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Autore: _A_    26/07/2011    1 recensioni
Aro e Renata:
Arrivammo nel suo ufficio. Era l’ unico luogo al riparo da sguardi indiscreti, dove nessuno poteva infastidirci.
Aro si sedette alla scrivania ed iniziò a compilare dei fogli.
Io lo osservavo con la coda dell’ occhio, fingendo di guardare il panorama toscano dalla finestra.
Era una bella giornata e il sole che penetrava attraverso i vetri faceva brillare la sua particolarissima pelle, rendendolo ancor più affascinante.
Appena terminò si avvicinò a me cingendomi la vita.
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aro, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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 << Chi è?>>, chiesi ancora ricoperta da una profumatissima schiuma.
<< Renata, fai presto sono tutti nella sala dei Troni, manchi solo tu….>>, rispose Heidi.
<< Si, arrivo, sono quasi pronta>>.
Uscì dalla vasca e mi asciugai in fretta. Indossai il vestito e raccolsi i capelli, ancora umidi, in uno chignon.
Corsi al piano di sotto e presi velocemente il mio posto accanto a Heidi.
<< Sei sempre in ritardo>>, mi sussurrò con tono ammonitore.
<< Lo so, mi dispiace…>>, le risposi.
Di fronte a me non potei far a meno di notare una raggiante Jane impegnata a rivolgere sorrisi melliflui ad Aro, ed occhiate fulminanti nella mia direzione.
Era patetica. Non avrebbe mai ottenuto quello che desiderava da Aro, lui la considerava come una “figlia”.
Le sorrisi e continuai a consumare il mio pasto, ignorandola totalmente.
Questo mio atteggiamento, però, la infastidì moltissimo.
<< Che hai Jane?>>, le chiese Sulpicia dolcemente.
<>, si interruppe. Guardò verso di me, << Niente!>>, rispose con voce alterata.
Percepivo lo sguardo di molti, ma rimasi sempre a testa bassa. Heidi mi diede una gomitata per scuotermi.
<< Oggi le signorine sono un po’ strane…>>, disse Felix sorridendo.
Quanto avrei voluto scomparire!.
Per fortuna questa tortura finì dopo qualche minuto, quando tutti, un po’ alla volta, andarono via.
Stavo per avere un crollo di nervi.
Uscì dal palazzo e andai nel grande giardino sul retro.
Mi stesi sull’ erba fresca vicino al lago e passai una mano sugli occhi, gonfi di lacrime, per asciugarli.
Il cielo era limpido e si potevano vedere le tantissime stelle che lo illuminavano come diamanti. Chissà perché, ma questo scenario, fin da piccola, mi metteva tristezza.
Tutt’ intorno regnava un assoluto silenzio, rotto di tanto in tanto, solo da qualche animaletto.
Mi sforzavo in tutti i modi di non pensare, ma senza alcun risultato. La mia mente spietata iniziò a rielaborare inesorabilmente tutto ciò che era accaduto durante i giorni appena trascorsi.
Continuavo a porgermi domande, che non trovavano risposte.
La mia attenzione fu , tutto ad un tratto, catturata dal suono di passi attutiti dall’ erba.
Rimasi immobile sperando di passare inosservata. Senza riuscirci.
Qualcuno si sedette accanto a me. Quel qualcuno, era proprio colui che in quel momento tormentava la mia testa, il mio cuore, la mia anima.
Mi aspettavo che cominciasse a parlare, ma invece rimase in silenzio.
Mi girai verso di lui. Non riuscivo a staccare lo sguardo dal suo volto, perfetto ed enigmatico. Avrei voluto conoscere i suoi pensieri.
Non mi guardava, era attirato da qualcos’ altro di fronte a lui, o meglio, fingeva di esserlo.
In tutti questi anni passati insieme, avevo più o meno capito il suo modo di fare, il significato dei suoi gesti, dei suoi atteggiamenti, anche se alle volte mi spiazzava completamente.
Rivolsi nuovamente gli occhi verso il firmamento.
Si stese anche lui.
<< Straordinario>>, disse sussurrando.
Lo guardai.
<< E’ da secoli che non vedo un cielo cos’ bello… non trovi anche tu?>>, aggiunse continuando a fissare le stelle.
<< Si è vero>>, risposi accennando un sorriso malinconico.
<< Dubita che le stelle siano ardore,
    che il sole ruoti intorno alla sua sfera…..>>. Disse strappando una margherita dal prato e girandola fra le dita.
<< Dubita che la verità sia vera…>>, continuò << Ma…>>
<< Dubbio non avere del mio amore…>> conclusi io.
Si girò verso di me e mi appoggiò la margherita fra i capelli, come un fermaglio.
<< Renata, io non voglio che tu stia male…>>.
Sentì di nuovo gli occhi riempirsi di lacrime.
Annuì.
Sapevo cosa stava per dirmi.
Mi diede un bacio sulla fronte e mi tese la mano.
<< Entriamo dentro?>>, mi chiese.
<< Si, andiamo …>>, risposi.
Si, forse era meglio così….
 
 
 
 
 

 
Ciao ragazzi !!! Come va? Come lo trovate ? E’ un pochino triste, ma alla fine nessuno soffrirà più…..
Nota aggiuntiva: i versi pronunciati da Aro e Renata, sono stati presi dall’ Amleto di Shakespeare .
 
Vi ringrazio tutti, davvero con il cuore, dal primo all’ ultimo. Grazie a chi ha recensito, a chi si è appassionato a questa storia, a chi l’ ha solo letta. GRAZIE MILLE !!!!
  
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