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Autore: Shadow_84    26/07/2011    1 recensioni
one-shot che si pone prima e dopo il primo capito del cristallo dell'oscurià, pratagonista e il nuovo personaggio Khris.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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IL CRISTALLO DELL'OSCURITA' - ANTEFATTO

IL CRISTALLO DELL’OSCURITÀ’ – ANTEFATTO

 

Odio l’estate! troppo caldo e troppo tempo libero per pensare, odio pensare! Ormai non faccio altro in questa stanza buia…

buio, nient’altro che buio, e dallo spiraglio della porta non arriva luce, e nemmeno un filo d’aria, stupido ripostiglio senza finestre! D’estate questa stanza diventa un forno. Mi asciugo in sudore sulla mia canotta bianca completamente fradicia, che nottataccia d’inferno! Un forte colpo alla porta mi fa sussultare, e la ‘sua’ profonda voce sbraita.

“In piedi e fuori da casa mia!”

Al solito… mi sbatte fuori, ma che altro posso fare se non obbedirgli, se cercassi di ribellarmi mi spedirebbe in ospedale; l’ultima volta sono rimasta in coma per più di una settimana, per fortuna al mio capezzale c’era la mia ‘Mémé’*, la mia adorata nonna, senza di lei a quest’ora sarei in un orfanotrofio, a volte penso che sarebbe stato meglio se lei non mi avesse riconosciuto. Se non l’avesse fatto ora probabilmente dormirei tutte le notti in un caldo letto, e ogni mattina una dolce donna, che io chiamerei mamma, mi risveglierebbe con un tenero bacio sulla fronte, e in cucina mi aspetterebbe un uomo, che io giustamente chiamerei papà, che seduto a tavola leggendo il giornale, al mio arrivo lo abbasserebbe e con un sorriso smagliante mi augurerebbe il buon giorno.

Invece vivo con un uomo che mi odia profondamente, che non sopporta nemmeno la mia vista, ma perché Mémé insiste che io viva con lui, una volta le porsi la domanda ma mi rispose solo.

“E tuo padre! Prima o poi se ne renderà conto!”

Mémé, io non lo voglio un padre che mi picchia solo perche la mia mamma e morta mettendomi al mondo!

La sua tremenda voce mi rimbomba di nuovo nelle orecchie.

“Forza, muovi il culo! Oggi ho altro da fare che

  badare a un’idiota!”

Mi alzo e bofonchio.

“Ok, ok, ora vado…”

Esco da questo dannato ripostiglio, non prima di rovistare nella busta dove tengo i miei pochi vestiti e indossando una maglietta bianca e un paio di pantaloncini neri, la canotta fradicia la lascio sul pavimento rovente, agguanto un paio di sandali neri sull’uscio della stanza che mio ‘padre’ a designato come camera mia, tra scope e mochi per lavare a terra. Schizzo verso l’ingresso, lui e sulla porta della cucina con in mano una tazza di caffè, non mi  degna nemmeno di uno sguardo.

Una volta fuori indosso saltellando i sandali e mi avvio per strada senza una meta.

“Bene, e ora dove andiamo?”

Chiedo mentalmente, sono certa che ‘lui’ risponderà lo fa sempre anche quando non è necessario; ‘lui’ e sempre con me, e sempre stato con me da quando riesco a ricordare.

“Strip - club!”

Dovevo aspettarmelo… e un maniaco…

“Qualcosa di più serio, e consono alla mia età!”

Gli rispondo di rimando, ‘lui’ ridacchia e aggiunge.

“Più adatto di così, hai quasi diciotto anni…”

Scuoto la testa rassegnata, e irrecuperabile… poi lo sento dire.

“Andiamo in spiaggia! Ci divertiremo con

  qualcuno alla nostra altezza!”

Non comprendo subito le sue parole.

“E ora che tu conosca di persona le famose

  Guerriere sailor!”

Le guerriere sailor?! Ma e impazzito??!! Mi ha sempre raccomandato di tenere un basso profilo, e ora vuole fare un colpo di testa, non ci capisco più niente…

“Cosa vuoi fare tu?!?!”

Lo sento ridere di gusto.

“Fidati so quello che faccio…”

No, non lo sai affatto! Se malauguratamente scoprono la mia identità non solo mi daranno la caccia, ma mio ‘padre’ avrà una buona scusa per uccidermi! Già immagino la scena, io accasciata a terra con la mannaia da cucina conficcata tra le scapole e mio ‘padre’ che si giustifica con la polizia.

“Dovevo farlo! Era il mostro della spiaggia, che

  ha attaccato le sailor!”

La mia vita e già finita… diciassette anni di tormenti terminati violentemente per l’idea malsana di un qualcosa che parla nella mia testa di tutto e di niente, ma soprattutto di porcate.

“Khris, ti ricordi che qualche tempo fa ti dissi

  che ero qui per uno scopo… e che quando

  sarebbe arrivato il momento ti avrei chiesto

  di fare delle cose per me…”

E adesso che diavolo gli prende?

“Uhm… si mi ricordo, mi dicesti che dopo

  tutto ciò io sarei stata finalmente felice…”

Lo sento sospirare.

“Khris… e arrivato il momento…”

Non capisco cosa possono centrare le sailor con la mia futura felicità, ma mi fido di ‘lui’; e l’unica persona di cui mi fido oltre la mia Mémé, persona… che parola grossa, l’unica volta che ho visto la sua vera forma era solo uno strano cristallo avvolto da del fumo scuro. Faccio come mi ha detto, m’infilo in un cantiere abbandonato e mi trasformo, non e certo un bel vedere la mia trasformazione ma e di mio gusto, infondo sono un amante dei film horror.

“Dov’è questa spiaggia?”

Domando, lui risponde solo.

“Guarda…”

E nella mia mente si susseguono diverse immagini che mi indicano la strada da seguire.

“Ok!”

Dico prima di alzarmi in volo con un unico battito delle mie tre ali.

A questa velocità raggiungeremo la spiaggia, che dista una cinquantina di chilometri, in pochissimi minuti. Adoro il vento che mi frusta violentemente il viso, adoro volare, e l’unico momento in cui mi sento veramente libera, veramente me stessa, e volare in estate e meraviglioso; il cielo e terso, il sole brilla pienamente, e a questa altitudine spira un dolcissimo venticello, di solito ritengo l’estate una stagione stupida, senza importanza alcuna, l’unica cosa piacevole dell’estate e volare.

“Eccola!”

Sento la sua voce rimbombarmi nella mente, guardo giù e la vedo, la spiaggia con la sua candida sabbia e il suo sconfinato e profondo mare, sbuffo insoddisfatta, il volo e durato davvero poco… sento la risatina divertita di ‘lui’, mi conosce così bene che gli basta poco per capire.

Mi preparo all’atterraggio spiegando al massimo le ali e scendo lentamente, quando sono a meno di una ventina di metri dal suolo sento le prime urla, e sotto di me le persone fuggono terrorizzate, per me quegli esseri valgono meno delle formiche, sono esseri inutili e senza scopo che non avrebbero nessun diritto di vivere in questo meraviglioso mondo.

Una volta posato piede sulla bollente sabbia, che in questa forma non mi dà minimamente fastidio, ripiego all’interno del mio corpo le ali che ora non mi servono, mi guardo in torno.

“Dove sono le sailor?”

Alla mia domanda seguono alcuni secondi di silenzio e alla fine ‘lui’ mi degna di una risposta.

“Più avanti! Sulla tua destra.”

Avanzo di una decina di metri, per poco non inciampo in un ragazzino idiota che mi sfreccia davanti urlando, ringhio di rabbia, avrei voglia di staccagli quella testolina del cazzo con un morso, avanzo di un paio di passi e ‘lui’ annuncia.

“Eccole, voltati!”

Mi volto come mi ha detto, ma oltre gli ombrelloni vedo solo tre ragazze e una bambina che mi fissano, non fuggono come tutti gli altri.

“Dove? Non vedo le sailor, vedo solo quattro

  svitate che non si rendono conto del pericolo

  che rappresento!”

Ridacchia di nuovo, quando fa così non lo sopporto!

“Sono loro! Non si sono ancora trasformate!”

Loro?! Quelle ragazze all’apparenza indifese ?! E proprio vero, mai giudicare dalle apparenze!

Ridacchio a mia volta, e le vedo rabbrividire al suono che esce dalle mie labbra.

“Su, andiamo a combattere!”

 

****************************************

 

Estate… fino a stamattina l’odiavo ma dopo quello che è successo su questa spiaggia solo poco ore fa, non è più così, quella ragazza ha stravolto il mio mondo. Guardando il sole che scompare nel mare, sospiro… che diavolo mi succede, quella sailor Infinity mi a quasi mandato all’altro mondo e io sto qui a pensare a lei, ai suo splendidi capelli corvini, al suo meraviglioso corpo… dio, sto impazzendo da vero… e stato stupido tornare qua dopo quello che e successo, ma e stato più forte di me, volevo rivederla, volevo sentire di nuovo la sua soave voce che mi canzona, non ho mai provato nulla di simile nella mia vita… sono tornata per rivederla ma lei non c’è più… e sento la voce di ‘lui’ che dolcemente mi sussurra.

“Non temere la rivedrai… ormai i vostri destini

  sono legati inesorabilmente… fidati di me!”

Lo so, mi fido di te ciecamente, e ora comprendo anche le tue parole… e lei la mia futura felicità… sorrido, al cielo che si tinge dei colori del tramonto, l’estate è davvero meravigliosa.

 

Note*

Mémé: è l’appellativo francese di nonna, che in Francia e detta grandmere, cioè grande madre.

   
 
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