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Autore: apochan kenshiro    22/07/2011    4 recensioni
Il Mondo è un luogo unico e misterioso, vasto e sconfinato: vi sono quattro Regioni, più una Quinta, mitica, sconosciuta, leggendaria ...
Zaileh. Ha deciso di partire, per soddisfare la sua sete di conoscenza...
Teörija. Ha deciso di partire, perchè la sua terra è in pericolo...
Shoser. Ha deciso di partire, perchè il mondo sta cambiando...
Kokuro - sama. Aveva già deciso di partire, perchè le Regioni dovevano essere sue...
Queste e molte altre vite ed esistenze, che si intrecciano, in una storia di sorprese, magia, miti e leggende; tutto in un universo completamente nuovo e da scoprire...
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Questa è la prima storia originale in cui mi cimento e la sua "materia" non è in alcun modo semplice... vi ringrazio anticipatamente qualora vi foste incuriositi e la vorreste leggere; in tal caso sarebbero graditi dei commenti, positivi o negativi che siano...
Detto ciò non mi resta che augurarvi buona lettura...
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prologue

Camminava. Lentamente. Non aveva alcuna fretta: il suo era un viaggio senza meta, almeno per il momento … intorno a lui la tiepida brezza primaverile sfiorava le rigogliose fronde delle querce e dei tigli, mentre passeri e rondini riempivano l’aria dei loro canti d’amore. Qualche raggio di sole filtrava pigramente, dando luce al piccolo sentiero nella foresta. Qualche altro si posava dispettosamente sulla chioma biondo cenere, facendola riverberare di luce. Gli occhi, semi – aperti, scrutavano debolmente la piccola striscia di terra che serpeggiava fra gli alberi, per essere sicuri, di tanto in tanto, di seguire una parvenza di strada.

Era partito da non molto tempo dal suo piccolo villaggio dell’Est ed ora era in viaggio da solo qualche giorno. Tutto aveva cominciato ad essere monotono: l’alba, il risveglio, l’appello, la corsa … un cerchio continuo che non aveva mai la parvenza di cambiare forma o direzione. Così aveva deciso: sarebbe partito. Quando questa idea gli era balenata in mente, stava quasi per mettersi a ridere di sé stesso: come avrebbe fatto mai ad andarsene, lui, l’innamorato di Kularah? Perché sì, questa sarebbe parsa pura fantasia … lui, che, da quando aveva imparato a riconoscere ciò che gli stava intorno, non aveva smesso mai di amare e voler bene a quel fianco di collina dove stavano abbarbicate poche abitazioni … lui, che (a dire di sua madre), quando avrebbe dovuto accompagnare suo fratello al consesso di Makela, si era rifiutato, abbracciando la pietra del secondo stadio, vicino al cortile di Beylon, e dichiarando a pieni polmoni di amare troppo il suo piccolo mondo … lui, che aveva vegliato giorno e notte l’olivo secolare, simbolo della zona, affinché i periti di Zoher non lo abbattessero … eppure aveva deciso di partire. Da quando aveva cominciato a crescere, superata l’età di dieci anni, era stato mandato assieme agli altri per essere istruito dal vecchio Potim, l’unico ancora vivo nel villaggio che avesse visto il mondo e le sue Cinque Regioni, e che avesse una salda istruzione. Quando raccontava dei suoi viaggi e delle tre regole fondamentali del mondo, lui rimaneva sempre affascinato … così, giorno dopo giorno, all’innamorato non bastava più un tramonto sulla collina di Argol per renderlo felice; una corsa fra gli olivi ed i terrazzamenti non era più sufficiente; nemmeno suonare la campana lo rendeva più contento … lentamente si insidiava in lui un senso di vuoto e cominciava a nascere il desiderio di qualcosa di più: conoscere il mondo. Fu estremamente scontata la reazione della sua famiglia quando lo annunciò, di sera, davanti all’ultimo focolare: suo padre ed i suoi fratelli risero di gusto, complimentandosi per il suo senso dello humour. Poco dopo però il riso scomparve dalle labbra: nei suoi occhi verdi ardeva un fuoco mai visto. I fratelli rimasero a bocca aperta, sgomenti, mentre il padre si oscurava improvvisamente in volto; la madre cominciò a percuotersi il petto ed a piangere copiosamente; lui però non si smuoveva, il fuoco non accennava a diminuire: tutti capirono che una decisione era stata presa … la mattina dell’addio fu una commistione di sentimenti: fra la preoccupazione, l’attaccamento dei familiari e la sua determinazione partì, accompagnato dai primi fiori della stagione.

Ora, svoltando lentamente a destra sul sentiero, aveva cominciato ad avvertire un mormorio sommesso, che quasi accarezzava i suoi sensi, mettendolo in pace. Continuò, colto da curiosità, a muoversi in quella direzione, risoluto a scoprire l’origine di quel suono. Poco a poco il mormorio divenne un fruscio, poi un gorgoglio allegro; infine, fra i rami di giovani lecci, intravide un limpido ruscello e poco più in là una piccola cascatella, che cadeva scrosciando fra lisci ciottoli. Zaileh sorrise e si stiracchiò, decidendo di concedersi una pausa a quel tranquillo corso d’acqua.

Scrutò un po’ l’esigua riva e quando ebbe individuato un punto più ampio, ricoperto di tenera erba, vi si diresse. Allora si sedette. Scrutò dunque in alto, oltre le folte chiome degli alberi, e vide il sole allo zenit. Prese allora la sua bisaccia e cominciò a frugarci dentro: estrasse del formaggio, un tozzo di pane e dei mirtilli che aveva colto quella mattina, strada facendo. Seduto sulla riva del ruscello cristallino cominciò a gustare il suo pranzo, mentre osservava i piccoli pesci guizzare nella corrente. Stare lì nella natura lo metteva in completa pace ed ora, che era solo in quel viaggio, sentiva ancora di più affiorare la voglia di comprenderla appieno, di scoprirla fino in fondo.

Mentre questi pensieri gli balenavano in mente, finì i suoi mirtilli e si rialzò; pattò i suoi pantaloni e si stiracchiò, concedendosi anche di sbadigliare sonoramente. Guardandosi intorno, decise che avrebbe continuato il suo percorso lungo la riva, finché il terreno glielo avesse reso possibile. Mise dunque nuovamente in spalla la sua bisaccia e si incamminò, costeggiando i lisci ciottoli del ruscello e lasciandosi trasportare dal lieve sussurro dell’acqua.

Finalmente era partito. Finalmente aveva deciso. Finalmente poteva vivere: la sua ricerca era cominciata.


 

  
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