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Autore: DanP    27/07/2011    4 recensioni
[Teen Wolf - StilesxDerek - può contenere spoiler!]
1.Dove Stiles Stilinski ha seri problemi ad addomesticare un animale molto sexy. 2.Dove Derek Hale dovrebbe smetterla di entrare nelle proprietà private senza permesso, di nuovo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Secrets

 

1.Dove Stiles Stilinski ha seri problemi ad addomesticare un animale molto sexy.


 

Di segreti Stiles Stilinski ne aveva pochi, forse nessuno. Piccoli capricci normali tra padre e figlio, un brutto voto o una qualche marachella combinata da bambino, non che da grande non ne avesse commesse mai.
Ma con Scott la prassi era nessun segreto. Era il suo miglior amico -aveva decretato, senza dubbi, sin dal loro primo incontro- e pertanto le parole non dette erano bandite. Ma da quando la faccenda licantropo era entrata nelle loro vite, scuotendone il mondo dalle fondamenta, facendolo crollare come un castello di sabbia tra le dita, di segreti celati ce n'erano stati e tanti.
Ogni giorno di più si moltiplicavano e sia lui che Scott avevano conservato un numero rilevante di scheletri nell'armadio, che fossero insidiosi o meno.
Uno di quegli eventi, di una gravità sconcertante e imprevedibile, si stava appunto perpetrando sotto i suoi occhi proprio in quel momento, quando, appena scampato all'attacco dell'Alpha a scuola -in cui aveva perso come minimo vent'anni di vita- sventato provvidenzialmente dall'intervento di suo padre, si era rintanato a casa, vuota e desolata mentre Stilinski senior tappezzava l'intera cittadina in cerca del più probabile -e del tutto innocente per lui, fino a prova contraria- serial killer Derek Hale.
L'ingresso a casa era stato accolto con una folata d'aria gelida, che gli aveva provocato brividi freddi e già ben sperimentati nella recente esperienza.
I suoi nervi erano ormai del tutto logorati e dover affrontare un nuovo pericolo era un'eventualità che non voleva nemmeno contemplare. Ma quando, dopo aver provvidenzialmente afferrato la sua fidata racchetta da lacrosse, si era diretto verso la porta della cucina che dava sul retro, le sue speranze si erano assopite così com'erano nate.

La stanza che considerava un luogo sicuro e protetto in cui aveva passato i migliori anni della sua infanzia tra le braccia premurose di sua madre e le carezze gentili del padre, era ridotta ad un campo di battaglia. Si era alzato un forte vento e il cielo era scuro di nuvole cariche di pioggia.
La porta, quasi divelta dai suoi stessi cardini era “graffiata” in più punti, come se qualcuno -o qualcosa- annaspando, l'avesse forzata per entrare, faticando.
Un mare di vetri sparse al suolo, punteggiavano il pavimento come stelle nel cielo notturno, che scricchiolavano sotto la suola delle sue scarpe. Era troppo buio per distinguere qualsiasi cosa che non fossero i contorni scuri del mobilio, ma per qualche secondo Stiles ebbe la piena convinzione di vedere delle ombre sfumate, muoversi troppo rapidamente, troppo definite.
Pregando che l'Alpha non volesse banchettare con lui o che Scott non avesse definitivamente perso il lume della ragione e mosso da un istinto di sopravvivenza avesse deciso che era il momento di dimezzare il suo branco a cominciare da lui -che pensiero carino, pensò Stiles terrorizzato- strinse con più forza i palmi all'impugnatura, avvertendo il battito frenetico del suo cuore fino alle tempie, quasi anche lui volesse fuggire il più lontano possibile.

“Ma che diavolo?!”Stiles retrocedette fino quasi a ritrovarsi a gambe all'aria.
Per essere un lupo, analizzò con la sua mancata freddezza, lo era, ma non del genere che lui si sarebbe aspettato.
Derek Hale stava nel mezzo della sua cucina come una sorta di re nella sua proprietà, vigilando come un falco in tutta la sua potente altezza. Era di spalle ma non poteva essere che lui.
Il lupo acido. E morto. Ricordo a sé stesso.
“Che diavolo ci fai qui?!” scandì con ancora più veemenza al suo indirizzo, la voce più acuta del normale che tentò di smorzare sulle ultime sillabe. Derek non si mosse, posando una mano sul ripiano in marmo e lasciandovi, mentre stringeva, delle piccole ma profonde crepe a ragnatela su tutta la superficie.
“Basta così!” gridò Stiles aggirando il tavolo e trovandosi finalmente davanti all'intruso. Impiegò pochi secondi per registrare l'orribile e poco umana macchia nera sulla maglietta del ragazzo.
Accesa una luce poté stimare l'entità dei danni, contemplando con le labbra increspate e la fronte ridotta ad un ammasso di rughe, la ferita che impietosa si allargava sul torace di Hale, quest'ultimo iniziò a togliersi con degli strattoni la giacca di pelle, facendosela passare a fatica dalle braccia.
“Oddio...sei...vivo?” era una domanda stupida ma gli sembrava la più sensata, in quell'attimo.
Derek levò lo sguardo su di lui, per la prima volta da che l'aveva trovato in casa.
“Non certo per merito vostro, che dici?”
Sarcasmo, la sua più grande arma di difesa. Però sotto quello scorgeva con facilità il dolore che gli attraversava l'intero corpo, non era nemmeno necessario soffermarsi sulla fronte imperlata di sudore o il colorito cadaverico -l'aveva già visto una volta in quelle condizioni, ma mai prima d'ora con una zampa artigliata che gli forava il petto- per arrivare a capirlo.
“Ma stai guarendo, no?Aspetta...” si interruppe fissando un punto misterioso e vuoto davanti a sé. “Perchè sei qui?!”
Il mannaro non gli prestò attenzione e gettando la giacca in un angolo, scivolò con la schiena sulla superficie liscia dei mobili, fino al pavimento su cui già si scorgevano gocce rossastre e nere del sangue coagulato e magico del lupo.
Anche se al momento di magico sembrava avere davvero poco, visto che portava più dolore, al possessore, che sollievo.
Con una mano il licantropo strappò in due il tessuto della maglietta e lo buttò a terra con uno sonoro schiaffo, ogni movimento era una sofferenza autoinflitta. Però, quasi estraniandosi in un altro mondo, l'interesse di Stiles fu rivolto ad un altro dettaglio già scorto in precedenza.
 

“Ti piace ciò che vedi?” chiese Derek col solito accenno di malizia negli occhi chiarissimi, che solo di recente aveva imparato a riconoscere, non appena si ritrovò la faccia di Stiles concentrata sul suo torso ora nudo.
“Cosa?Sì...cioè, no!” dichiarò il ragazzino balbettando senza sosta e arrossendo come un bambino colto in flagrante.
Derek ridacchiò, perdendo ogni traccia di ilarità quando il dolore tornò a fargli visita costringendolo a piegarsi in due sulle piastrelle fredde e candide, chiazzate di rosso carminio.
“Carino.” riprese dopo un pausa e un respiro profondo. “Riesco a capire quando menti anche senza ascoltare i battiti del tuo cuore.” concluse, alzando di poco la testa per far fronte alla sua reazione.
Stiles, interdetto, pensò che con Scott non era mai stato così, nemmeno dopo la trasformazione.
Perchè con Derek è diverso, gli sussurrò una vocina malevola e sufficiente nel suo cervello.
Diverso e più difficile.
“Che pensi di fare ora?Startene qui mentre la città si muove contro di te?”
L'uomo lupo sembrò stranito, continuando a tamponarsi con la maglietta già zuppa la ferita al busto.
“Si...muove?Di che parli?”
Stiles sbuffò alzando le braccia al cielo, pensando che doveva essere proprio una bella seccatura essere il portatore di una notizia tanto infame.
“Mentre tu eri intento a guarire dalla tua mancata -grazie al cielo- morte, Scott ha pensato bene di attribuire la colpa degli omicidi a....” la sua voce ebbe una lieve esitazione e si disperse nell'aria, mentre l'espressione rabbiosa di Derek lo infilzava da parte a parte. Gli occhi blu ridotti a due fessure che bruciavano più dell'inferno.
“A chi?” lo invitò a continuare con tono carezzevole e mortale.
“Aaa...ma non è davvero importante!” ribatté Genim, passandosi una mano tra i capelli radi, sperando così di far cadere il discorso.
Tentativo fallimentare su tutta la linea.
“A te.” concluse infatti dopo aver ricevuto l'ennesima e bruciante occhiata assassina. Derek spalancò gli occhi, già certo del verdetto ma non davvero preparato a sostenere la risposta.
“E questo non lo consideri importante?!” nella foga -di ucciderlo o farlo a pezzi, questo Stiles non lo seppe mai con certezza- si alzò, lasciando cadere lo straccio insanguinato e muovendo due piccoli passi prima che la ferita si riaprisse e lui fosse costretto a caracollare a terra, mettendosi carponi. Una mano premuta sulla bocca fermò qualche goccia di sangue mentre lui si mordeva le labbra con i canini lucidi e sporgenti.
Stiles si precipitò ad afferrargli le spalle, non proprio certo che la sua vita potesse considerarsi al sicuro.
“Non agitarti troppo, aspetta..” quel ragazzo non sembrava intenzionato a collaborare, per questo si alzò e lo lasciò solo in cucina, per tornare poco dopo con una cassettina bianca tra le mani. Lo ritrovò quasi come l'aveva lasciato, fradicio di sudore e sangue, debolmente appoggiato con la schiena tra il piano cottura e il tavolo.
Teneva la mano premuta al centro del petto, dove sottopelle i muscoli pulsavano irritati quanto il padrone, per quell'esposizione non desiderata.
Deglutendo a vuoto il ragazzino si avvicinò, puntando i grandi occhi nocciola su di lui finché non aprì lentamente le palpebre, liquide di sofferenza.
Stiles gli regalò un tenue sorriso incoraggiante e come a chiedergli il permesso di potersi avvicinare, tenne le mani alzate. Era un po' ridicolo, usare quella tecnica -appresa in un programma tv, grazie ad un addestratore di cani- su un essere umano, ma diede i suoi frutti e vittorioso si mise a trafficare con bende e disinfettante, quando Derek abbassò le difese e gli concesse di accostarsi a lui.
In un ridicolo impulso adolescenziale gli accarezzò con dolcezza un braccio, per calmarlo.
Il ragazzo se ne rimase tranquillo per tutto il trattamento medico, squadrandolo qualche volta mentre Stiles lo serrava in una sorta di abbraccio silenzioso, avvolgendosi le bende attorno alla schiena.
Aveva un'espressione corrucciata impagabile, vagamente professionale e concentrata.
Sorrise senza farsi vedere, considerando che mostrava quella facciata solo quando Scott lo poneva di fronte ad un quesito riferito al mondo nel quale lui, in quanto discendente degli Hale, era da sempre abituato a vivere.
Si sorprese a riflettere su quanto potessero essere differenti le loro vite e quanto coincidessero solo in punti nebulosi e legati unicamente a dolore e pericoli costanti.
Avere sul suo corpo le mani di un ragazzo umano, estraneo al suo sangue ma non ai fatti legati ad esso, gli sembrava irreale, eppure eccolo lì, nella sua casa, schiavo della gentilezza con cui Stiles si stava prendendo cura di lui.
Il giovane Stilinski invece sentiva solo l'impellenza di fuggire in un'altra stanza o in alternativa, azzerare lo spazio che passava tra la sua bocca e quella di Derek.
Da quando diavolo era diventato una femminuccia desiderosa di attenzioni ma soprattutto di uomini?
Avvertiva la necessità di sbattere la fronte contro qualcosa per schiarirsi le idee e non cedere alla tentazione.
Come ci riesci?” gli chiese poi quella voce profonda, padrona delle sue fantasie.
Stiles si riprese, riscuotendosi un po' e schiarendosi la voce, domandò serio:
A fare che?”
Derek non rispose, al solito, si limitò a lanciare uno sguardo eloquente alla fasciatura quasi perfetta.
L'adolescente, presa coscienza della domanda, scosse le spalle, sbuffando per nulla impressionato.
Dopo la morte di mia madre ho sviluppato una lieve ipocondria, se dessi un'occhiata al mio zaino impallidiresti da quanto è attrezzato!” disse, facendo il punto della situazione.
Era ancora suscettibile riguardo al parlare con qualcuno di sua madre.
Derek annuì, iniziando a scivolare lentamente su un fianco, su di lui, finendo con l'appoggiare la testa sulle sue gambe stese.
Che cosa...?!Che fai?” chiese il giovane agitando le braccia e strabuzzando gli occhi, com'era solito fare nei momenti di panico, preda di qualche crisi isterica.
Derek, nella sua comoda posizione si allungò supino, ad ogni movimento il suo viso si deformava in una smorfia di fastidio, ma continuando a tenere gli occhi chiusi, si rilassò, godendosi per qualche secondo il silenzio, interrotto quasi immediatamente quando Stiles, ancora confuso dalle intenzioni del lupastro, sussurrò debolmente:
Come puoi dormire qui?Se torna mio padre sparerà prima a te e poi a me.”
Scosse la testa, come se prevedere quella situazione fosse proibito e si azzittì mentre Derek soffiava insoddisfatto. Che lupo intrattabile.
Lo sceriffo è fuori, occupato a cercarmi stesso dicasi per gli Argent, sono lontani e non sospettano di te.” sospirò con la voce carica di sonno. Il suo corpo era più caldo e asciutto. Il processo di guarigione doveva fare il suo corso egregiamente.
Non che gli importasse, pensò schietto Stiles, contrito. In una specie di gesto d'affetto o paternalistico, si ritrovò a passare le dita tra i serici capelli scuri dell'altro. Ascoltando i suoi respiri regolari e profondi. Dalla gola gli sfuggivano degli strani mugolii sommessi e morbidi che sembravano -ma non osò esprimerlo ad alta voce- delle fusa. Un lupo che faceva le fusa, il mondo dei licantropi si faceva sempre più fitto di dubbi e lui, che di quegli argomenti era particolarmente avvezzo, sembrò una rivelazione scioccante.
Ma dopotutto aveva ragione, suo padre sarebbe rimasto fuori tutta la notte, con il resto di Beacon Hills e Hale aveva solo lui come possibile rifugio, così gli lasciò la libertà di riposare sulle sue gambe finché la guarigione non fosse completa e pregò che quell'istante arrivasse in fretta.
Quel ragazzo indisponente, a tratti vanesio, insensibile e violento, alla fine si era dimostrato fondamentalmente innocuo, almeno per quel che lo riguardava e di certo lui lo riconosceva innocente dei reati che gli attribuivano.
Smise di pensare, concentrandosi sul respiro di lui, il suo calore sotto le dita, i rumori della cittadina con le sirene che si disperdevano in lontananza, nel buio della notte e alla fine espirò, liberandosi della tensione che non aveva mai smesso di braccarlo.

La prossima volta ti faccio dormire in giardino, però.” decretò sicuro, ridacchiando.
Il ringhio d'oltretomba che risuonò in risposta lo zittì del tutto, dissuadendolo dal fare altri commenti e facendogli sparire il sorriso.
Che lupo antipatico.

 

 

Continua...

 

N.d.A. : E siccome sono così invaghita di questi due, Stiles e Derek...(o Miguel?^^) questo due di coo-protagonisti che fanno molto più di quanto dovrebbe fare, teoricamente, il protagonista, a breve posterò la seconda parte, in cui rimodellerò l'episodio 9 (a mio avviso, incredibilmente pieno di scene compromettenti) come IO l'ho inteso! I commenti sono sempre apprezzati! Dan

   
 
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