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Autore: apochan kenshiro    22/07/2011    2 recensioni
La fine di un conflitto. Un mondo cambiato, rinato. Una strega, una donna, sola con il suo dolore ed il suo passato. Riuscirà mai a superarli ed andare avanti?
Per la prima volta pubblico su questa sezione, e vorrei puntualizzare che, nonostante abbia conosciuto prima l'anime, questa fanfiction è frutto della conoscenza del manga, che peraltro preferisco (e di cui consiglio la lettura a chi conoscesse solo l'anime o non lo avesse ancora sfogliato...). Vi auguro buona lettura!
p.s. sia che vi risultasse gradita che non, mi piacerebbe molto se poteste lasciare dei commenti... grazie anticipatamente!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Solo per te
 

Aprì gli occhi lentamente e si guardò intorno. Tutto come sempre nella sua tenda, niente fuori posto. Si stirò velocemente e si alzò dai cuscini adagiati per terra, scostando la leggera coperta che la aveva avvolta durante la notte.
Verso di lei, vide venire trotterellando un buffo cane bianco, che scodinzolava allegramente: aveva il pelo soffice come una nuvola, due enormi orecchie penzoloni ed una lunga lingua che dondolava dalla bocca semi – aperta; inoltre era di dimensioni spropositate, grande quanto un leone.
-Arf!-
-Oh, buongiorno anche a te Cyrus … -
Disse dolcemente, rivolgendo una fugace ma tenera carezza all’animale. I suoi occhi, ambrati, anche se pieni di luce, sembravano celare tristezza.
Scostando dunque il cane, si mise completamente in piedi, dirigendosi all’uscita della sua eccentrica abitazione: voleva vedere l’ “umore” della giornata.
Si mosse stancamente fino ad arrivare scostare la tenda d’entrata: il sole batteva incessante sull’immenso Deserto di Cacao, agli estremi confini del Regno della Magia.
-Peccato … si vede proprio che il cielo non è del mio umore … almeno sarà una buona giornata per la raccolta di erbe e cristalli … -
Detto ciò richiuse la tenda e, muovendo l’indice della mano destra, fece danzare alcune tazzine ed una ciotola verso un basso tavolino d’argento. Schioccò le dita con noncuranza ed una bevanda calda e fumante apparve nelle tazze, mentre nella ciotola si materializzarono dei biscotti dalle forme curiose.
Sospirò, poi, e raggiunse il tavolino, sedendosi su dei morbidi cuscini cremisi con rifiniture dorate. Cominciò a consumare la sua colazione, con movimenti lenti e pacati, mentre il suo sguardo vuoto ed assente guardava un punto non ben definito della tenda.
Quando ebbe finito, schioccò le dita ed un curioso piccolo vortice di cacao venne a formarsi, andando a catturare nella sua spirale gli oggetti sul tavolino e rendendoli poco dopo puliti e splendenti. Allora Ambre si alzò e con estrema lentezza andò nuovamente a coricarsi sul suo morbido ma semplice giaciglio, lasciando che un braccio le ricadesse morbido lungo il fianco e che l’altro, ripiegato, poggiasse con il polso e con la mano sulla fronte. I suoi occhi cominciarono a vagare per i drappeggi, studiando tutto con estrema cura, finché lo sguardo non ricadde su di un quadro, posto sul suo unico vero mobile di “casa” sua.
Appoggiato al piccolo comò di ciliegio, il bellissimo ritratto, straordinariamente realizzato in polvere di ecurè, raffigurava uno splendido giovane dai capelli color lavanda e dai tratti estremamente raffinati. La sua espressione, costantemente rivolta al suo osservatore, era gioiosa e sorridente ed ispirava allegria.
La strega del Deserto di Cacao lo osservò a lungo rapita, catturata, dal suo sguardo calamitante, presa da un fremito che le attraversa tutto il corpo. Cyrus, che percepiva i sentimenti della sua padrona, andò placidamente ad accucciarsi ai suoi piedi, fregando il suo morbido muso con in piedi scalzi di lei. L’osservazione non durò a lungo: improvvisamente colta da un groppo in gola, Ambre lasciò cadere libera dai suoi occhi una lacrima, che disegnò i morbidi contorni delle sue guance arrossate; il cane si unì a lei emettendo piccoli guaiti bassi e lamentosi. Poco dopo le lacrime fluirono libere sul volto ed i singhiozzi cominciarono a scuoterle il corpo. La mano scivolò piano sugli occhi, coprendoli con il suo palmo.
-Robin … -
La voce le uscì come un lieve sussurro, mentre Cyrus si muoveva nuovamente, andando ad accarezzarle la sua mano lungo il fianco. Lei sussultò appena, poi si levò a sedere, abbracciando amorevolmente il suo amico a quattro zampe.
-Oh, Cyrus … è così difficile … così doloroso … -
La sua voce era ancora un sibilo impercettibile, ma il cane, ponendole il muso sulla spalla, le rispose uggiolando, come a confortarla, rendendosi partecipe del suo immenso dolore.
- … come vorrei che fosse ancora qui … come vorrei che non fosse scoppiata la guerra … come vorrei non averlo rincontrato … almeno lui sarebbe ancora vivo … -
Cyrus guaì ancora, accarezzandole i capelli dorati con il muso e sentendola tirare su il naso come una bambina.
-Wof!-
-Lo so, Cyrus, lo so … ma non posso farci niente … mi manca … anche se ora siamo in pace nel regno, non c’è pace in me senza di lui … mi manca come l’aria … -
Il cane emise ancora uno dei suoi guaiti sommessi, ma lei ricadde nuovamente in un pianto che la scuoteva da capo a piedi.
-Oh, Robin … -
Abbracciava ancora il suo soffice amico, quando una lieve brezza scosse i suoi capelli facendole cessare il pianto. Era una brezza gentile, tiepida ed inoltre sapeva di primavera … profumava … sì, profumava, di rose appena sbocciate … Quella dolce fragranza si insinuò nelle sue narici, fino a riempire i suoi polmoni ed a donarle un’incredibile sensazione di serenità.
Mentre era avvolta da questa brezza, fu sicura di avvertire come un flebile sussurro, portato dal vento …
-Sono qui … -
I suoi occhi si spalancarono, divennero lucidi, ma non riuscì a versare più lacrime dai suoi occhi lievemente arrossati, mentre le sue labbra luminose si socchiudevano e davano vita ad un dolce sorriso …
-Io sarò sempre con te … -
Questa fu nitida, lieve, ma nitida. Aveva sentito una voce, la SUA voce.
-Oh, Robin … -
Quel vento di rose le scompiglio ancora i morbidi ricci dei capelli, lasciandole un ultima richiesta:
-Vivi, Ambre, vivi per me … e per il nostro amore … perché continuerò a vivere nel tuo cuore … -
Così la brezza cessò ed una lacrima dispettosa rotolò ancora sulle guance della strega dell’ambra e la luce riprese possesso delle sue iridi dorate. Stavolta era diverso. I capelli, prima animati da quel vento, ricaddero dolcemente sulla sua schiena e sulle sue spalle ed andando a stuzzicare l’umido naso di Cyrus, che ancora era lì in collo alla sua padrona. Quello cominciò a scodinzolare gioiosamente ed a sollevare, con i suoi sbuffi, le impertinenti ciocche di capelli della padrona, che a quella scenetta rise amorevolmente.
Ambre allora dette un tenero bacio sul muso al suo premuroso amico, poi lo fece scostare con dolcezza e lui se ne andò scodinzolando dall’altra parte della tenda. Lei schioccò le dita ed improvvisamente si ritrovò cambiata, con un completo di seta color crema, i cui pantaloni erano chiusi in degli alti stivali, anch’essi ricoperti di seta; in vita andò a stringersi una semplice cintura composta da un nastro di raso bianco. Soddisfatta del suo semplice e comodo abbigliamento, andò nell’altra zona della tenda. Si diresse dunque fuori, osservando nuovamente il paesaggio solitario ed assolato: in quel momento pensò che fosse davvero una bella giornata.
-Cyrus, io vado in cerca di ecurè … cercherò di essere di ritorno per stasera.-
Il cane le rispose abbaiando allegramente e scodinzolando, lei gli sorrise a sua volta, poi, voltatasi, spiccò un agile balzo ed uscì, librandosi leggera nell’aria.
Volava veloce tracciando nel cielo piccoli cerchi e sentendo nel suo corpo un calore confortante, che però non era il sole a regalarle. Il sorriso sul suo volto non accennava minimamente a spegnersi.
“Non mi importa se siamo in guerra o in pace, non m’importa più niente … se so che sarai ancora al mio fianco, vivere sarà il dono più prezioso che possa farti … per te, solo per te, il mio cuore continuerà a battere …” 

  
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