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Autore: Scaramouche    22/07/2011    1 recensioni
-Non so se ho voglia di conoscere i tuoi, Susan- sbotto spazientito, questa conversazione sta diventando snervante, giuro che se la mia ragazza non la smette, le tappo la bocca con un calzino. Io non voglio conoscere i suoi genitori. Praticamente li conosco già, Susan mi ha raccontato ogni minimo dettaglio “indispensabile”.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quando torno a casa mio padre e mia madre stanno già cenando, e il tono di rimprovero con cui mi chiamano non promette nulla di buono. Poggio la cartella piena di libri vicino alle scale e poi entro in cucina, cercando di non guardarli in faccia.

-Come mai questo ritardo, signorino?- mi ammonisce mia madre, alzandosi per prendermi da mangiare mentre mi siedo a tavola.

-Sono rimasto a studiare da Susan e abbiamo fatto un po’ tardi- mi giustifico affondando lo sguardo nel piatto di pasta che mi è appena stato poggiato davanti.

I miei genitori sembrano rilassarsi, e mio padre si fa più curioso e invadente.

-Avete studiato eh?- mi canzona, sgomitandomi il braccio, riferendosi chiaramente al contesto sessuale della mia relazione con Susan. Non so perché lui ci tenga tanto al fatto che io faccia sesso con la mia fidanzata, insomma, è la mia vita, e il mio sesso, non il suo. Non è di certo lui quello che deve concentrarsi come un dannato per eccitarsi, ed è costretto a tenere gli occhi chiusi durante tutto l’amplesso. Credo che lo faccia contento sapere che suo figlio è un playboy, ma non mi capacito del suo interesse nei confronti della mia intimità con un altro essere vivente, di genere femminile ovvio.

-Certo, abbiamo un compito importante tra qualche giorno- gli rispondo, serio, puntando gli occhi nei suoi.

Lui sembra scoraggiarsi e ritorna alla sua minestra.

Mi sono reso conto che ho messo in piedi tutta la storia con Susan solo per mio padre, gode ogni volta che gli dico che ho passato un pomeriggio con lei, che le ho fatto un regalo e che l’ho invitata a rimanere per la notte. E io, da bravo figlio di papà, sono sempre stato compiaciuto da tutte le sue gratificanti attenzioni, ma da un po’ di tempo a questa parte il mio unico desiderio è sbattergli in faccia la mia omosessualità. Ma ho paura. Ho paura di come potrebbe reagire, fino ad adesso ha sempre avuto un figlio che gli ha dato sempre e solo soddisfazioni, ne io ne lui ci siamo mai misurati con una delusione così grande –senza contare Cory, ma sto cercando di farmene una ragione- .

-Ho sentito che ti sei fatto stendere in campo, venerdì- “certo, lo hai sentito perché non vieni mai alle mie partite” comincia, cercando di punzecchiarmi.

-Sì, mi sono distratto e un gigante di due metri mi ha placcato- dico, per poi aspirare uno spaghetto.

Mia madre sembra terrorizzata, lei odia che rischi di farmi del male in un gioco così violento.

-E cosa ti ha fatto distrarre? Per caso una bella ragazza che faceva il tifo per te?-  ecco, di nuovo. Non so perché si diverta in questo modo a infastidirmi e ad ingigantire questa cosa delle ragazze. A me piacciono i ragazzi!

Non rispondo nemmeno, mi alzo facendo strisciare la sedia sul pavimento, prendo il piatto vuoto e lo poggio nel lavandino, per poi uscire dalla cucina e buttarmi sul divano in salotto.

In TV fanno il Wrestling, almeno per venti minuti posso godermi lo spettacolo senza qualcuno che mi interrompa dalla visione di quei muscoli pompati fino all’inverosimile.

 Susan, mio padre, la mia vita comincia tutto a starmi troppo stretto, e vorrei solo dire a tutti la verità e togliermi quel peso nel cuore che diventa sempre più grande ogni volta che dico una bugia per coprire il vero me stesso.

Ho bisogno di poter andarmene in giro per i corridoi della scuola tenendo per mano un ragazzo –Cory- senza essere picchiato e buttato in qualche cassonetto. Solo per sentirmi libero.

Fa davvero paura dover essere se stessi.

 

All’entrata della scuola come al solito vengo accolto dai miei compagni di squadra, e da Susan, ma, stranamente, non vedo Cory. Chiedo un po’ in giro ma nessuno sa dirmi di più dell’andare a cercarlo verso il campo da football, dove lo hanno visto correre poco prima.

Mi precipito a cercarlo, perlustrando gli spogliatoi vuoti, l’intera distesa di erba, finalmente trovandolo nascosto dietro l’impalcatura degli spalti.

Da subito noto che sta singhiozzando, accovacciato nel buio.

-Cory!- lo chiamo, buttando a terra la cartella e correndo verso di lui.

Cory alza la testa ma dopo avermi visto e identificato, la nasconde di nuovo tra le braccia incrociate sopra le ginocchia.

-Che c’è?- chiedo, inginocchiandomi di fronte a lui e cominciando ad accarezzargli i capelli.

Lui però non risponde, si limita a continuare a singhiozzare, cercando di trattenersi.

-Vai via Robert- pigola dopo un po’, scostandosi dalla mia mano.

Ma io non mi muovo, anzi, mi avvicino e lo abbraccio, sedendomi al suo fianco.

-Sono qui, cosa è successo?- provo di nuovo a chiedere in modo più gentile, addolcendo il tono e massaggiandogli una spalla.

Non mi risponde ancora, ma lo sento stringersi contro il mio corpo. Mi dispiace vederlo così, ma fino a che mi sta appiccicato lo lascio piangere ancora per un po’.

-Mi ha lasciato…- lo sento dire subito dopo, ma non finisce la frase perché il ricordo lo attanaglia e di nuovo si mette a piangere stringendosi alla mia felpa degli Shamrocks.

Lo lascio sfogarsi, accarezzandogli piano i capelli per calmarlo e sussurrandogli che andrà tutto bene, perché adesso ci sono io a stargli vicino.

Le lezioni sono già cominciate da un pezzo, ma ne io ne lui sembriamo molto interessati alla cosa, e così continuiamo a restare lì seduti uno stretto all’altro, finchè Cory smette di piangere.

Dopo non so quanto tempo si stacca da me e cerca di asciugarsi le lacrime con la manica della felpa, con scarsi risultati. Così gli porgo un fazzoletto tirato fuori dalla tasca della mia giacchetta.

-Grazie- biascica, soffiandosi  rumorosamente il naso, provocandomi un sorriso che poco dopo contagia anche lui.

-Cory, cosa è successo?- chiedo, tornando serio, guardandolo negli occhi rossi e appena lucidi.

-Lea mi ha lasciato, e non vuole più parlarmi- un altro singhiozzo lo costringe a fermarsi, e ho paura che crolli di nuovo, invece tira su col naso e mi guarda con convinzione.

Si avvicina poggiando una mano sulla mia spalla e tirandomi verso di lui.

So cosa vuole fare, glielo leggo negli occhi. Io dovrei fermarlo, invece la mia parte egoista –e l’essere incredibilmente attratto da lui- prende il sopravvento, lasciando che Cory faccia scivolare quella mano dalla mia spalla al mio viso, accompagnandomi a poggiare le labbra sulle sue.

-Cory…- cerco di sottrarmi, sfuggendo al bacio, ma con ben poca convinzione. Perché è quello che voglio.

Voglio farmi baciare da Cory Monteith, ancora e ancora, e ancora.     

Cerca di approfondire il bacio, sfiorandomi con la lingua e in quel momento realizzo che quello che Cory sta facendo non è altro che uno sfogo. Lo sta facendo perché è appena stato lasciato dalla sua ragazza che ama e perché ci sono solo io a consolarlo. Magari il fattore che io sia gay aumenta le probabilità che questo dovesse succedere, ma è mio dovere morale fermarlo, o succederà un casino.

-Cory aspetta…- lo spingo via, poggiando le mani sul suo petto e staccandolo dalla mia bocca.

Quando lo guardo, i suoi occhi sono confusi e arrabbiati.

-…non dobbiamo…- non mi lascia nemmeno finire che mi aggredisce, alzandosi in piedi e cominciando a gridare.

-Non dire così Robert! Lo so benissimo che ti piaccio ancora, so che lo vuoi!-

-Io sì! Ma tu no-

-Ma se ti ho appena baciato!- continua, sempre più furioso.

-Senti…- mi alzo, cercando di prenderlo per le spalle e calmarlo.

-…la tua ragazza ti ha appena lasciato, ma non devi buttarti tra le braccia del primo che ti consola, per di più se quel qualcuno è gay e tu non lo sei- il mio tono e fermo, e mi sorprendo dal sentirmi scoraggiarlo di baciarmi.

-Robert sei un egoista! Magari ho cambiato idea! Tu sei nella mia testa?! No! E allora baciami e stai zitto!- si avventa di nuovo sulle mie labbra, ma in modo più possessivo, aprendo la bocca in modo spropositato, per poi richiuderla sulla mia, impotente. Sembra che voglia mangiarmi, e ogni due per tre, i suoi denti mi sfiorano. Non mi piace, non mi piace che mi faccia questo, e nemmeno il modo in cui lo sta facendo. Lo spingo via di nuovo, tenendolo lontano con il gomito.

-Smettila Cory! Non sai neanche quello che fai, sei troppo agitato!- urlo anche io, perché se serve a calmarlo e a fargli capire cosa sta realmente facendo, ben venga.

 -Ti odio! Sei un frocio e basta!-

Mi spinge via, incazzato da morire, ancora con le lacrime agli occhi. Prende la sua cartella e comincia a correre verso la scuola.

Io resto lì, fissando il buio del retro delle scalinate, sentendomi sprofondare sempre di più nella consapevolezza di aver perso per sempre Cory. E questa volta non credo se ne starà zitto, se vuole vendicarsi conosce il modo più doloroso per farlo, e cioè dire a tutti la verità.

 

Credo che questa mattina Cory sia scappato perché poi non lo vidi più, nemmeno all’allenamento. Mi è difficile concentrarmi sullo studio adesso, continuo a pensare a quello che è successo, neanche la richiesta da parte di Susan di andare a studiare di nuovo da lei riesce a farmi distogliere il pensiero dalla foga di Cory. Se avesse davvero voluto baciarmi? Se avesse davvero cambiato idea e fosse rimasto con me da…compagno? Tutte le possibili domande mi rodono le budella.

Alzo per un attimo la testa dal libro, quanto basta per poter vedere Jude percorrere il salotto fino alle scale.

-Suzie vado un attimo in bagno- dico frettolosamente, precipitandomi su per le scale, seguendo il paparino.

Giro l’angolo del corridoio del secondo piano e me lo ritrovo davanti, appena uscito dalla camera da letto. Sorride leccandosi appena le labbra.

-Ciao Robert-

Mi si secca la gola, ricordando il suo petto bagnato dall’acqua della piscina.

-Salve signor Law- gli sorrido di rimando, piegando le labbra in una smorfia maliziosa.

-Che cercavi?- mi chiede, avvicinandosi impercettibilmente. Sarei uno stupido se non capissi che ci sta provando.  Magari all’inizio potevo pensare che i suoi sguardi non cercassero di trapassare i miei vestiti, ma adesso ne sono certo.

Tentenno, indeciso su cosa dire.

-Il bagno-  rispondo.

-Bhe, è di là- Mi indica una porta bianca per poi sorpassarmi e scendere di nuovo.

Resto impalato vicino al muro, guardandolo sparire. Perché non ha fatto niente? Se io fossi stato lui mi avrei stuprato in questo preciso corridoio. Magari è solo timido e teme che sua figlia ci potrebbe sentire, certamente deve essere così.

Non mi interesso della porta del bagno e riscendo in salotto, dove trovo Susan esattamente dove l’avevo lasciata, come i miei libri.

 

Dopo intense ore di studio –vero studio questa volta- metto via le mie cose e sto per alzarmi dal tavolo quando Suzie mi trattiene.

-Tesoro, vuoi restare per cena, papà cucina che è uno splendore- sorride incoraggiante e io non posso proprio rifiutare. Okay, non è esattamente per il suo sorriso che accetto.

-Con piacere-

-Perfetto, allora dico a papà di aggiungere un posto a tavola-

Saltella verso la cucina mentre io prendo il cellulare nella tasca della cartella e mando un messaggio a mio padre “Mangio da Susan, non aspettatemi per la cena :)”  Metto una faccina sorridente solo perché non pensino che li odio a morte e vorrei fuggire da casa.

Subito Jude mi raggiunge con una faccia davvero felice.

-Che onore averti per cena Robert- mi guarda. No, non guardarmi, puoi uccidermi, e non sarebbe più un onore portarmi in ospedale.

-È un onore anche per me, Suzie mi ha detto della sua strabiliante cucina- sorrido ammiccante, sfoggiando charm a non finire.

-È solo una cosetta, comunque puoi darmi del tu, non mi offendo mica- mi fa l’occhiolino e con un colpo di anca gira sui tacchi e ritorna in cucina. Credo che durante la cena mi potrei soffocare con un pezzetto di pietanza e sperare che sappia anche farmi la respirazione bocca a bocca.

 

Silenzio. Il più imbarazzante silenzio della mia vita regna su questa tavola. Tutti stanno mangiando con lo sguardo affondato nella minestra, e nessuno osa fiatare.

Jude si passa il tovagliolo sulle labbra e finalmente interrompe questo cimitero.

-Vi piace?- chiede esitante.

-Certo!- rispondo, riemergendo dal piatto, seguito da Susan che mi fa eco con le stesse parole.

-Bene! Vado a prendere la carne. Susan, potresti portare via il piatto al nostro ospite?-

-No faccio io- la anticipo, afferrandole il piatto ancora prima che abbia finito. E mi alzo.

-Grazie Robert- mi dice, sorridendo incantata. Mi perdo per un momento a guardare i suoi occhi, così pieni di me, e mi sento morire.

Mi affretto in cucina, lasciando i piatti sporchi nel lavandino e gettando ogni tanto qualche occhiata a Jude che sta guarnendo il filetto con qualche strana salsa. Mi avvicino cercando di scoprire cos’è, ma lui fa scudo con il suo corpo e mi impedisce di vedere.

-No no, è una sorpresa, torna di là- 

 

NdA

Buonasera a tutti :DD mi scuso intanto per non rispondere alle vostre tantissime e bellissime recensioni *-* e ringrazio tutti quelli che me le hanno lasciate, siete la mia marcia in più ;D
E non rispondo per cattiveria, ma perchè sono di frettissima e volevo aggiornare qualcosa prima di partire per Paris!!!! Sono eccitatissima, credo di non essere mai stata così agitata per un viaggio xD è che io sogno Parigi da quando sono piccolissima, e quest'anno ho convinto la mia famiglia ad andarci, quindi mi sento molto più presa da questa vacanza piuttosto che da quella al mare in Sardegna (che è bellissima, andateci u__u)
In conclusione non bazzicherò più su EFP per una settimana...^^
Auguro a tutti buonissime vacanze se dovete ancora partire, e spero che siano state belle per quelli già tornati :DDD

Bisous,
Scaramouche 

   
 
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