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Autore: xArwen    23/07/2011    8 recensioni
«Mi sembra una gran cazzata.»
«Dai Gee, vuoi rimanere qui da solo?!»
«Non mi pare che Frank abbia detto di voler venire.»
Si voltò speranzoso verso Frank che però sembrava entusiasta dell'idea di Ray.
«Invece sì che vado!»
Gerard alzò gli occhi e sospirò. Era impossibile mettersi contro quei due e non li avrebbe lasciati andare da soli. Mikey era un disastro ed era capace di mettersi in chissà quale guaio, soprattutto se in compagnia di quell'altro incosciente di Frank Iero. Erano l'accoppiata perfetta per combinare i peggiori danni.
«Vi sto odiando, siete dei pazzi.»
Mikey sorrise al fratello come per dire “sapevo che avresti ceduto” e salutò Ray con una pacca sulla spalla, assicurando la loro partecipazione alla missione.
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A midsummer night's nightmare (or dream?)


A Belleville un'altra estate stava trascorrendo lenta e particolarmente afosa, nonostante il New Jersey fosse uno stato conosciuto per il clima abbastanza temperato tutto l'anno. Le persone che erano rimaste nella cittadina e non erano già partite per mete esotiche o per la villeggiatura - e si trattava di una gran parte degli abitanti, dato che Belleville era la dimora di molti lavoratori ed operai che non potevano permettersi una vacanza di lusso - avevano trovato rimedio alla calura serale radunandosi con gli altri del vicinato giù per le strade o nei giardini delle villette modeste ma dignitose caratteristiche della zona.
Così, mentre i “grandi” parlavano tra loro di come funzionasse bene la nuova lavatrice e di quante medaglie all'onore avesse accumulato negli anni lo zio Ted, la gioventù si ritrovava in gruppetti di amici e andava gironzolando per le strade o al parco, zona decisamente più appartata ed adatta per quando gli ormoni si facevano sentire e richiedevano attenzioni.
Mikey Way comunque non era il tipo da grandi comitive e usciva solo qualche volta per il quartiere, accompagnato da Frank e raramente dal fratello maggiore; preferiva passare le serate a giocare a qualche videogioco, in pantaloncini hawaiani e finestra spalancata, con il suo migliore amico e suo fratello, oppure distesi sull'erba del piccolo spiazzo sul retro, che Donald curava sempre quando aveva il giorno libero, a guardare distrattamente il cielo scuro mentre parlavano di tutto e si confidavano con la complicità del buio. Gerard invece era meno espansivo degli altri due ragazzi e si limitava a stare in silenzio e ad ascoltare, facendo qualche considerazione ogni tanto. Nonostante si trovasse bene con Mikey e Frank, quel comportamento faceva parte della sua natura ma nessuno comunque sembrava esserne infastidito o altro. Anzi, Frank era letteralmente affascinato dal fratello maggiore di Mikey. Era una delle persone che ammirava di più, insieme a suo padre, suo nonno e pochi eletti. Gli piaceva guardarlo mentre disegnava o semplicemente mentre era assorto in chissà quali pensieri e storceva leggermente la bocca. Quei piccoli gesti che Gerard Way faceva inconsciamente erano quasi sempre intercettati dall'altro ragazzo. E quando i loro sguardi si incontravano erano sorrisi, gote arrossate ed occhi abbassati. Perché Frank Iero sapeva che dietro quell'adorazione per il fratello del suo migliore amico si celava qualcos'altro che andava ben oltre. Sapeva che era attratto da lui, che gli piaceva, ma non l'aveva mai detto a nessuno, neanche a Mikey. Non perché se ne vergognasse, ma perché aveva paura che Gerard reagisse male alla novità e non gli rivolgesse più la parola.

 

Gerard e Mikey erano pronti davanti casa loro da quasi un quarto d'ora; una caratteristica dei fratelli Way infatti era proprio di essere sempre puntuali, se non addirittura in anticipo. Cosa che invece non accadeva con gli appartenenti alla famiglia Iero. I due ragazzi stavano aspettando che Frank li passasse a prendere per poi andare al concerto di quartiere di cui il ragazzo aveva tanto parlato negli ultimi giorni. A quanto pareva alcuni ragazzi della zona avevano organizzato, per animare un po' la serata, una specie di mini-concerto al parco in cui si sarebbero esibiti dei gruppi della zona. Niente di speciale, ma era l'occasione buona per prendere un po' d'aria. Questo era stato ciò con cui Mikey aveva risposto alla proposta di Frank, Gerard invece si era limitato ad annuire dopo aver cercato invano di mettersi contro il fratello ma ci aveva rinunciato prima di pronunciare qualsiasi cosa. Alla fine neanche a lui dispiaceva svagarsi in un luogo esterno ai confini di casa Way per una sera. 
Dopo venti minuti di attesa, finalmente Frank arrivò, con dei pantaloncini di jeans strappati che lasciavano scoperte le ginocchia ossute e una maglietta rossa abbastanza aderente per i suoi standard.
«Sei in ritardo.»
Nella voce di Mikey c'era una punta di rimprovero ma non era arrabbiato davvero e se anche lo fosse stato, con quei bermuda arancioni con disegnati dei fiori di ibisco non sarebbe risultato credibile. Gerard si era sempre chiesto cosa ci trovasse il fratello in quel tipo di pantaloni. Aveva praticamente metà del guardaroba estivo composto da pantaloncini e bermuda di varie misure e vari modelli sempre con quegli stupidi disegni hawaiani sopra e di colori improponibili. Lui si limitava a pantaloni lunghi, scuri e aderenti tutto l'anno e a felpe e magliette sempre di colori scuri.
«Tanto non è ancora iniziato.»
Frank non sembrava dispiaciuto di aver fatto aspettare quei due lì per tutto quel tempo e zittì Mikey con un cenno melodrammatico della mano mentre camminavano tutti e tre in direzione del parco. Erano quasi arrivati quando sentirono che iniziava la musica. La zona sotto al piccolo palco era già affollata e in tutto c'erano almeno un centinaio di ragazzi e ragazze. Mikey doveva aver adocchiato qualcuno tra la folla lì vicino perché era corso avanti agitando una mano e lasciando Frank e Gerard indietro a vedere chi stesse salutando. La risposta si parò subito davanti a loro ed aveva una folta capigliatura riccia.
«Gerard, lui è Ray. Ray, lui è mio fratello Gerard. E lui è Frank ma già vi conoscete.»
«Piacere!»
Gerard aveva sempre quell'aria professionale quando parlava le prime volte con qualcuno che non conosceva. Frank lo sapeva e quella volta ne ebbe l'ennesima dimostrazione. Trattenne un sorriso compiaciuto.
«Comunque mi stava dicendo Ray se più tardi, tra una o due canzoni diciamo, volevamo andare con lui ed altri nel boschetto qui dietro. Sapete, no, le voci che girano, riguardo messe nere e simili.»
Gerard, sebbene provasse una particolare attrazione per quelle cose, davanti a una simile proposta si sentì un po' stranito. Gli sembrava una gran ragazzata e il rischio c'era comunque, al di là del fatto che le voci sulle messe nere fossero o no vere. Avventurarsi in un bosco di notte non è un'esperienza piacevole e soprattutto da persone con un minimo di cervello.
«Mi sembra una gran cazzata.»
«Dai Gee, vuoi rimanere qui da solo?!»
«Non mi pare che Frank abbia detto di voler venire.»
Si voltò speranzoso verso Frank che però sembrava entusiasta dell'idea di Ray.
«Invece sì che vado!»
Gerard alzò gli occhi e sospirò. Era impossibile mettersi contro quei due e non li avrebbe lasciati andare da soli. Mikey era un disastro ed era capace di mettersi in chissà quale guaio, soprattutto se in compagnia di quell'altro incosciente di Frank Iero. Erano l'accoppiata perfetta per combinare i peggiori danni.
«Vi sto odiando, siete dei pazzi.»
Mikey sorrise al fratello come per dire “sapevo che avresti ceduto” e salutò Ray con una pacca sulla spalla, assicurando la loro partecipazione alla missione.
Nel frattempo il gruppo sul palco continuava ad esibirsi e altri gruppi di persone arrivavano per assistere a quella serata. Evidentemente gli organizzatori l'avevano pubblicizzata per bene dato che c'era fin troppa gente per essere una piccola festa di quartiere. Mikey ogni tanto si fermava a parlare con qualcuno, e Gerard si stupiva di quante conoscenze avesse il fratello tra gli abituali frequentatori di eventi simili.
Avevano appena salutato una ragazza dai capelli rossi quando Ray li tornò a chiamare, dicendo di seguirlo. Un gruppo di cinque tra ragazzi e ragazze li aspettava in una zona del parco un po' fuori mano, raggruppati intorno ad una panchina. Quando si accorsero che stavano arrivando anche loro, una ragazza dai capelli lunghi e neri con delle ciocche viola si alzò ed andò loro incontro. Però si degnò solo di salutare con un misero “ciao” prima di praticamente rapire Mikey e trascinarlo per mano con sé. Gerard era sempre più sorpreso, il suo fratellino aveva anche una ragazza? Che si trattasse di quella Alicia di cui parlava spesso? Forse doveva uscire più spesso con lui e Frank.
«Ecco, sono loro. Mikey lo conoscete già, lui è suo fratello Gerard e lui e Frank.»
Ray presentò i nuovi arrivati alla sua comitiva e quelli risposero con cenni delle mani o della testa e con i loro nomi. Bob, Brian, Alicia, Jamia e Lindsey. Bob e Lindsey avevano delle torce in mano e le distribuirono.
«Io direi di fare delle coppie, altrimenti non ci bastano.»
«Giusto! Io sto con Mikey.»
Alicia aveva parlato mentre lanciava uno sguardo languido a Mikey, che le stava di fianco ed arrossì leggermente sotto la luce del lampione.
«Okay allora Alicia e Mikey, Jamia e Lindsey, Bob e Brian e Frank e Gerard. Io però rimango solo!»
«Vieni con noi, staremo in tre.»
Brian fece cenno a Ray di unirsi al gruppo e quello rispose con una pacca sulla spalla ed un cenno di assenso.
«Avanza una torcia, tenetela voi che siete in tre. Ma ora che si fa? Andiamo in esplorazione?»
La voce di Jamia tradiva una certa agitazione.
«Il piano è questo. Noi ora andiamo nel bosco e arriviamo fino alla casetta abbandonata che sta lì sotto, avete presente? Lì ci apposteremo in attesa della nostra... Setta satanica!»
Ray finì la frase in un sussurro, spalancando gli occhi e fissando tutti i presenti per fare atmosfera. Ma finì ben presto per ridere. Gerard aveva voglia di andarsene e lasciare quel branco di deficienti alla loro stupida impresa che forse era tutta una messinscena dei ragazzi per fare colpo sulle ragazze presenti.
«Okay ora andiamo.»
Il gruppo di ragazzi si incamminò lungo la radura che penetrava tra gli alberi del boschetto adiacente al parco, sotto la luce della luna e delle torce. Lì non c'erano lampioni. Man mano che si addentravano tra la vegetazione la musica si faceva più lontana, fino a ridursi ad un lieve rumore di sottofondo. Mikey era stato rapito da Alicia e Gerard non ci aveva più parlato da quando avevano incontrato gli altri. Lui ora camminava con aria scocciata vicino a Frank, che teneva la torcia. Nessuno del gruppo parlava. Camminarono nel buio per qualche minuto, stando attenti a non inciampare nelle radici, prima di arrivare alla famosa casetta abbandonata. Si trattava di un vecchio rudere che ormai cadeva a pezzi, con le finestre senza vetri e le imposte pericolanti appese ai cardini. I muri erano coperti da graffiti e scritte e su un lato erano ammucchiate delle macerie. Intorno alla costruzione c'era una di quelle reti rosse che si usano nei cantieri per delimitare le zone proibite, ma era stata buttata giù ed ora giaceva sul terreno coperta da foglie secche ed altri rifiuti. In quel momento però non sembrava esserci nessuno.
Bob fece segno al resto della comitiva di nascondersi su un'altura poco distante, dietro alcuni cespugli. Tutti ubbidirono e spensero le torce, rimanendo completamente al buio, con la luna come unica fonte di un po' di chiarore. Ogni tanto qualcuno sussurrava qualcosa a qualcun altro e si sentivano dei risolini soffocati. Frank e Gerard erano seduti l'uno accanto all'altro, a gambe incrociate, vicino a Mikey e Alicia. La ragazza era arpionata con un braccio intorno alla vita di Mikey. Gerard diede una gomitata al fratello, che si girò di scatto. Non disse niente ma si limitò a lanciargli uno sguardo interrogativo che ottenne come risposta un sorriso imbarazzato e un cenno della mano che stava a significare che dopo gli avrebbe spiegato tutta la situazione. Gerard annuì in silenzio. La situazione era assurda, si trovava da quasi un'ora insieme ad un gruppo di sconosciuti, in un bosco, di notte, ad aspettare di assistere a qualche sacrificio umano o roba del genere. L'unica cosa buona era che col buio poteva osservare i lineamenti di Frank illuminati dalla Luna senza essere visto.
Bob aveva appena aperto bocca per sussurrare qualcosa a Jamia quando Brian gli diede una gomitata nelle costole per farlo tacere. Stava guardando dietro di loro, dalla parte opposta al rudere. Si sentivano delle voci in lontananza e dopo un po' scorsero delle luci che avanzavano tra gli alberi dirigendosi verso di loro. Tutti si gelarono sul posto. Qualcuno sussurrò varie imprecazioni, qualcun altro sussurrò uno “andiamocene”. Nessuno parve opporsi e si alzarono tutti lentamente facendo attenzione a non fare rumore, prima di camminare lentamente nella direzione dal quale erano venuti, e poi darsela a gambe appena si fossero allontanati un po'. Le luci e le voce intanto si facevano sempre più vicine. Anche Frank e Gerard erano scappati come gli altri, e Gerard si stava maledicendo di aver acconsentito a quella buffonata e di non aver dato un ceffone al fratello quando aveva proposto l'idea di Ray.
I due ragazzi correvano nel bosco schivando gli alberi e le radici. La torcia era rimasta lì dietro ai cespugli e non avevano nulla con cui orientarsi tra la fitta vegetazione. Tutti gli altri sembravano essere spariti. Frank era a dir poco sgomento all'idea che si stessero perdendo nel bosco. Già immaginava le pagine dei giornali nei giorni successivi: “ragazzi trovati morti nel bosco, forse sacrificati”. Tutta colpa di Ray e della sua abilità a suggestionare le persone.
Dopo un tempo imprecisato che correvano verso una meta non meglio definita tra quegli alberi scuri, Frank e Gerard erano ormai sfiancati e dovettero fermarsi per riprendere fiato. La stanchezza si stava facendo sentire tutta insieme, prima l'adrenalina li aveva fatti schizzare via senza alcuna fatica ed ora erano succubi delle conseguenze. Si guardarono intorno, solo alberi anonimi. Alla fine si erano davvero cacciati in un bel pasticcio, e chissà che fine aveva fatto Mikey.
«Ehm, dove siamo?»
Nonostante Frank aveva sussurrato quelle parole con ironia, dentro aveva una paura che aumentava ad ogni battito del suo cuore.
«Nei guai.»
Gerard incontrò gli occhi dell'altro nell'oscurità, due puntini rilucenti in tutto quel nero. Quello scambio di sguardi racchiudeva moltissime cose, ma soprattutto si imploravano a vicenda di non lasciarsi in quella situazione.
«Ho lasciato la torcia alla casetta...»
«Vabbè, io direi di fermarci qui ed aspettare che qualcuno ci venga a cercare o che si faccia giorno così da poter ritrovare la strada da soli.»
Gerard infondeva sicurezza, ma anche lui in fondo aveva un certo timore.
«E se quelli che abbiamo visto ci trovano?»
«Dai Frankie siamo due poveri ragazzi persi in un bosco, che ci vogliono fare?!»
«Se lo dici tu. Comunque ho paura.»
Frank aveva perso il suo solito sorriso ed ora aveva un'espressione afflitta e preoccupata. Gerard si morse un labbro e si sedette per terra. Anche l'altro lo imitò, senza scollargli gli occhi di dosso. Gerard se ne accorse e gli sorrise. Alla fine la situazione non era poi così disperata. Si trovavano insieme e una volta tornato il giorno sarebbero riusciti a tornare a casa, da soli o grazie all'aiuto di qualcuno che sarebbe corso in loro aiuto. Lui era più preoccupato per Mikey che per loro, perché loro comunque stavano bene, mentre del fratello non aveva nessuna notizia. Frank si allungò sul terreno, con le mani dietro la nuca. Gerard convenne che era molto meglio aspettare l'alba allungati che seduti a gambe incrociate, se non voleva ritrovarsi le gambe doloranti al mattino e se voleva riposarsi un po'. L'angoscia dei primi momenti da soli in quella radura senza punti di riferimento si stava diradando. Tutto era così silenzioso, se qualcuno si fosse avvicinato l'avrebbero sentito.
«Va meglio?»
«Sì, credo di sì. È tutto calmo per ora, non ci dovrebbero essere problemi.»
«Beh, un problema già ce l'abbiamo veramente. Siamo dispersi in un bosco.»
Gerard ridacchiò alla sua battuta. Frank sorrise e trattenne il respiro prima di parlare di nuovo.
«Gee, prima che sia di nuovo giorno e che ci ripensi...»
«Sì?»
Frank si issò sulle braccia e si voltò verso l'altro ragazzo. Lo circondò con le braccia, per posizionarsi con il busto sopra di lui, gli occhi piantati nei suoi e le gote accaldate dall'imbarazzo. Ma aveva deciso che doveva dirglielo, quella situazione era unica e dopo la paura durante la corsa nel bosco che ora gli era passata, gli era passata anche quella della sua reazione. Dopo tutti quegli sguardi e quei gesti in quegli anni non poteva allontanarlo per sempre. Sapeva, o forse sperava in cuor suo, che anche l'altro provava qualcosa nei suoi confronti ma non glielo avrebbe mai confessato perché era troppo timido.
«Io... Credo che tu mi piaccia.»
Gerard notò che Frank aveva assunto un tono quasi di scusa. Ma non disse niente. Aprì impercettibilmente la bocca come se volesse parlare ma la voce non gli uscì dalla gola. I loro occhi erano come legati da un filo invisibile e tremavano un poco nell'oscurità. Un filo che poco alla volta diventava più corto, fino a trasformarsi in un cavo dell'alta tensione quando i loro volti erano ormai vicinissimi, le bocche semiaperte che ancora non si toccavano e i loro respiri tremanti che si mischiavano. Ora i loro occhi erano così vicini che tremavano ancora di più, nell'incertezza di dove guardare per non interrompere quegli attimi sospesi nel tempo. L'adrenalina circolava libera nei loro organismi per la seconda volta quella sera facendo pompare forte e all'unisono quei due cuori.
Un ultimo secondo gli occhi si guardarono supplicanti prima che ogni distanza fosse annullata e tutto avvenne lentamente ma all'improvviso e mille emozioni esplosero e si mischiarono e si alternarono in un caos invisibile e vorticoso.
Le braccia di Frank iniziarono a tremare per l'emozione e per la posizione non particolarmente comoda dato che stavano sostenendo il peso di tutta la parte superiore del corpo. Il ragazzo si lasciò andare, senza interrompere il contatto delle lingue che continuavano a cercarsi come se fossero anni – e alla fine lo erano davvero – che attendessero quel momento, e lentamente si poggiò sul petto di Gerard che d'istinto gli circondò il collo con le braccia. Socchiuse gli occhi e gli sorrise, muovendosi un poco per farlo stare più comodo.
Fu così che passarono le ore, tra sussurri e baci sotto le stelle, fin quando ancora nel cuore della notte sentirono delle voci nel bosco. Spalancarono di colpo gli occhi e si misero a sedere sul terreno arso dalla calura. La paura si impadronì nuovamente delle loro menti. Nessuno dei due avrebbe mai dimenticato quella notte in cui stavano provando tante di quelle emozioni diverse l'una dietro l'altra che non sapevano dare a tutte un nome.
In quei momenti di tensione le loro mani si cercarono strisciando tra i ciuffi d'erba giallognoli e si strinsero. Una luce si stava avvicinando e le voci con essa. Ormai erano vicinissime, ancora pochi metri e...
«Gerard! Frank!»
I due ragazzi, completamente bianchi in volto, guardarono allibiti Mikey, Ray e Alicia che li guardavano a loro volta, sollevati.
«Mikey... Che cazz-»
«Quando siamo scappati non vi abbiamo più visto. Oddio mi stava per prendere un infarto! Non sapevamo che fare; se chiamare aiuto, se tornare indietro, se aspettare domani... Alicia ha insistito perché tornassimo indietro ed è stata una buona idea, anche se sono due ore che vi cerchiamo.»
Mikey aveva iniziato a parlare in modo concitato e senza quasi respirare, segno che era davvero agitatissimo. A Gerard quella Alicia era entrata immediatamente in simpatia quando aveva sentito che era stata una sua idea tornare a cercarli. Anche se visto come si erano messe le cose in quella radura non gli sarebbe dispiaciuto restare un altro po' da solo con Frank. Notò che le loro mani erano ancora intrecciate ed arrossì, ma non aveva il coraggio di interrompere anche quel piccolo contatto. Ci pensò Frank che si mise in piedi e poi si voltò verso di lui, sorridendo e guardandolo ancora con quegli occhi luminosi, per porgergli una mano per aiutarlo ad alzarsi. Una volta in piedi Gerard trattenne quella mano un secondo di più del necessario ma alla fine la lasciò e tornò a rivolgersi al fratello, come prima appiccicato ad Alicia. Se l'amore era quelle sensazioni che aveva provato prima con Frank e Mikey ed Alicia erano davvero innamorati, era decisamente felice per il fratello.
«Pensavamo di dover trascorrere la notte qui, menomale.»
C'era un po' di dispiacere nelle sue parole.
«Comunque ora è meglio se ci sbrighiamo, è tardi e se troviamo Donna e Donald svegli sono cazzi.»
Mikey, che guidava tutti con la torcia in mano, si rimise sui suoi passi e tutti lo seguirono. Frank e Gerard erano dietro agli altri tre, che stavano commentando gli avvenimenti della serata. Non si tenevano per mano e non parlavano ma si scambiavano sguardi languidi e pieni di significato.
Arrivarono finalmente al parco. La folla che c'era quando se n'erano andati era scomparsa ed ora rimanevano solo poche persone, sul palco non stava suonando più nessuno.
«Dai però alla fine è stato fico.»
Gerard sentì l'istinto di rispondere male a Ray ma poi pensò che se non fosse stato per lui e le sue idee folli quello che era successo forse non sarebbe mai accaduto e si trattenne.
«Vabbè ragazzi buonanotte, io e Gerard è meglio se andiamo. Frank vieni con noi così facciamo un pezzo di strada insieme?»
Frank annuì e salutò gli altri mentre si allontanava insieme a Gerard e a Mikey che era rimasto indietro dato che aveva appena finito di salutare calorosamente con un abbraccio e un bacio Alicia.
Frank e Gerard non avrebbero mai dimenticato quella serata di un'estate particolarmente calda che aveva dato il via ad una – sperarono – lunga serie di serate simili, preferibilmente non dispersi in un bosco.

 

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Eccomi, ora anche io partecipo al concorso per la oneshot dell'estate.
Quindi, ogni recensione è utile e ben accetta!
Mi sono emozionata tantissimo nello scrivere questa storia, mi ha preso molto più di altre mie storie. Mentre descrivevo la scena di Frank e Gerard nel bosco avevo paura di rovinare tutta l'atmosfera che volevo rendere mettendo un termine sbagliato quindi ci ho passato su quasi due ore.
Spero di aver fatto un buon lavoro! çVç
Per finire, un ringraziamento come sempre alle Fucking Killjoys perché sì, poi a Vale per il supporto e le chiacchierate random e a tutti voi che leggerete e recensirete.

Xoxo

dryVENOM

   
 
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