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Autore: Mao chan    30/07/2011    10 recensioni
Quando Deadpool decide di unirsi agli X-Men, inevitabilmente, Utopia precipita nello scompiglio più totale. E, ovviamente, toccherà a Wolverine e Ciclope rimettere tutto in ordine.
Ma quando il Mercenario Chiacchierone si presenta sull'isola con un gatto sornione sulla spalla e una nuova fissa per l'arte del baby-sitting, la situazione non può che precipitare.
Per il ciclo: tutti amano Deadpool!
[ Deadpool ; X-Men's Utopia ; crossover ]
Genere: Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, X-men
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Violenza
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Ci sarebbero troppe cose da dire a riguardo. E non dovrei dire niente.

Ma siccome non sono capace, leggetevi ‘sta storia intanto.

 

1.

Chihuaua

 

Una bambina?

No, ragazzina.

Vabbé, mica puoi fartela, una così giovane.

Stai zitto tu. Possiamo farcela eccome.

«Non mi piace.»

Infatti, è una bambina.

Mica puoi fare lo schizzinoso, sfigurato come sei.

Ma è troppo giovane per noi!

Perché, quanti anni ci sono di differenza?

E io che ne so? Non so nemmeno quanti anni ha lui.

Chiediglielo.

«A dir la verità non lo so. L’ho cercato su google, in una scheda del personaggio. C’era scritto “età impossibile da determinare”»

…ah.

 

«Ehi, tu, mi stai ascoltando?!»

La ragazzina abbatté quel che rimaneva del muro dietro di lei con un pugno.

«Sai cosa odio?»

No, cosa?

Tutto.

«No, più specificatamente, in questo momento.»

Dicci.

«Che spuntino fuori sempre nuovi supereroi con poteri sempre più assurdi. Insomma, Miss Marvel deve essere proprio a secco per…»

Deadpool s’interruppe a metà frase, preferendo schivare il masso che la nuova arrivata gli aveva lanciato.

Allora ammazzala.

Sì, giusto, una in meno.

«Uh, okay.»

Con un gesto fluido caricò la sua amata USG Marui e la puntò verso la bimbetta in maschera.

«Bang! Bang! Bang!» gridò euforico, facendo fuoco.

La ragazza però doveva essere dotata di qualche potere come la super velocità, perché sparì dalla traiettoria dei proiettili prima che questi potessero raggiungerla.

Wade appoggiò la canna della pistola sulla propria spalla.

«Uffaaaa.»

Chiedile cosa vuole da te.

Chissene importa. Uccidila!

Chiedile cosa vuole da te e poi uccidila.

«Cosa vuoi da me?» gridò l’uomo al cielo nero e nuvoloso di quella notte texana.

Non poteva certo dirsi di pessimo umore. Aveva appena sbrigato una consegna (un’auto piena di cadaveri russi), era stato rapito dagli alieni, torturato, poi era venuto il suo turno di torturarli e ucciderli, si era fatto una grupie talmente drogata che certamente non s’era resa conto di nulla e ora gli avevano appena messo davanti un nuovo giocattolo da malmenare.

Le voci nella sua testa, però, sembravano stressate.

A quanto pare era troppo pazzo persino per loro.

 La ragazzina era comparsa all’improvviso sulle macerie della centrale che la navicella aveva distrutto atterrando.

Portava una sottile maschera a celarle gli occhi, ma era comunque troppo distante da Wade perché lui potesse riconoscerne i lineamenti.

Si era stagliata contro la luna piena (certamente in una posa ricercata), gli aveva puntato un dito contro e gridato qualcosa come “Pagherai con la vita per questo!”.

“Questo” Deadpool non l’aveva ben inquadrato, ma non gli importava più di tanto. Una delle voci si era fissata per saperlo, e va bene, diamole corda.

 Nessuno rispose alla sua domanda.

Invece, percependola arrivare alle sue spalle, silenziosa come un gatto nella notte, si voltò di scatto e le scaricò contro le sue munizioni.

Incredibilmente, la cosa non bastò a fermarla.

Quella furia gli fu addosso in una frazione di secondo, e prima che Deadpool potesse mettere a fuoco la scena, qualcosa di terribilmente affilato gli strappò un braccio.

Il dolore lo piegò per un istante, e questo bastò alla pazza.

Lo colpì duramente, spedendolo dritto contro l’ultimo muro superstite, che si abbatté all’impatto.

«Piccola troia…» bofonchiò Wade, riassestandosi la mandibola con la mano rimasta.

Sì tirò seduto, e finalmente poté vederla bene.

Non raggiungeva il metro e sessanta, e il suo costume da supereroina era quasi inesistente. Oltre alla maschera, consisteva in un paio di shorts di jeans e il reggiseno di un costume verde acceso.

Ma non fu questo a colpire l’uomo, poiché anche le voci avevano deciso all’unanimità che quella ragazza era troppo acerba per attirare la sua attenzione (non si trattava affatto di una delle voluttuose super eroine a cui era abituato, purtroppo). No.

Furono le scaglie verdi e dure sulla sua pelle a incuriosirlo.

«Che roba è quella? Sei un’aliena e vuoi vendicarti del macello che ho fatto dei tuoi amici? Questo mi ricorda una puntata di Star Trek…»

S’interruppe nuovamente (due volte nell’arco di un combattimento, questo era un record per il Mercenario Chiacchierone!), perché le scaglie della ragazza stavano lentamente sparendo per lasciar posto a centimetri di pelle normale.

«Non sono un’aliena.» dichiarò lei, spavalda «Mi chiamo Metazoa, e tu sei nella mia zona di giurisdizione!»

Okay, ora basta. Falla fuori.

Prima chiedile perché ci tiene tanto ad ammazzarci!

No, ho detto basta, la sua vocetta mi dà sui nervi!

«Prima che ti uccida, si può sapere perché ce l’hai con me?» Deadpool fece una pausa «Vi va bene ora?»

No! Ammazzala!!

«Non posso perdonare quello che hai fatto.»

«Sai, io ho fatto tante cose. Dovresti essere un pelino più specifica.»

Ora che ci penso, dove diavolo è la tua maschera?

«Come?»

Giusto. Sei nudo. Che vergogna.

«Ma… ma…»

Sono stati gli alieni! Odiosissimi musi verdi… se solo ci ripassano tra le mani…

Ci siamo già divertiti con loro.

La maschera!

E’ ovvio che questa stupida si accanisca tanto! Non sa chi sei. Non ti ha riconosciuto!

«State zitti un attimo! Ciccia, senti, tu… mi sembri proprio uscita dal cartone di Mew Mew, amiche vincenti.» dichiarò Deadpool, notando che sul capo dell’avversaria erano comparse due grandi orecchie feline.

«E tu sembri uscito da un manicomio…»

«Lo sono!»

«…ma non importa, perché adesso ti ammazzo.»

«Eppure sono abbastanza sicuro di non aver ucciso troppa gente in Texas…»

Wade schivò il pugno della ragazza che si abbatté sulle macerie dietro di lui e la colpì in pieno petto con un calcio.

La ragazza fu scagliata a una decida di metri di distanza, ma cadde stranamente in piedi.

Tossì forte, massaggiandosi il petto, tentando di recuperare il respiro.

Deadpool non aspettò tanto.

Le fu di nuovo addosso e la centrò con un pugno sull’addome.

Lei accusò il colpo scivolando all’indietro, ma lui sentì tutte le nocche rompersi per l’impatto con qualcosa di tremendamente duro.

Gli ci vollero pochi secondi perché si riassestassero, e comunque aveva ormai recuperato il braccio, ma questo bastò alla ragazzina.

Gli sputò addosso qualcosa, qualcosa che si rivelò essere denso e appiccicoso.

Wade si ritrovò intrappolato nella bava bianca e collosa della sua avversaria.

«Che schifo! Che schifo! Che schifo!» strillò, cercando di togliersela di dosso.

Inutile dire che peggiorò la situazione.

Inciampò e s’incollò all’asfalto dell’unica strada che attraversava quell’arida pianura.

«Toglimelaaa!»

Smettila di fare il bambino.

Se non fossi stato nudo, a quest’ora avresti già affettato la bimba con le tue spade.

«Ditemi qualcosa di utile!»

Sei scemo.

«Questo non mi sembra costruttivo.»

Neanche il tuo cervello mi sembra costruttivo.

Beh, è il tuo stesso cervello, quindi io starei zitto.

«Grazie didascalia gialla!»

Taci tu, sei il più stupido di tutti.

«Ta farò male. Molto male.»

«Questa voce non è nella mia testa, vero?»

No, è la ragazza che ti sta parlando, idiota!

«Ah già. Allora, ci ho pensato, e sono abbastanza sicuro di aver ammazzato pochissime persone qui intorno, a meno che quegli alieni non ti stessero a cuore…»

«Non m’importa degli alieni, stupido! E nemmeno delle persone!» sbottò lei, irritata dall’essere continuamente ignorata.

«Umh, questa è più o meno una novità per me. Di solito chi tenta di uccidermi o è un mio rivale o vuole interferire con la mia attività. Che è, in effetti, ammazzare le persone.»

La ragazza si strinse nelle spalle, scuotendo la zazzera cespugliosa che le circondava le grandi orecchie da gatto.

«Non mi interessa quello che fai! Avresti potuto continuare tranquillamente se non avessi…»

Si bloccò.

Deadpool vide la sua bocca contrarsi per trattenere un gemito e tutto il piccolo corpo muscoloso fu scosso da un singulto.

«…usato…quel…chihuaua…» (lacrima) «…come randello!»

«Chihuaua?»

Nella sua testa esplose solo musica, e le voci ci marciarono.

Taaa-nana-na na!

Chihuaua!

Ohhh chihuaua!

«Ah, quel chihuaua! Quello che ho usato per ammazzare uno dei russi! Lo so, a volte esagero.» ammise il mercenario.

La biondina si riscosse all’improvviso e scoprì le zanne, così bianche e appuntite che scintillarono alla luce della luna.

«Sì! E per questo pagherai!»

Con un sibilo spaventoso, guizzò sul suo collo e lo morse.

Qualche frazione di secondo dopo, Wade si contorceva nella melma bianca in preda agli spasmi. Il dolore era terribile.

«Wa! Wah! Waaaaaaaaaah!»

«Doloroso, vero? È il morso di un serpente a sonagli. Tra poco sarai morto.»

Morto? Morto no. Però cazzo, quando l’effetto di ‘sta schifezza finisce, te lo insegniamo noi un luuungo modo per morire, ragazzina!

Lungo e doloroso.

«Waaaah!»

Però in effetti non avresti dovuto uccidere quel chihuaua.

Che palloso che sei. Ha afferrato la prima cosa che ha trovato. Si è accorto solo alla fine che era un cane!

Questo perché non presta mai attenzione a quello che fa!

 L’agonia durò due lunghe ore, che le voci spesero a discutere su quanto idiota fosse e perché.

Quando finalmente il dolore si disperse nell’organismo, Deadpool aprì lentamente gli occhi sul cielo stellato.

Ucciderla. Adesso.

Fu una delle rare volte in cui le voci parlarono in sincrono e Deadpool si trovò tremendamente d’accordo con loro.

Cercò di districarsi dal grumo di bava, e un canto appena accennato gli giunse all’orecchio.

Smise di divincolarsi e il canto s’interruppe.

«Non sei morto.»

Il viso della ragazzina entrò prepotentemente nel suo campo visivo.

Aveva un’espressione perplessa.

No, non era bella come tutte le super eroine che aveva conosciuto, affatto. Era solo una ragazzetta mascherata, velenosa e con della bava schifosa.

Sicuramente non doveva aver molto successo con gli uomini.

«Posso farti una domanda?»

Improvvisamente, tutta l’ostilità con cui l’aveva combattuto poco prima sembrava svanita.

Quella di Wade, invece, stava montando. Ed era certamente più pericolosa.

«Un ultimo desiderio prima che ti ammazzi?»

Lei scosse la testa.

«Cosa allora?»

«Cos’ha la tua pelle?»

«Cancro.»

«Davvero?»

«No. Mi diverto a bucarmi. Non l’hai visto Trainspotting? Dio, quel film è assurdo.»

«A me ha fatto schifo.»

Deadpool rimase un attimo interdetto. Poi le voci esplosero nella sua testa.

UCCIDILA SUBITO!!!

Con un gesto secco delle braccia si liberò dalla sua prigione collosa.

Fece per scagliarsi sulla ragazzina, ma un puntino rosso in mezzo alle macerie attirò la sua attenzione.

È la tua maschera!! Sbrigati, recuperala!

Giusto, la maschera.

Scartò di lato, la raggiunse e la indossò.

Ahhh, sì.

Non importava che fosse completamente nudo, avere la sua maschera addosso era sempre tremendamente confortevole.

Finalmente, si voltò verso la piccoletta.

«E ora è finita sul serio.»

Lei lo fissava con gli occhi sgranati.

Aprì la bocca per parlare, ma non riuscì ad articolare alcun suono.

Eppure non sembrava spaventata.

«Ehi, ragazzina? Devi urlare di terrore. Daiii, urla. Sto per squarciarti il pancino.»

Niente, era semplicemente paralizzata dallo stupore.

Allungò una mano verso di lui, puntandogli contro il dito.

Rimase così, a bocca aperta, additandolo.

«Tua mamma non ti ha insegnato che è maleducazione indicare le persone?»

«Deadpool?»

«Sì?»

«Sei Deadpool?»

«Ah-ha.»

«Il mercenario chiacchierone?»

«Già.»

«Quello che non sta mai zitto?»

«Quello bello e simpatico. Sì, io. Qualcosa non va?»

Uccidila e basta.

No, aspetta aspetta. Vediamo che ha da dire.

Ma la ragazza non disse nulla.

Cadde in ginocchio, si nascose il viso tra le mani e cominciò a piangere.

I singhiozzi la scuotevano tutta e copiose lacrime le rotolavano sui polsi.

Wade fu preso del tutto in contropiede.

«Ehm… ragazzina? Mew Mew? Dai, su, non fare così. È sono un piccolo squarcio. Vedrai, me l’hanno fatto molte volte. Solo che tu morirai. Ma mi hanno detto che è una cosa abbastanza veloce.»

Non lo ascoltò neppure.

Continuava a piangere disperata, le grosse orecchie abbassate ai lati della testa.

«Senti bimbina, mi dici perché piangi?» chiese infine Wade, esasperato.

Lei annuì tra i singulti.

Cercò di calmarsi, tirò su col naso e si strofinò gli occhi con le mani guantate.

«Tu sei…sigh!...insieme a Spiderman…(sniff)…tu ERI…! Il mio… (cough)…il mio supereroe preferito…! Ma ora… ora hai rovinato tutto! TUTTO!»

«Io…»

Probabilmente per la prima volta nella sua vita, Deadpool non sapeva cosa dire.

Rimase a fissare quella ragazzina piangente, nudo e sfigurato, con la sua maschera rossa e le voci nella testa.

Che hai? Adesso ti dispiace aver deluso le aspettative di una mini eroina qualunque?

«Ha detto che sono il suo preferito…»

No, ha detto che ERI il suo preferito. Insieme a Spiderman.

Quello Spiderman piace sempre a tutti, hai notato?

Già. Ma tu hai dovuto ammazzare il chihuaua.

«Non l’ho fatto apposta…»

Ma l’hai fatto, e questa qui è uscita scema! Non sei più il suo preferito, tanto vale che l’ammazzi.

Sì, ormai la sua vita è rovinata.

«Zitti un attimo! Non capite? Questa poteva essere la mia occasione per avere qualcuno che mi volesse!»

Infatti. POTEVA essere. Dai sbrigati a concludere la faccenda, voglio andare a casa.

Wade mosse un passo verso la ragazza.

«Senti… in realtà io non volevo davvero far del male a quel cane. È che non me ne sono accorto. Non c’è speranza di redenzione? Voglio dire, mi hai anche iniettato quello stupido veleno… a proposito bimbetta, mi spieghi un attimo cosa sei?»

Lei lo fissò, gli occhi umidi e la bocca corrucciata.

«Non sono una bimbetta. Te l’ho già detto, mi chiamo Metazoa e, per tua informazione, ho già diciotto anni!»

Prima che Wade potesse rispondere, una forte esplosione alle sue spalle lo scagliò in avanti.

Sbatté la faccia sull’asfalto, ma si rialzò immediatamente, cercando di capire cosa fosse successo.

La ragazza, che probabilmente era riuscita a vedere il colpo prima che si abbattesse sulla strada (ormai completamente distrutta), era schizzata indietro ed atterrò al suo fianco.

Finalmente, constatò Deadpool, un po’ di sano spavento deformava i suoi lineamenti!

«Non sono stata io!» strillò, aguzzando gli occhi felini sull’incendio che era scoppiato davanti a loro.

«Sono stata io.»

Una sagoma femminile emerse dalle fiamme.

Questa sì che aveva tutte le sue belle forme al punto giusto.

Ma c’era qualcosa che non andava.

Quelle mani. Quelle…

«Oh, no.» sospirò Wade.

Proprio lei.

Che palle.

«Chi è?» chiese Metazoa, portandosi in posizione da combattimento.

In quel momento, la donna lasciò un urlo disumano.

«Wade!!»

«Lady… da quanto tempo! Certo, devo dire che non mi sei mancata per niente. Sai, tu mi sei sempre sembrata un po’ schizzata.»

Metazoa scosse la testa, come farebbe un cane per liberarsi da una mosca fastidiosa.

«Da che pulpito…»

La donna spiccò un salto impressionante e si portò a pochi metri da loro.

«Ciao Deathstrike! Qual buon vento ti porta qui in Texas?»

Non serve essere così gentili, questa porta grane.

Lo sappiamo, è sempre stato così!

Cosa facciamo? Facciamo fuori anche lei?

Sì, tu parli parli, e intanto non fai fuori nessuno.

«Veramente oggi ho fatto fuori un sacco di gente…»

E un chihuaua.

«E un chihuaua.»

«Smettila di parlare con te stesso, Wade. Il professore mi ha mandata a riprenderti.»

«Riprendermi? Perché? Io ho lasciato Arma X.»

La donna sorrise diabolica, la lingua rossa e sottile guizzò sui denti scintillanti.

«Già, ma ci sono nuove… cose. Nuovi esperimenti da provare. E tu sei sempre stato una cavia perfetta. Lo dice anche Ajax.»

Deadpool s’irrigidì.

Le unghie si ficcarono a fondo nella carne del palmo, e lì rimasero, impedendo al fattore rigenerante di chiudere la ferita.

«E così quel bastardo è ancora vivo, eh? Strano. Ero abbastanza certo di averlo ucciso.»

Sì, certo.

Non muore mai nessuno qui.

«Perché non vieni con me? Sono certa che fremi dalla voglia di vederlo…»

«Scusami, Lady. Mi piacerebbe, verrei volentieri, ma sai com’è. Sto aspettando l’ottava serie di Grey’s Anatomy, e nelle vostre basi c’è sempre una pessima ricezione.»

«Sai Wade, quando te ne sei andato hai lasciato un grande vuoto. Certo, io ho provato a riempirlo con le granate che hai dimenticato lì. Come quella di poco fa. Vogliamo provarne un’altra?»

«Uh oh.»

Deathstrike ne sfoderò quattro contemporaneamente.

«Ragazzina, sei abbastanza agile e veloce?»

«Posso essere agile come un felino e veloce come un levriero.» confermò lei, con un cenno del capo «Ma…»

Non riuscì a terminare la frase.

Altre quattro esplosioni li avvolsero.

 

 

 

*

 

 

 

Echeccavolo.

Sì, lo so. Ho altre millanta cose in cantiere, la mia incostanza è nauseante, questa storia non interesserà a nessuno e tutto il resto.

Voglio dire, chi abbandonerebbe una bella storia su OP (che mantiene il primo posto nel mio cuore), per una nerdata marvel che non leggerà nessuno?

Ovviamente io, quando la mia nuova ossessione diventa Deadpool.

Voglio dire… l’avete letto il nuovo mensile a lui dedicato? Geniale.

Comunque, veniamo alle cose serie che davvero devo dire:

 

Innanzitutto mi scuso con i veri esperti Marvel: io sono solo una novizia, non ho letto nemmeno un numero di Cable&Deadpool e probabilmente ci saranno delle incongruenze. Mi dispiace. Cerco di aggiornarmi il più possibile, ma l’universo Marvel mi sembra davvero sconfinato!

 

Seconda cosa à io amo Deadpool, ma sono anche una studentessa di veterinaria, e lui ha ammazzato un cane.

Dovevo fare qualcosa.

Qualcosa per punirlo e riscattarlo allo stesso tempo, per non cominciare a odiarlo.

Questa storia è il mio modo.

 

Ultima cosa!

La nuova coprotagonista.

Inizialmente volevo usare un personaggio marvel realmente minore, di quelli che non si caga nessuno, per intenderci.

Avevo pensato alla Gatta Nera, poi a Tigra, ma nessuna delle due ha il carattere e l’immaturità che mi serve.

Quindi ho dovuto costruirne una nuova. Un’altra.

Leggerissimamente ispirata a Hit-Girl di KickAss.

 

Questa è davvero l’ultimissima cosa.

Non so cosa ne sarà di questa storia.

Ho un paio di idee e sono anche curiosa di vedere come si evolveranno!

 

Se qualcuno è arrivato a leggere fin qui, ha tutta la mia gratitudine! J

 

Nota finale: NON ci sarà in inciucio tra il nuovo personaggio e nessuno dei protagonisti! Personalmente, è una cosa che fatico ad apprezzare.
  
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