Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: _Secret_    29/07/2011    3 recensioni
Paolo e Francesca. Due sfortunati amanti. E se a vivere la loro storia fossero Inuyasha e Kagome.
Vi dico come mi è venuta l'ispirazione per questa storia.. poi ridete pure perchè è una cosa ridicola: stavo guardando la televisione e ho visto la pubblicità della carta igenica in cui Dante scrive la commedia che è divina ma.. "'un sarà 'n tantino lunga?" e mi è venuta questa idea... quando si dice che l'ispirazione ti viene nei momenti più impensabili... io direi però più insensati XD bè.. leggete e commentate! :D
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Sesshoumaru
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la mia prima ff su Inuyasha e Kagome... spero che vi piaccia!!



Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende

prese costui de le bella persona

che mi fu tolta; e l’modo ancor m’offende

Quando mio fratello Sesshomaru mi parlò di sua moglie, rimasi scioccato. Era umana. Una ningen  aveva rapito il cuore del glaciale principe dei demoni. Colui che ha sempre disprezzato gli umani ne aveva sposata una. Ero curioso di vederla  perché per aver rubato il cuore a quel ghiacciolo di mio fratello doveva essere molto bella, e non mi sbagliavo, anche se non potevo nemmeno lontanamente immagina quanto lo fosse. Il giorno in cui la conobbi di persona rimasi folgorato dal suo fascino. Era alta e snella. Lunghi capelli color dell’ebano le contornavano il viso e ricadevano sulle spalle fino a metà schiena creando un magnifico contrasto con la pelle candida che sulle gote acquistava un leggero rossore. Occhi color del cioccolato le illuminavano il viso, rendendolo ancor più bello. Il corpetto ricamato del vestito esaltava le sue forme perfette e la gonna di seta blu scendeva morbida sulle lunghe gambe. I suoi movimenti erano sinuosi e leggeri come quelli di una farfalla, per nulla impacciati, non ostante l’imbarazzo reso noto dal rossore sulle guance. Quando si avvicinò di più a me, il suo profumo mi inebriò. Un misto di vaniglia e fragole di bosco che mi riempi di desiderio. Capì in quel momento perché neanche mio fratello era riuscito a resistere al fascino di quella graziosa fanciulla. Lei era speciale.

Inuyasha, fratellino -  il tono spezzante di Sesshomaru mi risvegliò dalla contemplazione di quella meravigliosa creatura. -  questa è mia moglie, Kagome –

Molto piacere Kagome - dissi posando un leggero bacio sulla sua mano delicata.

Il piacere è mio, Inuyasha – non appena rialzai lo sguardo sul suo viso i suoi occhi magnetici mi catturarono, e, al loro interno notai qualcosa che mi stupì. Il suo sguardo era velato di tristezza.

 

Amor ,ch’a nullo amato amar perdona

mi prese del costui piacer si forte

che come vedi, ancor non m’abbandona.

Ero chiusa nei miei alloggi quando mio marito, il principe dei demoni, mi venne  a chiamare. Ormai passavo li tutte le mie giornate, in solitudine, dal giorno in cui fui costretta a sposare Sesshomaru. Non desideravo passare le mie giornate con le mie dame di compagnia, e mio marito non mi dedicava mai attenzioni, anche se forse di quest’ultima cosa ero felice. Ero diventata un automa, un guscio vuoto. Non provavo più nessuna emozione.

Kagome - mi richiamò Sesshomaru.

Ditemi mio signore-  risposi. La mia voce era piatta e fredda. Senza emozioni proprio come me.

Vieni devo presentarti una persona - presi un respiro profondo e lo seguii nel suo studio rivolgendogli un sorriso pieno di falsa allegria. Li ci aspettava un ragazzo molto simile a lui. Era alto con un fisico asciutto, occhi come oro colato e capelli color della luna, però a differenza di Sesshomaru presentava due buffissime orecchiette canine sulla testa. Doveva essere un mezzo demone.

Inuyasha, fratellino – disse Sesshomaru. Dunque erano fratelli. Ecco il motivo di tale somiglianza. Era il primo membro della famiglia di mio marito che, a quasi un anno di distanza dal matrimonio avevo “l’onore” d’incontrare. - questa è mia moglie Kagome - immaginavo che anche lui fosse come mio marito: gelido e privo di emozioni. Invece quello che fece mi lasciò di stucco.

Molto piacere Kagome – disse, con una punta di malizia nella voce, prendendomi poi la mano e poggiandoci un leggero bacio. Quell’unico contatto mi fece provare in un istante una sensazione di calore che non sentivo ormai da mesi. Quando rialzò lo sguardo i suoi occhi d’ambra mi catturarono.

Il piacere è mio Inuyasha – dissi a stento cercando di riprendere il controllo di me stessa, mentre una nuova tristezza mi avvolgeva, consapevole che quelle che avevo provato, con un semplice contatto con la pelle del mezzo demone, erano emozioni che mi erano state proibite, in quanto sposata con un altro uomo.

 

INUYASHA

Una settimana dopo il mio arrivo alla tenuta, mio fratello dovette partire per affari. Non ebbe il tempo di avvertire Kagome, così chiese a me di farlo. Anche se non avrei dovuto, fui molto felice di questo. In quella settimana non avevo avuto modo di conoscerla meglio perché ella era presente solo ai pasti, e passava il resto della giornata in solitudine chiusa nelle sue stanze.

Arrivato davanti alla porta presi un respiro profondo. Quando vedevo quella ragazza un turbine di emozioni si scatenavano dentro di me e ora che mio fratello non era presente dovevo stare attento o non sarei riuscito a controllarmi. Bussai.

Avanti – la sua voce era tremante, come se stesse piangendo.  Quando entrai mi ressi conto che non mi ero sbagliato. L’odore salato delle sue lacrime m’investì.

Kagome … perché state piangendo?- lo chiesi con più calma possibile, cercando di nascondere l’inspiegabile dolore che le sue lacrime mi procurarono.

Io… io non stavo piangendo- disse fingendo una decisione che non aveva

Vi prego non mentite! –

Non stavo piangendo punto e basta! – quella ragazza era davvero testarda!! – cosa volevate?- mi disse voltandosi per guardarmi negli occhi. Mi immobilizzai come incantato da quelle pozza color cioccolato fisse sull’ambra dei miei occhi. Ancora una volta con un solo sguardo quella ragazza mi fece provare emozioni per me completamente sconosciute. Era come se con uno sguardo mi trasmettesse energia, calore…  desiderio.

Allora?-  la sua voce mi riscosse ancora una volta dai miei pensieri.

Cosa?- ero talmente perso nelle sue iridi cioccolato che il cervello mi era andato completamente in tilt e non avevo capito la sua domanda.

Perché è venuto qui Inuyasha? - 

O si certo mi scusi signorina Kagome, ero venuto ad informarla che mio fratello è partito per affari, non si sa quando tornerà.- forse mi ero sbagliato ma mi parve di scorgere un lampo di felicità a quella notizia, prima che il suo volto tornasse a essere privo di ogni espressione.

Vi ringrazio per avermi avvertito Inuyasha, ora potete andare –

Già potevo andare. Dovevo andare. Ma non volevo. Non riuscivo a resisterle. Così mi decisi: non mi importava se era la moglie di mio fratello, io non riuscivo a starle lontano e non l’avrei fatto. Così le chiesi di venire a fare con me una passeggiata in giardino. In fondo lei era sempre sola chiusa in camera, un po’ d’aria fresca le avrebbe fatto bene.

KAGOME

La sua richiesta mi sorprese. In un anno di vita con Sesshomaru mi ero abituata a non ricevere mai attenzioni da lui, a passare tutto il mio tempo da sola nella mia stanza.

Io.. ecco… - non sapevo cosa fare. Sesshomaru era molto geloso e questo lo sapevo, e nell’ultima settimana avevo notato che non andava molto d’accordo con Inuyasha. Se lo avesse scoperto sicuramente me l’avrebbe fatta pagare.

Su Kagome non si faccia pregare!-  di nuovo lo guardai in volto e mi persi letteralmente nel suo sguardo. Nell’ultima settimana mi era capitato spesso. I suoi occhi erano identici a quelli di Sesshomaru per il colore, ma quelli di mio marito erano glaciali, non trasmettevano nulla. Quelli di Inuyasha invece mi facevano venire ogni  volta il batticuore. Ero talmente presa dai suoi occhi che non mi resi neanche conto che mi aveva preso per mano finché non si alzò in piedi e cominciò a guidarmi per condurmi in giardino. Non mi stringeva forte, ne mi tirava, ma il calore della sua mano e il suo entusiasmo mi diedero talmente tanta serenità che non riuscii ad opporre resistenza.

Il pomeriggio purtroppo passò veloce, ma fu il più divertente che avessi passato dal mio arrivo alla tenuta. Mi divertii così tanto che quando mi chiese di passare con lui altri pomeriggi non riuscii a dirgli di no, così passammo insieme tantissimo tempo e pian piano un sentimento nuovo cresceva dentro di me. Un sentimento che purtroppo dovevo tenere nascosto a tutto e a tutti, se possibile anche a me stessa.

Ormai era passato un mese da quando mio marito era partito. Come al solito non aveva fatto avere nessuna notizia, e sinceramente e me non importava granché. Io continuavo a passare i miei pomeriggi con Inuyasha e ogni giorno sentivo che ciò che provavo per lui cresceva, ma mi ero ripromessa di nasconderlo a tutti e soprattutto a lui, perciò facevo finta di nulla. Purtroppo per me tutti i miei sforzi sfumarono in un pomeriggio per via di un piccolo errore.

Stavamo passeggiando come ogni giorno sulla riva del lago poco distante dalla tenuta. Eravamo soliti recarci li poco prima del tramonto per osservare poi lo spettacolo del sole che muore che si rifletteva nell’acqua. Quel giorno però inciampai sulla radice del salice piangente sotto cui ci sedevamo. Non caddi a terra perché Inuyasha mi prese prima che accadesse. In un attimo mi ritrovai tra le sue braccia la testa appoggiata nell’incavo del suo collo. Il suo profumo mi inebrio all’istante e faticai molto per non perdere il controllo di me stessa.

G- grazie – riuscii a sussurrare a mala pena. – ora potete lasciarmi Inuyasha –

Ma da lui non udii risposta. Sentii improvvisamente la sua mano sul mio collo. Mi accarezzò fino ad arrivare sotto il mio mento per poi alzarmi la testa. Lo vidi avvicinarsi a me. Dovevo allontanarmi, ma la mia volontà era troppo debole. Dovevo ma in realtà non volevo. Poi fu un attimo e commisi il più grande e più bello errore della mia vita: risposi al suo bacio.

 

INUYASHA

Lei era li tra le mie braccia, e stava rispondendo al bacio. Non riuscivo a crederci. Avrei voluto che quel momento durasse per sempre. Ma il tempo non si può fermare e purtroppo per me dopo poco lei si allontanò. Aveva il respiro irregolare e potevo sentire il suo cuore batteva a mille quasi seguendo il ritmo del mio, come se fossero collegati.

Noi… non… non avremmo dovuto – la sua voce ancora affannata era un sussurro. Mi guardò negli occhi ancora un secondo prima di scappare nelle sue stanze.

Aveva ragione. Non avremmo dovuto. Ma in quel momento non mi importava. Non mi importava se avevamo sbagliato. Non mi importava che lei fosse una donna sposata, ne che suo marito fosse mio fratello. Perché l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era che io l’avevo baciata, e lei aveva risposto al bacio. Ma perché? Perché lo aveva fatto? Io dovevo sapere o non mi sarei più dato pace, così decisi di seguirla nelle sue stanze.

Quando arrivai aveva chiuso la porta a chiave. Bussai ma non rispose. Così decisi di chiamarla.

Kagome… aprite!- la voce mi uscì arrabbiata. Suonava come un ordine.

Inuyasha vi prego… andatevene- la sua voce tremava ancora come la prima volta che la invitai a passeggiare con me. Stava di nuovo piangendo. Senti il mio cuore stretto in una morsa a quella constatazione. Saperla infelice mi procurava un estremo dolore, ma in non me ne andai. Io volevo la mia risposta.

Kagome se non aprite immediatamente sarò costretto a sfondare la porta!-

Credo che avesse capito che facevo sul serio perché subito dopo quell’affermazione mi fece entrare. Chiusi immediatamente la porta dietro di me, inchiavando di nuovo. Nessuno doveva interromperci.

Perché siete scappata?-

È stato un errore!- lo disse con tutta la decisione che aveva in corpo, ma non fu abbastanza per convincermi.

Perché?-

Perché?!? Inuyasha io sono la moglie di vostro fratello! Se Sesshomaru scoprisse cosa è accaduto vi ucciderebbe! E io questo non posso permetterlo- la sua voce traboccava di preoccupazione. Era preoccupata per me.

Non mi importa di mio fratello tsè!-

Non vi importa??-  improvvisamente vidi le guance diventare rosse e sul viso formarsi un’espressione di rabbia. – voi.. voi siete uno stupido! Un’incosciente! volete farmi morire forse?? Come pensate che mi sentirei se moriste? Per di più per colpa mia!-

Quelle parole mi colsero di sorpresa ed aumentarono di più il mio dubbio. Lei ricambiava i miei sentimenti? Era il momento. Io dovevo sapere.

Kagome… - la mia voce era calma, ma mostrava tutto il mio imbarazzo.

Cosa volete?!?-  mi guardava ancora con collera, ma non mi importava. Anzi forse se per rabbia mi avesse detto che mi sbagliavo e che per me non provava nulla, magari poi sarei riuscito a levarmela dalla testa, ma io dovevo sapere!

Voi…  mi amate?- improvvisamente la vidi cambiare espressione. La tristezza si impadronì di quel volto magnifico. Abbassò lo sguardo come una bambina colta mentre disubbidiva ai genitori che aspetta la predica del padre. Rimase così, in silenzio, mentre fissava il pavimento.

Rispondete, vi prego.- la mia voce sembrava quella di un disperato che chiede aiuto, e probabilmente lei se ne accorse perché alzò lo sguardo posandolo su di me, stupefatta. Aveva le lacrime agli occhi e la vedevo che cercava con tutte le sue forze di trattenerle. Continuò a guardarmi poi annuì.

 

KAGOME

Annuii. Era la mia risposta alla sua domanda. Annuii perché non potevo parlare. Perché se avessi aperto bocca sarei scoppiata in lacrime e non volevo. Non di fronte a lui. Lo vidi avvicinarsi, ma non mi allontanai. Rimasi li immobile a guardarlo, perdendomi ancora una volta nell’oro magnetico delle sue iridi. Mi accarezzò la guancia e io mi appoggiai istintivamente al suo palmo. Mi sorrise. Il sorriso più bello che mi avesse mai donato, un sorriso che mi scaldo il cuore.  Ormai era così vicino che potevo sentire il suo respiro sulla pelle. Mi diede un leggiero bacio sulla guancia vicino alle labbra prima di sussurrarmi.

Ne siete sicura?-

Annuii di nuovo mentre cercavo di trattenere le lacrime. Il suo respiro mi solleticava la pelle.

Allora nient’altro conta – mi sussurrò. Non riuscii più a trattenermi e scoppiai a piangere tra le sue braccia cercando conforto.

 

Amor condusse noi ad una morte:

Caina attende chi a vita ci spense.

INUYASHA

 

Calmati Kagome. Ora ci sono io qui con te – la strinsi più forte, ma senza farle male. Non riuscivo a vederla piangere. Ogni sua lacrima era una lama che mi si conficcava nel petto. Le presi il mento fra le dita per alzarle il volto mentre con l’altra mano la tenevo stretta a me per non lasciarla andare. La baciai. Un bacio dolce che la fece smettere di piangere. Non appena la lasciai andare mugugnò, forse per il dispiacere e si impossessò di nuovo delle mie labbra. Sta volta però non fu un bacio dolce. Era carico di passione, amore, desiderio. Con la lingua leccai le sue labbra e non appena le dischiuse la insinuai all’interno della sua bocca. Giocai con la sua stuzzicandola, le carezzai il palato, ispezionai ogni parte di quel dolce rifugio. Ma quel bacio non mi bastava più. Aveva risvegliato in me il desiderio, e non potevo più resistere. La volevo. Ma non avrei fatto niente che lei non volesse.

Ti prego Kagome, io ti desidero, non posso più resisterti. Sii mia, stanotte. –

 

KAGOME

Me lo aveva chiesto davvero. Non stavo sognando. Sentii le mie guance avvampare mentre lo guardavo ancora. Era bellissimo con la luce della luna che gli illuminava il viso. Anche io lo volevo, ma poi cosa avremmo fatto?? Ma in fondo cosa importava delle conseguenze. Decisi che per quella notte avrei inseguito un sogno. Almeno per quella notte volevo essere felice.

Si voglio essere tua.-

Riprese a baciarmi con più foga. Le sue labbra mi trasmettevano passione e desiderio. la sua lingua, con la mia, si dilettava nella danza più antica.  Piccole scossa di piacere mi attraversavano. Scese lentamente sul mio collo mentre le sue mani, bramose del mio corpo, mi spogliavano. Lo spogliai anche io, ansiosa di ammirare quel corpo tanto desiderato mentre il mio corpo bruciava dal piacere sottomesso alle sue dolci attenzioni. Quella notte ci amammo più volte appagando il nostro desiderio e il nostro sentimento, unendo le nostre anime e i nostri corpi, con solo la luna a vegliare su di noi, complice della nostra passione.

 

 

Amor condusse noi ad una morte:

Caina attende chi a vita ci spense.

 

INUYASHA

Era l'alba quando mi svegliai con lei accoccolata al mio petto. La fissai e un sorriso si fece strada sul mio volto. Era talmente bella da mozzarmi il fiato. Rimasi così, immobile, a contemplare il suo volto, finchè un rumore familiare non catturò la mia attenzione. Una carrozza. La sua carrozza. Era ritornato.

Kagome.... Kagome svegliati- la chiamai pregando che si svegliasse in fretta.

mmmm...

Kagome alzati... Sesshomaru è tornato!

COSA??

La vidi alzarsi e vestirsi in tutta fretta. Feci lo stesso e quando ebbi binito la aiutai a  riallacciare il corpetto per poi aprire la porta, ancora chiusa a chiave dalla sera precedente. Sentii i passi avvicinarsi. Era finita. Sesshomaru aveva un fiuto infallibile e avrebbe sentito il mio odore su di lei. Ero stato uno stupido. Per colpa mia e del mio sentimento egoista ora lei... LEI... avrebbe dovuto affrontare l'ira di quel ghiacciolo.

Mi avvicinai, l'abbracciai e le sussurrai vicino all'orecchio.

Kagome... mi dispiace tanto...- sentivo i passi più vicini e arrabiati. Un sorriso amaro mi si dipinse sul volto. Sesshomaru doveva aver già fiutato i nostri odori mischiati. Aveva proprio un fiuto infallibile. Ormai mancavano solo pochi secondi. La strinsi a me più forte. - qualunque cosa accada, ricordati sempre che ti amo.

 

 

KAGOME

Quelle parole mi lasciarono senza fiato. Lo guardai in viso e colsi preoccupazione mista a tristezza. Lo fissai come per dire 'che cosa c'è?' e non dovetti aspettare molto per ricevere la risposta. Stentii la porta spalancarsi e vidi Sesshomaru sull'uscio con un espressione furiosa in volto. Poi fu un'attimo. Accadde tutto velocemente, ma io vidi la scena come al rallentatore. Vidi Sesshomaru affondare la sua spada direttamente  nel cuore di Inuyasha che si accasciò a terra. Mi inginocchiai accanto a lui stringendolo al mio petto. Poi una forte fitta allo stomaco. Vidi Sesshomaru ripulire la sua spada mentre il sangue sgorgava copioso dalla mia ferita. Mi accasciai su Inuyasha e guardai il suo viso mentre sentivo la morte prendere il sopravvento. Sarebbe stata l'ultima occasione che avevo per bearmi della sua bellezza. La sua pelle olivastra era liscia al tatto proprio come quella notte e quei capelli color dell'argento erano come seta. Il dolore per la ferita e per la sua morte svanirono mentre lo guardavo, lasciando il posto ad una deduzione, che portò con se l'ultimo briciolo di felicità che questa vità mi concesse: saremmo stati insieme anche dopo la morte, per sempre. Mi chinai su di lui avvicinandomi al suo orecchio e con il poco fiato che mi rimaneva gli sussurrai per l'ultima volta.

Ora nessuno potrà più dividerci... Ti amo Inuyasha.

 

 

Ancora oggi si racconta che nelle notti in cui la luna piena è alta in cielo, le anime dei due amanti corrono felici sulla riva del lago, dove il loro amore è nato, per poi nascondersi tra i rami del salice piangente, unico testimone del loro antico amore.

 

  
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