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Autore: Lily White Matricide    27/07/2011    31 recensioni
Tutto ha inizio durante un viaggio in Irlanda, verde come gli occhi di Lily. Un viaggio per allontanarsi da Spinner's End per Severus, per averla ancora più vicina ... Per capire, tra uno sprazzo di sole ed uno scroscio di pioggia, che cosa sia averla vicina ogni giorno. La pioggia purifica e salva, il sole asciuga il senso di colpa .... E in tutti quegli anni e mesi e giorni, la pioggia irlandese accompagnerà sempre Lily e Severus. Un lungo viaggio nella loro adolescenza, che andrà ad incupirsi per l'ascesa di Lord Voldemort e dei suoi Mangiamorte, ma che li spingerà a prendere una posizione ben precisa in questa guerra all'orizzonte. Riusciranno i due ragazzi a sopravvivere alla guerra?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Lily Evans, Severus Piton, Voldemort | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Irish Rain Saga' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Irish Rain

  1.  

Escape

 

“Whenever it rains you will think of her." Neil Gaiman

La pioggia cadeva delicata, impalpabile, sulle finestre appannate di quella casa irlandese. I muri spessi celavano il clima festoso al suo interno: risate, grossi tavoli di legno colmi di bottiglie e bicchieri, sedie e panche recuperate da ogni angolo dell’edificio. L’ebbrezza si poteva quasi toccare con mano, l’allegria calda e vibrante coinvolgeva tutti.

 

Rumori di bicchieri che tintinnavano l’uno contro l’altro, liquido scuro che scorreva a non finire, gli accorsi a questa festa in un pomeriggio di inizio Agosto non sembravano preoccuparsi del freddo e del clima tetro. A quel ragazzo schivo e riservato piaceva però guardare tutto dalla finestrella di quella sala e ora era alquanto scocciato di non poterlo fare. Voleva usare la sua bacchetta per pulire tutto, e per zittire qualche ospite troppo loquace e rumoroso, ma non poteva farlo. Era in mezzo alla gente comune, ai Babbani. Doveva comportarsi come uno di loro. Prese così uno straccio lì vicino, pulì con cura il suo angolo e si riappoggiò alla finestra, tenendo in mano il suo libro di magia, mascherato con una copertina di un classico. Gli occhi scuri come la notte viaggiavano tra le pagine del libro, dando una rapida occhiata al gozzovigliare degli adulti, per poi scrutare il paesaggio attraverso la finestra.

 

La gente al di fuori camminava, chi senza ombrello, chi con colorati impermeabili, in un clima di serenità e di vivacità generale. Erano in corso delle feste a Galway e le bancarelle erano stracolme di oggetti curiosi agli occhi del giovane Severus, di soli quattordici anni. Lui si sentiva un mago, viveva per la magia, ma parte del suo sangue e delle sue origini erano assolutamente ordinari. In qualche modo quella sua normalità la rigettava, cercando di sentirsi un mago puro e a tutti gli effetti, non gli interessava troppo la normalità, anche se ammetteva che di tanto in tanto il mondo babbano lo incuriosiva. Aveva passato la mattinata a vedere come le donne si affannassero dietro la preparazione del pranzo e lui non si ricordava niente di simile con sua madre, dallo sguardo sempre torvo ed infelice. Non che il nutrirsi venisse recepito dal ragazzo come un bisogno primario, ma quando la sua migliore amica Lily gli portava i dolci ed i biscotti della signora Evans, tutto prendeva un’altra prospettiva.

 

Lily. Si voltò per cercarla. Era lei che aveva avuto l’idea di portarsi Severus in Irlanda, tra parenti ed amici assolutamente privi di poteri magici. Lily aveva una famiglia totalmente babbana, con una sorella odiosa e petulante che non faceva altro che dare dei pazzi al ragazzo ed alla sorella quando parlavano di magia o quando si scambiavano qualche innocente incantesimo. Bruciava d’invidia e glielo potevi leggere in faccia, con le sue espressioni stizzite ed astiose. Non era lontanamente paragonabile a Lil, né fisicamente né caratterialmente. Il giorno e la notte. Il ragazzo ricambiava l’odio mostrato da Petunia e cercava di ignorarla il più possibile, anche per non dare ulteriori grattacapi a Lily.

 

Cercò una massa folta di capelli lunghi e rossi, e tentò di sentire quella risata cristallina inconfondibile in mezzo a tutte le altre: tutte le volte che la sentiva, il suo cuore sussultava.

“Lily! Eccoti!” Severus nascose il libro e si alzò per andarle incontro.

“Sev, vieni qua, mi sto annoiando e ti stavo cercando. Non voglio stare qua in questa stanza soffocante”. Gli occhi verdi brillavano di una luce profonda e penetrante.

Il ragazzo rimase in silenzio e abbassò la testa, assorto nei suoi pensieri, cercando un’idea per fare contenta la giovane.

“Uhm, possiamo andare a farci un giro qua attorno, se ti va, nonostante la pioggia” la sua voce era esitante, ma si fece più sicura non appena Lily lo guardò raggiante. “E … E Lily ti compro qualcosa in quelle bancarelle, così ti ricordi di questo viaggio insieme. Non avevo mai visto un posto così bello”. 

Lily prese per un polso Severus: “Andiamo! Hai avuto una bellissima idea, ho tante cose da farti vedere ancora!”

I due corsero di sopra, correndo rumorosamente per le scale, nelle loro stanze a prendersi le felpe. Severus era tentato dal portarsi dietro la sua bacchetta magica, ma nel momento in cui cercò di nasconderla, Lily vide tutto e scoppiò a ridere.

“Quante volte ti ho detto che non vale la magia qua a Galway? Che non puoi portartela dietro?”

Il ragazzo abbassò il viso e lo nascose tra i fini capelli neri e lunghi. Abbozzò un sorriso timido ed alzò le mani in segno di resa. “Mi arrendo! Hai vinto tu anche questa volta!”. La ragazza si avvicinò a lui, mise una mano nella tasca della felpa del giovane e si prese la bacchetta.

“La metto in camera mia. Rimarrà al sicuro con la mia bacchetta e non sarai più tentato dal cercarla”.

   
 
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