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Autore: GoldenRose    24/07/2011    14 recensioni
"Il ragazzo le aveva posato le mani sulle spalle, e le sue dita avevano scavato nella sua pelle. Le sue parole erano dolci, a differenza dei suoi modi, il suo tono suadente. Ma qualcosa, in quello che Lily - era davvero lei? Aveva vissuto quel sogno semplicemente da esterna, prima, eppure ora si ritrovava a viverlo in prima persona; una prospettiva terrificante - aveva mormorato lo aveva fatto adirare. I suoi occhi avevano mandato lampi, la stretta sulle spalle di lei era aumentata a ogni secondo che passava, diventando sempre più dolorosa."
Tutto sembra andare per il meglio, più di vent'anni dopo la fine della seconda guerra. Eppure, in questa apparentemente ormai consolidata pace, nuove, inattese forze sono pronte a sferrare i loro attacchi, mentre Lily Luna Potter si trova a dover affrontare sinistre ombre che emergono dalle brume di una memoria lasciata inavvertitamente mal sepolta.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Beneath our Skin


Prologo - Scorpius
Cadeva una pioggia leggera. La avvertiva contro il volto, fredda, a contrasto con il calore della sua pelle; gli inzuppava gli abiti, che gli si appiccicarono. Scorpius si strinse nel mantello, portandosi le mani nelle tasche, al caldo. Sebbene fosse quasi estate, per un bizzarro mistero della natura la temperatura delle sue mani si manteneva bassa per tutta la durata dell'anno. Proseguì lentamente alla volta del castello, sebbene non fosse nelle sue intenzioni entrarvi. Era sempre stato affascinato dalla pioggia; in verità, non credeva che purificasse, o che lavasse via le colpe degli uomini. No, era sicuro che fossero tutte sciocchezze, un tentativo di cercare significati nascosti - e più profondi di quelli che vi fossero davvero - in tutto. A Scorpius piaceva la pioggia perché, se rimani all'aperto quando piove, senti. Ad Hogwarts, quando pioveva, tutti correvano frettolosamente verso il castello, coprendosi il capo con le borse o i libri che avevano a portata di mano, pronti a riscardarsi davanti al fuoco delle loro Sale Comuni. Scorpius, invece, preferiva sempre rimanere fuori. C'era silenzio, nel parco; non quel tipo di silenzio opprimente, che a modo suo è rumoroso - era un altro silenzio, uno che quasi che dava pace, e che si mescolava al rumore della pioggia che cadeva, o delle fronde degli alberi scosse dal vento. E allora, Scorpius semplicemente sentiva. Quelle situazioni gli consentivano di pensare in tranquillità, senza essere disturbato dai suoi compagni di Casa, e, soprattutto, dalle chiacchiere di suo cugino Trystane Zabini, che avvertiva il bisogno di aprire bocca almeno ogni minuto e mezzo. Scorpius amava la pioggia.
Si rintanò nel vano del grosso portone del castello, poggiandosi con la schiena contro uno dei muri spessi, e, in silenzio, continuò ad osservare la pioggia cadere, il profumo di erba bagnata che gli entrava nelle narici. Chiuse gli occhi, abbandonando il capo all'indietro, stancamente. Talvolta era certo di sentire, sul suo braccio destro, il peso di un marchio che non aveva; eppure, per molti, era come se ci fosse comunque. Scorpius, solitamente, preferiva non pensarci, preferiva ignorare e andare avanti per la sua strada. Ma la sua mente, in un modo o nell'altro, tornava spesso e volentieri a soffermarsi sulle questioni che più lo tormentavano. Non seppe mai, esattamente, per quanto tempo rimase con gli occhi chiusi. Ma, appena avvertì un rumore di passi, seppur lieve, li riaprì in fretta, lungi da lui farsi trovare debole, inerme, con le difese abbassate. Notò una figura attraversare il parco, per poi raggiungere Scorpius lì, al riparo.
Era Lily Luna Potter, e aveva pianto. I capelli rossi, che le ricadevano lungo la schiena, erano bagnati e appiccicati al viso, così come i vestiti erano aderiti al suo corpo minuto. Scorpius aveva notato gli occhi rossi, ma non era stato quello ad impressionarlo. Tutti piangono. Perfino lui, certe volte, quando riusciva a lasciarsi andare, quando riusciva a concederselo. Allora piangeva, silenziosamente e dove nessuno poteva vederlo, e quando ritornava in mezzo alla gente nulla sembrava essere successo. No, Scorpius non era rimasto impresso dagli occhi rossi, ma dal modo in cui Lily non tentava di nasconderli. Sul suo viso pallido e minuto non v'era traccia di alcuna vergogna per quello che aveva fatto; eppure, sapeva benissimo che Scorpius avrebbe notato i segni del suo recente pianto, come sapeva che presto si sarebbero trovati faccia a faccia, dato che lo stava addirittura raggiungendo; e nonostante tutto, camminava a testa alta, con un portamento fiero dettato dall'orgoglio. Quando fu anche lei al riparo, si appoggiò con la schiena al muro di fronte, salutandolo con un cenno del capo e nessun sorriso.
Lily era una Serpeverde, e sebbene fossero nella stessa casa, i loro discorsi si erano sempre limitati a dei formali 'buongiorno' o 'buonanotte', già sufficientemente sorpendenti di loro, dal momento che le loro famiglie erano sempre state considerate rivali e agli antipodi. Scorpius aveva pochi - ma ben impressi nella sua mente - ricordi di lei. Mentre la osservava, ferma di fronte a lui e sottile come un giunco, notò che i suoi occhi azzurro chiaro scrutavano senza sosta il parco che li circondava, quasi volessero sondarne ogni cenimentro, e suoi denti bianchi mordicchiavano il labbro inferiore in modo tormentato. Sembrava nervosa, tesa; Scorpius era curioso di sapere perché avesse pianto, ma soffocò in fretta tale curiosità e rimase in silenzio. Il suo sguardo cadde sull'orlo del mantello di lei, e sulle sue scarpe, entrambi infangati, il tessuto del primo lacerato in più punti. Senza ombra di dubbio era stata nella Foresta Proibita, poiché era impossibile conciarsi a quel modo semplicemente camminando per il parco di Hogwarts; ma perché vi era andata? Per farci cosa? Uno dei tanti quesiti che si stava ponendo Scorpius, e destinati probabilmente a rimanere senza alcuna risposta. Distolse lo sguardo, il viso una maschera d'indifferenza, e prese a fissare il Lago Nero. Le sue acque, di solito tranquille, erano bersagliate dalle gocce di pioggia, che ne infrangevano la superficie, usualmente piatta e liscia, come piccoli proiettili, e...
Scorpius, perdendo il filo dei suoi pensieri, quasi non fece più caso a quello che i suoi occhi vedevano. Erano ricordi, ciò su cui si stava concentrando. Scorpius ricordava lo smistamento di Lily Luna Potter; o meglio, da quando il Cappello Parlante l'aveva spedita a Serpeverde in poi, perché, prima di allora, l'aveva notata solo di sfuggita, e per pochi secondi, sul treno che li avrebbe portati al castello. Un'altra Potter, aveva sbuffato, fra sè e sè. Speriamo somigli a suo fratello Albus, e non a James. Credo che non riuscirei ad affrontare un altro Potter ogni giorno per i corridoi. E poi, semplicemente, non le aveva dedicato più alcuna attenzione. Ma quando il lacero, consunto e ormai da pensione Cappello Parlante aveva urlato "SERPEVERDE!" appena la sua tesa aveva sfiorato i rossi capelli di Lily, il chiacchiericcio di Trystane si ridusse ad un semplice, fastidioso ronzio mentre osservava la sua nuova compagnia di casa. Lily era scesa dallo sgabello, l'espressione solenne, seria, mentre nessuno in sala applaudiva, nessuno osava fiatare. Tutti osservavano James Potter, come avrebbe reagito, che cosa avrebbe detto. Chiunque, ad Hogwarts, era a conoscenza dell'aperto disprezzo che James nutriva per i Serpeverde; ma, ora che la sua adorata sorellina era diventata una di loro, come si sarebbe comportato? Scorpius aveva ghignato, soddisfatto come non mai, gettando occhiate divertite al tavolo di Grifondoro, dove James si era alzato in piedi, e, pallido, aveva urlato "Ci deve essere un errore!". Suo fratello Albus, invece, si era portato una mano alla fronte, imbarazzato dalla reazione del fratello, con l'espressione di chi non desidera altro che essere inghiottito dal pavimento. Trystane fu il primo a fare il primo passo, mettendosi ad applaudire in onore della nuova recluta dei Serpeverde, e seguirono il suo esempio ben pochi altri suoi compagni di casa; quando Lily si sedette al loro tavolo, lontana da tutti e senza degnare di un'occhiata i propri fratelli, in molti l'avevano scrutata; chi con sincera curiosità, chi con palese avversione. Scorpius, dopo aver battuto le mani assieme al cugino, sì unì alla prima categoria. La stava guardando, nel tentativo di riuscire a decifrare la sua espressione, e così capire cosa provasse nell'essere smistata in una casa così poco apprezzata dai più. Nonostante l'aria fiera e dura che aveva ostentato prima, camminando verso il tavolo di Serpeverde, ora la maschera di Lily sembrava essere scivolata via per lasciar posto ad un'espressione di quello che sembrava essere timore. Si tormentava il labbro inferiore con i denti, torcendosi le mani pallide in grembo; ogni tanto, lanciava occhiate ai suoi compagni di casa, o ai ragazzini che si sedevano uno dopo l'altro sullo sgabello, forse sperando in qualche altro nuovo Serpeverde, come lei, ma che comunque non arrivò. Alla fine della cena, però, sembrò già più tranquilla, più a suo agio, e osò alzare lo sguardo dal proprio piatto per darsi un'occhiata in giro. I suoi occhi incrociarono quelli di Scorpius; parve riconoscerlo, forse per averlo visto sul treno, o alla stazione, o forse solo per sentito parlare. Inarcò un sopracciglio, come per chiedergli, temerariamente: "Che cosa vuoi?". Lui aveva sorriso e fatto spallucce. "Niente." E allora lei distolse lo sguardo. Quando si alzarono, grattando le panche sul pavimento di pietra, Lily fece per seguire gli altri Serpeverde, che si stavano avviando nei sotterranei, ma suo fratello James la placcò. "Tu vieni con me!" aveva esclamato con decisione, prendendola per un polso. "Andremo dalla McGrannitt e chiariremo questa situazione! Non preoccuparti, Lils, sono certo che ci sia stato un errore; dubito che tu possa essere stata davvero smistata in quella casa di schifosi..." Lily si divincolò con tutte le sue forze, mossa da un improvvisa e gelida furia. "Lasciami. Andare.", aveva sibilato, mentre il fratello la guardava, scioccato, facendo un paio di passi indietro, come se non riuscisse a credere a quello che stava succedendo. Nel frattempo, avevano bloccato il flusso degli studenti che si dirigevano nei loro dormitori, fermi com'erano nella Sala d'Ingresso; tutti li guardavano, sussurravano, perfino ridevano. Albus Potter si fece largo fra la folla, allentandosi il cravattino di Corvonero, quasi come se tutta quella situazione lo stesse soffocando. "Piantala, James.", aveva borbottato nervosamente, il viso corrucciato, lanciandosi occhiate attorno, molto più consapevole dei suoi fratelli degli sguardi che avevano puntati addosso. "Non mi sembra il caso di parlarne qui in mezzo.", aggiunse, rivolto a James, posandogli una mano sul braccio, come se sarebbe servito a calmarlo. Lily lo guardò, grata del suo sostegno, ma lo contraddisse. "No. Non mi sembra il caso di parlarne più e basta." Le sue labbra tremavano, e, in quel momento, dimostrava tutti i suoi undici anni, la rabbia di poco prima che si tramutava in dolore. "Mi dispiace, Jamie.", aveva mormorato, abbassando lo sguardo, e nessuno sarebbe riuscito a negare che le dispiaceva davvero. "Ma non sono chi tu hai sempre voluto che io sia..."
E poi, di Lily, Scorpius ricordava ben poco. Mattine in cui si erano intravisti a colazione, pomeriggi in cui l'aveva notata in riva al lago, sola, a leggere vecchi libri, oppure sere davanti al fuoco in sala comune, occhiate che si erano lanciati nei corridoi, stralci di conversazioni udite per caso sul treno, parole in francese che sua cugina Dominique le insegnava e Scorpius l'aveva sorpresa a ripetere a bassa voce; probabilmente, parole che componevano una poesia. E finiva lì. Ma ora ce l'aveva davanti, quattro anni dopo, e nulla sembrava essere cambiato in lei, eccetto il fatto che, chiaramente, era cresciuta. Ma il vizio di mordicchiarsi il labbro inferiore, quando pensierosa o indecisa o triste, Scorpius aveva notato subito che ce l'aveva ancora. Certo, sapeva qualcosa d'altro su di lei, come probabilmente anche lei possedeva delle informazioni su di lui, ma erano più che altro chiacchiere che gli aveva rifilato Trystane, con l'aria da "so-i-pettegolezzi-di-tutta-Hogwarts-ti-va-di-sentirne-qualcuno" che sfoderava spesso, o piccoli particolari che era riuscito a notare lui stesso. Lily non aveva molti amici, nè sembrava esserne alla disperata ricerca. Metà Hogwarts continuava a dubitare che possedesse davvero le qualità di una Serpeverde, e, tutt'ora, nella sua stessa casa non era ancora del tutto ben vista. "Ciao, Potter" le dicevano davanti, "Ciao, intrusa", era il saluto che le riservavano alle spalle. Parlava spesso con Hugo Weasley e Dominique Weasley, entrambi suoi cugini, o i gemelli Scamander. Si distraeva spesso, durante le lezioni, o così si mormorava, immersa in sogni ad occhi aperti o intenta a scribacchiare sulla sua pergamena tutto tranne il contenuto della lezione. Leggeva molto e lasciava fiori a seccare nei libri. Questo, Scorpius lo sapeva perché una volta, in biblioteca, le erano scivolati dei libri dalle braccia e lui, da poco lontano dove si trovava, l'aveva raggiunta per aiutarla, richiudendoli e ordinandoli nuovamente in una pila. "Grazie", era stato il mormorio di lei, un grazie pronunciato rigidamente, freddamente, quasi temesse che lui l'avrebbe insultata, sbeffeggiata; il suo tono di voce tendeva alla difensiva. Scorpius non aveva replicato e, voltandole le spalle, era tornato al suo tavolo, vicino alla finestra, dove Trystane sogghignava da dietro la sua copia della Gazzetta del Profeta. Una sventola all'orecchio di Scorpius, però, gli cancellò in fretta il sorrisetto dalla faccia. "Ehi!", aveva esclamato, offeso, gli occhi scuri che lanciavano lampi, mentre Scorpius gettava un'occhiata alle proprie spalle. Lily era già andata via.
«La osservi spesso, la pioggia?» Fu proprio lei ad interrompere il loro silenzio, ponendogli una domanda con quella che sembrava genuina curiosità. Loro due non si erano mai parlati così apertamente; non ne avevano mai avuto l'occasione, o forse non erano stati abbastanza bravi a cercarne e trovarne una. Ad ogni modo, Scorpius puntò lo sguardò sul viso sottile di Lily, che lo osservava a sua volta, paziente ed in attesa di una risposta.
«Sì. Lo faccio spesso, in verità. Ogni volta che piove. Mi fa sentire bene.», disse, sincero, stringendosi nelle spalle. Tornò ad osservare il Lago Nero, trovando quella situazione strana, inusuale, nello stesso modo in cui si trovano irreali quelle dei sogni. Non se lo sarebbe mai aspettato, di intavolare finalmente una conversazione con Lily Potter. Avrebbe voluto chiederle come si sentiva, lei, a portare un cognome così importante, così famoso, ad essere sempre paragonata ai suoi parenti, a dover sempre superare le aspettative di tutti. La stessa cosa, in fondo, succedeva anche a lui, con l'unica differenza che la sua, di famiglia, veniva sempre ricordata per meriti opposti. Ed eccolo, di nuovo, il peso di un Marchio Nero che non aveva mai avuto. In molti, spesso, continuavano a guardarlo storto nei corridoi, quasi aspettandosi che tirasse fuori la bacchetta e lanciasse Avada Kedavra a tutti i presenti. Scorpius ci aveva semplicemente fatto l'abitudine, e, in loro compagnia, si comportava con algida indifferenza, come se le loro parole non lo ferissero, come se i loro sguardi, accusatori, ostili, non gli bucassero comunque la pelle. Scorpius non piangeva per se stesso. Scorpius piangeva per la sua famiglia. Piangeva per suo padre. Tutte cose che non aveva mai detto a nessuno, che durante il giorno erano soffocate e di notte erano loro a soffocare lui. Sospirò, mentre Lily annuiva, senza più guardarlo, sovrappensiero.
«Fa sentire bene anche me.»
«Ma io non ti ho mai vista, qui.», ribatté Scorpius, sentendosi subito dopo molto stupido. Si morse la lingua, desiderando di aver detto qualcosa di più brillante.
«Hai ragione; non mi hai mai vista qui perché, in effetti, non ci vengo. Quando piove, faccio in modo di uscire e andare nella Foresta Proibita, per osservare la pioggia filtrare tra le foglie, e...» I suoi occhi caddero sulla spilla da Prefetto appuntata sul mantello di Scorpius, e si interruppe. Poi si guardarono per un lungo momento, in silenzio, soppesandosi a vicenda, attendendo l'uno la mossa seguente dell'altra, senza azzadarsi a fare un primo passo.
«Facciamo finta che io non abbia detto nulla.», dichiarò Lily, infine, con tranquilla freddezza; ma sotto sotto, nel suo tono di voce, c'era una nota d'incertezza, come se sospettasse che Scorpius non avrebbe affatto fatto finta di nulla.
«Come preferisci.», replicò Scorpius, a sorpresa, quasi con leggerezza. Lily si mordicchiò il labbro inferiore, lanciandogli un'occhiata preoccupata, e non trovò nient'altro da dire. Scorpius notò che la loro piovigginata era quasi giunta al termine.
«Perché stavi piangendo?», le chiese piano, con delicatezza, poco dopo, sperando di non risultare troppo invadente - anche se sicuramente lo era. Non che attendesse davvero una risposta, ma aveva preso la decisione di domandare comunque, di farle capire che sì, se n'era accorto, prima, ma aveva fatto finta di nulla, e che quegli occhi rossi c'erano ancora. Lei gli sorrise, divertita; apparentemente, la domanda non sembrava recarle alcun disagio.
«Ora, non allarghiamoci troppo, Scorpius.», fu la sua calma risposta; era la prima volta che pronunciava il suo nome. Scorpius le sorrise a sua volta - "non lo dimenticherò", era ciò che diceva quel sorriso -, e poi Lily fece qualche passo avanti e gli si avvicinò.
«E tu, perché piangevi?» Lo aggirò, come un serpente faceva con la preda, e la domanda rimase sospesa nell'aria, la tensione fra di loro che si poteva tagliare a fettine. I suoi occhi azzurro chiaro scrutavano il suo volto con attenzione, la fronte corrugata, le braccia incrociate sul petto. Scorpius si irrigidì, i muscoli facciali che, improvvisamente, gli sembravano diventati di pietra. Mi ha visto. Mi ha visto. Ma quando? Dove? No, non è possibile.
«Credo che tu ti stia sbagliando. Forse ti confondi con qualche altro biondo. Non è che dovresti portare degli occhiali, come tuo padre?», commentò, sprezzante, gli occhi grigi più freddi del solito, nel maldestro tentativo di nascondere il suo palese turbamento.
«No, ne sono piuttosto sicura.», ribatté Lily, testarda, ignorando bellamente la battuta sugli occhiali. «Ero al secondo anno. Avevo rubato... Una cosa a James. Una mappa. E mio padre mi aveva raccontato di un bagno, un bagno speciale - quello della Camera dei Segreti; credo che tu lo conosca, no? Ne parlano tutti, dopo le avventure di papà. Ecco, desideravo soltanto vederlo. Io... » fu chiaro, che, in quel momento, decise di omettere una parte degli eventi, «... entrai. Sapevo che eri lì; non chiedermi come, tanto non ti rispondo. Ma non pensavo...» Si schiarì la gola, a disagio, mentre Scorpius la fissava, pietrificato, il sangue che sembrava esserglisi ghiacciato nelle vene. Era per questo che aveva smesso di recarsi nel bagno di quella palla al piede di Mirtilla Malcontenta: troppe possibilità di essere scoperti, e, dopo, troppe possibilità che la voce si spargesse. Lily, infatti, era riuscita a beccarlo; ma aveva tenuto la bocca chiusa, Scorpius lo aveva capito, anche se non ne sapeva il motivo. Chiunque altro, al posto di lei, si sarebbe divertito a diffamarlo in lungo e in largo per il castello. «Non importa, comunque. Me ne andai subito, e tu non mi notasti affatto. Non ho mai avuto il... coraggio di dirtelo. Preferivo che non sapessi che io avevo visto.» Fece spallucce. «Oggi mi sento particolarmente temeraria, quindi ecco, l'ho ammesso.» Tu hai visto i miei occhi rossi, Scorpius, ma io ho visto direttamente le tue lacrime, sembrava stesse dicendo.
«Facciamo finta che io non abbia fatto nulla.», borbottò in tono burbero Scorpius, a occhi bassi, citandola. Nonostante non la stesse guardando, poté comunque notare, con la coda dell'occhio, il sorrisetto di Lily.
«Come preferisci.», replicò, citandolo a sua volta. Aveva smesso di piovere, e, dalle nuvole, aveva cominciato a fare capolino, timidamente, il sole. I suoi capelli rossi cominciarono ad asciugarsi, e le ricadevano mossi sulla schiena.
«E' stata la prima pioggia estiva», osservò, il capo alzato in direzione del cielo, un'espressione indecifrabile sul volto.
«Già. La scuola sta per finire.», rispose Scorpius, dando voce alla prima osservazione che gli era venuta in mente. Lei annuì, e poi tornarono a guardarsi, soppesarsi, per la prima volta consapevoli l'uno dell'altra. Nessuno dei due sembrava particolarmente entusiasta all'idea di tornare a casa, lo si poteva leggere chiaramente sui loro visi, sebbene entrambi evitarono di tirare in ballo il discorso.
«Ci vediamo, Scorpius.», lo salutò infine Lily, e sembrava di nuovo nervosa, tesa, come quando l'aveva raggiunto poco prima. Si erano rinchiusi in una piccola bolla, durante quei minuti, e ora che ne stavano uscendo il peso delle loro responsabilità, delle loro vite, sarebbe tornato in fretta a gravargli sulle spalle.
«Sì. Ci vediamo. E' stato... Interessante», aggiunse Scorpius, anche se dal suo tono di voce era impossibile capire se fosse un 'interessante' positivo o negativo. Lei lo guardò un'ultima volta, e per un attimo sembrò quasi che stesse per rimanere; ma poi gli voltò le spalle ed entrò nel castello. Prima che sparisse dalla vista di Scorpius, uno dei raggi di sole che filtrava dalle nubi grigie le colpì i capelli rossi, e fu quella l'immagine che restò impressa nella sua mente fino al loro incontro seguente; la figura minuta di Lily, avvolta nel mantello nero, che gli dava le spalle, i capelli che brillavano ancora di più grazie alla luce del sole, creando un particolare gioco di luci. Se fosse stato capace di disegnare, o di dipingere, Scorpius avrebbe scelto quell'immagine come soggetto.

Parlò nuovamente con Lily Luna Potter in estate, a Malfoy Manor.


Angolo Autrice
Uhm. Non so esattamente cosa sia questa cosa - è nata semplicemente dal bisogno di leggere (scrivere), finalmente, della Nuova Generazione come la immagino io. Sebbene abbia letto tantissime fanfictions su questi personaggi, anche in inglese, non ne ho mai trovata una che rispecchiasse la mia Lily, o il mio Scorpius, o la mia Rose, e così via. Quindi, eccomi qui. Nonostante la storia si incentri principalmente su Lily e Scorpius, conto di riuscire ad inserire anche tutti gli altri. Il prologo è dal POV di Scorpius; gli altri capitoli, però, saranno da quello di Lily. Alla prossima, dunque.

  
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