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Autore: Kastel    28/07/2011    1 recensioni
Prendiamo in esame la trama del terzo gioco, divertiamoci a trasformare l' inganno di Clive in realtà.
Ecco che trovano posto il Professore e i Ripetenti, due fazioni con due ruoli e scopi differenti.
In mezzo ci sono un membro della Polizia Segreta e uno dei ribelli, che dovranno imparare a fidarsi l' uno dell' altro se non vorranno morire soffocati.
{Ovvi riferimenti a 1984 di Orwell e al manga Dolls di Naked Ape. Verrà aggiornato il più possibile}
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non troppo tempo fa ho sognato lo studio che dividevo col Professore.
Ho rivisto me stesso bambino, curioso e, lo ammetto, anche abbastanza stressante.
Non per nulla nel sogno disturbavo il mio amato mentore, chiedendogli delle cose legate alla logica.
Lui, paziente, me le spiegava, con il suo solito sorriso.
La cosa che mi ha fatto più male è stata che, per vedere quel sorriso, devo cercarlo nei sogni.
Non credo che lo rivedrò più dal vivo, purtroppo.

 

Luke! Sbarragli la porta, presto!”
Il ragazzo, con in mano la pistola, si mise davanti alla porta, puntando l' arma contro il loro bersaglio.

Fermati o sparo!”
L' uomo, un signore di mezza età anche fin troppo atletico, gli mise in faccia il suo fucile, sparando qualche colpo.
Fu per un mero colpo di fortuna che riuscì a spostarsi, scaricandogli poi tutti i proiettili della sua revolver.
L' uomo morì sul colpo, lasciando cadere l' arma con un tonfo secco. Non dovettero neppure andare a controllare.

Questo è andato.”
Luke prese in mano un foglio, tracciando una lunga linea sul nome dell' uomo.

Fuori uno. Ci restano altri cinque obiettivi da eliminare.”
La voce del ragazzo uscì attutita a causa della maschera che indossava, che gli copriva parte del volto. Solo gli occhi erano visibili, occhi stanchi e disillusi. Non poteva dire lo stesso del suo collega, che brillavano entusiasti.
Luke si allontanò subito dal giudizio di quello sguardo, sapendo bene che aveva a che fare con uno che ama uccidere e il sangue in generale.
Piegò il foglio, togliendosi poi la maschera dal viso e sospirando.

Qui abbiamo finito, Descole. Possiamo lasciare il lavoro alla squadra di pulizia.”
Si girò, pronto ad abbandonare quella vecchia fabbrica che sapeva di metallo e freddezza.
Fu fermato da Descole, che gli prese una spalla e lo sbatté contro un muro, sorridendo come solo lui sapeva fare.
Sadico, pazzo, sicuro di sé.

Descole... dovremmo andare.”
Lo sguardo di Luke si fece duro, fissando negli occhi il suo collega.

Non ho voglia di farmi beccare in atteggiamenti equivochi con te. E poi devo andare, Flora mi sta aspettando.”
Flora, Flora... non penso ne sarebbe molto felice, se sapesse che la tradisci. Potrei aiutarla a conoscere la verità, che dici...?”
Prima che Luke lo potesse fermare Jean lo aveva baciato, con tutta la forza animalesca che possedeva. Fu difficile per il ragazzo staccarsi, ritrovandosi col fiato corto per la foga.

Jean Descole, se non vuoi ritrovarti un bel rapporto sulla tua scrivania sei pregato di lasciare andare il tuo superiore!”
Solo quella minaccia funzionava col francese: lo lasciò andare, sbuffando deluso. Non voleva di certo venire punito per aver fatto sesso con il suo capo. Anche perché l' altro non era così tanto contrario.
Ma chi glielo spiegava poi, ai grandi capi?

D' accordo, d' accordo... ma se mi cerchi sai dove trovarmi, capo.”
Si accese una sigaretta, fissando Luke uscire da quel luogo con passo veloce.

Sembra che l' abbia morso una tarantola.”
Fece uscire il fumo dalla bocca, ghignando divertito.

Com'è patetico.”

 

Attraversò strade dal colore scuro che veniva dal cielo, sbiadito dallo smog, come se qualche bambino fosse andato a coprire con un foglio grigio l' atmosfera terrestre.
Affiancò palazzi alti e imponenti, incolori e freddi, fino a giungere al palazzo di giustizia. Non si erano neanche fatti lo sforzo di renderlo l' unico punto di colore in mezzo a quel grigiore, ma si faceva notare comunque. Quale altro palazzo era a forma cilindrica, con finestre che parevano nastri incolori?
Luke entrò nel palazzo, salutando con la mano i vari colleghi che incontrava per strada.

Ehilà, Luke! Già finito il lavoro?”
Buonasera, Anton. Si, per fortuna oggi ho concluso.”
Beato te! Ma del resto nel tuo reparto il lavoro è sempre quello... sistemare i vari problemi. Immagino come sarà divertente!”
Luke stirò un sorriso, evitando di precisare i problemi che stava risolvendo e soprattutto i metodi con il quale lo faceva.
Lasciò indietro Anton, arrivando davanti all' ufficio del Professore, o del Grande Fratello, se si voleva citare un libro che Luke aveva letto da ragazzo. Ma quel libro è bruciato parecchi anni prima sotto il peso della legge, chiamatesi altrimenti censura.
Bussò alla porta, entrando dopo aver sentito la voce del Professore accordargli il permesso.
Evitò di fissare negli occhi l' uomo che si trovò dietro la porta, lasciandosela chiudere alle spalle.
Era cambiato, Layton. L' uomo gentile e gentiluomo aveva fatto spazio ad uno spietato comandante, intelligente e con la voglia di cambiare quella nazione come più gli aggravava.
Luke non riusciva ancora a crederci, eppure il cambiamento non era stato così veloce, se ci pensava bene. Era avvenuto poco a poco, con un sorriso in meno e qualche imperativo in più. Tempo pochi anni e Luke si ritrovò uno sconosciuto davanti.
Non si era chiesto come fosse stato possibile una cosa del genere, semplicemente perché anche Luke seguì il mentore, mutando anche lui.
Gli fu naturale farlo, dopo aver ascoltato, per anni e anni, le parole e le promesse di Layton. Ma se all' inizio l' idea di cambiare quella nazione corrotta e persa gli piaceva e lo stuzzicava, ora si ritrovava a chiedersi se era davvero quello che voleva, quella città grigia.
Più che altro si chiese se la violenza che Layton aveva usato come medicina fosse la soluzione migliore.
Attenzione, però: bisognava aggiungere che il Professore non si era mai sporcato le mani di persona, ma aveva affidato il tutto ad un organo creato da lui, chiamato Polizia Segreta, col compito di togliere di mezzo ogni tipo di problemi. I metodi erano tutti a discrezione del capo del dipartimento e dei suoi sottoposti.
Ma, sorpresa delle sorprese, Layton non si era dimenticato del suo vecchio allievo, nominandolo capo di un' intera squadra, cosa che gli provocò nemici a non finire, infastiditi dall' ovvia preferenza.
Luke, cieco, all' inizio ringraziò il vecchio mentore di quella opportunità, pentendosene quando capì cosa doveva fare nella realtà: uccidere i nemici del Grande Fratello. Ricordava ancora gli incubi che faceva la notte dopo le prime missioni.
Non poteva dimenticare, poi, gli sguardi dei condannati a morte, pieni di dolore e paura, lo sguardo di un animale da macello.
Luke si era ritrovato a chiudere più volte gli occhi davanti alle risoluzioni violente che si era ritrovato a dover attuare, essendo un comandante di quel organico.
Missione dopo missione aprì gli occhi, facendo sparire la cecità che accompagnava ogni sua azione e Luke iniziò a dubitare delle idee del Professore. Ma non poteva fare più nulla: oramai c' era dentro, assassino che colorava di rosso una città cieca.
Nonostante tutto i sentimenti che provava per il suo amato professore non erano cambiati: lo ammirava e lo considerava il migliore uomo del mondo. Erano proprio questi pensieri ad impedivano di prendere una pistola e uccidere il suo mentore con le proprie mani.
Alzò gli occhi sul viso dell' uomo, stupendosi sempre di come il tempo non l' abbia cambiato affatto. Appariva giovane e curato, con l' immancabile tuba solcata sulla testa.
Si chiedeva come poteva dormire la notte, dopo tutte le leggi e omicidi che attuava con un solo schiocco di dita.

Allora, Luke, dimmi... com'è andata la missione?”
Il giovane si mise sull' attenti, alzando la mano destra e mettendosela sulla fronte, in un saluto militare.

Compiuta, Professore. Ci tocca solo andare a scovare gli altri Ripetenti, ma non sarà un' impresa difficile.”
Assaporò il nome del gruppo di ribellione, evitando però di digerirlo.
Erano apparsi sulla scena poco tempo prima, promettendo di far cadere il governo del Professore, tirannico e folle. Agivano tramite attentati e omicidi delle sfere alte, puntando ovviamente a Layton stesso. L' uomo aveva risposto preparando una legge ad hoc, rendendo legale la pena di morte verso tutti i sovversivi. Aveva poi lasciato il compito di sbarazzarsi di tutti i ribelli alla Polizia Segreta, che aveva questa missione come priorità.
Nessuno, però, sapeva di queste missioni, come del resto nessuno era a conoscenza dell' esistenza di quell' organico. Facevano prima a lasciarsi chiudere gli occhi da Layton.

Ottimo lavoro, Luke.”
Allungò una mano e a Luke mancò il respiro. Si sentì come se gli avessero tolto la terra sotto i piedi e lui non potesse più reggersi da solo. Si lanciò verso quella mano, stringendola con forza, baciandola con foga.
Se esisteva un altro motivo per cui Luke non poteva uccidere con le sue mani Layton era quello.
L' amore poteva essere una buona motivazione per lasciare in vita i più bastardi.


Fecero sesso in quell' ufficio, grigio come tutto quel mondo che Luke faticava a riconoscere come suo. Per quanto cercava di strofinarsi gli occhi non si toglieva quella patina che aveva perennemente.
Se Layton voleva togliergli la possibilità di colorare qualcosa ci stava riuscendo alla perfezione.

Ci vediamo domani, Luke. Pretendo di ricevere un rapporto ottimo come quello di oggi.”
Luke fece un mezzo inchino, finendo di mettersi quella divisa grigia che era quella della Polizia. In quel momento avrebbe voluto buttarla a terra, sputarci sopra e girare nudo piuttosto che averla indosso.

Sarà fatto, Professore.”
Uscì da quella stanza che sapeva di fumo e carte buttate a terra.
Luke scappò via da quel luogo, cercando di non vomitare e non piangere. Si sentiva soffocare, ma non sapeva come respirare aria pulita senza morire.
Non sapeva come sentirsi meglio, visto che sentiva un odore di sangue marcio.

 

Bentornato, tesoro.”
Una voce grigia, come tutto quello che lo circondava. Si avvicinò a Flora, dandole un bacio sulla guancia. Gli sembrò di baciare dello smog.

Grazie, Flora.”
Com'è andata la giornata?”
Bene, amore. Sai, ho ucciso un uomo. Oh, non fare quella faccia. Non è il primo e neanche l' ultimo che giustizierò. Perché è questo quello che faccio: giustizia distorta. Ma non solo! Vado a letto con il mio capo, il Professore! E non solo lui, Flora. Ma tu cosa ne vuoi capire? So benissimo che tu pensi che questo sia il matrimonio perfetto e non di convenienza. So che sei tanto cieca da non vedere che questa realtà è sbagliata, così come so che non hai compreso che io non provo altro che affetto per te. Non ti amo. Amo l' uomo che mi ha colorato l' animo di rosso, l' uomo che sarà la mia morte e il mio dolore. Sto morendo asfissiato, ma non so più come respirare.

Benissimo, amore. E' andata benissimo.”
Le sorrise, mostrandole come un condannato a morte sa ridere della sua pena.

 

 

Canzoni: Megurine Luka ~ Suffocation, Megurine Luka ~ Juggernaut

   
 
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