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Autore: irytvb    26/07/2011    3 recensioni
Ogni anno, ad Hogwarts, da quando la guerra si è conclusa, si tiene un ballo commemorativo, per ricordare tutti i morti che si sono sacrificati per il bene comune.
Per Rose Weasley quella è una sciocchezza: è solo una scusa per saltare un po' di lezioni la mattina dopo e per bere.
eppure, incontrerà qualcuno di molto speciale...
"tu sai il mio nome, ma io non so il tuo... come ti chiami?" chiese, consapevole degli occhi di Ron, suo padre, che le scrutavano il retro della testa.
Ronald Weasley era il padre geloso per eccellenza.
"Oh, ma il mio nome lo conosci!" disse il ragazzo, esibendo un altra volta il sorrisetto sfrontato."
spero vi piaccia!
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'taste of sin'
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Danze infernali

Certe cose non muoiono mai..

 

"Posso avere un ballo?" chiese un ragazzo, avvicinandosi a Rose.

La ragazza lo osservò per qualche secondo, incerta su cosa rispondergli: era ovvio che non lo conosceva.

Nonostante la mascherina nera che portava come tutti i partecipanti all' evento, Rose era certa di non averlo mai visto: non si sarebbe mai dimenticata di un sorrisino così... così snervante.

Davvero, avrebbe voluto tirargli un pugno, perchè era ovvio che il ragazzo non si aspettasse un rifiuto da lei.

Era troppo sicuro, e a Rose venne voglia di dire no solo per vedere la faccia che avrebbe fatto.

Ma non lo fece. C' era qualcosa, in quegli occhi scuri che sembrava sfidarla .

O forse se lo stava immaginando: Rose era famosa per essere paranoica e per leggere sempre le intenzioni sbagliate. Molti si chiedevano che cosa ci facesse nella torre dei Grifondoro, in effetti.

"Va bene..." disse , incuriosita.

Il ragazzo perse il sorriso per qualche secondo, e per un attimo potè giurare che sembrasse quasi arrabbiato, prima che ritornasse a sorridere, questa volta amabilmente.

"Rose Weasley..." disse, mentre iniziavano a ballare a tempo di un noiosissimo valzer.

non la chiamò, fu come se saggiasse il suo nome sulla punta della lingua, e Rose rabbrividì, mentre le braccia del ragazzo la stringevano più forte: per un attimo si sentì in gabbia.

"tu sai il mio nome, ma io non so il tuo... come ti chiami?" chiese, consapevole degli occhi di Ron, suo padre, che le scrutavano il retro della testa.

Ronald Weasley era il padre geloso per eccellenza.

"Oh, ma il mio nome lo conosci!" disse il ragazzo, esibendo un altra volta il sorrisetto sfrontato.

"No, non ti ho mai visto."

"E' strano, non trovi? Perchè io so molte cose su di te..."

"Le sai perchè sono la figlia di due dei salvatori del mondo magico." Ribattè sicura Rose.

"Oh, no, non è così." disse il ragazzo."so che odi questo ballo, perchè secondo te Hogwarts dovrebbe insegnare agli studenti la magia, e non organizzare ridicole feste. Lo odi perchè non è davvero una festa, ma una commemorazione per i caduti in battaglia, eppure tutti sono felici. Lo odi perchè indossiamo tutti una stupida mascherina nera, tutti uguali.

Lo odi perchè anche i dipendenti del ministero partecipano a quella che tu hai definito una messa in scena, così che tutti si ricordino, ogni primo Novembre, che i tuoi genitori hanno salvato il mondo.

E che si devono aspettare grandi cose da te."

Rose guardò il ragazzo con rinnovato interesse: era vero.

Era proprio ciò che aveva detto ad Al pochi giorni prima.

"Chi sei?" chiese Rose, adesso davvero interessata.

"Indovina."

"Allora dammi un indizio, perchè io non ne ho proprio idea!"

"allora..." disse il ragazzo, facendole fare una giravolta, per poi riportarsela al petto,"ti aiuterebbe sapere che ho conosciuto tuo zio Harry Potter di persona?"

"no, molta gente lo conosce." rispose Rose, per poi piantare gli occhi addosso all' altro ragazzo, studiandolo.

Aveva i capelli neri, lisci, che gli cadevano liberamente sulla fronte.

Non erano degni di nota.

Aveva un bel naso, dritto, con la punta leggermente all' in sù.

Nemmeno quello degno di nota.

Aveva la mascella decisa, forte, e Rose aveva l' impressione che fosse abituato a stringere i denti e andare avanti, qualunque cosa succedesse.

Molte persone erano così, perciò anche quello non era degno di nota.

Le labbra erano pallide, sottili, arricciate in un piccolo ghigno di superiorità.

Quel sorrisetto gli ricordava esattamente quello di Mlafoy.

Perciò, anche quello, non era degno di nota.

Era un viso normale, che si sarebbe potuto benissimo dimenticare, se non fosse stato che nell' insieme, era bello.

Affascinante, ecco la parola giusta.

E poi c' erano gli occhi.

Quelli erano degni di nota.

Non era la forma che era paricolare, quanto il colore: nero pece.

Rose non distingueva l' iride dalla pupilla.

ma non era solo quello; emanavano una forza irresistibile, una sfida perenne, che Rose aveva già visto.

Non sapeva dove, ma ricordava perfettamente di averla già vista.

"Dimmi... uhm... dimmi, vai bene a scuola?" chiese Rose, non sapendo cosa chedere.

"si, andavo benissimo. Sono stato uno degli studenti migliori che Hogwarts abbia mai avuto."

Ecco, quella risposta era esagerata.

Rose l' avrebbe riconosciuto se fosse stato così: gli studenti migliori della scuola erano stati, a loro tempo, Albus Silente, sua madre Hermione Granger, e T-

"ti dò un indizio: ero di Serpeverde."

Rose annuì, pensando che in fondo se lo sarebbe potuta immaginare dal comportamento dell' altro.

"Come hai conosciuto zio Harry?" chiese, nella speranza di ricevere più informazioni, ormai senza nemmeno accorgersi del movimento lento e circolare che creavano mentre ballavano.

"E' stato molto tempo fa, si può dire che io sia andato a trovarlo..." sussurrò il ragazzo al suo orecchio, e Rose rimase stupita nel sentire la sua voce così vicino: senza volerlo si era tesa verso di lui, e adesso il suo naso toccava la guancia pallida e fredda dell' altro.

"Quado?" sussurrò Rose, senza staccare gli occhi da quelli del ragazzo.

Ormai qualunque risposta avesse dato, lei non se ne sarebbe curata: era ammaliata.

"Oh, è passato molto tempo... vent' anni o giù di lì..."

Rose annuì, come se fosse una cosa del tutto normale che avesse conosciuto Harry vent'anni prima, quando ne dimostrava al massimo diciassette.

"Gli ho anche lasciato un regalino, sai?" le chiese ancora.

Adesso Rose sentiva il respiro dell' altro sulle sue labbra.

"Quale?"

"Una cicatrice a forma di saetta." le rispose, con un sorriso.

La ragazza ci mise qualche secondo prima di capire cosa stava insinuando l' altro.

Improvvisamente ruppe il moto circolare che compivano, quasi correndo via dalle sue braccia: era uno scherzo.

La stava prendendo in giro...

ma infondo sapeva che non era così.

Qegli occhi erano così famigliari perchè lei li aveva visti nel libro di storia della magia, quando avevano studiato la seconda guerra magica.

"Hai paura, Rose? Hai capito chi sono?" canticchiò lui, mentre con un movimento fluido le sue braccia si strinsero di nuovo attorno alla figura smilza della ragazza.

"I-Io credo che... che.." si guardò intorno, mentre cercava di fuggire alla gabbia che ormai formavano le braccia del suo compagno di danza.

Nessuno sembrava accorgersi che quel ballo era forzato.

Nemmeno suo padre, che in quel momento litigava furiosamente con Harry Potter, il bambino che era sopravvisuto...

Smise di lottare, semplicemente sapeva che non avrebbe vinto.

"Non è educato cercare di scappare a metà ballo, non credi Rose?"

"Ma non è gentile nemmeno obbligare qualcuno a ballare, non credi Tom Riddle?" chiese con lo stesso tono Rose.

Suo cugino James sarebbe stato fiero di lei e del suo inaspettato orgoglio.

Se lo immaginava già che le diceva: "non mi sarei aspettato niente di meno da un Grifone! "

"non mi sarei aspettato niente di meno da una Grifondoro... " disse Tom.

Rose si stupì di come le due frasi suonassero così diverse avendo le stesse parole: la prima doveva essere un complimento, mentre l' altra era formulata come un insulto.

Girarono intorno per qualche secondo, in silenzio, prima che la Weasley fose colpita da un pensiero:

"Ma tu sei morto!"

"Oh, no, non esattamente..." le rispose Tom, prima di chinarsi in modo che il suo viso fosse alla stessa altezza di quello della ragazza.

"Come sarebbe a dire non esattamente?!" chiese orripilata Rose, dilaniata dalla paura e dal disgustoso desiderio di maggiore vicinanza.

Perchè, per quanto cercasse di ripetersi che non era così, Rose voleva assolutamente baciare quelle labbra.

era sbagliato.

Quel ragazzo, (o uomo, anche se in quel momento sembrava avere la sua stessa età,) aveva ucciso lo Zio Fred.

aveva ucciso i genitori di Teddy, i nonni di James, Al e Lily.

Aveva obbligato il padre di Scorpius a diventare un mangiamorte.

Aveva tentato più di una volta ad uccidere Harry-

I suoi seguaci avevano quasi ucciso sua madre.

Eppure Rose si ritrovò di nuovo a respirare la stessa aria di quell' assassino.

Si ritrovò a inclinare leggermente il volto.

Era sbagliato.

Lo sapeva benissimo,  eppure...

^il mio angoletto^

ehilà! sono io!

questa storiella è una specie di prequel di una storia che credo di pubblicare tra poco, e bhè... io ho amato scrivere questa scena xD

sapevate già chi era? L' avevate indovinato? ditemi cosa ne pensate, perfavore, e anche le critiche sono bene accette!!

1 baci8

iry

  
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