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Autore: Morea    29/07/2011    13 recensioni
Dieci secondi dopo Hermione Granger, tornata in possesso chissà come della sua bacchetta, violava un sepolcro.
Dieci secondi dopo, Draco Malfoy disquisiva amabilmente con un rospo dei pro e dei contro della ceretta all'inguine.

Storia in tre capitoli, profondamente assurda e senza senso, di come la Bacchetta di Sambuco seppe orchestrare la vita e la morte semplicemente giocando a scacchi.
In memoria di Harry James Potter.
Genere: Commedia, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Sotto la torre

Scacco Matto

...come cadendo in un nulla senza speranza!
Ingmar Bergman - Il Settimo Sigillo








Sotto la torre.




Draco Malfoy la ritrovò a luglio. Tra Mosca e Vladivostok.
« Di chi è la bacchetta, Mudblood? »
Appoggiò la testa contro il finestrino, senza rispondere.
« Weasley non è qui. »
« Prevedibile » mormorò piano, con una gran fatica.
« E tu, perché ci sei? »
Hermione lo guardò solo per un istante.
« Per capire se è abbastanza freddo anche per me. »
« Su un treno Babbano? »
« Ovunque. »
« Mi hanno mandato a cercarti. »
« Credevo ti avessero insegnato a mentire. »
« Sono venuto a cercarti » sputò controvoglia.
« Siediti, Malfoy. »

« Di chi è la bacchetta, Mudblood? »
« Di nessuno, Malfoy. »
« Neanche nostra? »
« Neanche nostra. »

« Torniamo a casa, Mudblood? »
« Non ne ho più una. »
« Potresti piacere a mia madre. »
« Potrebbe anche Cruciarmi, chissà. »

« La Bacchetta non funziona, Granger. E' prevedibile, lo so. »
« La Bacchetta è impazzita, Malfoy. »
« Come te? »
« Come Ginevra. »
Malfoy strabuzzò gli occhi.
« ...E' stata lei?! »
Hermione sbuffò.
« Sempre la strada più facile, per voi Malfoy. Sempre la strada più facile. »

Le prese la mano, e la portò via.
Una stretta allo stomaco, e Hogsmeade fu lì.


~

« Non mi pare di aver mai detto che volevo tornare qui. »
« Non mi pare di aver mai lasciato intendere che io prendo sul serio le tue opinioni. »
La trascinò fino ai cancelli di Hogwarts, prima che riuscisse a Smaterializzarsi.
« Posso Incantarti, Malfoy. »
« L'hai già fatto, Mudblood. E preferisco avere conversazioni almeno serie con te. »
« Stiamo perdendo tempo. »
« Potrei esser d'accordo, dipende in che senso. »
« Malfoy, ho freddo. »
« Ne aveva tanto anche lui. »

Solo una corona di fiori, ai piedi della torre. Qualche schizzo scarlatto incrostato nella pietra, un solco nell'erba che pareva non voler ricrescere.
« Vuoi salire? »
« Non so in che modo vorrò scendere. »
« Dandomi il braccio. »
« Almeno un milione di scale. »
« Saranno troppe, Granger. »
« Non sono mai abbastanza. »

« Abbiamo salvato la Bacchetta per niente, Malfoy. »
« Non potevi saperlo. »
« No, non potevo, infatti. Dovevo. »
« Era Potter, Merlino, come potevi prevedere che...? »
« Ron l'aveva previsto. Non sarebbe fuggito se fosse riuscito ad evitarlo. Ginny l'aveva previsto. Non si starebbe logorando se solo l'avesse fermato. »
« Ce ne siamo tolti dai piedi tre in un colpo solo. »
Malfoy si ritrovò presto a discutere dei capelli di Lucius con un piccione.

Trovò Hermione seduta tra un merlo e l'altro, quando riaprì gli occhi.
I piedi sospesi nel vuoto, lo sguardo parecchio più in là, la mente cinquanta metri più in basso.
« Se dovessi sopravvivere, mi presteresti il balsamo di tuo padre? »
« Lo sai che non mi immolerò per salvarti la vita, vero? »
« Non potresti, Malfoy. Sei Disarmato e Pietrificato. »
Lui realizzò tutto questo in poco più di cinque secondi di imbarazzato silenzio.
« Sono vuota anch'io, adesso? »
« Lo sarai se ti ridurrai a un mucchietto d'ossa, Granger. »
« Per cosa viviamo? »
« Io ho ciò che resta del patrimonio di famiglia da dilapidare. Tu? »
« Mi restano un lavoro e il C.R.E.P.A., immagino. »
« Mi stai augurando la morte, Granger? Non sono io quello in bilico su una torre. »
Hermione lo ignorò.
« Harry viveva per Voldemort. Nessuno può vivere, se l'altro sopravvive. »
« Ogni persona sana di mente, dopo averlo ucciso, si sarebbe ritirata a una vita tranquilla, in una casa in campagna, a godersi l'età che avanza. »
Quello di lei fu un sorriso amaro.
« Non Harry. Lui è nato per gli altri. »
« Come carne da macello, vorrai dire. E infatti si è macellato da solo. »
Malfoy si ritrovò presto a discutere di quanto fosse bella la mamma. Con lo stesso piccione di prima.

« Ho sempre sospettato che tua madre ti rimboccasse le coperte. »
Malfoy arrossì.
« Stupida Mudblood. »
« Che ci fai quassù con me? »
« Immagino che dovrei darti mille e uno motivi per non buttarti di sotto. »
« Sarebbe utile, in effetti. »
« Allora, primo motivo: devi aiutarmi a distruggere la Bacchetta di Sambuco. »
Hermione mosse il capo lentamente. Un pezzo di legno stroncato a metà stava ardendo in un angolo.
« Come...? »
« Il potere della Bacchetta si sarebbe annullato in seguito alla morte naturale del legittimo proprietario. »
« Ma Potter... »
« Si è suicidato, e la Bacchetta è impazzita. Non ha perso tutto il suo potere, ma non poteva certo conservarlo per intero. E' diventata una Bacchetta normale, perfino scarsa, oserei dire. »
« Non si è ammazzato per questo, vero? »
« Quando non si ha niente per cui vivere, si cerca un motivo per cui morire. »
« E voi? »
Hermione sospirò.
« Noi non eravamo il mondo, Malfoy. E la Bacchetta era un'attrattiva troppo forte per chiunque sapesse della sua esistenza. Toglierla di mezzo era l'unico modo per garantire la pace. »
« O per vivere in pace. Credi che Potter si sentisse perseguitato? »
« Conoscendolo, direi di sì. » Si lasciò sfuggire un sorriso.
« E tu... sei sicura di tutto questo? »
« La Bacchetta non mente. Chiudi gli occhi, Malfoy. »
« Non ti interessa più il mio inguine? »
Hermione scosse la testa e si alzò in piedi.
Poi, fece un passo in avanti e sparì.
« Prevedibile » commentò Draco, quando Hermione perse i sensi e il Petrificus si sciolse.


~

« Prevedibile, Granger, prevedibile. »
Il nebuloso mondo che distinse tra le palpebre le parve più chiaro di quando l'aveva lasciato.
« Vi fa così schifo vivere? »
« Non abbiamo nessuno per cui farlo. »
« La verità è che siete degli egoisti. Weasley aveva la sua famiglia di pezzenti, Potter aveva la pezzente, tu hai... »
Hermione si distese di nuovo a terra, nell'aria calda di luglio che le solleticava il naso.
« Continua, Malfoy. »
« Non ha senso che tu ti lasci morire, Granger. »
« Non so se sarei stata abbastanza coraggiosa per morire. Mi sarei potuta uccidere in qualunque momento, finché sono stata via, e ho avuto la bacchetta a portata di mano, per tutti i cinquanta metri. Forse sarei fuggita anch'io, per cercarmi senza sosta e ritrovarmi, che so, in una tempesta di sabbia nel Sahara. »
« Al caldo? »
« Mi piacciono le mie lentiggini. »
« Te ne andrai? »
Lei scrollò le spalle.
« Non ha senso che tu te ne vada, Granger. »
« Ora lo so. »

Chiuse gli occhi, inspirando quell'erba riarsa che le parve colma di vita.
« Complimenti per l'Incanto, Malfoy. L'impatto col suolo è stato talmente morbido che mi ha conciliato il sonno. »
« Mi devi un favore. »
« Hai già qualcosa in mente? »
« Dobbiamo ritrovare il rospo del Lago a cui ho insegnato come depilarsi. Non vorrei si fosse fatto una strana idea della virilità di un Malfoy. »

« Troverò Ron e lo riporterò a casa. »
« Ti aspetterò qui. »
« Sotto la torre? »
« No, c'è puzzo di Potter. »
Malfoy si ritrovò a parlare di danza classica con una cavalletta.

« Il rospo non è l'unico a nutrire qualche dubbio. »
« Promettimi che tornerai. Anche senza pezzente, di lui possiamo farne a meno. »
« Perché dovrei? »
« Perché sai che mi depilo. Immagino di dover tenere sotto controllo i miei segreti. »

« Che mese è? »
« Luglio. »
« E come siamo entrati a Hogwarts? »
« Siamo Auror, possiamo tutto. »
« E' per questo che sei diventato Auror? »
« Una specie. »
« Menti. »
« Sono poche le ragioni per dire la verità. Mentre quelle per mentire sono infinite. »

« Malfoy, per caso mi ami? »
« Neanche per sogno » rispose tranquillo.
« Non avevo bisogno di essere salvata da un principe azzurro, spero tu lo sappia. »
« Menti. »
« Nel paese della bugia, la verità è una malattia. »

« Hermione, Potter era un cretino. »
« La coscienza ci rende tutti egocentrici. »
« O stupidi. »
« L'ingratitudine è sempre una forma di debolezza. »

« Andiamo a casa? » fece lui, alzandosi.
« Quale casa? »
« La mia. C'è su un cartello con scritto 'Attenti ai Crucio', ma per il resto è piuttosto accogliente. »
« Posso vedere la tua collezione di rasoi? »


~


Se Harry James Potter - pace all'anima sua - fosse stato presente, si sarebbe avvolto intorno a Hermione come l'edera più ostinata: l'avrebbe supplicata di ripensarci, di rendersi conto che stava facendo una stupidaggine, che tutto quello non aveva senso, l'avrebbe implorata di fermarsi e tornare indietro, da lui, da lui e da Ron, che erano gli unici a volerle davvero bene.
Perché la verità è che a Harry James Potter non era importato proprio niente di far l'eroe, quando era scivolato dalla torre, perdipiù senza una bacchetta a proteggerlo.
La Morte ancora pestava i piedi in terra, per come quella disgrazia era stata travisata, reinterpretata, idolatrata: aveva dato a Potter la fine più insensata, casuale, beffarda e lui l'aveva spuntata di nuovo, nascendo, vivendo e perfino morendo da eroe.
Come se non bastasse, uno dei suoi stessi Doni era andato distrutto per sempre. Che diamine, come avrebbe potuto immaginare che un possessore della Bacchetta di Sambuco sarebbe morto per sbaglio, sporgendosi troppo dai merli di una torre? Quel Potter era tanto stupido quanto fortunato.
Ma non si sarebbe scoraggiata, no: aveva già due scacchiere pronte, e tutte le pedine coi capelli rossi.


~


In ottobre, da qualche parte intorno a Reykjavik, Ronald Weasley diede scacco matto alla falce - certe capacità non si perdono nel tempo.  
Hermione lo trovò nell'esatto momento in cui riaprì davvero gli occhi per la prima volta: lo schiaffeggiò, gli dette dello stronzo - ancora - per averla abbandonata e lo prese per un orecchio, Smaterializzandolo a casa e lasciandogli di proposito un sopracciglio in Islanda.

Per risvegliare Ginevra dalla trance in cui era caduta, bastò molto meno.
« Ginny, mi sono trasferita da Malfoy. »
I suoi occhi da torbidi divennero torvi.
« Dove cazzo hai sbattuto la testa? »
« Ai piedi della torre » rispose Hermione, abbracciandola.

Da qualche parte nel mondo, la Morte tirò un pugno contro qualcosa.
« Te l'avevo detto che si sarebbero ripresi » ridacchiò qualcuno dietro di lei.
« Sei... stato... TU! » e si trattenne dall'ammazzarlo un'altra volta.
« Albus mi ha insegnato come apparire in sogno a chi è più di là che di qua. » Dette una gomitata al suo vicino, sghignazzando. « Com'era la frase a effetto? In fin dei conti, per una mente ben organizzata, la morte non è che una nuova, grande avventura. »
« Certo che sta succedendo dentro la tua testa. Ma perché diavolo dovrebbe voler dire che non è vero? »









Dandomi il braccio, almeno un milione di scale   viene da una celeberrima poesia di Eugenio Montale.
A godersi l'età che avanza   è una citazione di 'Cuore a Metà' della mia adorata Bandabardò.
Sono poche le ragioni per dire la verità. Mentre quelle per mentire sono infinite   è una citazione da 'L'ombra del vento' di Carlos Ruiz Zafòn.
Nel paese della bugia, la verità è una malattia   è una frase di Gianni Rodari.
La coscienza ci rende tutti egocentrici   è una massima di Oscar Wilde.
L'ingratitudine è sempre una forma di debolezza   è invece di Johann Wolfgang von Goethe.
Le frasi già in corsivo nella storia vengono chiaramente dalla Saga di J.K. Rowling, quindi immagino di non dover dare ulteriori spiegazioni.





Quale era la frase 'chiave' dello scorso capitolo? Questa!  
« Qualcuno che non voleva la Bacchetta, di certo. »
Chi altri poteva essere così buono, meraviglioso, brillante, eccellente, altruista, santo, martire (sì, J.K.R., abbiamo capito!) se non lo stesso Potter? Certo, Hermione aveva già qualche sospetto sul presunto suicidio dell'amico, ma la frase di Draco le ha dato l'input fondamentale per convincersi definitivamente delle modalità della fine di Potter. Che poi la vera storia sia andata in tutt'altro modo è un altro discorso - e spero che nessuno si offenda per la mia scelta di far schiattare Potter in un modo così insulso (ma si sa, a Hogwarts le scale si spostano, gli Elfi domestici ti scagliano i bolidi, metti caso che i merli delle torri spariscano a turno, così per fare...), dopotutto la gente crederà forevah&evah che si è ammazzato per l'umanità, quindi non sono stata neanche troppo sadica, no?
Poi. Draco e Hermione manco si baciano. Parlano talmente tanto che hanno le lingue aride e le bocche asciutte, quindi anche a volere... No, a parte gli scherzi, non le so scrivere le scene romantiche. Cioè, c'è una parte di me che vorrebbe raccontare dei 'Ti amo...' 'No... io ti amo di più!', 'Sposami' 'Sarai sempre mio!'... ma credo si aggiri attorno allo 0,01% del mio essere e no, non ce la faccio proprio. A chi vuole risposte definitive su come siano finiti insieme posso suggerire di leggere tra le righe. Nel senso di inventarsi ciò che sta fra gli spazi bianchi, perché io ho fatto dei salti temporali e geografici da non poco, di mese in mese, di stato in stato, quindi lascio a voi lo struggimento di Draco per l'assenza della pulzella, la crisi di Hermione per la morte dell'amico... ecco, quelli son sentimenti talmente grandi che non c'è proprio niente, niente al mondo che sia migliore di uno spazio bianco per descriverli davvero.
Poi. Il finale. Okay, ammetto che il finale è talmente nonsense che mi sono detta 'Giulia, ma sei sicura di pubblicarlo davvero? No, guarda che poi ti linciano!'. Poi ho inserito Albus Silente nella scena finale, e lì mi son detta: se c'è lui di mezzo, torna tutto. Si Smaterializza dentro i confini di Hogwarts come cazzo gli pare, sopporta Potter, parla con le Fenici, sopporta Potter, sa tutto quello che succede in ogni istante, sopporta Potter, appare ai mezzi morti che di fronte al Mago più potente del mondo si difendono con un 'Expelliarmus' (e chiaramente hanno un culo grosso come una mongolfiera e si salvano anche in quel caso), sopporta Potter e sopporta Potter: perché non può far rinsavire Ron, Ginny, Hermione, Harry e la Morte stessa? Certo che può! Ed ecco il nonsense che tocca le sue vette maggiori.
Ah già, devo spiegare la cazzata della Bacchetta di Sambuco che si taglia con un grissino. Ebbene... J.K.R., i tre fratelli, Voldemort, il Wizengamot, la Umbridge, Pix (c'è sempre Pix di mezzo, sempre), Hagrid o Alfonso Papa (sì, anche lui c'è sempre di mezzo) non hanno mai specificato cosa sarebbe successo se il proprietario della Bacchetta non avesse avuto la peggio in un duello o fosse deceduto di morte naturale. Ed è qui che spunto io con le mie idee bislacche. Hermione non ha torto nell'ipotizzare che la Bacchetta abbia perso una parte del suo potere in quanto il suo legittimo proprietario è morto suicida, così come non è da escludere che la stessa cosa si sia verificata in quando Potty non è morto per mano di nessuno ed ha fatto la figura dell'imbecille facendo una piroetta in bilico su un merlo. In poche parole, per me, tutto ciò non fa una piega, e sia io che Hermione abbiamo ragione. Poi io ho più ragione, ma questi son dettagli.

Okay, la storia vera sta nelle note, questo mi pare chiaro.
Ora attendo che Broara Stinson mi dica che la prima citazione non è di Montale ma di Pico de Paperis (o di Brobin Scherbatsky).
Attendo il buon vecchio Charlie Brown perplesso per ciò che posso combinare con una tastiera davanti, e soprattutto convinto di non scrivere più delle Lucy-Schroeder se questi sono gli effetti allucinogeni che mi danno.
E attendo gli insulti, le lamentele, il Comitato per la Difesa di Harry Potter, l'Associazione 'I merli non scompaiono mai' e tutto ciò che vorrete tirarmi per la storia più assurda di EFP.
Vi ho voluto bene.






 
  
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