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Autore: Flavie    23/07/2011    1 recensioni
Storia dove un'attrice italiana si ritrova a recitare con James Phelps e... se ne vedranno delle belle!
Dal primo capitolo: "Mentre tutti annuivano e si consultavano seri James mi chiuse bene l’abito,facendomi imporporare le guance… di nuovo."
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PREMESSA: Con questa storia,di pura fantasia,non voglio dare descrizione veritiera o altro delle persone in essa. È solo pura fantasia.
 
 
 
Quando ricevetti quella proposta pensai di morire. Da quando avevo sei anni che aspettavo una cosa del genere ed ora,che ne avevo diciassette e mezzo…
Oh,non c’erano parole per esprimere la mia gioia.
Ma scusate,non mi sono presentata! Mi chiamo Ginevra Williams,anche se dal cognome non si direbbe ( padre americano),sono ITALIANISSIMA!
Attrice di spicco del panorama italiano da qualche anno il mio sogno sin da piccola era recitare con il cast di Harry Potter e quando mi chiesero di prender parte al progetto di un film molto bello ed importante dove figurava anche James Phelps accettai seduta stante. È sempre stato tra i miei attori preferiti e penso che anche come persona sia niente male,molto simpatico ed educato e,diciamocelo,molto carino.
Ma ora bando alle ciance… tutto iniziò sul set di questo famoso film,sul quale c’erano tante aspettative….
 
 
                                         ***                                                    ***
 
Il film era a buon punto e per quanto fossi ENTUSIASTA di esserne parte e di essere una collega di James Phelps e di lavorare con uno dei mie registi preferiti non potevo negare ci fossero dei lati negativi,ad esempio: lo stress!
Io sono di natura una pigra che più pigre non ce n’è… tutto quel movimento,quel lavorare e andare di qua e di là non mi allettava molto ma non mi lagnavo.
Un’altra cosa che mi mancava erano i miei amici ed anche un po’ la mia famiglia… ma soprattutto i miei amici… ed anche le cose normali che facevamo e le lunghissime telefonate…
Ma era una vita che avevo scelto io ed ora dovevo stare zitta e come si suol dire “ pedalare”…per nulla al mondo l’avrei barattata con la mia “ ex vita” quando non ero un’attrice.
Il colmo era che nonostante prima di iniziare fossi elettrizzata all’idea di conoscere James una volta lì mi ritrovai incantata dai modi di lavorare sul set,sullo stile di vita,su tutti gli attrezzi usati…e lui passò in secondo piano. Incredibile vero? Eppure fu così.
Mi rapportavo bene con tutti,James era sempre disponibile e gentile e poi quando a volte veniva anche il fratello si cimentavano in scenette che non avevano nulla da invidiare ai più grandi comici. Adoravo soprattutto quando parlavano contemporaneamente o si muovevano in sincronia…c’era una qualcosa di magico nel loro rapporto.
Per il mio compleanno organizzammo una festicciola tra noi del cast. L’animatore era Oliver. Perfetto.
Avendo compiuto i fatidici diciotto anni potevo guidare e nella mente malata di James si fece spazio l’idea di mettermi alla prova sulla sua Aston Martin.
Doveva essere impazzito o simili…eppure non aveva bevuto!
Tentai invano di dissuaderlo e fargli capire che NON avevo la patente…ma mi ritrovai al posto guida in una strada isolata con lui elettrizzato vicino ed il fratello dietro,che batteva le mani come un bambino.
Ringraziando Dio avevo fatto pratica a casa e feci giusto un giretto innocente per farli contenti. Ma guarda te,mi dissi. James per tutto il tempo non aveva fatto altro che fissarmi attento,mettendomi in soggezione ,il che non aiutava. Tornata al parcheggio mi diede una “lieve” pacca sulla spalle e tornammo dentro.
Con il tempo diventai molto amica della truccatrice,una donna squisita,della mia sorella sullo schermo e James.
Era sempre disponibile ad ascoltare e a strappare un sorriso a tutti.
Eravamo amici inseparabili…se solo qualcuno me lo avesse detto quando ero piccola prima avrei riso a crepapelle….poi morta d’infarto.
Poche settimane prima di finire di girare fummo invitati in buona parte ad un evento di beneficenza…che alla fine aveva il solo scopo di scoprire chi stava con chi e chi indossava cosa. Frustrante.
James si offrì di accompagnarmi. Santo ragazzo.
Indossavo un abito nero senza maniche lungo fino quasi al ginocchio e degli stivaletti neri. James portava uno smoking sul beige.
Odiavo quelle feste frivole,la beneficenza usata come stupida copertura…tutte quelle oche che ci salutavano solo per capire se tra noi ci fosse qualcosa o che marca era il mio abito. Le avrei uccise una dopo l’altra…senza rimorso.
Brutte galline imparruccate… la volta prossima vengo in jeans e maglia dei Ramones!
Il mio accompagnatore doveva aver notato la mia “allegria” perché rifilò una scusa e scappammo a gambe levate. Appena entrati in macchina partimmo,senza una meta precisa,o almeno io non ne avevo alcuna. Lui parcheggiò su uno spiazzo vicino un boschetto con un lago artificiale. Era carino e calmo.
Percorremmo una piccola distesa in discesa per stenderci sotto una grande quercia. Si levò giacca e cravatta ed io sciolsi i capelli. Odiosi fermagli.
:- Aspetta,prendo un qualcosa per non sporcarci gli abiti- esordì lui,dirigendosi verso la macchina e tornando con un telo da mare.
Ci stendemmo a pancia all’aria,respirando l’inconsueto venticello caldo che tirava. Era stranamente una bella giornata di sole. Da quando non stavo in Italia mi ero quasi dimenticata di lui.
Parlando del più e del meno mi assopii a pancia in sotto,mugolando per il mal di schiena,venuto come poi non si sa.
Poco dopo sentii delle mani farmi dei piccoli massaggi sulle spalle ed intorno al collo.
:- Meglio?- chiese.
Annui,per quel poco che potevo a pancia in sotto.
Era alquanto rilassante.
:- Non ti scoccia fare massaggi? Nel senso…non che mi dispiaccia ma..non so…io non lo farei – arrossii.
Rise. :- Sono abituato con Oliver. Lo adoro quel ragazzo!-
Alzai un sopracciglio :- James…è tuo fratello. GEMELLO.- dissi.
Rise di nuovo :- E allora?-
Feci per rispondere,aprii la bocca…e lasciai perdere. Essendo cresciuta in mezzo a gemelli omozigoti sin da piccola sapevo quanto fosse inutile parlare dell’uno all’altro in maniera diversa dal loro intento.
Per un po’ rimanemmo così,in silenzio con lui che mi massaggiava la schiena sopra l’abito ed io che con uno specchietto in una mano e un fazzoletto bagnato nell’altra mi struccavo. Odiavo,odio ed odierò truccarmi. Meglio nature no?
Mentre trafficavo lo vidi diventare di uno sgargiante color peperone:- Gin,mi chiedevo…non pensare male…solo che questa chiusura ti spaccherà la schiena per quanto è dura…se potevo aprire l’abito…solo per,…cioè..se non vuoi ok. –
Oh cielo. I miei sogni infantili si avveravano solo ora? Magari a cinquant’anni mi sarebbe arrivata la lettera di convocazione per Hogwarts e a ottanta avrei conosciuto i Green Day!
Cercai di nascondere il mio imbarazzo,e fingendo tranquillità risposi,non senza tentennamenti :- Ehm,certo.-
Accennò una specie di sorriso,cominciando a tirare giù la zip.
Avete presente quelle nascoste? Che si rompono sempre e difficili da acchiappare? Era una di quelle.
Con nonchalance studiai le sue espressioni dallo specchietto…era sempre rossissimo,ma sembrava anche teso.
Oh,mi sarei volentieri sotterrata,oppure,per fare un lavoro più pulito,sarei fuggita a gambe levate,anche con l’abito mezzo aperto. Notavo come cercava di aprire la cerniera con delicatezza e dopo un arco di tempo che mi parve un’ora finì.
Avevo la schiena completamente nuda,e feci attenzione a rimanere PERFETTAMENTE  a pancia in giù. Conoscevo James e mi fidavo di lui,non era tipo da provarci così spudoratamente ma…ero così a disagio!
Poi ultimamente giravano certe voci sul set,si vociferava gli interessassi…in realtà non c’avevo né mai dato peso né creduto,ma in quel momento mi sembrarono più che fondate. E poi il modo in cui mi guardava….
Si limitò a carezzarmi delicatamente la schiena con i suoi massaggi. Bisognava dire che era bravo,sul serio. Un giorno avrei dovuto ringraziare Oliver,era merito suo dopotutto se il fratello era allenato.
Non mi fissava insistentemente ed ogni tanto guardava in giro. Ero immobile. Troppo imbarazzata e troppo….FELICE?
Insomma,non c’era nulla di male,eravamo solo amici no?
Ecco…stavo per cominciare con i miei conflitti interiori. A volte avrei voluto spegnermi il cervello per un po’..anche solo cinque minuti. Proprio non riuscivo a non pensare eh!
Fortunatamente mi squillò il cellulare. James rise alla suoneria. I Metallica,la sua band preferita.
Era Scarlett,la mia “sorellina” sul set. Dovevamo tornare che Mike,il regista, ci doveva parlare di alcuni cambiamenti e nessuno ci trovava. Risposi che eravamo per strada e riattaccai.
Mentre lui mi chiudeva l’abito ( forse aveva smesso di respirare…era BLU!) gli riferii tutto e tornati in macchina tornammo a lavoro.
Erano tutti seduti su una scalinata in nostra attesa e appena ci trovammo davanti a loro ci guardarono come fossimo una rara specie di lumache giganti e fosforescenti.
:- Che avete fatto?- squittì Scarlett.
La guardai perplessa :- Nulla. Perché?-
Cosa intendeva?
Tutti si fissarono a vicenda. Non capivo! Perché non capivo? Odio non capire…io capisco sempre tutto…o quasi.
:- Non saprei,guardatevi!-
Ci fissammo per qualche secondo,ancora più straniti :- Bhè?-
Scarlett aveva uno sguardo esasperato :- Insomma,sparite,nessuno vi trova,tornate da SOLI per cavoli VOSTRI,tu spettinata –
Sgranai gli occhi :- Non sono spettinata! – mi lagnai in cerca di una superficie riflettente.
Lei mi zittì con la mano :- Dicevo,tu spettinata,struccata e con l’abito mezzo aperto sopra….-fece una pausa che non prometteva nulla di buono… :- Tu!- indicò James - senza cravatta e con la camicia sgualcita e senza giacca con un filo d’erba sulla spalla!-
:- Cos’è? Una radiografia? – borbottò lui pulendosi.
Il mio cervello cominciò ad unire i pezzi… :- Nononono! Aspettate – risi – non è come sembra,siamo andati in riva ad un lago e abbiamo chiacchierato e mi sono anche assopita e …-
Mike mi rivolse uno sguardo deluso :- Ma uffa! Nemmeno un bacio?-
:- Come scusa? – sarebbe voluto essere un tono alterato e scettico ma uscì una specie di squittio acuto.
Scossero tutti la testa e lasciarono cadere finalmente l’argomento.
Il motivo della riunione era la rottura di un macchinario mai visto nella mia piena seppur breve carriera che serviva a chissà che e quindi non avremmo avuto non so quale effetto speciale. Mentre tutti annuivano e si consultavano seri James mi chiuse bene l’abito,facendomi imporporare le guance… di nuovo.
 
 
  
  
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