face. I suoi capelli, d'altro canto, sono di un rosso molto acceso e così risulta essere un filino più eccentrica di Lady Gaga - per quanto sia possibile, ma a lei va bene così. Ed anche a papà.
Il piccolo Naruto fa finta di dormire, quando la mamma entra nella sua cameretta e va ad aprire le tende alle finestre.
"Naruto" dice dolcemente la mamma, raccogliendo Lego dal pavimento. "Giuggiola di mamma, papà è già pronto".
Il bambino mugola qualcosa di indefinito e si nasconde tra le lenzuola arancio.
La mamma si dà un'occhiata intorno per assicurarsi che tutto sia in ordine, poi si siede accanto al piccolo Naruto. "Guarda che papà va via, se non ti sbrighi" lo avverte sorridendo.
Allora il ragazzino biondo solleva la testa, si scopre, spalanca gli occhioni celesti ed in un momento è in piedi sul letto, in mutandine di cotone e calzettoni antiscivolo, e si sta percuotendo il petto come Tarzan e gli assatanati.
"Oggi vado a pesca!" esclama. Poi salta giù dal letto, corre attraverso il corridoio, scende le scale ed arriva in cucina.
"Buon giorno, Naruto" esclama il papà, sbucando dal quotidiano e reggendo una tazza di caffé fumante. "Dove hai lasciato Lady Gaga?".
"Bada a come parli" lo ammonisce la mamma, apparendo in cucina e dirigendosi ai fornelli con un occhiolino rivolto al loro bambino: "io sono più figa di Lady Gaga".
Il bambino è alto più o meno quanto il tavolo. Si gratta prima il pancino nudo, poi la testolina bionsissima e si siede accanto al papà. Gli lascia un bacetto affettuoso sulla guancia. La mamma gli ha preparato i cereali colorati, quelli a forma di letterine dell'alfabeto e numeretti. Ci immerge il cucchiaio di Topolino dentro ed esibisce il suo sorriso a scacchiera: ha da poco perso i due incisivi da latte. "Scommetto che Lady Gaga" dice, portandosi i cereali alla boccuccia, "non saprebbe preparare colazioni buone quanto quelle della mamma".
La mamma sbatte le ciglia sugli occhioni lucidi ed abbraccia il piccolo Naruto così forte che pare voglia stritolarlo. "Cucciolo di volpe, sei la mia giuggiola!" urla, intenerendosi e sbaciucchiando il suo bambino.
"Mamma!" si lamenta il ragazzino paffutello, masticando i cereali e sputacchiando latte dappertutto. "Mi fai male!". Il papà sta per dire qualcosa, ma un suono di claxon lo interrompe. Allora il piccolo Naruto sussulta, si scrolla la mamma di dosso. "Oddio!" urla. "Sono arrivati!".
E corre di sopra a vestirsi. "Quel bambino è incorregibile" sospira la mamma, addentando una cucchiaiata di cereali colorati.
"Tale madre" recita il papà, ripiegando il giornale, "tale figlio".

Qualche minuto dopo il piccolo Naruto ed il suo papà stanno lasciando la loro villetta appena fuori città, attraversando il vialetto costeggiato da gerani e lillà. "E non fate tardi!" si raccomanda la mamma a gran voce, sollevandosi sulle punte dei piedi e salutando con la manina sollevata in aria.
"Va bene, mamma!" urla Naruto, sistemandosi lo zainetto sulle spalle e calandosi la visiera del cappellino sugli occhi.
"Va bene, Gaga" ridacchia il papà, tornando indietro di qualche passo per lasciare un bacetto leggero sulle labbra di sua moglie. "Sicura di non voler venire?" le chiede.
Lei scuote la testa, sistemandosi dietro l'orecchio una ciocca di capelli rossi sfuggita alla pettinatura, e sorride. "Divertitevi" augura loro. "E non dimenticare lo spray anti-zanzara, giuggiola di mamma!"
Il papà di Naruto, in realtà, è una persona previdente: ha pensato a tutto. La sua attrezzatura da pesca è composta da: due canne acquistate su eBay per una cifra irrisoria, della lenza da zero virgola ottantotto millimetri, delle esche naturali delle quali sua moglie non è a conoscenza e poi, ovviamente, la sua inseparabile cassetta del pronto soccorso. Cerotti, pomate, antistaminici, cortisone, penicellina, qualche benda, del cotone idrofilo ed ovviamente l'immancabile spray anti-zanzara per la pelle e quello per ambienti: il papà è una persona estremamente metodica, rigorosa e di certo non sarà un insetto, un ginocchio sbucciato o un qualsiasi altro imprevisto a rovinare le sue preziose giornate col suo bambino.
"Va bene, mamma!" urla ancora Naruto, questa volta con un tono vagamente seccato. Poi "papà, andiamo?" si lamenta.
Il papà bacia ancora la bocca della mamma, poi raggiunge il loro bambino. Lo prende per mano, gli ruba il berretto e se lo mette in testa, facendolo ridere.
L'automobile celeste chiaro li aspetta parcheggiata accanto all'entrata della villa.
"Ciao, ragazzi" saluta il papà, una volta sedutosi sul seggiolino posteriore dell'auto.
"Minato" chiede con tono scherzoso il vecchio Jiraya, sistemandosi con un colpetto leggero il capello spiovente sulla fronte, "perché hai portato la pallina al piede con te?".
"Papà, io sono sono una pallina!" protesta il piccolo Naruto gonfiando le guance paffute.
Il ragazzo di nome Kakashi, mettendo in moto la macchina, si scosta appena appena il bavaro del giubbotto da pescatore dalla bocca e "perché pallina e non palla?" chiede.
Il papà fa accomodare il piccolo Naruto sulle proprie gambe. Il più anziano "perché la palla al piede è Kushina" spiega. Il papà sorride quasi compiaciuto alle parole del suo vecchio amico, scompigliando con le mani affettuose i capelli di suo figlio.
"Allora, Naruto" gli chiede, sorridendo con gli occhi socchiusi ed osservando rapito la forma perfetta delle sue orecchie piccole e bianche, "pronto per pescare?". Il bambino annuisce felice, mostra il suo sorriso sdentato pieno di entusiasmo.
"Non vedo l'ora!" dice, applaudendo con le manine paffute. "Voglio catturare tanti pesciolini!". Il giovane Kakashi e Jiraya si guardano e scoppiano a ridere divertiti. Anche il papà ridacchia, prima di attaccare un bacetto tenerissimo sulla guanciotta piena di suo figlio.
"Vedrai che ci divertiremo un mondo" gli promette, "figliolo".

*

La mamma rise, appoggiò le braccia abbronzate sulle spalle di suo marito, gliele avvolse intorno al collo e "spiegami ancora una volta com'è andata" gli disse.
Il papà la spinse contro il forno, le sciolse i capelli che tanto aveva faticato per sistemare e "i ragazzi ed io-" avrebbe detto, ma sua moglie lo interruppe.
"Ragazzi?" domandò sarcastica. Lui le offrì una smorfietta ironica e proseguì col racconto.
"I ragazzi ed io avevamo pescato e Naruto era l'unico a non aver preso ancora nulla" cominciò, ridacchiando già per l'aspettativa. Poi rise forte, di gusto, si schiaffeggiò da solo con entrambe le mani contemporaneamente e scosse la testa. "Kushina, quel bambino è pazzo. Ha pensato bene di prendere la rincorsa e gettarsi nel lago per prendere i pesci a mani nude" spiegò, continuando a fare no con la testa incredulo, quasi affascinato.
"Lo adoro" pronunciò ammirata la sua mamma. "Quel bambino farà strada" confermò a se stessa.
Il papà annusò il collo della mamma, ci sfregò contro le labbra asciutte e sottili. "Dopotutto" ammise, "è figlio nostro".
"Mamma" invocò il piccolo Naruto, entrando in cucina, "papà". Si avvicinò ai suoi genitori abbracciati, strofinandosi col pugnetto stretto un occhio assonnato. "Non riesco a dormire". Mamma e papà sorrisero.
"Arriviamo, giuggiola" lo tranquillizzò Kushina. Tese la mano a Minato. "Aspettaci di sopra" aggiunse. E poi, quando il bambino fu fuori dalla stanza, "spiegami ancora una volta com'è andata" ripeté per l'ennesima volta.
Il papà sospirò esasperato. E ricominciò a raccontare.
   
 
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