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Autore: Darkshin    26/07/2011    4 recensioni
Raccolta di drabble e storie brevi sui maghi di Fairy Tail
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fairy shots
Fairy Shots


Alzack era seduto su una comune sedia di paglia, solo nella sua stanza. Bisca se ne era appena andata, annunciandogli che avrebbe sposato un famoso mago biologo dell'Est, lasciandolo di sasso per alcuni minuti. Era quasi certo di averla sentita sussurrare delle scuse, prima di chiudersi la porta alle spalle con delicatezza, con la stessa delicatezza con cui chiudeva la storia tra di loro.
Una storia che non c'era mai stata, in fondo: alla prova dei fatti, si era trovato ad essere troppo esitante, troppo inconsistente nonostante tutti i buoni consigli che gli erano stati dati dagli amici.
Ormai, però, era tardi, così il ragazzo estrasse la fidata pistola dalla fondina, puntandosela alla tempia. Chiuse gli occhi, per una naturale paura, ma la mano tirò il grilletto senza esitazioni.
E si svegliò.

Bixlow si passò una mano tra i capelli, appoggiandosi al piano di marmo del lavandino mentre si fissava con serietà allo specchio e meditava, perplesso, sul suo aspetto. Si chiedeva quale torto avesse mai fatto agli dei per quella faccia orribile e quei capelli da pazzo, per non parlare di quegli occhi terribili che lo costringevano a non potere mai fissare con serenità il suo sguardo in quello delle altre persone. Per non parlare poi del fatto che era in squadra con quella discreta gnocca di Ever e con Fried, il classico figo silenzioso.
Il suo creatore doveva essere di certo un sadico bastardo.

Erza si rialzò, decisa: con movimenti energici e la massima concentrazione, rilucidò le sue armature e riaffilò tutte le armi, riponendole con cura nello spazio magico pronte ad essere evocate al momento opportuno, che lo sapeva, non avrebbe mancato di presentarsi. Stavolta però, nessuno le avrebbe impedito di marciare contro il Consiglio Magico per riprendersi quello che era suo, a costo di andare anche contro la sua stessa gilda.
Poggiò la mano sul pomello della porta e lasciò che la sua mano lo sfiorasse, tornando di nuovo a sedersi sul letto, come aveva fatto le quattro volte precedenti.

Fried mescolava il suo cocktail senza guardarlo, la testa china sul bancone contratta in una smorfia arcigna: ancora non riusciva a capire come avesse fatto Bixlow a trascinarlo in un luogo simile, un club per uomini nel centro di Magnolia! Guardando quelle ballerine poco vestite che ronzavano tra i tavoli, il ragazzo sapeva che non ne avrebbe approcciata nemmeno una, come non aveva mai provato interesse per una qualsiasi delle sue colleghe: non aveva mai apprezzato le donne "eccessive", quindi la gilda non era certo posto in cui uno come lui potesse trovare l'anima gemella. Di recente però, si era accorto che se doveva essere sincero, una non era così, anzi...
Fu distratto dai suoi pensieri da un Bixlow alticcio con al seguito bambole di plastica alticce e due bambole di carne sotto le braccia, alticce anche queste, che rideva sguaiatamente e lo invitava incerto ad unirsi a loro. Sulle labbra del giovane si disegnò un sorriso condiscendente, di miele, ma quando il suo collega si girò fu lesto a imporgli sulla schiena una "regola": "se il bersaglio delle rune ha bevuto, per stasera non sarà in grado di...".
La prossima volta, se avesse avuto voglia di quel tipo di divertimento, si sarebbe ricordato di andarci da solo.

Mirajane adorava quei momenti in cui, alla fine della giornata, tutti maghi tornavano a casa e la gilda rimaneva vuota e silenziosa. Facendo le pulizie, riusciva a trovare il tempo di lasciarsi andare per un pò ai suoi pensieri: quella sera pensava a Elfman, che la aspettava sempre fuori dalla gilda per tornare a casa insieme e che stavolta non ci sarebbe stato perché era riuscito ad invitare Evergreen a cena; pensava alla ritrovata Lisanna, che non sarebbe tornata a casa perché sarebbe rimasta da Natsu.
Pensava a tutte le coppie che nella sua carriera di barista e maga aveva visto passare; ci sarebbe stato qualcuno anche per lei, qualcuno di suo ad attenderla tutti i giorni della sua vita? Una delle maghe più belle e forti della gilda avrebbe saputo trovare un uomo giusto?
La tristezza che la aveva avvolta passò veloce, come pulita via dal panno morbido che maneggiava: finché non si arrendeva c'era sempre un domani, pensò mentre la porta si apriva per lasciare entrare un ultimo cliente.

Natsu amava fissare la luna: quando era troppo eccitato per riposare come si deve o quando, come in quel caso, era preoccupato, dubbioso o inquieto, puntava i suoi occhi nel luminoso disco, sperando che per magia vi comparisse una risposta, anche quando la luna si ostinava a rimanere del suo naturale colore argenteo.
Agitato, si passò ancora una volta quelli che ormai si potevano a buon diritto chiamare artigli sulle spesse placche che rivestivano parte del suo corpo: non era la prima volta che una simile stranezza si verificava, ma dopo l'ultima battaglia quelle squame inquietanti non ne avevano voluto sapere di sparire come al solito. Era normale? Era un effetto collaterale della loro magia, sarebbe successo anche a Wendy e a Gazille, cosa sarebbero diventati?
O forse, era più corretto chiedersi: cosa erano in realtà?

Reedus il pittore non riusciva a staccare  gli occhi da loro due: il suo animo gentile da artista soffriva, nel vedere lui in ceppi al processo e lei appena dietro, separati dalla sottile parete di legno e dalla distinzione tra imputato e spettatrice. Eppure, erano perfetti, due splendide macchie di colore che si armonizzavano a vicenda anche nella tristezza e nella miseria.
Tornato a casa, prese i suoi colori per immortalare sulla tela quello che aveva in fondo al cuore, ma nessuna immagine, per quanto perfetta, rendeva a dovere lo strazio di due vite nate per essere unite che il mondo separava con la sua logica spietata.
Allora, prese una nuova tela e il pennello più grande a sua disposizione e tracciò, da un angolo all'altro, una immensa X: uno dei due tratti era di un blu cobalto, intenso e calmo; l'altro tratto era rosso come la passione e il sangue.
Al centro, dove ci sarebbe dovuto essere il viola, però, era rimasto il bianco.

Visca era una persona paziente, un pò all'antica nonostante sembrasse così emancipata e sicura di sè. Erano secoli che aspettava che come si conviene il suo unico pretendente si dichiarasse, magari durante una cena romantica, una passeggiata, un gelato, ma ancora niente!
Così, applicando un consiglio di Mira, alla prima occasione inchiodò quel bel tomo di Alzack al muro, il fucile di traverso sotto la sua gola mentre gli strappava a morsi e baci le labbra e la lingua.
In fondo, se "Demon Mirajane" aveva consigliato di essere più "aggressiva", non poteva che intendere una cosa del genere, no?



N.d. Dark: otto piccoli pensieri su otto diversi maghi; originariamente doveva esserci un mago per ogni lettera dell'alfabeto, ma l'ispirazione va e viene quindi creerò più capitoli se necessario. Si accettano richieste, spero vi sia piaciuta questa prima parte!

Dark


  
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