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Autore: Gringoire    29/07/2011    4 recensioni
“John?”
“Hm?”
“Mi fai da cavia per il prossimo esperimento?”
“Anche se ti dicessi di no troveresti il modo di costringermi.”
Sherlock, come solito, ignorò la risposta. Qualunque fosse stata l’avrebbe comunque presa per consenziente, quindi ascoltare si sarebbe rivelato un inutile spreco di tempo. Aveva anche provato ad essere un minimo gentile, si era sforzato più del dovuto.
“Hai mai pensato di restare incinto?”
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Is this the real life. Is this just fantasy.

Un raggio di sole gli colpì la palpebra, facendolo svegliare. Aveva il sonno leggero, non era raro che si svegliasse per molto poco, ma di sicuro non era usuale che fosse il sole a svegliarlo. Soprattutto se era Novembre e si trovava a Londra, era decisamente contro le statistiche. Non che amasse particolarmente le statistiche, erano così… volubili. Bastava qualche dato sballato e tutta la statistica risultava falsata, l’aveva sperimentato in terza superiore, durante l’ora di chimica, che per lui, che conosceva già ogni cosa, risultava incredibilmente noiosa.
Si infilò la vestaglia e, ancora in pigiama, si diresse nella stanza accanto, da cui provenivano imprecazioni a mezza bocca.
John alle prese con i pannolini, di nuovo. Che scocciatura. Non era così complicato cambiare un pannolino, eppure ogni volta era la stessa identica storia.
Un momento.
Pannolini? Perché John aveva a che fare con dei pannolini? E perché lui ne era a conoscenza?
Si affacciò sulla soglia della camera, adocchiando l’uomo leggermente curvo sul fasciatoio.
Sospirò. “John, cosa diavolo-”
Si interruppe quando nel suo campo visivo entrarono un ciuffo di capelli scuri ed una manina.
Un bambino.
Giusto, un fasciatoio, pannolini, un bambino.
Cosa diamine stava succedendo al mondo? E perché John aveva un bambino? Odiava non trovare le risposte che cercava, era il detective più intelligente del mondo, diavolo, eppure non sapeva cosa stesse accadendo!
John si voltò, ed improvvisamente la consapevolezza, la certezza che il bambino era il loro bambino, lo colpì e gli rimbombò nella testa come un colpo di cannone.
“Sherlock. Grazie a Dio. Vieni a litigarci tu con questi cosi.”
Si sentiva come un osservatore esterno. Non sapeva cosa accadeva, ma a quanto pareva il suo corpo ed il suo cervello lo sapevano eccome.
“John, persino un essere dal cervello sottosviluppato come il tuo dovrebbe riuscire a cambiare un pannolino.” Sospirò, contrariato, mentre gli prendeva l’oggetto dalle mani. Il suo corpo si muoveva da solo, la sua mente anche. Non aveva il controllo delle sue azioni, e la cosa non gli piaceva per niente. Un nuovo trucchetto di Moriarty, forse? Non era da escludere.
John si fece da parte, mostrando completamente l’essere dai capelli neri e le mani piccole di cui sopra. Un bambino, prevedibile. Il loro bambino. Dio santo.
Gli slacciò il pannolino sporco, infilandogli quello pulito in un gesto automatico.
Era anche scientificamente impossibile, a meno che non avessero usato un utero in affitto! Le immagini di John incinto gli scorsero nella mente. Impossibile, impossibile! Aveva voglia di strapparsi i capelli, ma tutto era contro di lui, persino il suo fidato cervello.
In un attimo, il bambino era cambiato e vestito. John lo prese in braccio, e Sherlock si perse un momento a fissarlo.
Capelli neri, indomabilmente ricci. I suoi. Il naso di John. Gli occhi di un colore indefinito, potevano essere i suoi alla luce o quelli di John al buio, ma erano indiscutibilmente azzurri. Anche la smorfia lieve che aveva sul viso era identica alla sua.
John intercettò il suo sguardo.
“Anche i tuoi geni sono insopportabilmente prepotenti.” E quasi a scusarsi di quell’insulto, si sporse a lasciargli un bacio a fior di labbra, per poi mettergli in braccio il bambino e sparire oltre la soglia. “Vado a vedere se il biberon è caldo.”
Sherlock guardò smarrito la porta. L’aveva abbandonato con un bambino, sapeva bene che lui odiava i bambini. Il piccolo lo fissò, come se sapesse che c’era qualcosa che non andava, in quello Sherlock, ma dopo qualche secondo di perplessità gli strinse la camicia, affondando il visetto nel suo collo. Camicia? Si percorse con lo sguardo: indossava i soliti pantaloni con la camicia porpora che piaceva tanto a John. Eppure non si era cambiato, decisamente qualcosa non andava.
Si ritrovò improvvisamente in cucina, fermo accanto al tavolo che osservava John passare il biberon sotto l’acqua fredda. Non aveva percorso il corridoio, quello lo ricordava, ma il suo io non sembrava essersi accorto di nulla, per lui quella era normalità.
Gli scoppiò un mal di testa atroce, dopodiché aprì gli occhi.
Mosse la testa di lato. Niente sole, quello che si vedeva oltre la finestra era il solito cielo grigiastro di Londra. Accanto a lui, John dormiva beatamente di pancia, le mani sotto al cuscino ed il viso rivolto verso di lui.
Sospirò sollevato, grazie a Dio era tornato alla normalità. Un incubo. Un orrendo, spaventoso incubo che implicava anche un bambino. Rabbrividì. Però…
Punzecchiò il fianco dell’uomo accanto a sé, svegliandolo.
“John?”
Ormai non si arrabbiava nemmeno più, quando lo svegliava, sarebbe stato uno spreco inutile di energie, e con Sherlock era fondamentale tenerne da parte il più possibile.
“Hm?”
“Mi fai da cavia per il prossimo esperimento?”
“Anche se ti dicessi di no troveresti il modo di costringermi.”
Sherlock, come solito, ignorò la risposta. Qualunque fosse stata l’avrebbe comunque presa per consenziente, quindi ascoltare si sarebbe rivelato un inutile spreco di tempo. Aveva anche provato ad essere un minimo gentile, si era sforzato più del dovuto.
“Hai mai pensato di restare incinto?”







[Per la serie: oggi non ho nulla di meglio da fare se non pubblicare le schifezze scritte in spiaggia la settimana scorsa.]

Sapevo di aver scritto anche una shot su Sherlock, ne ero certa, ed eccola qui!
La mia prima meraviglia (notare l'ironia, prego) che partecipa allo Sherlock Fest, finalmente *O*
Mi sento realizzata, ora che l'ho scritta/postata, è mio dovere comunicarvelo anche se non vi interessa. Anche perchè chi mi conosce sa che sono terrorizzata dal pubblicare su tutti i fandom che richiamano Sherlock perchè sono certa che non sono alla mia altezza (chiedo scusa e mi prostro ai vostri piedi per l'IC icissimo che avete letto di sicuro qui in mezzo), perciò è un gran bel traguardo, una fic così lunga qui.
Btw.
Il prompt (uno di quelli che avevo proposto io, c'avrei giurato che alla fine ci avrei anche scritto, mi chiamava troppo) è dato da questa immagine (sempre sia lodata Sadyna, a cui vanno tutti i crediti, approfittatene e fatevi un giro nel suo lj, che è meravigliosamente meraviglioso e necessita ulteriori complimenti): non è la bellezza più pura? *A*
Il titolo è il verso iniziale di Bohemian Rhapsody, dei Queen - quando si dice che una cosa calza a pennello.
Bene, direi che qui ho finito, ho insozzato un altro fandom, per oggi, sono fiera di me \o/
Partecipate, partecipate, su, su, seguite il coniglio bianco e cliccate sul bannerino qui sotto.
- G



   
 
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