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Autore: echo kiriky    23/07/2011    0 recensioni
“Tra dieci anni, qui!” dice ad un certo punto Kim. “Cosa?” domanda David. “Tra dieci anni, incontriamoci nuovamente qui, in questo stesso giorno e vediamo cosa ci ha riservato il futuro!”, spostando lo sguardo dalle pietre megalitiche al viso del ragazzo che annuisce.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Ci tengo a precisare che i Panik non mi appartengono, e con questo mio scritto privo di alcuno scopo di lucro, non intendo dare una rappresentazione veritiera del carattere o delle vite dei componenti della band, né desidero offenderli in alcun modo.

Terzo Capitolo.

Kim scende di corsa le scale, arrivando così nell’ingresso dell’abitazione dove i nonni, la madre e Tim l’aspettano dopo che è dovuta risalire per prendere il suo cellulare lasciato sopra la scrivania, dopo aver chiuso la chiamata con Viviene, meno di un’ora prima.
Jeans scuri e maglia blu, quest’ultima coperta dalla giacca nera, e ballerine blu ai piedi, ecco come vesta questa sera Kim, mentre i capelli sono lasciati sciolti lungo le spalle.
Camminano a piedi per un tratto abbastanza lungo, tra le stradine di Neumuster illuminate a festa; le grida e risate avvisano alla piccola comitiva di essere arrivati a destinazione ed infatti, girando l’angolo, arrivano nella piazza del paese in cui sono presenti quattro stend e diversi tavolini, disposti davanti ad un piccolo palco, montato appositamente.
Il nonno vede Markus cercare di attirare la loro attenzione, per cui si dirigono nella sua direzione, avendo occupato dei posti anche per loro e aver preso dei vassoi con wurstel, panini e strudel.
Kim addenta uno dei panini, ed il passaggio di un piccolo gruppo- composto da sei ragazzi- attira la sua attenzione, una volta che lo zio, chiama uno di questi. “David”
Scuote il capo, sicura che non si tratti di lei, per cui, continua tranquillamente a mangiare, mentre il ragazzo chiamato dallo zio sembra non averlo sentito tra le tante persone che si trovano in piazza.
L’esibizione dei bambini è proprio come se l’era immaginata, con poesie elementari ed altrettante canzoncine per cui le ascolto senza grande interesse con la testa appoggiata sulla mano e lo sguardo vitreo; è il turno delle altre esibizioni e vedendo un piccolo gruppo di uomini in abiti tipici già pronta a tutto, quando lo zio Markus le dice di alzarsi perché le vuole presentare una persona. Si alza, rischiando di inciampare con la panca sulla quale era seduta e segue lo zio.
Pensa di sapere già chi sia questa persona che le vuole assolutamente presentare, il famoso allievo talentuoso dello zio, di cui ha sentito parecchio parlare.
“David, non mi saluti più?” ancora questo nome, possibile che sia questa la persona che gli vuole presentare?!
“Markus! Non ti avevo visto, altrimenti sarei venuto di corsa a salutarti. Ci sono anche Frederik e Daniel? Non li ho visti in giro.”
“Sì, è venuta la moglie di mio fratello con i due figli e abbiamo occupato un tavolo. Sono seduti lì”
“Ah, allora dopo passo a salutarli.” Dice cordialmente, mentre vede altri cinque ragazzi avvicinarsi e salutare lo zio.
“Ciao ragazzi. Ah, David, volevo presentarti una persona. La mia prima vera allieva.” E così dicendo fa cenno a Kim di avvicinarsi e, con le gote un po’ più rosate, riesce a vedere il ragazzo con cui, fino a quel momento, lo zio stava intrattenendo una conversazione.
“Tu?” dicono insieme, sotto lo sguardo confuso dei cinque ragazzi che affiancano il ragazzo moro e quello perplesso dello zio.
“Vi conoscete?” domanda infatti lui.
“Ci siamo incrociati questa mattina alla fermata dell’autobus e gli ho chiesto delle informazioni” spiega Kim, mentre David annuisce.
“Io sono David Bonk” porge la mano, per presentarsi. “Kim Kelly”ricambia la stretta sorridendo.
“E quindi è la tua nipote, di cui mi hai spesso parlato.”dice David, questa volta rivolto verso Markus che annuisce con il capo. “E prima che me lo chieda anche tu, sì, è lui il mio allievo di cui ti parlavo… anche se oramai da quasi tre anni non segue le mie lezioni…” aggiunge poco dopo.
“Sai perfettamente il motivo” gli fa presente i ragazzo. “Sì e ne sono felice, come ti ho già detto più di una volta ma, l’aver perso un buon allievo come te… è una grande perdita, nonché un grande dispiacere.”
“Ed ora, che salgano sul palco un gruppo che, in questi ultimi anni, sta girando parecchio per la Germania e non solo…” sono le parole del presentatore.
“Torniamo al nostro tavolo. Ci vediamo dopo.” Dice Markus e così, lui e Kim fanno ritorno al loro tavolo.
“Chi le dovevi presentare?” domanda Sophie una volta che entrambi hanno preso posto e, nel frattempo sul palco sei ragazzi prendono le loro postazioni con i loro strumenti alle mani.
“David Bonk”.
“Oh, quel bravo ragazzo.” Dice il nonno. “Dovresti sentirlo suonare il pianoforte, è un talento nato e, non per niente, ha vinto diversi premi.”si rivolge a Sophie. “Credi che suonerà questa sera? E’ da un po’ che non lo ascolto.” Questa volta si rivolge a Markus.
“Sì, si esibisce con il suo gruppo. Ma non so se suonerà il pianoforte questa sera, è più probabile che lo ascolteremo alla chitarra.”
“Ed eccoli qui: i sei talenti di Neumunster. Questa sera si esibiranno con quattro loro canzoni: Revolution, Ein Neuer Tag, Was Wurst du Tun e Wegweiser. Date un caloroso benvenuto ai … Panik!” un piccolo coro di urla di ragazze nei primi tavoli, accompagna l’inizio della prima canzone.
Kim ascolta con attenzione, il ritmo non le sembra male, anche se il rap non è mai stata la sua passione ma le parole, in un qualche modo, l’attirano e le fanno prestare attenzione.
Osserva bene il gruppo e capisce che è composto da David e dai suoi amici, che ha visto prima.
“Sì, quello alla chitarra è David. Alla batteria c’è Juri, Jan è i dj, Linke al basso. Il cantante è Frank ed il rapper è il migliore amico di David, Timo.” Le spiega lo zio.
“Papà, poi David viene qui, vero?” domanda il più piccolo dei cuginetti, Daniel.
“Ha detto che poi passa a salutarvi.”è la risposta data da Markus.
Con la seconda canzone, Kim non può fare a meno di cambiare la sua opinione riguardo al gruppo, anche dall’ introduzione musicale di Ein Neuer Tag al pianoforte, suonato da David.
Anche la terza canzone non le sembra per niente male e alla quarta viene nuovamente attirata dal suono del pianoforte e così si ritrova d applaudire con convinzione una volta che i sei ragazzi, dopo un inchino e saluto al pubblico, scende dal palco.
Impaziente com’è, di poter congratularsi con David per la sua maestria nel suonare il pianoforte e di poter fare i suoi complimenti anche alla band, Kim si ritrova a spostarsi per la panca con una certa impazienza.
“David!” sentendo Frederik fare il nome del ragazzo, si volta di scatto alle sue spalle, intravedendo i sei ragazzi avvicinarsi ed in particolar modo David scompigliare i capelli al cugino più piccolo, che sembra non fare nemmeno caso di avere i capelli fuori posto e che sorride felice.
“Veramente una bellissima esibizione, anche se generalmente preferisco la musica classica…” dice il nonno Peter ai ragazzi.
“Grazie” rispondono questi.
“Sedetevi. Unitevi a noi, c’è ancora posto al tavolo.” Dice la zia Marion facendo accomodare i ragazzi che accettano molto volentieri.
“Fate musica insieme da tanto?” chiede Sophie, interessata alla carriera musicale.
“Ognuno di noi ha cominciato ad età diverse ad interessarsi ad uno strumento. All’inizio eravamo solo io e David a suonare tra noi e dopo numerosi cambi di componenti, ci siamo ritrovati a suonare noi sei… saranno circa cinque anni che suoniamo insieme e l’anno scorso abbiamo inciso anche il nostro primo album con una casa discografica.” A parlare è Timo e, osservandolo mentre parla, Kim che capisce che è lui il ragazzo che quella mattina era dentro l’auto.
“Quindi, siete famosi?” ad intervenire questa volta è Tim ed i sei amici si guardano tra loro sorridendo. “Famosi è una parolona. Siamo discretamente conosciuti in diversi paesi, oltre la Germania e ci spostiamo per piccoli tour.”dice Juri.
“Bhè, i miei complimenti, perché ho sentito questa esibizione e siete veramente bravissimi.” Dice Kim.
“Non ci avevate mai sentito prima?” domanda ancora Juri e Kim scuote il capo.
“Non stupitevi più di tanto, ragazzi, non vivono qui in Germania, ma in Galles.” Fa presente loro Markus. “Wow… parlate benissimo il tedesco.” Dice Jan.
“Oddio, grazie, ma… l’accento un tantino gaelico si sente. Però ci esercitiamo parlandolo spesso a casa e anche con le lezioni a scuola.” Dice Kim, arrossendo appena.
“Tornando alla musica. Kim, prima o poi dovrai suonare qualche cosa… tu mi hai sentito, ed ora spetta a me.” Dice David, smettendo per un momento di giocare a mora cinese con Daniel.
“Sono leggermente fuori allenamento e non mi sento un granché a mio agio a suonare...” dice Kim, mettendo un mostra un velo di timidezza.
“Questa storia l’ho già sentita da qualcun altro..” dice scherzosamente Timo, dando una leggera gomitata a David, seduto al suo fianco.
“Smettila, eh daii…” cerca di liberarsi di Timo, per poi rivolgersi nuovamente alla ragazza. “Ti pregoooo, mi fai sentire qualche cosa?” con il tono della voce supplichevole.
“Vedremo…” svicola con maestria Kim, senza però riuscire a trattenere una piccola risatina dall’espressione supplichevole di David.
“Kim, Tim… è il caso di tornare a casa, perché i nonni sono stanchi…” interrompe la conversazione la madre ed i due non possono fare altro che annuire ed alzarsi.
“Ci vediamo in giro, prima che ripartiate” salutano i sei ragazzi. “Ci vediamo domani a pranzo” è invece il saluto dei loro zii e cugini.
“Mi raccomando, mi devi far sentire come suoni.” Ricorda nuovamente David sorridendole e Kim annuisce con il capo, ricambiando il sorriso.
   
 
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